- 4 mesi fa
Fiorella Belpoggi
Glifosato: Le ultime ricerche fanno paura
Crescere Informandosi, pubblica un editoriale della d.ssa Fiorella Belpoggi, scienziata di fama mondiale, sui recenti risultati di uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, della quale è stata Direttrice Scientifica fino a pochi anni fa.
Dal recentissimo studio dell’Istituto Ramazzini, pubblicato su diverse riviste di settore, purtroppo, emerge una situazione decisamente sorprendente in negativo sui danni che il glifosato può provocare sull’uomo.
Un dettagliato approfondimento, da non perdere, per salvaguardare la nostra salute.
Glifosato: Le ultime ricerche fanno paura
Crescere Informandosi, pubblica un editoriale della d.ssa Fiorella Belpoggi, scienziata di fama mondiale, sui recenti risultati di uno studio dell’Istituto Ramazzini di Bologna, della quale è stata Direttrice Scientifica fino a pochi anni fa.
Dal recentissimo studio dell’Istituto Ramazzini, pubblicato su diverse riviste di settore, purtroppo, emerge una situazione decisamente sorprendente in negativo sui danni che il glifosato può provocare sull’uomo.
Un dettagliato approfondimento, da non perdere, per salvaguardare la nostra salute.
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NovitàTrascrizione
00:00Buongiorno a tutti, ancora una volta sono con Crescere Informandosi, per me è un appuntamento
00:21sempre molto piacevole, mi fa piacere condividere le mie conoscenze con il pubblico e parlare di quello
00:31che è il mio argomento di base che è il rapporto fra l'ambiente e la salute. Oggi parleremo del
00:39glifosato, ecco io sono stata per 45 anni nel settore della ricerca, in particolare negli ultimi
00:4912-13 anni sono stata la direttrice scientifica dell'Istituto Ramazzini e attualmente sono in
00:58pensione ma continuo ad occuparmi dei rapporti ambiente e salute e soprattutto di quegli studi
01:07che ho iniziato già una quindicina di anni fa e che attualmente sono stati pubblicati. Sono anche
01:15parte del comitato scientifico dei medici per l'ambiente e del consiglio esecutivo del Collegio
01:22Ramazzini che è un'accademia internazionale che si occupa appunto dei rapporti fra le esposizioni di
01:32origine ambientale e le patologie. L'Istituto Ramazzini nella sua attività ha studiato più di
01:43200 composti ma se noi andiamo a vedere quanti nuovi composti chimici di sintesi quindi non esistenti
01:55in natura sono stati registrati nel registro chimico della EPA, della Environmental Protection
02:03Agency americana, troviamo 140 mila composti chimici sintetizzati. Più di 5 mila di questi vengono
02:15prodotti in quantità superiori a migliaia di tonnellate all'anno e di questi il 43 per cento cioè di questi 5 mila il 43 per cento non è mai stato studiato per quello che riguarda il proprio impatto sulla salute. Sul 50 per cento esistono delle informazioni parziali e inadeguate per stabilire
02:45dei limiti di sicurezza solo il 7 per cento di quei 5 mila è stato studiato a sufficienza per fornire informazioni tali da costruire una graduatoria di rischio. Ecco questa è la situazione attorno a noi.
03:06Quando l'istituto Ramazzini insieme ad altri 28 partner europei è andato a studiare i residui di pesticidi nelle matrici ambientali, 600 campioni prelevati da suolo, acqua, sedimenti, colture, aria e polvere delle case degli agricoltori, ha trovato che l'86 per cento dei campioni esaminati
03:35contiene residui di pesticidi e il 76 per cento è costituito da miscele di pesticidi diversi. Sono stati rilevati nelle diverse matrici e variava da 76 nell'aria, 78 nelle colture, 99 nei sedimenti dei terreni, 100 nel suolo e 197 nella polvere degli ambienti
04:04ambienti interni. Questi per darvi un'idea di quanto ubiquitaria sia l'esposizione ai pesticidi nel mondo. I residui di glifosato, un erbicida il più diffuso al mondo, sono stati quelli rilevati più di frequente.
