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Trascrizione
00:00:0020 e 30 buonasera, ben ritrovati all'appuntamento dedicato alla salute.
00:00:29Buonasera, stasera parliamo di Ictus, l'avete letto sul giornale di Brescia, cartacee online, un argomento che ci avete richiesto, continuiamo ad ascoltare tutti i vostri consigli, ne sono veramente ben felice.
00:00:42E allora direi di presentare subito gli ospiti che ho in studio, ho il piacere di riavere in studio il dottore Eugenio Magni, direttore dell'unità operativa di Neurologia di Fondazione Poliambulanza.
00:00:53Buonasera, ben ritrovato.
00:00:55Un bentrovato anche al dottor Vittorio Bendotti dell'unità operativa di Emergenza Urgenza.
00:01:03Buonasera, buonasera a voi.
00:01:05Bentrovato anche al dottor Oscar Vivaldi, responsabile dell'unità operativa di Neurochirurgia.
00:01:11Buonasera.
00:01:12Buonasera.
00:01:13Bentrovata anche la dottoressa Chiara Mulè, direttore dell'unità operativa di Riabilitazione.
00:01:18Buonasera.
00:01:19Buonasera.
00:01:19Buonasera.
00:01:20E un bentrovato anche al dottor Marco Pavia, responsabile invece dell'unità operativa di Neuro Radiologia Interventistica.
00:01:29Buonasera.
00:01:29Buonasera.
00:01:30Ovviamente sempre di Fondazione Poliambulanza.
00:01:32Allora, dottor Magni, questa puntata è nata un po' nel corridoio, ma veramente, di Fondazione Poliambulanza perché ci siamo incontrati per un'altra trasmissione e abbiamo pensato di raccontare una problematica che è quella dell'ictus in una trasmissione come quella di Obiettivo Salute perché meritava un po' più del classico quarto d'ora, giusto?
00:01:55Perché è importante portarlo al pubblico in prima serata, secondo lei?
00:02:00È molto importante perché, come da titolo, i segnali da non trascurare, la popolazione, le persone, specialmente i più anziani, devono imparare a riconoscere alcuni sintomi, alcune situazioni che richiedono un intervento immediato, urgente.
00:02:19E soprattutto per passare il messaggio che quando c'è qualcosa, diciamo, tra virgolette di neurologico, bisogna chiamare un'ambulanza. Ecco, non aspettare il medico di famiglia, non aspettare se i sintomi passano, si chiama un'ambulanza.
00:02:35E questa ambulanza poi sa dove e come gestire il paziente. E perché questo? Perché ci sono possibilità di terapia molto avanzate che possono salvare le vite e ridurre la disabilità che segue un ictus.
00:02:49E quindi è un argomento, credo, importantissimo.
00:02:53È di interesse comune, non a caso questa sera in studio abbiamo vari professionisti di unità operative differenti perché c'è un'unione tra tutti, no?
00:03:05Si parte dall'arrivo, quindi la chiamata al 112, arrivo al pronto soccorso per poi attivare la parte chirurgica, riabilitativa, la parte diagnostica.
00:03:16E quindi questa sera vi facciamo entrare virtualmente all'interno dell'ospedale proprio per capire che cosa succede e perché dobbiamo intervenire.
00:03:27Si parla di time is brain nell'ictus. Cosa significa?
00:03:33Time is brain letteralmente vuol dire tempo e cervello.
00:03:38Quale tempo? Il tempo dall'insorgenza della sintomatologia al momento del trattamento.
00:03:45Tanto più lungo è questo tempo, tanto peggiore, indipendentemente da quello che la tecnologia consente di fare attualmente,
00:03:55è l'autogram del paziente e la possibilità del paziente di riprendersi e ritornare potenzialmente nella vita normale.
00:04:04Assolutamente.
00:04:05Quindi è importante agire sulla riduzione di questo tempo il più possibile.
00:04:11E questo grazie fondamentalmente a tre concetti fondamentali che diceva anche il dottor Mani.
00:04:20Il tempo ogni minuto vale e quindi la capacità di riconoscere i sintomi precoci di un ictus,
00:04:29il che vuol dire sensibilizzare la popolazione a capire quali sono le cose fondamentali a cui stare attenti,
00:04:36attivare in tempo rapido il sistema di emergenza e urgenza e quindi la rete stroke
00:04:43e organizzare all'interno dell'ospedale un percorso adeguato, lineare,
00:04:49con un'analisi anche dei tempi, dei singoli passaggi, in modo da ridurre non soltanto quello che è il tempo extra-ospedaliero,
00:04:58ma anche il tempo intra-ospedaliero.
00:05:01Assolutamente.
00:05:01Io tra l'altro ho dimenticato di dirvelo, ma ormai voi lo sapete.
00:05:05Potete partecipare, potete fare domande in diretta oppure chiamarci.
00:05:10Quando si parla di un'organizzazione all'interno di ospedale viene subito in mente anche un'organizzazione territoriale.
00:05:19Esiste, c'è, in cosa consiste?
00:05:21Una risposta abbastanza complessa.
00:05:26Nel senso che la Regione Lombardia nel novembre del 2022, quindi ormai tre anni fa,
00:05:33ha messo un po' mano a quella che è la riorganizzazione della gestione extra-ospedaliera dell'evento ischemico acuto,
00:05:42identificando strutture stroke unit, cosiddette stroke unit, di primo livello, di secondo livello,
00:05:51nodi della rete, criteri di centralizzazione del paziente,
00:05:57in modo che i pazienti potessero seguire percorsi ben definiti sulla base della sintomatologia evidenziata sul territorio.
00:06:05Questo non sempre è così fattibile per più ragioni.
00:06:11Uno, perché mancano posti letto di stroke unit.
00:06:15Due, è difficile riconoscere sul territorio quella che è la patologia che può essere legata a un grosso vaso
00:06:22e quindi necessitare di trattamenti invasivi, neuroradiologici, piuttosto che semplicemente trattamenti endovenosi.
00:06:31Ok, pertanto il...
00:06:37Come si...
00:06:39Mi sono distratto perché ho visto...
00:06:42Si è perso.
00:06:42No, perché ho dato...
00:06:44Quindi l'intervento, stava dicendo, a livello di sinergia, no?
00:06:51Esatto, quindi attualmente cosa succede?
00:06:54Succede che per salvaguardare il più possibile la popolazione,
00:07:01il 118, cosa fa?
00:07:04Centralizza il più possibile i pazienti e li centralizza su due grosse istituzioni ospedalieri
00:07:10che sono gli ospedali civili di Brescia e Fondazione Poliambulanza
00:07:13che sono strutture di secondo livello.
00:07:17Ovviamente queste strutture si vengono a confrontare con un numero di accessi importanti
00:07:22che sono non soltanto gli ictus meritevoli di trattamento per via venosa o endoarteriosa,
00:07:30o trattamenti endoarteriosi, ma anche tutti quei pazienti che per comorbidità non andrebbero incontro
00:07:39a nessun tipo di trattamento, oltre a tutti quei pazienti che hanno degli stroke mimics,
00:07:48cioè pazienti che non hanno effettivamente uno stroke, ma la cui sintomatologia mima
00:07:54molto bene un evento cerebrovascolare acuto.
00:07:58Da qui la necessità sicuramente di mettere a mano, sicuramente, ad una riorganizzazione della rete ospedaliera,
00:08:07oltre alla disponibilità di posti letto e a stroke unit di primo livello,
00:08:12ma anche alla possibilità di una collaborazione dei diversi ospedali
00:08:17al fine di poter ridistribuire a quei pazienti, non dico con ictus,
00:08:23ma a quei pazienti con patologie metaboliche, patologie infettive, patologie epilessie,
00:08:30post-critici, eccetera, che mimano un ictus, ma che non necessitano in effetti di una stroke unit.
00:08:36E quindi la possibilità di interagire con gli ospedali del territorio
00:08:40per poter, una volta valutati in un contesto di ospedale con neurologia e stroke unit,
00:08:46la possibilità poi di ridistribuire, pronto corretto, i pazienti sul territorio.
00:08:50Arriviamo invece al paziente, ci sono dei campanelli d'allarme,
00:08:58che cosa ci fa capire che forse sarebbe meglio chiamare quel numero di emergenza?
00:09:04Allora, i sintomi di un ictus sono sempre sintomi acuti,
00:09:10cosa vuol dire? Perché noi diciamo stroke ictus, vogliono dire la stessa cosa,
00:09:14vuol dire colpo, perché questi sintomi vengono di colpo e in modo improvviso.
00:09:21Quindi tutte le volte che una persona che è in benessere presenta la comparsa di un disturbo
00:09:27che può essere che non parla più, gli si storta la bocca,
00:09:33se teniamo le braccia sollevate, uno delle due braccia tende a calare,
00:09:37perché ricordo che l'ictus di solito colpisce una metà del corpo,
00:09:44quindi da una emiparesi, oppure disturbi della sensibilità,
00:09:48sempre in una porzione del corpo o della vista,
00:09:52calo della vista, magari in una metà del campo visivo.
00:09:55Quando qualcosa del genere avviene improvvisamente,
00:10:00bisogna sospettare un ictus.
00:10:01E' chiaro che ci sono anche delle altre condizioni che diceva giustamente il dottor Bendotti,
00:10:08gli stroke mimics, cioè quelli che assomigliano,
00:10:10che sono tantissimi e che possono succedere.
00:10:14Ovviamente non si tratta di un attimo, di un appannamento della vista
00:10:19o di un formicolio fugace.
00:10:22Deve essere una sintomatologia molto impegnativa.
00:10:26Se c'è la possibilità di avere accesso rapido a un medico può andare bene,
00:10:30ma se non siamo nelle condizioni ottimali, ripeto, bisogna allertare i servizi di emergenza.
00:10:36Allora, proprio per farvi capire un po' come funziona il servizio di emergenza,
00:10:42siamo entrati all'interno di Fondazione Poliambulanza.
