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  • 2 giorni fa
L'attrice e scrittrice Chiara Francini ha letto un monologo in occasione della serata organizzata da Pomellato: "Il prezzo della libertà. Come si manifesta la violenza economica contro le donne", in cui sono stati presentati i dati di una ricerca sulla violenza economica contro le donne, realizzata da SDA Bocconi School of Management.

[idarticle id="2680843" title="I numeri della violenza economica in Italia, l'evento a Milano"]

«La vera libertà è economica. Una donna è libera quando può scegliere, non quando è costretta a ringraziare. Non c'è emancipazione senza autonomia: chi non controlla le proprie risorse, non controlla il proprio destino. Perché la libertà, quando se la prende una donna, non è gentile: è definitiva» ha dichiarato Chiara Francini.

[idarticle id="2675995" title="Violenza economica: ai soldi non deve pensare solo lui"]

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Trascrizione
00:00Grazie, buonasera. È veramente molto bello tutto quello che ho sentito, avere la possibilità di sentire delle nozioni, ma non soltanto delle nozioni, da delle donne così straordinarie mi ha ancora più fatto capire come la conoscenza è davvero l'unica possibilità che abbiamo di essere libere perché liberate.
00:25E voglio ringraziare Pomellato per il coraggio di scegliere sempre la parola che non è mai ornamento ma necessità e ringrazio Sabina Belli che è una donna che riesce a unire impegno, cultura e responsabilità.
00:43Le donne sono il punto in cui il mondo si pulisce le mani, è da qui che si comincia, da questa verità scandalosa, ingiusta e inoppugnabile.
00:57Siamo sempre state il fondo, la discarica del dolore e della colpa, eppure da questa posizione infima e sacra abbiamo continuato a far nascere tutto, la lingua, la cura, la tenacia.
01:12Essere donna significa vivere in questo paradosso, essere insieme la ferita e la voce, il dolore e il rimedio.
01:20Una volta ho sentito Sharon Stone raccontare quello che suo padre le ripeteva da bambina e mi ha colpito perché erano delle parole che conoscevo già.
01:30Le diceva, adesso vai, fai del tuo meglio e vinci. E poi aggiungeva, ma io non credo che tu voglia vincere davvero perché tu vuoi piacere ai ragazzi.
01:42E la Stone concludeva così il suo racconto. Allora io andavo, facevo del mio meglio e vincevo. E ai ragazzi non piacevo più.
01:52Il mio babbo fin da piccola mi ribadiva quasi lo stesso. Mi diceva, fai del tuo meglio sempre, si ligia, si retta e non avrai nulla da rimproverarti.
02:03Non dare mai niente di meno di ciò che sei. Non avere paura e fregatene. Ecco, è sempre stato così.
02:13Essere donna, oggi come allora, significa lanciare sapendo che il bersaglio non sarà mai soltanto il traguardo, ma anche lo sguardo degli altri.
02:25Significa vincere due volte, contro gli altri e contro la paura di non piacere. Perché tra vincere e vincere davvero c'è tutta la distanza che separa una donna da se stessa.
02:41E la verità più sconvolgente è che oggi, in un mondo che si crede moderno, avanzato, attento, iperconnesso, le donne continuano a morire.
02:53Si esce per salutare per l'ultima volta e non si torna più a casa. E in un paese dove tutto è comunicabile, dove ogni gesto è esposto, la violenza resta antica, intatta, feroce, sempiterna.
03:09E la cosa più ingiusta di tutte è che la vita non ti risarcisce. Non è vero che chi soffre verrà salvato, che chi parte dal fondo avrà una compensazione, che la sfortuna nobilita.
03:22Chi nasce povero, chi nasce malato, chi nasce diverso, chi nasce donna, comincia in salita e basta.
03:30Chi parte indietro deve correre di più, cadere di più, rialzarsi di più e ha più probabilità di arrivare tardi, di inciampare, di ferirsi, di sbagliare strada.
03:40E quando arriva spesso è esausto, malmesso, ferito, arrabbiato e per la strada può incattivirsi ed arrivare a fare qualsiasi cosa pur di riprendersi ciò che gli è stato negato.
03:51Ma la vita non conosce equità. Ed è questo che rende il cammino delle donne così faticoso e così terribilmente complesso.
04:02Partire da una posizione di svantaggio richiede più lucidità, più cura, più attenzione, più equilibrio.
04:11La sofferenza non redime, la sofferenza è il prezzo dell'esistere.
04:16Quasi 80 anni fa in questo paese accadde una cosa semplice e gigantesca.
04:24Le donne andarono a votare. Non fu un atto poetico, non fu una festa, non fu neppure una conquista pulita come certe commemorazioni vorrebbero far credere.
04:35Fu una scossa, fu un atto di forza, una frattura. Ed è bene ricordarlo senza infiocchettarlo.