04:25Erano presenti i pesticidi anche nelle aziende agricole e biologiche, ma a dei livelli molto più bassi, 198 dei residui riscontrati erano sotto forma di cocktail, cioè di miscela,
04:41e il numero di pesticidi presenti in ogni casa è risultato variare fra 25 come minimo e 121, con un valore medio di 75 pesticidi presenti nelle case degli agricoltori,
04:59ma il 29% di questi era costituito da sostanze che sono state vietate da tutto il tempo. Questo per dirvi che l'accumulo non significa che poi nel tempo
05:16queste sostanze si accumulano e permangono e quindi possono essere trovate nel nostro ambiente anche dopo decenni da quando sono state proibite.
05:31Per darvi un'idea della quantità, per quello che riguarda l'Italia, questa misurazione è stata fatta dalla FAO nel 2017, erano utilizzate in Italia e sparsi nei campi
05:48una quantità di fertilizzanti chimici di 818 milioni, scusatemi ma è un numero così grosso che mi fa impressione, di fertilizzanti e 56 milioni di chili per quello che riguardava i pesticidi,
06:15in una quantità esorbitante. In Italia ogni cittadino italiano, dai neonati agli anziani oltre i novantenni, hanno sulle spalle circa 14,3 kg di questi materiali chimici
06:32che sono altrettanto utilizzati nelle culture. Quindi la nostra esposizione a questo tipo di sostanze chimiche
06:44è senz'altro elevata senza contare quello che poi noi ritroviamo come residuo nella frutta e nella verdura che consumiamo e poi negli animali che mangiano questi prodotti dei nostri campi.
07:00Ecco, i pesticidi residui sono più di 300 tipi diversi che contaminano i campi e i prodotti europei.
07:12La metà del nostro cibo contiene residui, il 25% molti residui, cioè fino a 10 pesticidi per un campione di mela o di pesca
07:25o di altro vegetale edibile. Il 5% dei prodotti alimentari esaminati contiene una concentrazione di pesticidi superiore a quello che è il limite di legge.
07:40Tutto questo da dove è venuto? È venuto dal passaggio da un'agricoltura tradizionale che prevedeva una biodiversità che autocontrollava
07:53il diffondere delle peste, delle malattie delle piante e questo tipo di agricoltura è durata per più di 13.000 anni.
08:05Solo dagli anni 50 in poi si è passata a quella che viene chiamata l'agricoltura convenzionale.
08:14Non si sa bene con chi sia stata fatta questa convenzione, ma il termine che viene utilizzato è agricoltura convenzionale contro quella biologica
08:26che sarebbe la tradizionale naturale che è stata usata per 13.000 anni.
08:33Ora la differenza qual è? Che l'agricoltura tradizionale mantiene un ciclo chiuso, cioè tanto produce, tanto porta al consumo
08:47e i residui venivano poi costituiti in fertilizzanti che ritornavano sui campi.
08:55Ricordiamo tutti che tutte le cascine avevano un letamaio dove si buttavano tutti i residui organici
09:02compresi gli escrementi degli animali. Questo ciclo aperto fa sì che toglie la libertà all'agricoltore
09:11il quale ha così una necessità di input dall'esterno in macchinari, in sostanze chimiche,
09:19in massimizzazione delle produzioni e scelta delle produzioni a seconda dei mercati, che purtroppo
09:28le loro filiere produttive non sono collegate ad un bisogno interno, ma ad un bisogno esterno
09:36che può essere anche lontano migliaia di chilometri. Cioè il prezzo della soia, del grano turco, del grano,
09:44non lo fanno gli agricoltori che alla fine beccano una piccolissima quantità di ristoro
09:53dalla loro produzione, ma le grandi multinazionali piuttosto che i mediatori, piuttosto che tutta
10:01la filiera che c'è attorno al commercio dei prodotti agricoli.