00:10:47Federica Signorelli con Matteo Berta hanno realizzato il prossimo servizio.
00:10:54L'intervista è al dottor Paolo Invernizzi,
00:10:56che è referente del Comitato Infezione Ospedaliere.
00:10:59Ciao Daniela, in questo momento ci troviamo nella Shock Room di Fondazione Poliambulanza
00:11:05e sono in compagnia del dottor Paolo Invernizzi, responsabile della Stroke Unity.
00:11:10Io volevo chiederle, dottore, quali sono i sintomi, i primi campanelli d'allarme
00:11:15di una persona che sta per avere un ictus e se possono essere confusi anche con degli altri segnali?
00:11:21Allora, prima di tutto l'ictus è una cosa che avviene all'improvviso, di colpo.
00:11:27Quindi purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono tanti campanelli d'allarme precedenti,
00:11:34è proprio una cosa che avviene all'improvviso.
00:11:36È invece importante riconoscere i sintomi proprio dell'ictus.
00:11:40I sintomi principali, quelli da ricordare, sono i disturbi di movimento di un braccio, di una gamba,
00:11:47la bocca storta, diciamo, le difficoltà di parola, le difficoltà di equilibrio e di sensibilità,
00:11:56sensibilità corporea e anche della vista.
00:11:59Questi sono i sintomi principali e che avvengono all'improvviso.
00:12:03E nella maggioranza dei casi, come dicevo, non ci sono tanti segni prima.
00:12:09Può esserci a volte qualche lieve difficoltà precedente, ma un po' l'eccezione.
00:12:14La regola è che non ci sono precedenti.
00:12:16Come viene gestita la presa in carico del paziente?
00:12:20Allora, la cosa molto importante è che quando c'è il dubbio che una persona possa avere un'ischemia cerebrale, un ictus,
00:12:28prima cosa è allertare l'emergenza, chiamare il 112, il 118.
00:12:34Meglio piuttosto che portare il paziente direttamente in pronto soccorso,
00:12:39perché prima di tutto il 112 e il 118 sa quali sono gli ospedali che sono in grado di trattare
00:12:46nel miglior modo possibile, nel minor tempo possibile, l'ischemia cerebrale.
00:12:51I trattamenti sono, si dice, tempodipendenti, cioè prima vengono fatti, più sono efficaci.
00:12:57Quindi è importante non perdere tempo e quindi non fare passaggi da altri ospedali
00:13:03dove si perde del tempo che dà minori probabilità di beneficio dei trattamenti.
00:13:09L'allerta al 112 serve anche perché quando il sistema di emergenza riconosce
00:13:15dei sintomi caratteristici di ischemia cerebrale, preallerta l'ospedale dove verrà portato il paziente
00:13:22e il personale medico, il personale infermieristico, l'ospedale è già in un certo senso pronto ad accogliere.
00:13:30E quindi questo permette di ridurre il più possibile il tempo di trattamento dei pazienti
00:13:35e di rendere quindi il trattamento dei pazienti più efficace possibile.
00:13:40Dalla chiamata al momento in cui arriva l'ambulanza, cosa può fare il parente o la persona
00:13:44che si trova vicina alla persona che sta avendo l'ictus?
00:13:49La cosa più importante è la chiamata.
00:13:52Poi uno dei pericoli è quello di caduta.
00:13:55Quello di caduta quindi fare in modo che un'eventuale caduta sia non traumatica.
00:14:01Quindi magari accomodare il paziente in una posizione sicura, se possibile la posizione laterale di sicurezza,
00:14:10ma comunque in una posizione sicura dove il paziente non possa avere traumi nel caso di caduta.
00:14:17E poi in realtà di solito i soccorsi arrivano in tempi brevi, quindi non c'è in quel momento molto più da fare.
00:14:25Grazie al dottor Paolo Invernizzi.
00:14:26Ottimi consigli da casa. Mi viene da fare una domanda ancora per voi medici che vi trovate all'interno.
00:14:35Lo chiamo il pronto soccorso. Emergenza, emergenza.
00:14:39Come hai fatto a individuare in un pronto soccorso affollato che si tratta di un ictus acuto?
00:14:46Allora, come facciamo? Lo facciamo grazie ad una organizzazione efficiente,
00:14:51una formazione continua e costante del personale infermieristico, medico ed ausiliario,
00:15:01per cui anche i pazienti che non sono stati allertati dal 118, ma che si autopresentano nel dipartimento di emergenza,
00:15:11già in camera calda dagli ausiliari, che sono formati per il riconoscimento di quelli che sono i segni
00:15:18di una patologia a tempo dipendente, quale può essere l'infarto, ma anche l'ictus,
00:15:24spostano immediatamente il paziente in triage, dove personale infermieristico è formato
00:15:30nell'ambito della formazione di Regione Lombardia e quindi riconosciuto attraverso anche schede tecniche,
00:15:40manuali di triage, valutano il paziente e lo trasferiscono in tempo praticamente immediato
00:15:46nell'alta intensità. Questo paziente autopresentato o il paziente preallertato ovviamente portano alla formazione
00:15:58di una unità di crisi, diciamo, unità ictus, che vede il medico di pronto soccorso, un po' il gestore della situazione,
00:16:06unitamente al neurologo, a due infermieri di alta intensità e a un ausiliario,
00:16:14contestualmente ad un allertamento di quello che è la TAC, che deve essere libera,
00:16:22alla chiamata al neuroradiologo e alcune volte anche contestualmente alla chiamata
00:16:30alla radiologia interventistica per impedire che si inizino degli interventi e quindi avere il biplano
00:16:40o comunque l'attrezzatura necessaria impegnata nel corso di un intervento precedente
00:16:48e quindi non poter agire su un evento tempo dipendente.
00:16:52Assolutamente. Allora arrivano i primi messaggi da casa, ci chiedono, vediamo il primo,
00:16:57la differenza tra l'ictus ischemico e quello emorragico.
00:17:03L'ictus, allora, si tratta sempre di un ictus, quindi i sintomi sono acuti,
00:17:10nell'ischemico c'è un'occlusione di un vaso, quindi non arriva sangue a una porzione del cervello
00:17:17e da qui deriveranno i sintomi, in quello emorragico il vaso si rompe e quindi c'è una fuoriscita di sangue
00:17:23all'interno del cervello che comporta un disturbo quasi indistinguibile tra ischemico ed emorragico.
00:17:33Allora, ovviamente c'è l'arrivo in pronto soccorso, arrivo del neurologo,
00:17:40in cosa consiste, dottor Pavia, il suo lavoro invece?
00:17:43Il mio lavoro consiste nel disostruire il vaso chiuso, quando il paziente arriva prima al pronto soccorso,
00:17:53visto dal neurologo, fatti tutti gli accertamenti neuroradiologici per capire se si può intervenire,
00:18:00noi interveniamo con dei microcateteri e salendo dalle arterie disponibili, di solito la femmorale,
00:18:08raggiungiamo la carotide o la vertebrale o dove c'è il trombo e lo aspiriamo oppure lo togliamo
00:18:18mediante degli stent retriever, dei cestellini che ci consentono di asportare il trombo.
00:18:26Ecco, questo è il nostro lavoro, è un po' un lavoro di idraulica.
00:18:31E lei è l'idraulico della situazione, ma è vero che se si interviene tardivamente ci sono possibilità di recupero inferiore?
00:18:44Sembra banale come domanda, ma gliela devo fare.
00:18:47Brain is, time is brain, spiega tutto.
00:18:51Brain is physiology e anche fisiologia, per cui a volte l'intervenire in ritardo porta a una perdita neuronale,
00:18:58più importante e quindi ha una conseguenza clinica più severa.
00:19:03Esatto, proprio così.
00:19:05Inoltre, intervenendo tardi e disostruendo troppo tardi, possiamo causare anche emorragie,
00:19:11quindi fare dei danni, per cui il tempo è importantissimo,
00:19:15è importantissimo anche lo studio neuroradiologico che deve essere operato bene, fatto bene.
00:19:21Quindi, TAC per lo studio dei vasi, ancora prima un TAC per lo studio del parenchima cerebrale,
00:19:29con un punteggio di gravità, poi eventualmente un TAC di perfusione cerebrale,
00:19:36con studio delle varie aree per identificare il cor infartuale e invece l'area di penombra salvabile,
00:19:46perché nell'ictus possiamo avere un piccolo infarto e una grande ischemia attorno,
00:19:53che può trasformarsi in un infarto se noi non disostruiamo.
00:19:57Quindi lo studio TC perfusionale a volte va fatto, non sempre,
00:20:03e va fatto in maniera molto curata e mirata, perché deve darci dei responsi importanti.
00:20:11Che ruolo ha l'intelligenza artificiale nel vostro lavoro?
00:20:14L'intelligenza artificiale nel nostro lavoro l'abbiamo vista ancora anni fa arrivare
00:20:19e è veramente un ausilio fondamentale, perché ormai i punteggi su queste aree infartuali,
00:20:30la precocità delle lesioni, vengono segnalate già dall'intelligenza artificiale
00:20:36e lo studio perfusionale viene tutto deciso dall'intelligenza artificiale,
00:20:42perché già riesce a individuare qual è l'arteria, qual è l'avena,
00:20:46riesce a individuare qual è il cor infartuale e l'area salvabile.
00:20:51Chiaramente l'anamnesi e la visita neurologica sono fondamentali per interpretare questi dati
00:20:59che l'intelligenza artificiale ci aggiunge, ma senza i dati clinici,
00:21:06senza la sapienza del neurologo o del medico accentuante di pronto soccorso,
00:21:11dell'anamnesi accurata, questi dati possono ingannarci
00:21:14e possono portarci a eseguire degli interventi oltre il dovuto oppure a non eseguire.
00:21:22Per cui la base clinica è sempre fondamentale.
00:21:28Assolutamente.
00:21:29Continuiamo a leggere i messaggi che arrivano da casa, vediamo il prossimo.
