«Ciao Viola, fai buon viaggio». Qualcuno l’ha scritto su una striscia pedonale tra via dell’Arcoveggio e via De Giovanni, proprio dove ieri, 25 novembre, ha perso la vita, investita da un camion mentre era in bici. E poi un mazzo di fiori e le foto del giorno della sua laurea, con il suo sorriso contagioso. Intorno a questi ricordi di Viola Mazzotti, la 23enne ennesima vittima delle strade bolognesi, si sono ritrovati un centinaio di attivisti per la sicurezza stradale, chiamati a raccolta dal comitato Bologna 30. «La riduzione di morti e feriti del 2024 è legato a un maggior rispetto del limite dei 30 – ha detto la portavoce Sara Poluzzi –. C’erano maggiori controlli, c’era una comunicazione più presente da parte dell’amministrazione. Non basta fare una dichiarazione quando muore qualcuno, ma è necessario comunicare meglio l’importanza del progetto»; inoltre «si sono fermati i lavori di ridisegno delle strade – ha incalzato ancora l’amministrazione la portavoce –, che andrebbero fatti in tutte le città. In Bolognina, per esempio, sono stati fatti attraversamenti pedonali con rialzi e pendenze minimi, non sufficienti e non utili, così come in via Molinelli. Sono interventi che non hanno avuto il coraggio giusto». «Tutti devono potersi sentire sicuri in strada e Bologna deve essere seriamente un faro di speranza anche per altre città», ha concluso Poluzzi. «Siamo qui non solo per esprimere solidarietà alla famiglia e alle persone care e per starci vicini come comunità - spiega la presidente di Salvaiciclisti, Isabella Cioccolini - ma anche per chiedere di nuovo e con forza all'amministrazione di realizzare le infrastrutture che ci permettano di spostarci in sicurezza in strada, perché in bici e a piedi ci si sposta al pari che con i mezzi a motore. Siamo utenza della strada a tutti gli effetti e dobbiamo poterlo fare in sicurezza». Aggiunge l'attivista: «Abbiamo visto che l'introduzione dei sensori per i mezzi pesanti sta diventando realtà, ma questo non basta. Serve anche sensibilizzare, comunicare e informare la cittadinanza che si rende responsabile di queste tragedie che guidare è anche un atto di responsabilità e che l'articolo 40 del Codice della strada dice che sugli attraversamenti ciclabili e pedonali, le persone che li attraversano hanno la precedenza. Questo è bene ricordarlo, purtroppo». Presente al sit in anche l'assessore alla Mobilità del Comune di Bologna, Michele Campaniello, oltre ad alcuni consiglieri di maggioranza come Simona Larghetti (Coalizione civica) e Claudio Mazzanti (Pd).
00:00Se questo incrocio fosse stato progettato correttamente, non sarebbe successo quello che è successo.
00:05Quindi quello che è successo non è un incidente, perché è un episodio gravissimo di violenza stradale che si poteva evitare.
00:13Nel 2024 i pedoni uccisi sono stati zero, perché l'attenzione era elevatissima da parte di tutte e di tutti.
00:21L'amministrazione lo comunicava più di frequente, i vigili erano in strada, sono stati stanziati tantissimi fondi.
00:27Nel 2025 tutto questo non è stato fatto con la stessa potenza, con la stessa attenzione e si vedono i risultati, perché i morti sono diventati sette.
00:36Ora è grave muoversi dopo che sono già morte sette persone, però adesso basta.
00:42Adesso è ora di muoversi e fare qualche cosa, cambiare rotta perché rischia di fallire il modello Bologna Città 30,
00:48che sarebbe stupido che fallisse qua, perché in tutte le città dove è applicata la Città 30 dà risultati, perché qui no?
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