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https://www.pupia.tv - Roma - Audizione Maura Manca
Alle ore 9, presso l'Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, con riferimento al filone di inchiesta sulla violenza di genere on line svolge l'audizione, in videoconferenza, di Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza.(03.12.25)

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Trascrizione
00:00Grazie, dottoressa. Mi scuso per il ritardo del nostro ufficio di presidenza.
00:07Allora, avverto che se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna
00:11sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisibili a circuito chiuso
00:16e la trasmissione diretta sulla web tv. Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione
00:20libera ed è aperta la partecipazione da remoto dei componenti della Commissione e dove si
00:25ritenesse richiesta sia dell'audita che dei componenti della Commissione di voler procedere
00:30alla seduta segreta. Faccio presente che questa modalità non sarà perseguibile in quanto si
00:34attua con la videoconferenza e quindi dovremmo rimandarla ad altra seduta. Io darei immediatamente
00:39la parola alla dottoressa Maura Manca, presidente dell'Osservatorio Nazionale Adolescenza Onlus
00:48con riferimento al filone d'inchiesta sulla violenza di genere online in modo da recuperare
00:53velocemente il tempo perso. Grazie. Dottoressa, mi scuso ancora per il ritardo.
00:58Buongiorno, un saluto a tutti. Un aspetto, questo è un argomento che purtroppo ci trova
01:07tutti coinvolti perché a partire già da quando sono piccoli. Noi come Osservatorio Nazionale
01:15Adolescenza abbiamo iniziato i nostri studi di ricerca scientifica, di analisi dei dati e di
01:22intervento già a partire dagli undici anni e già da quell'età rileviamo una serie di
01:29comportamenti disfuncionali all'interno delle relazioni. Comportamenti basati anche sulla
01:36possessività, sul controllo, sulla gestione dell'altro all'interno delle relazioni. Perché
01:44è fondamentale capire le radici di questo fenomeno? Perché nel momento in cui già da
01:51quell'età loro interagiscono e quindi si relazionano e stanno all'interno della relazione
01:58in modo non disfunzionale. Disfunzionale significa che non percepiscono che determinati
02:05comportamenti sono comportamenti che possono ledere anche la loro salute, non solo fisica
02:13ma anche emotiva. Questo è un aspetto che noi rileviamo ancora oggi che è troppo, troppo
02:21carente. Se noi partiamo da degli studi che abbiamo fatto nel 2019 su undicimila e cinquecento
02:30ragazzi dagli undici e diciannove anni distribuiti in tutta Italia. Quindi uno studio trasversale.
02:37E abbiamo dei dati in cui anche già dai quattordici e diciannove anni cinque ragazzi su dieci hanno
02:45subito aggressioni fisiche all'interno della coppia. Il sedici per cento, cioè sedici ragazzi
02:52su cento. I numeri io adesso li faccio vedere meglio perché sono importanti. Perché cinque
02:58su cento significa, anche sedici su cento significa che sono uno virgola sei ogni dieci. Significa
03:09che se in cento ragazzi che sono una classe dalla prima alla quinta, anche la violenza fisica,
03:16ce ne abbiamo cinque una classe dalla prima alla quinta. Cioè è un fenomeno che è estremamente
03:22diffuso, soprattutto anche tra i più piccoli. Ed è normale che se loro crescono senza andare
03:29a rimuovere queste forme disfunzionali all'interno delle relazioni, che cosa succede? Che anche
03:34da adulti diventa normale comportarsi in un determinato modo. E quindi lì andremo a rincorrere
03:41il fenomeno. Dovremmo andare a incrementare le pene e tutta una serie di altri aspetti.
03:46che quello è un altro aspetto fondamentale. Ma noi dobbiamo andare alle radici. E le
03:53radici oggi sono nel fatto che i ragazzi non hanno strumenti e competenze per relazionarsi
04:00in modo sano tra loro. A livello sia cosa manca? Manca innanzitutto comprendere che cos'è
04:11un limite tra violenza e non violenza. Perché tantissime volte anche io oggi sento che la gelosia
04:19è violenza, quello è violenza. Attenzione! Perché bisogna dare ai ragazzi gli strumenti
04:28corretti da un punto di vista linguistico, emotivo, di pensiero e comportamentale. E soprattutto
04:35di contesto. Cioè che loro devono anche sapere, all'interno di determinati e specifici contesti.