00:21:33Allora, buonasera, ho avuto un ictus due anni fa, ho chiamato subito l'ambulanza,
00:21:38sono stato portato al pronto soccorso del paese dove mi trovavo.
00:21:41Al pronto soccorso non hanno riconosciuto l'ictus.
00:21:44Dopo sei ore di attesa, aver fatto le analisi del sangue e un attacca, mi volevano dimettere.
00:21:49Possibile che i volontari del 112 non sapessero che esiste un'iniezione da fare
00:21:52entro tre ore e quindi portarmi in un ospedale più attrezzato,
00:21:56mi ci hanno portato dopo sette ore, ma era troppo tardi per l'iniezione.
00:22:00Grazie Antonio D'Acchiari.
00:22:02Chi vuol rispondere?
00:22:06Io penso che sia...
00:22:09L'hanno portato in ospedale.
00:22:11Nel senso che purtroppo attualmente ancora la rete extra ospedaliera è fatta spesso da volontari.
00:22:18E non è così facile identificare, benché noi abbiamo dei segni precoci dell'evento ischemico,
00:22:28individuare quale è l'ospedale più adatto in cui portare il paziente.
00:22:34In questo caso è stato portato in un ospedale.
00:22:39Probabilmente in quell'ospedale non hanno valutato in modo attento, in modo organizzato,
00:22:46quello che poteva essere l'evento acuto cerebrale.
00:22:49Sì, posso aggiungere che ovviamente quando un ictus è molto grave è molto facile da riconoscere.
00:22:58Quando si tratta di situazioni magari leggere, ci sono anche delle situazioni che possono sfuggire.
00:23:07Anche noi neurologi, questo lo dico quotidianamente, ci troviamo sempre a farci delle domande.
00:23:13Ma questo paziente che cosa ha avuto?
00:23:16E a volte dobbiamo ricorrere anche noi, che siamo un po' esperti, non espertissimi, ma un po' esperti,
00:23:24a tecniche di radiologia, tipo la risonanza magnetica, per riuscire a capire che cosa ha avuto il paziente.
00:23:32Quindi purtroppo la materia è delicata e difficile.
00:23:37C'è da dire una cosa positiva, che quando l'ictus è molto leggero, molte volte guarisce senza bisogno di fare dei trattamenti di riperfusione.
00:23:49Quindi non sempre siamo di fronte, parliamo magari di ischemia, non di vero e proprio ictus.
00:23:56In questi casi, per fortuna, anche la prognosi è molto migliore rispetto a quella degli ictus più gravi.
00:24:02Ci sono degli ospedali che sono più pronti rispetto ad altri e quindi dei punti di riferimento sul nostro territorio?
00:24:10Eh sì.
00:24:11Ci sono, abbiamo definito prima...
00:24:16Ricordiamolo.
00:24:16La delibera della regione Lombardia ha istituito una rete che al momento non è così performante,
00:24:28va fondamentalmente per carenza di posti letto delle stroke unit
00:24:32e soprattutto, molto spesso, per l'eccessiva centralizzazione di pazienti in due ospedali fondamentali che sono...
00:24:47Civile e fondazione per l'ambulanza.
00:24:50Ricordiamo anche che Chiari ha una stroke unit di primo livello dove vengono fatti comunque trattamenti trombolitici
00:24:56e come stroke unit abbiamo anche città di Brescia e Esine che sono operative,
00:25:04anche se con qualche difficoltà sapete tutti che mancano i medici, mancano anche i neurologi,
00:25:10quindi però, diciamo, sono strutture che sono in grado di fornire un prima inquadramento del paziente.
00:25:17Vediamo un altro messaggio da casa.
00:25:19Allora, ci sono condizioni da tenere sotto controllo più di altre,
00:25:23come la pressione, il colesterolo, gli zuccheri?
00:25:29La risposta è sì.
00:25:31Eh, certo.
00:25:32Ne approfitto per agganciarmi a quello che dicevamo prima.
00:25:36Se un soggetto è ad alto rischio, quindi il diabetico, fumatore, iperteso, ipercolesterolemico,
00:25:43che non fa attività fisica e gli capita un disturbo neurologico acuto,
00:25:49direi che la probabilità che sia un ictus è molto alta.
00:25:52Quindi i segnali che non ci sono magari nell'immediatezza,
00:25:56ma sono segnali che magari ci sono da una vita.
00:25:58Quindi cerchiamo di agire prima che sia troppo tardi.
00:26:03Assolutamente.
00:26:03A proposito di agire prima che sia troppo tardi,
00:26:06la famosa intelligenza umana che ruolo ha,
00:26:11insomma, va di pari passo a quella artificiale, no?
00:26:15Dovrebbe valere molto di più.
00:26:16Sì, vale molto di più, senz'altro, perché tutto il lavoro di coordinazione
00:26:23che c'è prima di arrivare al tavolo operatorio endovascolare angiografico
00:26:29è l'anima del tutto, è il movimento assoluto.
00:26:34Ecco, l'intelligenza artificiale, ripeto, ci aiuta,
00:26:38velocizza certe scelte decisionali,
00:26:43ma l'ottimizzazione e giustificazione e indicazione al trattamento
00:26:49è sempre del cervello dei clinici.
00:26:53Ecco, dipende sempre da noi.
00:26:55Bene.
00:26:56Assolutamente.
00:26:57Allora, ci fermiamo per la prima pausa pubblicitaria
00:27:00e ci rivediamo tra pochissimo.
00:27:01Eccoci di nuovo in diretta, stiamo parlando di ICTUS
00:27:18e stiamo capendo quanto sia importante subito chiamare il 112
00:27:25e quindi farsi portare al pronto soccorso, ovviamente,
00:27:29se si ha il dubbio dopo aver ascoltato i vari campanelli d'allarme
00:27:34che ci portano poi a pensare di stare per intraprendere questa strada.
00:27:41Ahimè!
00:27:42Allora, continuano i messaggi da casa, vediamo il prossimo.
00:27:46Allora, sono affetto da cavernoma cerebrale,
00:27:50ho più probabilità rispetto a una persona normale
00:27:52di essere colpito da un ICTUS emorragico
00:27:55grazie della risposta Claudio da Bergamo.
00:27:57Dottor Vivaldi.
00:27:59Allora, no, nel senso che se parliamo di ICTUS emorragico
00:28:04nel senso di emorragia cerebrale spontanea
00:28:07il fatto di avere un cavernoma non costituisce un fattore di rischio in più.
00:28:11Il cavernoma può dare un'emorragia cerebrale
00:28:14e l'avvantaggio del cavernoma è che normalmente
00:28:18il flusso di sangue all'interno di questa malformazione è a bassa pressione
00:28:23e quindi in genere le emorragie che provoca non lasciano, non danno grossi danni.
00:28:28È molto importante la sede in cui è messo il cavernoma
00:28:31perché questo condiziona i rischi potenziali dei danni in causa dell'emorragia
00:28:36e anche condiziona le possibilità terapeutiche
00:28:39perché il cavernoma normalmente è una terapia che è solo chirurgica
00:28:43bisogna vedere se vale la pena fare l'intervento
00:28:46perché in alcune sedi il rischio chirurgico
00:28:50diciamo di sopravanza è il rischio emorragico
00:28:52in altre sedi invece è fattibile tranquillamente
00:28:55però non è direttamente correlato all'ICTUS emorragico
00:28:58che intendevamo prima.
00:29:01Ecco, allora, altra domanda proprio per lei
00:29:05sappiamo che i sintomi dell'ICTUS possono derivare anche dalla rottura
00:29:10di un aneurisma cerebrale
00:29:12come si fa a diagnosticarlo?
00:29:14Allora, diciamo così che i sintomi di una rottura di un aneurisma cerebrale
00:29:18sono fondamentali, di un aneurisma cerebrale sono fondamentali
00:29:21la cefalea è acuta e quindi in questo caso simula più un evento
00:29:27un ICTUS emorragico più che un ICTUS ischemico
00:29:30che in generale non è associato a cefalea.
00:29:32Se l'emorragia si limita allo stravaso di sangue
00:29:38nello spazio attorno al cervello
00:29:40che è quello che avviene più frequentemente nella rottura di un aneurisma
00:29:43il paziente può avere solo cefalea e non avere altri danni.
00:29:47In altri casi lo stravaso emorragico interessa anche il parenchima cerebrale
00:29:51quindi è più simile a un ICTUS emorragico, diciamo così, classico
00:29:55perché in quel caso avremo anche dei danni neurologici
00:29:57in funzione della sede in cui si è rotto l'aneurisma.
00:30:02Quando parliamo di ICTUS ischemico quali sono le cause, i fattori di rischio?
00:30:08Non l'abbiamo ancora parlato.
00:30:10Sì, come abbiamo anticipato, i fattori di rischio sono i fattori di rischio cardiovascolari in generale
00:30:16quindi gli stessi che conosciamo per l'infarto cardiaco valgono anche per l'ICTUS cerebrale.
00:30:22L'ipertensione in primis, il diabete, anche se ultimamente il diabete ci sono una serie di terapie
00:30:33che lo controllano veramente molto bene quindi è un fattore di rischio che sta andando sotto controllo
00:30:40ma devo dire anche l'ipertensione, chi non si controlla la pressione o prende una pastiglietta.
00:30:46Quelli che sono più difficili da eradicare sono il fumo di sigaretta.
00:30:52Il fumo di sigaretta purtroppo, lo dico ai nostri ascoltatori, è veramente una delle cause che vediamo quotidianamente.
00:31:02Quindi il paziente fumatore, specialmente se è forte fumatore da molti anni, riporta un danno vascolare
00:31:08per cui i vasi diventano più rigidi, si chiudono, si possono anche rompere
00:31:13quindi il rischio di emorragia, il rischio di ischemia cerebrale e quindi quello è un fattore su quale possiamo agire.
00:31:20L'età è un altro fattore di rischio ma non abbiamo ancora trovato modo di controllarlo.
00:31:26Quindi l'invecchiamento della popolazione comporta poi un aumento.
