Può uno schiaffo cambiare la vita di un'adolescente? Sicuramente sì, come racconta, in maniera visionaria e originale il regista e sceneggiatore tedesco Frédéric Hambalek. Il cui secondo lungometraggio, Lo schiaffo, di cui vi proponiamo un video in anteprima esclusiva, arriva nei nostri cinema dal 27 novembre distribuito da Lucky Red.
Una lite tra adolescenti, un insulto e uno schiaffo. Da qui parte un racconto quasi magico che porta un ragazza a confrontarsi con il mondo ipocrita degli adulti. La trama di Lo schiaffo Dietro l’apparenza di una vita perfetta, Julia (Julia Jentsch) e Tobias (Felix Kramer) nascondono tensioni e segreti che la loro figlia Marielle (Laeni Geiseler) è destinata a scoprire. Quando, dopo aver ricevuto uno schiaffo, la bambina sviluppa misteriosi poteri telepatici, nessuna menzogna può più essere taciuta: ogni pensiero, ogni gesto, ogni bugia viene smascherata.
Mentre la verità invade la loro quotidianità, la coppia si ritrova in un gioco di manipolazioni e recriminazioni sempre più assurdo e ironico, che mette a nudo la fragilità dei rapporti familiari e il bisogno, spesso contraddittorio, di sincerità e finzione. Un film che ribalta la dinamica tra genitori e figli Il regista tedesco Frédéric Hambalek racconta che l'idea per Lo schiaffo è nata anni fa, quando ha visto per la prima volta un baby monitor con telecamera. Una visione che lo ha colpito profondamente. «Non ho potuto evitare di pensare che ci fosse qualcosa di sbagliato nell'immagine di quel bambino che dormiva, completamente ignaro di essere osservato», spiega.
Da questo pensiero è nato un interrogativo centrale: cosa succederebbe se si invertisse la dinamica di potere tra genitori e figli? Il film esplora proprio questo ribaltamento, mettendo i genitori sotto l'occhio vigile della figlia Marielle.
Hambalek si è interessato anche a come i bambini percepiscono i genitori. «Per un bambino piccolo i genitori sono praticamente degli dei», osserva. Aggiungendo che per Marielle la scoperta delle fragilità dei suoi genitori «arriva in modo brusco e inatteso».
Il tema della privacy attraversa tutto il film. Il regista dice di voler fare una riflessione su come la società moderna stia rinunciando sempre più a questo diritto fondamentale. Da qui la domanda: «Se qualcuno all'improvviso perdesse davvero la sua privacy, nella sua interezza, come cambierebbe come persona?».
Per poter raccontare questa dinamica, Hambalek ha dovuto presto decidere in quale contesto familiare ambientare la storia. «Julia e Tobias rappresentano un certo segmento delle ricche società tedesche e occidentali, sono persone che hanno soddisfatto i bisogni primari e ora possono anche interrogarsi su questioni esistenziali». L'obiettivo del regista era chiaro: «Volevo mettere il nostro comportamento quotidiano sotto una lente di ingrandimento». E c'è riuscito.
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