04:41Perché il controllo e la possessività è una cosa. E per molti ragazzi è normale. Questo
04:51è un campanello d'allarme. Quando noi sentiamo che è normale che l'altro imponga la cancellazione
05:00degli amici, che imponga le password come gesto d'amore. Che si nasconde dietro una frase
05:06del tipo, va bene se non hai niente da nascondere perché tu non mi devi dare la possibilità di
05:11leggere tutto quello che fai e di vedere tutto quello che fai. Significa non vivere più, non
05:21basare più le relazioni sulla fiducia. Significa che la relazione con l'altro, cioè il saper
05:28stare insieme all'altro non esiste più. Perché io, per essere sicuro, devo controllarti. Cioè
05:35significa che devo invadere la tua vita per essere sicuro e per essere tranquillo e per
05:41non vivere nella paura. Perché delle insicurezze, la gelosia? Ci può anche stare? È normale, è un
05:50sentimento tra adulti, tra ragazzi, soprattutto loro sono in fase di crescita, hanno tantissimi
05:57cambiamenti da un punto di vista emotivo da affrontare, relazionale, di identità, di
06:03paure, di confronto. Ma quello è normale. Anzi, la gelosia e l'insicurezza può portare
06:10anche, se hanno gli strumenti giusti, a parlare tra loro, interagire e costruire una connessione
06:16più profonda. Perché si può anche parlare delle proprie sicurezze e delle proprie paure
06:21e delle proprie anche gelosie. Ma quando io arrivo a doverti anche geolocalizzare per stare
06:30tranquillo, a dover sapere sempre dove sei, cosa scrivi, cosa fai, creare dei profili falsi per
06:37poter vedere come tu rispondi, come tu interagisci e vivere tutto il giorno a controllare anche le tue
06:44attività. Significa che vengo meno anche in funzione di quella che è la mia stessa vita.
06:53E sto normalizzando un concetto di amore che non è amore. Allora la domanda che ci facciamo è questa.
07:01Gli mancano gli strumenti per capire che cos'è amore. Gli mancano gli strumenti per capire come ci si
07:08relaziona con l'altro in maniera sana. Sana vuol dire che non lede la salute. Perché è un concetto
07:17anche di salute, di vita. Perché nel momento in cui io vivo sotto stress, in una condizione di controllo,
07:29di mancanza di libertà, di mancanza di espressione e di paura delle reazioni comunque dell'altro. Perché
07:37nel momento in cui io sbaglio, o meglio, che l'altro percepisce i miei comportamenti come un errore,
07:44dopodiché scatano urla, litigate, aggressioni verbali, aggressioni a volte anche di tipo fisico.
07:53Quindi quello che bisogna dargli è insegnare a relazionarsi fin da quando sono piccoli.
08:02Giorno nell'adolescenza. Le radici devono essere delle radici in cui io sono in grado di
08:09sapermi connettere con l'altro, cioè di saper stare, di saper sostare con l'altro. La parola
08:15sostare è una parola fondamentale che noi usiamo pochissimo. Perché significa sapersi fermare,
08:22quindi saper anche riflettere prima di agire. E significa anche se la dividiamo e giochiamo
08:27con questa parola, come noi facciamo spesso con i ragazzi, è sostare, cioè io ci sostare
08:33lì dentro, dentro quella relazione. Significa che conosco anche qual è un limite, che conosco
08:40anche qual è la distanza. Come io mi posso avvicinare a te? E questo va a prevenire tutte
08:45le forme di violenza. Tutte le forme di violenza dove c'è una relazione con l'altro.