00:31:32Direi che questi sono quelli a occhio i più importanti.
00:31:37Dopo ci sono delle cause più rare di ictus ma vengono poi, variano da paziente a paziente
00:31:44ma se dobbiamo parlare a un grosso pubblico questi sono i campanelli d'allarme.
00:31:51L'ipercolesterolemia, non dimentichiamo, anche quella è un fattore di rischio perché fa ammalare le arterie.
00:31:58Benissimo.
00:31:58Allora abbiamo una telefonata, la signora Stefanina, se non ho capito male, da Colle Beato.
00:32:04Pronto, buonasera.
00:32:05Buonasera.
00:32:06Buonasera, prego.
00:32:07Ho ascoltato con interesse perché sono sempre temi che ci riguardano purtroppo.
00:32:12Io ho avuto 9-10 mesi fa, dico in seguito al richiamo della quarta puntura iniezione del Covid,
00:32:23penso, sono io che dico questo.
00:32:25Ho avuto per un mese intero mal di testa.
00:32:29l'ho curato in funzione delle indicazioni che mi dava il mio medico, poi alla fine lui mi ha fatto fare un'attacca.
00:32:35E dall'attacca è il risultato che avevo avuto una serie infinita di piccole ischie miei cerebrali.
00:32:45Ecco, io adesso chiedo, lì mi è stato detto, ma è normale?
00:32:48È rimasta ferma lì la cosa o posso aspettarmi qualcosa di più grave?
00:32:57Ottima domanda.
00:32:58Chi risponde?
00:33:00Rispondo io.
00:33:01Prego.
00:33:01Allora, se noi facessimo un'attacca a mille persone, probabilmente scopriremo delle micro ischemie che si sono verificate in modo asintomatico nel corso del tempo.
00:33:13Quindi è più probabile che il vaccino abbia indotto una reazione dolorosa, che a volte su base immunitaria anche si può verificare,
00:33:22ma difficilmente queste piccole ischemie possono portare a un mal di testa.
00:33:28Quando però l'attacca fa vedere delle micro ischemie che si sono verificate, è corretto fare un'analisi di tutti i fattori di rischio,
00:33:39in primis studiare le carotidi e il cuore con un'ecografia, escludere la fibrillazione atriale con un elettrocardiogramma ulter,
00:33:48rivolgendosi possibilmente a un neurologo, ma anche al proprio medico di famiglia, perché l'inquadramento dei fattori di rischio viene fatto così.
00:33:57Quindi avendo riscontrato queste micro ischemie è buona regola prendere un antiaggregante, di solito è l'acetil salicilico,
00:34:05che può essere fatto anche per lunghi periodi, salvo naturalmente le controindicazioni, perché è un modo di fare prevenzione.
00:34:12Scusi, chiedo alla regina se ci può alzare un attimo il volume perché non la sentiamo più.
00:34:20Ah, allora, si può ripetere?
00:34:22Sì, chiedo, la carbisperina può aiutare?
00:34:26Sì, è l'acetil salicilico, quindi quello che le stavo dicendo.
00:34:30Sì, sì, sì.
00:34:31Bene.
00:34:31Allora basta, sono contenta.
00:34:33Bene, anche noi.
00:34:35Grazie a lei.
00:34:36Grazie a lei.
00:34:36Grazie, grazie mille.
00:34:38Allora, da casa ci chiedono quali sono i segnali che indicano un miglioramento dopo l'ictus.
00:34:46Dottoressa Moulet?
00:34:50Sì, farei rispondere al dottor Magni come neurologo.
00:34:53Come neurologo, poi dopo anche come riabilitazione.
00:34:56Come riabilitato.
00:34:57È ovvio che noi vediamo dei segnali di miglioramento più sul lungo periodo e non nell'immediato.
00:35:02Io penso che in neurologia a volte con le nuove terapie fanno veramente miracoli,
00:35:06per cui vedono un recupero immediato della forza, della sensibilità, quindi del sintomo che è comparso.
00:35:12Noi invece li vediamo dopo qualche giorno di lavoro riabilitativo, sicuramente.
00:35:16Dopo vedremo anche che cosa succede.
00:35:19Sono curiosa di chiedere al dottor Magni qual è il ruolo del neurologo proprio in questa problematica,
00:35:27quindi nell'ictus e cosa è cambiato, diciamo negli ultimi 30 anni.
00:35:31Posso fargli la domanda di 30?
00:35:32Sì, sì, certo.
00:35:33Va bene.
00:35:34Più che giusto.
00:35:35Allora, il ruolo del neurologo è cambiato moltissimo.
00:35:39Quando io ero un giovane studente, quando arrivava un ictus non facevamo quasi niente,
00:35:46si somministrava un antiaggregante, si davano dei flebo di vitamine così tanto per tenere sul paziente,
00:35:54si usavano degli anti-edema che adesso non si usano neanche più.
00:35:59Da qualche anno, diciamo più che altro, dal 2004, è arrivata la terapia trombolitica venosa.
00:36:08È un farmaco che si inietta nella vena e che va a sciogliere tutti i coaguli dell'organismo
00:36:14e anche quello che ha causato l'ictus.
00:36:17In questo modo si è iniziato a fare una terapia che non è solo di supporto,
00:36:22ma una terapia che va a salvare le cellule cerebrali.
00:36:27Terapia che all'inizio si doveva fare entro le tre ore, poi la finestra si è allargata fino a quattro ore e mezzo
00:36:33e adesso, grazie alle tecniche di neuroradiologia, riusciamo anche a individuare, come ci insegnava il dottor Pavia prima,
00:36:41individuiamo le percentuali che possiamo salvare di un cervello colpito da un ictus
00:36:47e siamo arrivati quasi fino a 24 ore dopo l'esordio dei sintomi,
00:36:53quindi quello che noi chiamiamo un ampliamento della finestra terapeutica.
00:36:58In questo modo, voglio essere chiaro, sono una piccola percentuale di casi che possono essere trattati dopo 24 ore,
00:37:06cioè devono avere una serie di requisiti, però il messaggio che può passare
00:37:11è che entro quattro ore e mezzo, se noi siamo stati studiati, inquadrati, siamo in un ospedale attrezzato,
00:37:19possiamo avere un vantaggio netto da questo tipo di trattamento.
00:37:23e poi gli ultimissimi vantaggi è la collaborazione con i neuroradiologi interventisti
00:37:29che, diciamo, diceva il dottor Pavia, io sono un idraulico, ma è un idraulico che quando lo chiami arriva subito.
00:37:38E interviene subito?
00:37:40Intervenendo in equip con i colleghi del pronto soccorso, quindi con la famosa unità di crisi dell'ictus,
00:37:48con il neuroradiologo e interventista anche, riusciamo a riperfondere il cervello a volte dopo un'ora, un'ora e mezza,
00:37:59da quando si è occluso il vaso.
00:38:01E' molto importante però che il paziente che sta male a casa arrivi in ospedale nel più breve tempo possibile.
00:38:09Quindi meglio non da soli?
00:38:11Meglio non da soli perché poi magari non è un ictus.
00:38:14Infatti.
00:38:14E quindi uno che corre in ospedale pensa di avere un ictus, magari, non so, un attacco di panico, una crisi epilettica,
00:38:21cioè sono tante le cose che possono succedere.
00:38:23In ambulanza, sebbene, come si diceva, magari il personale non sia personale medico, magari si tratta di volontari,
00:38:32però ci sono degli screening e comunque, insomma, le cose vengono fatte al meglio rispetto a farsi portare da un parente
00:38:40che magari è anziano, deve andare a prendere la macchina e così.
00:38:44Quindi direi che la cosa migliore è andare sul sicuro e quindi attivare i servizi di emergenza.
00:38:51Una curiosità, il numero dei pazienti colpiti da ictus è in diminuzione oppure no?
00:38:56È in diminuzione.
00:38:57Come mai?
00:38:58La prevenzione.
00:38:59Quindi tutti curano il colesterolo, si cerca di smettere di fumare, la pressione è sempre perfetta,
00:39:06il diabete, come dicevo prima, ci sono farmaci innovativi che stanno portando a un ottimale controllo metabolico
00:39:13e quindi i risultati che non sono immediati arrivano dopo qualche anno, ma nella popolazione si sta osservando un calo del numero di ictus.
00:39:22E questo proprio a livello della nostra TS su dati ufficiali.
00:39:27È chiaro che diminuiscono, ma non tanto come si vorrebbe.
00:39:31Ecco, c'è ancora una bella percentuale di pazienti.
00:39:34Certo. Allora, noi prima abbiamo parlato di stroke, quindi di emergenze, ci sono difficoltà continue, no?
00:39:42Immagino nell'arrivo di un paziente colpito da ictus.
00:39:47Federica Signorelli è entrata all'interno dell'unità operativa. Vediamo.
00:39:53Daniela, ci troviamo proprio nel cuore della Stroke Unit.
00:39:56Io volevo chiedere al dottore cosa avviene qui.
00:39:59Allora, qua è dove i pazienti che hanno avuto un'ischemia cerebrale vengono ricoverati in fase acuta,
00:40:05quindi nei primi giorni subito dopo che è avvenuta l'ischemia.
00:40:09Qua è anche il posto dove si fa il trattamento trombolitico venoso,
00:40:14quindi il trattamento che si fa nel minor tempo possibile per cercare di riaprire le arterie chiuse,
00:40:20le arterie del cervello chiuse.
00:40:22Quindi qua viene fatta la fiala di trattamento che riapre le arterie chiuse
00:40:27e poi il monitoraggio dei primi giorni e il controllo dell'evoluzione dei sintomi
00:40:32nei primi giorni di subito dopo l'ischemia cerebrale.
00:40:35Per quanti giorni un paziente rimane in questo reparto?
00:40:39Ovviamente dipende dalla necessità del singolo paziente.
00:40:42In media l'adegenza nella nostra Stroke Unit è di due giorni per i pazienti con ischemia acuta.