10:06Ora, in Italia il 5%, noi abbiamo un territorio che ha la vocazione per l'agricoltura tradizionale,
10:16perché è per la maggior parte montuoso e quindi con una difficoltà di avere grandi estensioni
10:24a disposizione. E anche nelle pianure c'è sempre stata una mezzatria che coltivava piccoli
10:33apprezzamenti di terreno, con il mantenimento delle siepi, dei fossi, quindi di una biodiversità
10:42che aiutava la crescita sana delle loro produzioni. Ma passare dall'agricoltura tradizionale a quella
10:53convenzionale, che è oggi rappresentata dal 95%, ha anche significato utilizzare delle varietà
11:02altamente produttive, spesso in monocoltura, cioè con estensioni enormi, intensa meccanizzazione,
11:12fertilizzanti chimici, pesticidi. Questo è perché con una grande estensione c'è il pericolo che un
11:22parassita qualsiasi, che sia batterio, fungo, insetto o altro, quando intacca un angolo della
11:32grande coltivazione, dopo poco tempo fa un danno enorme perché i suoi vicini, le sue piante vicine
11:41sono altrettanto prone ad ammalarsi per quella ragione. Mentre cosa succedeva? Nei campi coltivati
11:50in agricoltura tradizionale c'erano tantissime specie le quali non erano tutte prone agli stessi
11:58parassiti e quindi non permettevano l'espandersi delle patologie vegetali, ma piuttosto c'era un
12:07controllo di una vegetazione su un'altra perché i parassiti dell'una erano concorrenti dell'altra.
12:16Ecco perché un tempo si riusciva a coltivare anche senza apporto della chimica, oggi è diventato
12:24praticamente impossibile. Sono due sistemi sicuramente diversi, l'agricoltura convenzionale
12:33può essere rappresentata con una Ferrari, cioè è capace di dare una produzione agricola decine e decine
12:43di volte maggiore di quella tradizionale, ma ha un consumo di energia, sia energia in termini
12:52economici che di lavorazione, che di indotto attorno, che ha un costo molto molto più alto, come se fosse
13:02una Ferrari un litro di benzina per fare soli due chilometri. Abbiamo l'agricoltura tradizionale
13:09che invece è una piccola utilitaria, magari anche convertita ad ibrido o elettrico, che ci dà un consumo
13:19molto minore e anche dei benefici da un punto di vista delle emissioni. Altrettanto è per l'agricoltura.
13:27Ora, senza avere dei pregiudizi a priori, ma certo qualche considerazione sulla sostenibilità,
13:35cioè per quanto tempo noi possiamo viaggiare in Ferrari? Quanto tempo abbiamo ancora davanti?
13:43Ecco, sicuramente questo è un problema. Ora, è un problema contro il quale andremo a sbattere,
13:54perché le risorse energetiche, noi sappiamo, sono già scarse. La capacità di gestire un'agricoltura
14:02con i ritmi che ha quella industriale o convenzionale che la si vuole chiamare, oggi non può andare avanti
14:11in eterno e quindi è tempo di pensare, di pensare a come riorganizzare il mondo agricolo.
14:21Ora, perché ho fatto del glifosato un caso inserito in tutto questo? Perché è dell'impatto sulla salute
14:30che l'agricoltura tradizionale ha? Non ne parla nessuno, oppure ne parlano pochissimi,
14:37spesso anche in termini alarmistici, non costruttivi e con mancanza di proposte.
14:45Ci sono solo alcune associazioni che sono molto serie e che propongono anche alternative,
14:55ma a tutt'oggi viene sempre messo a confronto il beneficio economico rispetto a quello del rispetto
15:04per la salute, un po' come succede all'ILVA di Taranto, alla ex-ILVA di Taranto per essere precisi,
15:13e quindi anche in agricoltura si dice ma poi come facciamo con gli agricoltori se producono di meno?
15:19senza pensare che è lo Stato che invece di spendere in cure per le persone che si ammalano a causa di tutto questo,
15:28potrebbe assicurare incentivi a quegli agricoltori che come custodi della terra
15:35proteggono il nostro ambiente e il nostro paese, e il nostro pianeta per meglio dire.