08:50E questo è quello che bisogna fare fin dall'inizio e fin dall'infanzia. Perché nel momento in cui
08:57loro comunque crescono troppo sotto controllo e scambiano anche le relazioni affettive, anche
09:05quelle familiari, con il controllo. Perché tante volte mi conto che imparano. Se anche noi adulti
09:14andiamo a controllare ogni tipo di azione, in termini di invasione, senza lasciare mai
09:20uno spazio di azione, loro non sapranno e non sono in grado di relazionarsi. I nostri
09:28schemi mentali qui nel nostro cervello si creano fin da quando? Dalla nascita, fin da prima
09:35della nascita. Ma dalla nascita i bambini strutturano tutti quelli che sono anche i loro
09:41modi di pensare, modi di agire, le abitudini linguistiche. Tutto questo e noi questo lo
09:46sottovalutiamo. Perché tutto quello che io sento, tutto quello che io vedo intorno a
09:51me è quello che poi io divento. Quindi tante volte noi pensiamo, sì andiamo nelle scuole
09:59e gli raccontiamo io quello che vedo. Eh sì, gli raccontiamo. Ok, perfetto. Gli andiamo
10:04a dire questo non va bene, questo non fa, questo non lo dovete fare. E a parte che ci inseriamo
10:10in un filone che adesso ve lo faccio vedere ancora più chiaro. I ragazzi e i bambini
10:16crescono solo con quello che non devono, prettamente con quello che non devono fare.
10:20Non devi, non devi, non devi, non devi, non devi. Quindi se anche chi va a fare formazione
10:25e si inserisce sulla stessa linea capite che si attivano delle aree che in quel momento
10:30i ragazzi a livello cognitivo lo comprendono. Lo comprendono benissimo che cosa non devono
10:36fare. Ma dopo di che io quando mi trovo dentro una relazione mi scatta un'altra area
10:41cerebrale, quella della paura, quella dell'allarme, quella della sopravvivenza e quindi agisco
10:47in modo diverso. Ecco perché tante volte le determinati modi di interagire con loro
10:53sono inefficaci. Sono inefficaci perché noi andiamo a parlare a una parte del cervello
10:58che nel momento in cui io sono in allarme è in un certo senso rallentata, è in un certo
11:05senso disattivata per capirci. E prende il sopravvento un'altra parte. Se noi non
11:11comunichiamo anche con quella parte, cioè glielo andiamo a far sentire, glielo andiamo
11:16a far toccare, glielo andiamo a far vedere, cioè li coinvolgiamo in maniera attiva dentro
11:22le formazioni, li facciamo costruire direttamente come facciamo noi quando entriamo con i ragazzi
11:30dentro le aule o quando parliamo direttamente con loro, allora nel momento in cui io lo sento
11:36quello diventa mio, mio in automatico. Perché il cervello dei ragazzi bisogna conoscerlo per
11:43sapere interagire con loro. E quando gli fai vedere le cose facendogli retoccare, facendole
11:48sentire e le sentono sulla pelle quando anche una sola parola cambia a livello chimico il
11:54loro stato interno. Perché le parole, noi, non è solo dire il peso delle parole, farglielo
11:59vedere. Saper usare le parole giuste nel modo giusto, nel momento giusto, definisce anche
12:07come stanno loro e definisce le loro relazioni, la percezione della loro realtà. E quando sentono
12:13il cambiamento dentro e lo vivono dentro, allora lì noi vediamo quegli occhi che cambiano,
12:20quelli diventano strumenti. Strumenti che poi vanno allenati. Non può essere un giorno,
12:25due giorni o tre giorni. Non possono essere dei focus specifici. Perché il cervello va
12:31allenato per creare stabilità di quel comportamento, per farlo proprio, perché diventi identità.
12:38soprattutto in una fase di crescita, in cui il cervello deve affrontare una marea di
12:44cambiamenti. Ma se noi sfruttiamo la neuroplasticità cerebrale, cioè quella capacità di poter cambiare
12:51forma, di poter cambiare struttura, noi andiamo a dargli quelle basi e creargli quegli schemi
12:56di fondo, che sono quegli schemi su cui possono basare delle relazioni sane. E quindi andiamo
13:02a fare la vera prevenzione di quello che purtroppo vediamo oggi in tantissime relazioni
13:08di adulti. E togliergli anche la paura di parlare. E la paura di parlare si toglie quando
13:17dall'altra parte c'è veramente chi sa ascoltare. Perché sull'ascolto bisogna aprire un altro
13:22capitolo. Perché sapere ascoltare, sapere ascoltare anche i segnali. Perché noi siamo
13:30in un paese che arriviamo troppo spesso dopo. Siamo in un paese dei sintomi. Cioè quando
13:36già è evidente, quando già è manifesto. Ma se noi diamo anche gli strumenti a tutte
13:41le persone che stanno intorno ai ragazzi, comprese tutte quelle attività extrascolastiche
13:48troppo sottovalutate. Tra cui lo sport, in primis, ma tutte le attività artistiche.