00:40:49Grazie.
00:40:50Grazie.
00:40:50Dottor Rivaldi, quando bisogna intervenire chirurgicamente per un ictus ischemico?
00:41:01Diciamo che il ruolo del neurochirurgo nel ictus ischemico è marginale.
00:41:06In genere l'intervento è necessario quando si vogliono evitare cosiddetti danni secondari,
00:41:12vale a dire il cervello che va in ischemia tende a rigonfiarsi
00:41:16e quindi essendo contenuto in una scatola inestensibile che è il cranio
00:41:20soffrirebbe per la pressione esercitata all'interno della scatola cranica.
00:41:24In questi casi il neurochirurgo interviene creando,
00:41:29facendo quello che si chiama una craniotomia compressiva,
00:41:31vale a dire creando uno sportello nell'osso del cranio del paziente piuttosto ampio
00:41:36in modo che il cervello pur gonfiandosi non venga compresso dall'osso.
00:41:40E questo permette di ridurre i danni legati alla compressione.
00:41:47I danni legati all'ischemia non vengono influenzati ovviamente da questo,
00:41:51però si evita di avere un peggioramento clinico per il paziente.
00:41:54Un altro caso in cui interviene il neurochirurgo può essere invece
00:41:58una complicanza del trattamento endovascolare,
00:42:03quindi vale a dire, come diceva prima il dottor Pavia,
00:42:05a volte perché si arriva un po' tardi nel disostruire l'arteria
00:42:10e quindi il sangue torna a perfondere un tessuto che ormai è necrotico
00:42:14e questo crea quello che si chiama un infarcimento emorragico.
00:42:18E quindi oltre al danno legato all'ischemia si ha il danno legato all'emorragia
00:42:22per cui il neurochirurgo può essere chiamato a evacuare l'ematoma
00:42:26per ridurre anche in questo caso il rischio di danno secondario.
00:42:30Quindi anche in chirurgia il termine time is brain vale?
00:42:34Sicuramente sì, sicuramente sì perché soprattutto nell'ictus ischemico
00:42:40quindi nella canteria decompressiva è chiaro che prima intervieni
00:42:43e prima metti il cervello nelle condizioni di sopportare
00:42:46il riconfiammato legato all'ischemia.
00:42:49Certo. Allora, no, questo messaggio l'ho già letto,
00:42:52mi dicono che ci sono altri messaggi potete cambiare
00:42:54intanto torno un attimo all'aneurisma cerebrale di cui parlavamo prima
00:43:00come si cura se è rotto?
00:43:04Allora, l'aneurisma rotto richiede un trattamento che può essere di due tipi
00:43:07può essere endovascolare, quindi dottor Pavia
00:43:11e quindi nel caso di un trattamento endovascolare
00:43:14il neuroradiologo sale con un catetere lungo l'arteria femorale
00:43:19raggiunge la sede dell'aneurisma e sostanzialmente riempie l'aneurisma con del materiale
00:43:26che sono in genere delle spirali, delle coils
00:43:29perché lo scopo del trattamento dell'aneurisma non è far sparire l'aneurisma
00:43:33cioè l'aneurisma di per sé non crea problemi perché il paziente ce l'ha da molti anni
00:43:38l'aneurisma è una lesione che è al di fuori del cervello
00:43:41normalmente appoggiato sul cervello e quindi l'obiettivo è impedire che il sangue
00:43:46entri nell'aneurisma e quindi provoca la rottura
00:43:48quindi si può ottenere attraverso appunto l'intervento endovascolare
00:43:52oppure attraverso un intervento chirurgico vero e proprio in cui il neurochirurgo
00:43:56raggiunge la sede dell'aneurisma e mette una specie di mollettina, una clip
00:44:01alla base della sacca neurismatica per impedire anche in questo caso che il sangue
00:44:05entri all'interno dell'aneurisma. La scelta tra i due trattamenti è da
00:44:13stabilire caso per caso nel senso che ci sono aneurismi posti in sede così
00:44:19difficili da raggiungere da parte del chirurgo che certamente è vantaggioso il
00:44:23trattamento dell'aneurismo scolare, ci sono degli aneurismi in altre sedi dove la
00:44:27conformazione anatomica dei vasi perché ovviamente i vasi normali vanno
00:44:30risparmiati cioè devi chiudere solo l'aneurisma, delle sedi in cui la
00:44:34conformazione anatomica è tale per cui il vantaggio è da parte del
00:44:37neurochirurgo, ci sono delle sedi dove tutte e due le cose si possono fare, per
00:44:42esempio poi dipende dalle condizioni cliniche del paziente, se c'è un
00:44:46ematoma interviene nel neurochirurgo che evacua l'ematoma e contemporaneamente
00:44:51tratta l'aneurisma, se hai un paziente per esempio con un rigonfiamento
00:44:57cerebrale legato all'emorragia in genere si preferisce fare un trattamento
00:45:01endovascolare perché il neurochirurgo per arrivare sull'aneurisma deve
00:45:06comunque divaricare le parti del cervello e con un cervello molto gonfio
00:45:10diventa estremamente difficile e molto pericoloso, quindi si richiede di dare un
00:45:13danno secondario legato alla manipolazione chirurgica, in quel caso è
00:45:17preferibile un trattamento endovascolare.
00:45:19Il neuroradiologo interventistico lavora anche a stretto contatto con il
00:45:26chirurgo, ad esempio per l'aneurisma.
00:45:28Sì, come diceva Oscar ci sono casi in cui è preferibile la neurochirurgia, casi in cui
00:45:35è preferibile la neuroradiologia, meno invasiva anche se siamo invasivi anche noi
00:45:45perché entriamo nel torrente ematico con dei cateteri, ecco abbiamo dei device anche
00:45:50molto moderni, adesso ci sono i cosiddetti stand flow diverter, la diversione di flusso
00:45:59in cui non entriamo nell'aneurisma ma sigilliamo il suo colletto, ecco sono dei device che ci
00:46:07consentono di uscire da situazioni anche difficilissime e lavoriamo proprio a contatto con loro perché
00:46:17per esempio quando lavoriamo su aneurismi particolarmente complessi della fossa cranica
00:46:23posteriore e il paziente ha sanguinato e ha un idrocefalo secondario sanguinato, cioè si
00:46:30gonfiano i ventricoli, abbiamo bisogno che il dottor Vivaldi faccia una derivazione ventricolare,
00:46:37tolga un po' di pressione a questo cervello per consentirci di lavorare senza avere paura
00:46:43dell'emorragia che noi stessi potremmo causare che potrebbe uccidere il paziente, per cui è
00:46:49fondamentale lavorare in equip multidisciplinare, bisogna sempre consultarsi prima di mettere il
00:46:58paziente in sala.
00:47:00Allora questa sera emerge il fattore multidisciplinarità, se ne parla tanto e qui ne abbiamo un esempio,
00:47:07penso agli ospedali più piccoli, in un caso del genere che cosa succede? Visto che queste
00:47:14situazioni magari non sussistono, no?
00:47:17Beh certo, gli ospedali più piccoli in teoria non dovrebbero ricevere pazienti complessi
00:47:23quando non sono in grado di gestirli, tant'è che quel famoso riorganizzazione della rete territoriale
00:47:31per l'ictus prevede che le ambulanze non portino in determinati ospedali dove non c'è
00:47:38il neurologo, non c'è magari l'attacco, il mezzo di contrasto, dove non ci sono, quindi
00:47:43non c'è modo di studiare, di inquadrare il paziente, questi pazienti vengono portati
00:47:48direttamente in ospedali più attrezzati e sono gli ospedali diciamo strocchioni di primo
00:47:54e di secondo livello. È chiaro che poi per le casualità un paziente può finire in un
00:48:00ospedale che non è dotato per l'ictus ma nel momento in cui viene riconosciuta questa
00:48:07situazione il paziente deve essere in qualche modo trasferito in un centro più idoneo.
00:48:13Questa è un'immagine di voi che fate una riunione?
00:48:17No, no, è una riunione di equip che tutte le mattine facciamo e colgo l'occasione per
00:48:24ringraziare i colleghi che da tanti anni ormai mi seguono e che discutiamo perché ogni caso
00:48:32viene affrontato quotidianamente per dire cosa facciamo, cosa non facciamo, che tipo di trattamento
00:48:39a chi ci rivolgiamo e credo che sia un modo di lavorare che ormai tutti i grossi ospedali
00:48:46abbiano. Allora ci chiedono da casa, probabilmente si è appena collegato ma rispondiamo con quali
00:48:54segnali insomma permettono di riconoscere rapidamente l'ictus, li vogliamo un attimo ripetere
00:49:01rapidamente? Va bene, ripetita Juvent, perché l'ho detto prima, poi l'ha detto anche il dottor
00:49:05è una domanda che penso che vogliano tutti, quando si collega poi vede ictus, ok quali sono i segnali?
00:49:10I segnali, in breve partendo da sopra, alterazioni della vista, della parola, la bocca che si storta,
00:49:18un braccio, una gamba che diventano deboli o alterazioni della sensibilità sul corpo, ma ripeto
00:49:24devono essere cose che vengono acutamente, quindi ricordatevi ictus vuol dire colpo.
00:49:29Non cambiate canale, noi ci fermiamo per un'altra piccolissima pubblicità, tra poco.
00:49:52Eccoci di nuovo in diretta, parliamo di ictus, leggiamo i vostri messaggi da casa, vediamo.
00:49:57Allora, quali sono i trattamenti disponibili nelle prime ore? Prego.
00:50:04I trattamenti disponibili nelle prime ore sono molteplici, fondamentalmente per quanto attiene
00:50:10al Dipartimento di Emergenza Urgenza è innanzitutto la stabilizzazione del paziente, non tutti i pazienti
00:50:17con ictus arrivano con uno stato neurologico, diciamo, uno stato di coscienza superiore a 8,
00:50:27ok, come valutazione di gravità.