04:42Quelle donne non uscivano da un romanzo rosa. Uscivano dalla guerra, dalla fame, dai lutti, dal silenzio imposto.
04:50Avevano sorretto case, uomini, vecchi e bambini senza poter dire una sola parola sul proprio destino.
04:57E quando nel 46 si presentarono davanti ai seggi, il paese non era pronto a guardarle.
05:03Molti pensavano che avrebbero sbagliato, che non fossero all'altezza, che il mondo sarebbe rimasto il mondo e loro sarebbero rimaste ciò che erano sempre state.
05:14Un appendice, un dopo pensiero, una nota a margine e invece no.
05:19Mentre infilavano la scheda nell'urna, il paese fu costretto a fare i conti con un'evidenza.
05:26La storia non appartiene mai a chi la racconta, appartiene a chi la sposta.
05:33E loro, con quel gesto minuscolo e terribile, la spostarono.
05:37Non cercarono applausi, non cercarono indulgenza, non cercarono nemmeno gratitudine che tanto non sarebbe arrivata.
05:44Quello che fecero fu molto più serio.
05:48Si presero la responsabilità di essere cittadine, cioè libere.
05:54E non c'è niente di più scandaloso in un paese conservatore di una donna libera.
06:02E da quel giorno non fu più possibile archiviarle.
06:05Ma non perché ottennero un diritto, ma perché dimostrarono che la libertà, quando se la prende una donna, non è gentile.
06:13La gratitudine è definitiva.
06:15Ci è stato insegnato a essere grate per ogni spiraglio, ogni concessione, ogni assedia tirata fuori da un potere che non era il nostro.
06:24Ma la gratitudine vera è un'altra cosa.
06:27Non è un inchino, è un riconoscimento.
06:30È dire ti vedo, ti rispetto.
06:32Non ti devo niente, ma qualcosa di te mi ha toccata.
06:35E quella gratitudine non è mai arrivata davvero.
06:38Non dal paese, non dalle istituzioni, non dalla storia.
06:43Eppure, le donne l'hanno praticata lo stesso.
06:46Verso la vita che reggevano, verso i figli che tenevano in piedi, verso se stesse, quando non avevano più la forza.
06:54Ed è questa la cosa più sorprendente.
06:56La gratitudine nelle donne nasce dal basso, nasce dalla fatica.
07:03È la gratitudine di chi non aspetta il premio, ma continua a costruire.
07:08Charlotte Bronte, un secolo prima delle nostre urne, aveva intuito che una donna, quando parla a pari altezza,
07:16compie un gesto rivoluzionario, tanto quanto entrare in un seggio elettorale.
07:22In Jane Eyre, mentre Jane parla con Mr. Rochester, pronuncia parole che sembrano scritte per noi, ora.
07:31Credi che io sia un automa? Una macchina senza sentimenti?
07:35Pensi che possa sopportare che il mio pezzo di pane mi venga strappato dalle labbra e la mia goccia d'acqua rovesciata dalla coppa?
07:41Credi che perché sono povero, oscura, semplice, piccola?
07:45Io sei senza anima e senza cuore, ti sbagli.
07:48Io ho un'anima quanto te, un cuore pieno quanto il tuo.
07:52E se il Dio mi avesse dato un po' più di bellezza e molta più ricchezza,
07:56ti avrei reso difficile lasciarmi quanto ora, è difficile a me lasciare te.
08:00E non ti sto parlando attraverso le convenzioni o le abitudini,
08:04o nemmeno attraverso la carne mortale, è il mio spirito che parla al tuo spirito,
08:08come se entrambi fossimo passati attraverso la tomba e ci trovassimo davanti a Dio uguali come siamo.
08:16E questa è la voce di una donna che rifiuta di essere meno, che rifiuta la misura piccola.
08:25È la voce di una donna che reclama ciò che tutte le donne reclamavano nel 46 e reclamano ancora oggi.
08:32Essere riconosciute nella loro interezza.
08:37La gratitudine che vogliamo non è un fiore sul petto,
08:41è quella di un paese che finalmente dica
08:43non vi abbiamo regalato niente, siete state voi a spostare la storia.
08:50E noi dobbiamo ancora esservi all'altezza.
08:54E quindi questo anniversario è un promemoria feroce.
08:59La libertà non è mai garantita per le donne.
09:01E quando la conquistano, la pagano sempre più degli altri.
09:06E allora bisogna dirlo con crudezza.
09:08Nelle nostre case, anche in quelle piene d'amore,
09:12esiste una geografia invisibile dell'economia.
09:16Ed è quasi sempre una geografia femminile.
09:20Le donne comprano tutto ciò che scompare.
09:23Il cibo, i fannolini, il detersivo, le merende dei figli,
09:27gli scontrini arrotolati nella borsa come piccole confessioni quotidiane.