13:55Quando noi diamo gli strumenti e le persone sanno vedere e conoscere veramente come comunicano
14:02i ragazzi, allora lì possiamo entrare. Perché molte volte non si sa neanche come poter interagire
14:10con loro. Non è solo dire vai da uno psicologo o vai lì o vai di là. È anche creare relazioni
14:17vere tra adulti e ragazzi. Perché nel momento in cui si crea una relazione di fiducia, e questo
14:22l'abbiamo visto tantissime volte, quando abbiamo dato gli strumenti ai genitori, i ragazzi hanno
14:27parlato. I ragazzi hanno raccontato. Perché sapevano di avere un ambiente intorno che poteva
14:35essere in grado di accoglierli. Perché tante volte è estremamente difficile tirar fuori quello
14:41che uno vive. Anche perché non hanno le parole. Oggi anche questo è un altro problema enorme.
14:47hanno un linguaggio estremamente ridotto. E tante volte non riescono a comunicarlo in maniera
14:53chiara, in maniera evidente.
14:57E bisogna saper stare, sostare anche tra gli adulti e loro. Tante volte bisogna entrare e bisogna
15:05fargli capire che senza che l'adulto vada in allarme. Perché nel momento in cui io mi trovo
15:11un ambiente che si allarma o un ambiente che sottovaluta, le reazioni anche eccessive mi
15:18bloccano, mi chiudono. Hanno paura. Hanno paura di quello che può essere, di quello che si può
15:25attivare. Perché tante volte si attiva una macchina nell'immediato e poi dopodiché è come il fumo
15:33svanisce tutto. Però loro rimangono lì. E ciò che provano rimane lì. E quindi è su questo anche
15:43che dobbiamo andare a lavorare. A creare un sistema che sia un vero sistema di supporto e di sostegno.
15:50Allora in questo modo noi riusciamo ad accontenerli e riusciamo a prevenire. E a dare quindi
15:56un bilanciamento tra strumenti e contenimento.
16:02Dottoressa Manca. Chiedo ai colleghi e alle colleghe se ci sono delle domande. Poi ne faccio
16:08io una veloce giusto per far capire i lavori del vostro Osservatorio Nazionale Adolescenza
16:14Ollus. Come funziona? Chi lo compone? Quali attività fa? Ecco giusto per fare un po' conoscere
16:21la sua attività. Prego dottoressa.
16:28Sì. L'Osservatorio è nato ormai una realtà che nasce prima da un lavoro online di un portale
16:40che si chiama adolescenza.it che è un portale di divulgazione scientifica. Siamo tutti persone
16:48formate. Io vengo dal mondo accademico, ho insegnato tanti anni, ho fatto il dottorato
16:54di ricerca. Quindi tutte queste basi di ricerca scientifica che noi portiamo vengono dal mondo
16:59accademico. A un certo momento abbiamo deciso di divulgare e di parlare, di dare strumenti
17:05quindi a livello web più di dieci anni fa a genitori e a educatori. E quindi abbiamo
17:12creato questo portale. Da questo portale è nato poi l'Osservatorio, è nato da Ollus
17:17che adesso diventerà un ente del terzo settore a breve, che lavora su tutto il territorio italiano.
17:25Quindi all'interno ci sono persone formate che possono essere da educatori, psicologi,
17:31psicoterapeuti, media educator perché lavoriamo tantissimo anche con la parte delle tecnologie
17:37e con la parte degli strumenti del digitale e soprattutto adesso con anche l'intelligenza
17:42artificiale. E quindi lavoriamo sul creare progetti di intervento, di formazione dalle scuole
17:49materne, dalle scuole dell'infanzia fino appunto ai giovani. Perché l'Osservatorio
17:57Nazionale Adolescenza si associa appunto ad adolescenza, ma ad adolescenza scritto con
18:02la scienza perché è la scienza dell'adolescere, cioè del crescere. Scienza del crescere significa
18:07conoscere quelle fasi di crescita e nello stesso momento crescere come persone e come nucleo
18:14famiglia e come comunità educante. Quindi il lavoro è diretto sia con loro, con i ragazzi,
18:22con gli insegnanti e con le famiglie.