00:50:31Per cui sono pazienti, alcuni, che necessitano anche di un trattamento rianimatorio e quindi
00:50:36di una gestione avanzata delle VR.
00:50:39Sono pazienti alcune volte non ipertesi, ma alcune volte ipotesi a seguito di condizioni
00:50:44patologiche sottostanti diverse. Sono pazienti che alcune volte sviluppano febbre elevata
00:50:51e quindi devono essere controllati anche sotto questo aspetto.
00:50:55Sono pazienti che hanno magari crisi iperglicemiche, che altrettanto sono un fattore di rischio
00:51:01di evoluzione negativa nel caso di un paziente con ictus.
00:51:04stabilizzato il paziente sotto questi aspetti, il paziente deve andare in un'indagine, ovviamente
00:51:12è un percorso diagnostico e alla luce di quello che l'attacca ci darà come informazione,
00:51:20quindi evento emorragico piuttosto che evento ischemico, dove eventualmente in caso di evento
00:51:26ischemico l'ostruzione al flusso, si deciderà insieme al neurologo e al neuroradiologo interventista
00:51:34l'eventuale trattamento che potrà essere un trattamento endovenoso o un trattamento
00:51:39endoarterioso.
00:51:41E lascio a Dottor Pavia.
00:51:42Qui Dottor Pavia.
00:51:43Sì, allora, stabilito che siamo di fronte a un ictus ischemico e non vediamo vasi chiusi,
00:51:52basta anche la sola terapia trombolitica endovenosa che fa il Dottor Magni, il neurologo,
00:51:59Invernizzi, Stroke Unit.
00:52:01Se invece abbiamo anche un vaso chiuso, allora possiamo attuare la nostra terapia di tromboaspirazione,
00:52:10disostruzione del vaso per via endovascolare in sala angiografica, quindi il percorso si
00:52:16completa.
00:52:17Uno non esclude l'altro, nel senso che la terapia endovenosa può essere intrapresa
00:52:23immediatamente e simultaneamente si può attuare la disostruzione o la tromboaspirazione.
00:52:31Chiaramente vale il discorso che abbiamo fatto prima, trattamenti precoci sì, però deve
00:52:38valerne la pena, quindi dobbiamo essere in tempo e gli studi neuroradiologici, dove
00:52:45l'intelligenza artificiale ci aiuta, ci devono dire se è il caso di fare o di non fare, perché
00:52:52a volte il fare può provocare anche dei danni, tipo l'emorragia, che non vogliamo.
00:53:00Assolutamente.
00:53:00Il neurologo di fatto coordina un pochino le cose e poi segue il paziente dopo che ha
00:53:10fatto il trattamento per vedere se non ci siano peggioramenti, in modo da essere pronti
00:53:14a intervenire e quindi questo, diciamo, il neurologo c'è sempre nell'equip.
00:53:20Sì, sempre presente.
00:53:22Allora, vediamo il messaggio da casa.
00:53:24Scusate, mia mamma l'hanno trovata per terra, morta di infarto all'età di 78 anni.
00:53:28Mio fratello in precedenza aveva avuto l'infarto a 48, dopo qualche anno ha avuto l'ictus,
00:53:34stava andando a un controllo per il cuore ed è morto di infarto.
00:53:38Volevo chiedere, io ho 71 anni, assumo una pastiglia di bisoprololo, è possibile che
00:53:43anche io avrò dei problemi di cuore?
00:53:45Vi ringrazio, buona serata.
00:53:47La risposta è sì, naturalmente, perché con una familiarità così pesante sicuramente
00:53:55i fattori di rischio cardiovascolari vanno controllati.
00:53:59Il consiglio è di rivolgersi a un cardiologo per fare uno screening e sotto la parola screening
00:54:05si dice tutto, insomma, faccio prima che succeda in modo da vedere i fattori che posso andare
00:54:11a controllare.
00:54:12Purtroppo anche la familiarità non si controlla, quindi se uno è figlio di genitori che hanno
00:54:18queste malattie è a più rischio di altri.
00:54:22Benissimo.
00:54:23Abbiamo da Codogno la signora Ermellina.
00:54:25Pronto?
00:54:26Buonasera.
00:54:27Buonasera, grazie che mi ha chiamato.
00:54:29Grazie a lei che ci ha chiamato, prego.
00:54:31Sì, io volevo alcuna informazione perché è da qualche anno che vado, un anno sì, un
00:54:37anno no, a fare i controlli per un aneurisma saccurale, dico bene?
00:54:43Sì.
00:54:44È di due millimetri, non è aumentato finora, desideravo sapere ogni quanto devo controllarlo,
00:54:53un anno sì, un anno no, ogni due anni e cosa mi consiglia?
00:55:00Dottor Vivaldi.
00:55:00Noi non abbiamo dei parametri che ci dicano con certezza qual è la probabilità di rottura
00:55:11di un aneurisma, cioè quale aneurisma si romperà e noi abbiamo un esame che ci dica
00:55:16quale aneurisma si romperà.
00:55:18L'unico parametro che abbiamo e che ha un valore statistico è che il 90% degli aneurismi
00:55:23che si rompono ha un diametro che supera i 7 millimetri, quindi un aneurisma di 9 millimetri
00:55:29è un aneurisma pericoloso, un aneurisma di 2 millimetri come quello della signora non
00:55:34è normalmente pericoloso.
00:55:37Riguardo al controllo, al follow up del neuroradiologico, anche lì esistono due scuole di pensiero,
00:55:44nel senso che esiste una scuola di pensiero che dice che l'aneurisma non aumenta gradualmente,
00:55:49come farebbe per dire un tumore, ma aumenterebbe di colpo come fosse la camera d'aria di una bicicletta
00:55:57e si rompe improvvisamente. Se questa è la teoria accettata è inutile fare i controlli
00:56:02perché potrei fare un controllo oggi e fra due giorni l'aneurisma si rompe.
00:56:07Esiste un'altra scuola di pensiero che invece dice che l'aneurisma pian piano aumenta
00:56:12e il fatto che aumenti di diametro significa che la parete è indebolita e quindi quell'aneurisma
00:56:17diventa pericoloso anche se non ha raggiunto i 7 millimetri.
00:56:20Diciamo che con un aneurisma di 2 millimetri fare un controllo di un angio risonanza,
00:56:25un angio TAC ogni due anni direi che è sufficiente.
00:56:29Se al controllo noto che l'aneurisma è aumentato anche di 1-2 millimetri,
00:56:34nel limite si riduce il tempo tra un esame e l'altro e si può anche considerare il discorso del trattamento.
00:56:40C'è da dire che comunque anche il trattamento di un aneurisma non rotto è il trattamento ideale
00:56:47perché non ha i danni del cervello legati all'emorragia, l'aneurisma è più resistente
00:56:53e il trattamento di un aneurisma non rotto sia fatto dal chirurgo, sia fatto dal neuroradiologo interventista
00:57:00ha un rischio basso perché è inferiore al 4%.
00:57:04Quindi è una terapia efficace e con dei rischi bassi rispetto ad un aneurisma di 7-8 millimetri.
00:57:11Trattare un aneurisma di 2 millimetri non ha senso perché il rischio emorragico è così basso
00:57:15che non giustifica neanche il 4% di rischio del trattamento.
00:57:19Bene, grazie.
00:57:22Grazie.
00:57:23Grazie a lei signora.
00:57:25Grazie.
00:57:26Allora, abbiamo un messaggio da casa, vediamo.
00:57:29Buonasera, la cardioaspirina può causare un ictus emorragico?
00:57:33Grazie.
00:57:35Risposta telegrafica, in teoria sì, ma i benefici che noi abbiamo nel prevenire gli ictus ischemici
00:57:44superano i rischi emorragici.
00:57:47Allora, un'altra parte molto importante in questo percorso di malattia è la riabilitazione.
00:57:54Quindi passiamo a lei, dottoressa Moulet, e abbiamo sentito, insomma, sappiamo che l'ictus
00:58:05può comunque causare delle disabilità permanenti.
00:58:10ovviamente questo porta frustrazione nel paziente e voi li curate.
00:58:18Noi siamo entrati anche qui all'interno del suo reparto, dove quotidianamente i fisioterapisti
00:58:27sono al fianco di questi pazienti che cercano di tornare ad una vita cosiddetta normale,
00:58:33anche se in alcuni casi appunto quella vita lì poi non ci sarà più.
00:58:38Sì, noi abbiamo la fortuna di iniziare a lavorare su questi pazienti già nella fase acuta,
00:58:45quindi di collaborare con i colleghi che sono qui presenti stasera
00:58:48e il lavoro in realtà degli operatori da riabilitazione comincia già nella fase acuta.
00:58:53E questo vuol dire garantire un'intensità riabilitativa importante già nel reparto per acuti
00:58:59per poi proseguire nel nostro reparto quando vengono trasferiti lì.
00:59:02È la stessa equip che lavora, quindi sono gli stessi fisioterapisti
00:59:06e partecipiamo anche attivamente alle riunioni in neurologia
00:59:10anche per decidere quali pazienti sono meritevoli, che tipo di trattamento impostare.
00:59:15Ovviamente una volta che c'è stato un minimo di stabilizzazione clinica del paziente.
00:59:20È vero che c'è una disabilità che dobbiamo affrontare.
00:59:23Noi riabilitatori tecnicamente diamo due definizioni diverse.
00:59:28Uno è la perdita, per esempio, della forza di un arto,
00:59:32l'altro è la perdita di una disabilità, di un'abilità.
00:59:37Nel senso che io posso perdere, per esempio, la forza dell'arto superiore,
00:59:40posso lavorare con la fisioterapia per recuperare questa forza,
00:59:44ma io posso anche lavorare attraverso degli strumenti
00:59:47o fornire degli strumenti al paziente per insegnarli comunque a mangiare,
00:59:52a vestirsi, nonostante questo deficit di forza.
00:59:55Quindi lavoriamo proprio sulla funzione.
