CONTINUANO A RITMO SERRATO le sostituzioni dei direttori creativi, un avvicendamento che colpisce molti addetti ai lavori abituati, forse per troppo tempo, a far corrispondere nomi e marchi e quindi si sentono destabilizzati alla notizia del cambiamento.
Forse il problema è che siamo tutti ossessionati dalla stabilità e il cambiamento ci mette in allarme, per cui siamo pronti a dire “è finita un’epoca” appena arriva la notizia della separazione di un designer da un marchio magari dopo “appena” cinque o sei anni.
L’abitudine alla stabilità ci ha anche sottratto la sorpresa della discontinuità che però in passato abbiamo amato quando le collezioni non erano una la conseguenza merceologica della precedente.
Eppure sappiamo che il fascino della moda si trova nella continua sopresa dell’inaspettato, da recuperare soprattutto ora che una larga fascia del mercato è stato regalato all’ex fast fashion che fa di tutto per sembrare prêt-à-porter.
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