18:26Grazie, raccogliamo velocemente due domande perché vi ricordo che hanno preso avvio i lavori
18:30alla Camera, quindi dell'Onorevole Almici e dell'Onorevole Zanella. Eventualmente
18:34poi chiederemo alla Dottoressa di farcele avere e l'Onorevole Ferrari di farcele avere
18:40le risposte in modo che poi possiamo permettere ai colleghi e alle colleghe di dirigersi verso
18:45l'Aula. Prego, Onorevole Almici, raccogliamo la domanda. Dottoressa Manca, se lei se le appunta
18:52poi ci fa avere le risposte perché abbiamo esaurito il tempo e in concomitanza i lavori.
18:59Prego, Onorevole Almici.
19:01Buongiorno, ringrazio per questa audizione. Volevo chiedere rispetto al vostro osservatorio
19:05quali comportamenti considerati normali dai ragazzi rappresentano invece dei segnali precoci
19:11di controllo, possesso e abuso che voi state quindi supervisionando e vedendo e poi se avevate
19:18anche un'idea di quali sono realisticamente gli impatti psicologici della violenza online
19:23sugli adolescenzi che ormai come avete detto anche voi prima come tassi sta abbassando e
19:29quindi anche in termini di ansia, isolamento, autostima, ritiro sociale, rischio, autolesivo,
19:36se avete anche dei ritorni rispetto a questi passaggi. Grazie e grazie mille per l'audizione.
19:42Grazie, Onorevole Almici. Raccogliamo l'Onorevole Zanella. Prego, Onorevole.
19:47Grazie, scusatemi ma sto recando alla Camera quindi sono in transito. Volevo soltanto ringraziare
19:57moltissimo l'audita per questa sua relazione e anch'io come già fatto la Presidente mi auguro
20:07di averla scritta in modo e l'unica cosa che chiedo è secondo lei come dovrebbe essere la formazione
20:19scolastica di supporto a questo complicato percorso diciamo formativo, informativo ed educativo.
20:32Se in base alle sue vostre esperienze avete già elaborato una posizione, un punto di vista
20:44che ci può essere, ci potrebbe essere utile. Grazie, di nuovo è stato davvero molto interessante.
20:51Grazie, Onorevole Zanella. Chiedo all'Onorevole Ferrati se vuole articolare la sua domanda.
20:56Prego, Onorevole.
20:57Sì, grazie. Anch'io per capire come, rispetto al fatto che lei ha parlato della necessità
21:05per i giovani di avere competenze per relazionarsi correttamente perché lei diceva giustamente
21:14che poi da adulti si rincorre il fenomeno e aumentiamo le pene e andiamo a cercare di
21:21correggere quello che ormai appunto è diventato un problema. Noi però oggi abbiamo dei giovani
21:29che rispetto al passato si relazionano attraverso un veicolo che è spesso quello del cellulare,
21:37cioè relazioni umane che sono poi mediate da uno strumento e non più da un vis-à-vis
21:44che può magari esprimere accanto al peso delle parole che lei diceva prima anche il portato
21:52delle emozioni in contemporanea. Invece oggi molto è veicuato sia in termini positivi
21:58sia in termini negativi da degli strumenti tecnologici e quindi come oggi anche il processo
22:05di formazione ed educativo deve tenere conto di questi elementi. La ringrazio.
22:11Grazie onorevole Ferrari. Dottoressa Manca, allora se lei è d'accordo siccome sicuramente
22:16le risposte sono decisamente articolate e il tempo, per nostra colpa perché siamo arrivati
22:23un po' tardi, non è sufficiente magari a dare delle risposte belle e robuste, se cortesemente
22:30dottoressa lei ci fa prevenire le risposte per iscritto in modo che poi possano far parte
22:37dei lavori di questa commissione, anzi la ringrazio anche per questa disponibilità, libera di integrare
22:43anche l'audizione come ritiene. Grazie.
22:46Sì, va benissimo, farò a me. Una buona giornata.
22:50Grazie dottoressa per la disponibilità, grazie mille. Chiaro chiusa l'audizione, grazie.
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