00:59:58Per cui, se una persona riesce comunque a mangiare, a vestirsi,
01:00:03sente meno il deficit di forza.
01:00:05E quindi questa è una componente molto importante del nostro lavoro.
01:00:08Perché non sempre riusciamo a restituire la forza iniziale del paziente.
01:00:12Ci può essere un miglioramento, ma non la restituzione a volte alla situazione di partenza.
01:00:17Ci sono delle manifestazioni di ictus rispetto ad altre più difficili poi da recuperare?
01:00:22Allora, diciamo che paradossalmente, se noi consideriamo quello che è il danno maggiore,
01:00:30penso che nell'immaginario di tutti c'è, per esempio, la perdita del cammino.
01:00:34In realtà, fra un arto superiore e l'arto inferiore,
01:00:38in realtà è molto più difficile poi nella quotidianità gestire una disabilità da arto superiore
01:00:44rispetto alla difficoltà nel cammino.
01:00:48E le altre problematiche importanti sono tutte le altre funzioni poi del nostro sistema nervoso.
01:00:54Per cui ci possono essere dei danni importanti alla parola,
01:00:57la perdita sia della comprensione che della produzione verbale,
01:01:00che impatta ovviamente moltissimo nella nostra qualità della vita.
01:01:04e i deficit che poi impattano anche sul recupero più importanti sono quelli delle funzioni cognitive,
01:01:11perché se noi perdiamo la capacità di prestare, per esempio, attenzione,
01:01:16non riusciamo neanche a fare un lavoro riabilitativo motorio, continuativo,
01:01:20perché non riusciamo a dare l'attenzione al lavoro che noi stiamo facendo.
01:01:24Quindi in realtà a volte le funzioni cognitive impattano di più dalla parte motore,
01:01:28su quello che poi recupera il paziente.
01:01:29Quanto conta la motivazione?
01:01:33La motivazione conta tantissimo.
01:01:38Ci sono anche molti studi riguardo al premorboso del paziente,
01:01:42quindi comunque le caratteristiche personali che poi emergono nell'affrontare questa difficoltà.
01:01:48Ovvio che da riabilitatori si lavora sulla motivazione del paziente
01:01:52e possiamo utilizzare anche dei farmaci che ci aiutano,
01:01:56in questo senso che sono stimolanti per i pazienti,
01:01:58e che le evidenze scientifiche ci dicono che ci aiutano nel recupero.
01:02:03Allora, noi abbiamo visto anche, io l'avevo visto tempo fa,
01:02:07questa, io la chiamo la casetta, all'interno della vostra unità operativa,
01:02:11si parla di terapia occupazionale,
01:02:14cioè, appunto, ci sono delle figure,
01:02:18le vuole spiegare lei di che si tratta?
01:02:19Sì, accennavo prima alle autonomie del paziente,
01:02:24queste autonomie nel quotidiano noi aiutiamo il paziente a recuperarle,
01:02:29coinvolgendo ovviamente anche tutto il personale infermieristico,
01:02:31perché quando parliamo di vestizione, per esempio,
01:02:34tutto il personale quotidianamente aiuta il paziente ad imparare a vestirsi in un modo diverso,
01:02:40avendo una difficoltà motoria.
01:02:42All'interno del reparto abbiamo la fortuna di avere un'area dedicata
01:02:46dove possiamo aiutare il paziente a sviluppare e a recuperare questa autonomia,
01:02:51e l'area dell'appartamento di terapia occupazionale che si vede nelle immagini,
01:02:55per cui è proprio un bilocale,
01:02:57perché c'è l'area soggiorno con la cucina,
01:03:00e poi c'è un'altra stanza dove ci sono la camera e il bagno,
01:03:04dove il paziente può sperimentare e essere addestrato a gestire
01:03:08i deficit che deve affrontare, quindi migliorare le sue abilità,
01:03:14e questo lo utilizziamo sia per il paziente,
01:03:16poi per il paziente, per il caregiver, per il familiare,
01:03:19aiutandoli poi a affrontare la disabilità che si troveranno poi quando rientrano a casa.
01:03:24Assolutamente. Federica Signorelli è entrata all'interno di questo appartamento. Vediamo.
01:03:30Daniela, mi trovo nell'appartamento di terapia occupazionale.
01:03:34Sono in compagnia di Federica Bariselli, che è la responsabile coordinatrice del reparto.
01:03:39Cosa avviene in questo appartamento, che ha tutti gli effetti una casa?
01:03:43Esatto, in questo appartamento i nostri pazienti possono fare delle attività di vita quotidiana.
01:03:49Come vedete c'è tutta la parte della cucina, il nostro tavolo,
01:03:53e di là abbiamo una zona notte dove il paziente può sperimentare le attività di vita quotidiana.
01:03:58Cucinare, lavarsi, vestirsi, fare il letto, pulire.
01:04:01Questo è importante perché il paziente quando rientra al domicilio ha modo in questo momento di sperimentare
01:04:08e di riuscire magari a togliersi delle paure e trovare degli adattamenti e delle strategie per fare le attività di vita quotidiana.
01:04:15Quanto incide sui tempi di ripresa per un paziente?
01:04:18Moltissimo, nel senso che il fatto di riuscire a fare delle attività di vita quotidiana qui in questo momento,
01:04:25in questo settore durante il ricovero, permette al paziente di ridurre i tempi di ricovero appunto di degenza
01:04:32perché può sperimentare delle attività che altrimenti non potrebbe fare.
01:04:35Grazie mille dottoressa.
01:04:37Grazie a voi.
01:04:37Abbiamo proprio dato l'idea di quello che succede.
01:04:43C'è anche una parte dove vengono allenate le attività sensoriali?
01:04:48Sì, si riferisce alla nirvana, è una stanza di realtà immersiva, quindi senza avere dei visori particolari
01:05:01il paziente può toccare le pareti o il pavimento e avere poi un effetto rispetto all'attività che sta facendo.
01:05:09Per cui c'è una risposta della stanza.
01:05:12Ovviamente parliamo di paralisi fisiche, però ci sono anche delle manifestazioni neurologiche invalidanti al di fuori della limitazione motoria.
01:05:27Sì, accennavo prima ai deficit cognitivi, quindi c'è una neuropsicologa che lavora su questi aspetti,
01:05:35quindi c'è una testistica perché ci sono attività importanti.
01:05:39Noi pensiamo per esempio alla guida, in realtà questa valutazione, poi il dottor Mani confermerà alcune valutazioni,
01:05:46vengono già fatti nel reparto per acuti perché ovviamente è importante che a volte non ci sono dei deficit motori marcati,
01:05:56ma ci sono poi dei deficit cognitivi importanti perché ci sono delle persone che non riconoscono una parte dello spazio,
01:06:03ne facciamo una testistica, c'è proprio uno strumento che ci aiuta anche a valutare se il paziente può ritornare a guidare o no
01:06:11perché è in grado di riconoscere gli stimoli, avere un'attenzione in grado di riconoscere poi quando guida effettivamente
01:06:18tutti gli stimoli che gli arrivano da tutte le aree che vede.
01:06:22Assolutamente. Allora, continuiamo a leggere i messaggi da casa, vediamo, buonasera a tutti,
01:06:27volevo chiedervi se in prevenzione può aver senso eseguire un'attacca in cefalo per familiarità di primo grado per aneurisma celebrare?
01:06:36Grazie.
01:06:38Allora, diciamo che un paziente che ha un parente di primo grado che ha avuto un aneurisma,
01:06:44un aneurisma ha un 10% di probabilità in più rispetto alla popolazione normale di avere un aneurisma.
01:06:52Il problema è che non è detto che l'aneurisma si rompa, quindi tenete a conto che un aneurisma è presente in circa una persona ogni 100-150,
01:07:03quindi è molto frequente, la probabilità di rottura è circa un paziente ogni 100 portatori di aneurisma,
01:07:10quindi in realtà la probabilità di rottura è bassa.
01:07:12Quindi significa che se io scopro un aneurisma non rotto potrei essere indotto a fare un trattamento per una patologia che poteva non darmi mai nessun fastidio.
01:07:20Quindi per rispondere allo spettatore diciamo così che secondo me la scelta è legata al fatto che io abbia più paura della rottura dell'aneurisma
01:07:32o abbia più paura del trattamento, nel senso che se la mia paura è il trattamento,
01:07:38quindi io decido che io non mi sottoporrò mai a un intervento chirurgico per l'aneurisma,
01:07:43è meglio che io non sappia se ho l'aneurisma, perché non vivo più.
01:07:46Ogni volta che ho un mal di testa finisco in pronto soccorso.
01:07:50Se la mia paura invece principale è quella della rottura dell'aneurisma,
01:07:54è giusto fare in un paziente che ha un familiare di primo grado con un aneurisma,
01:07:58è giusto fare un angiotac almeno per scoprire l'aneurisma.
01:08:01Secondo me, diciamo così che il mio consiglio sarebbe di fare l'esame perché il rischio del trattamento è comunque un rischio calcolato.
01:08:13Vale a dire sia il neuroradiologo interventista come il dottor Pavia,
01:08:18sia il neurochirurgo quando chiude un aneurisma non rotto,
01:08:22che è come dicevamo prima la situazione un po' ideale per trattarlo,
01:08:26sceglie di fare un trattamento che comporti i meno rischi possibili.
01:08:30Quindi io posso decidere di mettere la clip in un modo diverso rispetto a quello che faccio abitualmente
01:08:35perché riduce i rischi per il paziente.
01:08:37E quindi questo consente al paziente di essere messo in sicurezza senza correre i rischi eccessivi.
01:08:43Quando l'aneurisma si rompe il rischio non è un rischio calcolato.
01:08:46L'emorragia può dare zero danni, può dare dei danni gravi.
01:08:51In quel caso puoi fare il trattamento, ma il trattamento impedisce una nuova rottura dell'aneurisma,
01:08:57ma non toglie i danni del paziente.
01:09:00Quindi comperrebbe fare l'attacco.
01:09:03Bene, grazie.