09:33Gli uomini comprano tutto ciò che resta.
09:37La macchina, la casa, l'investimento che fa patrimonio.
09:41Così accade che quando una donna se ne va,
09:46spesso non porti con sé nulla.
09:49Porta solo l'esattezza del proprio sacrificio quotidiano.
09:54È l'immagine feroce della donna
09:55che esce da una relazione con il ricordo dei vasetti di yogurt.
10:00L'uomo con i beni durevoli.
10:02Ma non è una metafora domestica.
10:05È un'equazione.
10:07È la prova che il contributo femminile
10:09è fatto di gesti che non lasciano traccia nei contratti.
10:13E che proprio per questo sono ritenuti meno importanti.
10:17È il cuore stesso della violenza economica.
10:21L'idea che ciò che una donna fa
10:23non abbia valori di scambio,
10:25non generi patrimonio,
10:27non garantisca futuro.
10:28E allora la domanda è una sola,
10:32amara e gigantesca.
10:34Se una donna sostiene l'invisibile,
10:37chi sostiene lei?
10:39La vera libertà è solo economica.
10:42Avere un conto proprio significa
10:43non attendere da un altro
10:44ciò che si può conquistare da sé.
10:46Una donna è libera quando può scegliere,
10:49non quando è costretta a ringraziare.
10:52La libertà comincia da ciò che tiene in mano.
10:54Il tuo lavoro, il tuo denaro, la tua voce.
10:57L'indipendenza non è un gesto eclatante,
11:00è la somma silenziosa di ogni decisione
11:03che non deleghi,
11:04di ogni possibilità
11:05che non metti nelle mani di qualcun altro.
11:09Non esiste emancipazione senza autonomia.
11:11Chi non controlla le proprie riserve,
11:14non controlla il proprio destino.
11:17Avere solidità economica non è un privilegio,
11:20è un modo per non dover negoziare la propria dignità.
11:23Le donne non hanno bisogno di indulgenza,
11:26ma di rispetto.
11:28La Ginzburg diceva
11:29che tutte le donne,
11:32anche le più felici,
11:34prima o poi cadono in un pozzo.
11:36E allora che quel pozzo
11:38sia anche strumento profondo
11:40di conoscenza di sé,
11:41da cui risalire con la bellezza
11:43di chi ha visto il fondo
11:45e lo sa raccontare.
11:47Essere donna non è una colpa,
11:49ma è una condanna
11:50e una grazia insieme.
11:52È una condizione che bisogna portare
11:54come una divisa,
11:55con coraggio, disciplina,
11:57pudore e orgoglio.
11:59Bisogna ricordare sempre
12:00che la vita non ha pietà
12:02e che proprio per questo
12:04bisogna affrontare la schiena dritta,
12:07senza rancore,
12:08ma senza mai,
12:10mai chinare il capo.
12:12E allora il coraggio
12:14sia di tutte e di tutti noi
12:17che ci siamo sentiti
12:19e ci sentiamo ancora diversi,
12:21provinciali, paesani,
12:22inadeguati, sbagliati,
12:24fuori luogo, fuori posto
12:26e fuori misura,
12:28perché non siamo altro che umani.
12:30E dunque,
12:31mie care e miei cari tutti,
12:34felici siano sempre
12:35le creature diverse,
12:37inadeguate, strane
12:39e fuori posto,
12:40perché sono quelle che vanno
12:42e non si fermano mai.
12:44Felici i cavalieri,
12:45ma ancora di più
12:46i cavalieri vinti,
12:48gli sconfitti,
12:50i vincibili
12:50e gli esseri umani
12:52che sanno anche andare a piedi,
12:55proprio come fanno le donne
12:57e proprio come fanno gli eroi.
13:00E sì,
13:01è faticoso,
13:03ingiusto,
13:04a volte è devastante,
13:06ma io,
13:07se dovesse rinascere,
13:09vorrei rinascere donna.
13:11E se mi chiedessero
13:12cosa spero
13:14per le ragazze del futuro,
13:15risponderei,
13:17che non nascano
13:18col debito
13:19di dover piacere,
13:21che non si scusino
13:22per la loro intelligenza,
13:23la loro rabbia,
13:25la loro ambizione,
13:26che non camminino
13:27misurando
13:28la propria grandezza
13:29su quella degli uomini,
13:31che vivano
13:32senza l'ansia
13:33di essere troppo.
13:35E troppo per chi?
13:36Troppo perché lo dice
13:37chi ha paura di loro.
13:38spero
13:39che crescano
13:40senza il bisogno
13:41di ottenere
13:41un permesso
13:42per respirare
13:43e che quando il mondo
13:45dirà loro
13:45abbassa la voce,
13:47rispondano con una frase
13:49semplice,
13:50limpida
13:51e definitiva.
13:53No.
13:57Grazie.
13:59Grazie a Chiara Francini.
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