01:09:04Io devo fermarmi d'obbligo per l'ultima pubblicità e continuiamo a leggere al ritorno i vostri messaggi
01:09:09e poi parliamo anche dei farmaci, va bene?
01:09:11A tra poco.
01:09:12Abbiamo ancora dieci minuti, siamo quasi arrivati alla fine di questa puntata,
01:09:29stiamo parlando di ictus, leggiamo ancora qualche vostro messaggio, vediamo.
01:09:32Allora, buonasera.
01:09:35Chiedo se le terapie di interventi illustrati per il trattamento dell'ictus vengono adottate
01:09:40nelle stesse modalità anche su persone in età molto avanzata.
01:09:45Grazie, Maria Paola.
01:09:46Beh, credo proprio di sì, no?
01:09:47Sì, anche se la domanda non è proprio sbagliata.
01:09:51Fino a pochi anni fa sul trombolitico che è Actilise l'uso era limitato sotto gli 80 anni
01:10:00perché c'era un eccesso di emorragie nei pazienti più anziani.
01:10:05Studi più recenti hanno fatto vedere che l'età in realtà non deve essere considerata una controindicazione
01:10:13perché ci sono sicuramente più il paziente anziano più la probabilità di successo della riperfusione è bassa.
01:10:22Però statisticamente se non facciamo la riperfusione i danni saranno comunque molto elevati
01:10:28quindi la persona anziana viene trattata come una persona giovane
01:10:32però c'è un limite che persone anziane polipatologiche, quindi con una grave disabilità
01:10:39di solito non traggono beneficio dai trattamenti di fase acuta.
01:10:46Però ci sono altri trattamenti ovviamente.
01:10:48Allora, abbiamo detto che è importante, l'abbiamo capito durante questa puntata,
01:10:52essere celeri molto veloci nel chiamare il 112, il 118 per l'intervento e quindi raggiungere il pronto soccorso.
01:11:04Un consiglio, parlavamo durante la pubblicità e mi diceva appunto che un consiglio che voi potete dare
01:11:11è quello di avere comunque con sé della documentazione e io adesso la faccio rispondere
01:11:17ma ho pensato ma è un'emergenza, cosa vado col faldone sotto il braccio, a me non verrebbe in mente
01:11:23però sono dati molto importanti per voi.
01:11:26Quindi consiglio utile per chi ci ascolta da casa.
01:11:30Cosa fare in un momento di emergenza?
01:11:32Beh, cosa fare in un momento di emergenza?
01:11:34Sicuramente non andare in confusione perché poi alla fine peggioriamo la situazione.
01:11:39Sicuramente se un paziente si autopresenta cosa che non dovrebbe fare
01:11:45porti la documentazione, la minima documentazione che ha e la terapia che sta facendo in quel momento.
01:11:52Se il paziente viene veicolato attraverso il 118
01:11:56capita spesso che la documentazione segue i parenti e non segue il paziente.
01:12:03Cioè il paziente sale in ambulanza, arriva in pronto soccorso, documentazione e ce l'hanno i parenti, stanno arrivando.
01:12:13Abbiamo un numero di telefono? No, non l'ho segnato.
01:12:16Per noi è importantissimo perché vuol dire non conoscere spesso quella che è la clinica,
01:12:22le condizioni premorbose del paziente, la terapia che fa.
01:12:25Alcune volte il fascicolo sanitario non riporta tutte le informazioni utili.
01:12:32Capita spesso che nel fascicolo sanitario un paziente è anticoagulato
01:12:37e poi si scopre che la settimana prima aveva sospeso l'anticoagulante
01:12:41per un motivo non indicato da nessuna parte.
01:12:44E questo per il medico che poi deve decidere
01:12:47faccio una trombolisi, non faccio una trombolisi, cambia.
01:12:50Quindi il non avere queste informazioni fa sì che spesso
01:12:57tutto l'impegno che l'equipe multidisciplinare introspedaliera mette nel ridurre i tempi
01:13:05poi alla fine purtroppo tendono ad allungarsi
01:13:09proprio per la necessità di cercare il contatto telefonico
01:13:13e raccogliere le informazioni necessarie.
01:13:15Tutto quello che è possibile portatelo
01:13:20se ci sono i familiari rimangano in pronto soccorso
01:13:25e ci diano le informazioni.
01:13:27Assolutamente.
01:13:28Ci chiedono anche da casa quali sono i fattori
01:13:31che influenzano invece la prognosi.
01:13:35Se posso rispondere io
01:13:36il fattore principale è la gravità dell'ictus
01:13:40cioè quanto cervello è stato colpito
01:13:43per capirsi
01:13:45l'albero vascolare che irrora il nostro cervello
01:13:49è proprio come un albero
01:13:50ci sono dei tronchi più grossi
01:13:53e poi via via più sottili
01:13:54se si chiude uno dei tronchi principali
01:13:58a questo punto avremo un'grossa ischemia
01:14:01e questo purtroppo comporta una prognosi inevitabilmente più grave
01:14:05poi ci sono altri fattori minori
01:14:08per esempio l'età
01:14:09più si è vecchi
01:14:10più il rischio di avere delle disabilità permanenti
01:14:15e questo diciamo in sintesi
01:14:18poi c'è una barca di fattori
01:14:20ma diciamo quello principale è la gravità.
01:14:24Ci chiedono anche che stile di vita è consigliato
01:14:27per ridurre il rischio di un secondo ictus?
01:14:30Lascierei la dottoressa
01:14:32perché l'attività motoria è fondamentale
01:14:35L'attività motoria è il consiglio prevalente
01:14:39di solito poi vengono date indicazioni
01:14:42quando il paziente rientra a domicilio
01:14:43per un mantenimento
01:14:44perché comunque è considerato efficace
01:14:47Ad esempio quali sono le indicazioni?
01:14:50Dipende ovviamente dagli esiti del primo ictus
01:14:54se c'è stato il recupero
01:14:56la camminata piuttosto che l'attività fisica costante
01:15:01è considerata l'attività più importante
01:15:03più il lavoro poi è aerobico
01:15:05nel senso che noi facciamo uno sforzo
01:15:07in cui sentiamo l'aumento del battito cardiaco
01:15:09più è efficace il lavoro che noi facciamo
01:15:12E tra l'altro
01:15:14controlli medici ci chiedono
01:15:17sono utili per la prevenzione
01:15:20quali sono i controlli medici utili
01:15:24per la prevenzione dunque?
01:15:27Rispondo che i controlli medici
01:15:30sono di tipo neurologico, cardiologico, internistico
01:15:35diciamo esami del sangue
01:15:38quindi ci sono una serie di accertamenti
01:15:40che possono essere utili
01:15:42e programmi di screening
01:15:46stiamo anche nel nostro ospedale
01:15:48per iniziare un programma di screening
01:15:50per le persone che temono di avere un ictus
01:15:54hanno familiarità
01:15:55in modo da poter offrire un pacchetto coordinato
01:15:59senza fare esami inutili
01:16:01ma che siano proprio mirati alla prevenzione
01:16:05Allora il tempo sta per finire
01:16:07però almeno un minutino sui farmaci
01:16:10cosa diciamo? Ci sono delle evoluzioni?
01:16:13Allora la novità dell'anno
01:16:16è un trombolitico di nuova
01:16:19diciamo non è nuova generazione
01:16:20ma un trombolitico che si affiancherà a quello esistente
01:16:24che può essere somministrato in un minuto
01:16:26invece che in un'ora
01:16:28e questo semplificherà molto le nostre attività in pronto soccorso
01:16:32per quel che riguarda i farmaci invece destinati alla prevenzione
01:16:36di un secondo evento
01:16:37si stanno sviluppando diversi antiaggreganti
01:16:40che andranno a superare la famosa cardioaspirina
01:16:44il clopidogrel
01:16:46ma ci sono dei farmaci molto promettenti
01:16:50e poi tutto ciò che è prevenzione, pressione, diabete
01:16:53questi sono diciamo anche farmaci non necessariamente neurologici
01:16:58certo, allora il tempo è volato ai me come sempre
01:17:03io vi ringrazio per essere stato qui
01:17:05l'obiettivo era quello di dare una visione di una multidisciplinarità
01:17:09e credo insomma che ci siamo riusciti
01:17:12ringrazio dunque il dottore Eugenio Magni
01:17:14ricordo direttore dell'unità operativa di neurologia
01:17:17di Fondazione Poleambulanza
01:17:18grazie mille al dottor Vittorio Bendotti
01:17:22dell'unità operativa di emergenza urgenza
01:17:24che ho sempre detto pronto soccorso io questa sera
01:17:27è vero? Va bene lo stesso?
01:17:29Va bene dai, me lo concedete
01:17:31grazie al dottor Oscar Vivaldi invece
01:17:36che è responsabile dell'unità operativa di neurochirurgia
01:17:40grazie a voi, grazie
01:17:41grazie a dottoressa Chiara Mule
01:17:42direttore invece dell'unità operativa di riabilitazione
01:17:45grazie a voi
01:17:46grazie, grazie anche al dottor Marco Pavia
01:17:50che è responsabile dell'unità operativa di neuroradiologia interventistica
01:17:54grazie a voi
01:17:55grazie mille per essere sempre molto disponibili con noi
01:17:58grazie anche alla regia
01:18:00Matteo Berta, Matteo Chiossi, Paolo Bergamaschi e Francesca Marmagli
01:18:06che mi hanno accompagnato questa sera
01:18:09alla nostra inviata invece Federica Signorelli
01:18:13io vi ringrazio come sempre perché ci seguite sempre in tanti
01:18:17grazie per anche i vostri suggerimenti
01:18:20vi ricordiamo che abbiamo una pagina Instagram
01:18:23potete seguirci sul giornale di Brescia
01:18:26noi ci rivediamo puntualissimi invece settimana prossima
01:18:29mercoledì prossimo parleremo di terapia del dolore
01:18:33buonanotte a tutti, arrivederci
01:18:39grazie a tutti
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