15:41Ecco, per quello che riguarda il glifosato, nel marzo del 2015 la IARC,
15:48che è il braccio armato dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per quanto riguarda il cancro,
15:55ha categorizzato il glifosato come 2A, cioè probabile cancerogeno per l'uomo.
16:06Nel 2015 l'EFSA ha detto ma secondo noi per gli studi che ci sono non è vero,
16:15oppure è molto improbabile che ponga dei rischi.
16:19Di fronte a tutto questo anche ECA ha detto ma non abbiamo abbastanza studi
16:26per dichiarare che ci sia questa pericolosità e nel 2017 la Commissione europea ha votato per un rinnovo
16:37non più di dieci anni come era stato in passato, ma di soli cinque anni in attesa di produrre nuovi dati.
16:46A chi ha prodotto nuovi dati? Nuovi dati non ne sono usciti, tant'è che a distanza di anni,
16:58quando è scaduto, sono scaduti cinque anni, la EFSA, l'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare,
17:06ha valutato tutti gli studi, il nostro, quello che sto per presentarvi, non era ancora stato tutto pubblicato,
17:15quindi i dati sulla cancerogenesi li abbiamo pubblicati il 10 di giugno di quest'anno, una settimana fa,
17:24e quindi non ha potuto avere elementi sufficienti per dichiarare il glifosato cancerogeno,
17:32per cui è stato rinnovato questa volta di dieci anni.
17:36Avevamo anticipato ad EFSA i dati che riguardavano le leucemie che avevamo osservato
17:43negli animali trattati, ma la pubblicazione non era in peer review e non era ancora ufficiale,
17:51quindi è stata scartata.
17:53Ora, che cosa sappiamo oggi?
17:56Noi sappiamo che il glifosato intanto ha un'identità chimica che, a parte i componenti esenziali,
18:04non viene riferita perché viene considerata un'informazione commerciale segreta della Monsanto e della Bayer,
18:14cioè sappiamo che c'è il glifosato come principio attivo,
18:19ma non sappiamo quali sono gli adiuvanti che vengono aggiunti alla soluzione
18:24per aumentare la possibilità che il pesticida entri all'interno della pianta.
18:32È un erbicida sistemico, cioè che raggiunge tutte le parti della pianta e la secca,
18:39e quindi serve sia per abbattere le erbacce,
18:45che molto spesso sono erbe che vanno ad infestare le colture
18:53e che quindi le inquinano, abbassano il livello produttivo,
18:58come la gramigna, ecco, per fare un esempio, nei nostri campi.
19:01Ma la Bayer, ma la Monsanto in particolare, ha sintetizzato un formulato chimico particolare
19:16a cui ha associato sementi geneticamente modificati resistenti al glifosato,
19:25per cui questo erbicida è disseccante, perché la sua funzione è anche ditta di disseccante,
19:34può essere irrorato direttamente sulle piante che poi vanno al consumo,
19:40perché queste sono state rese resistenti.
19:43E questo è un grosso problema, perché quando sentiamo che il grano che arriva dal Canada
19:50o da altre parti del mondo è inquinato dalla presenza di glifosato,
20:01è dovuto al fatto che il clima di quei paesi non è abbastanza asciutto
20:05per permettere il dissecamento del grano,
20:10e quindi viene disseccato spruzzando direttamente sul campo il glifosato
20:16attraverso dei mesi molto molto invasivi, fino all'elicottero o l'aereo,
20:22per cui in Brasile, in altri paesi del Sud America, in Canada,
20:28il dissecamento del prodotto agricolo destinato all'alimentazione animale,
20:36ma anche a quella umana, ecco, viene irrorato dal glifosato.
20:40Ma noi non sappiamo in verità il formulato, cosa contiene.
20:45Ora, abbiamo fatto uno studio a breve termine,
20:50che abbiamo chiamato esperimento pilota,
20:54perché avendo in programma di condurre un esperimento a lungo termine,
21:02cioè somministrando acqua da bere con basse concentrazioni di glifosato,
21:08pari a quella a cui possono essere esposti i consumatori,
21:14gli agricoltori e la popolazione generale,
21:18dovevamo mettere a punto un sistema,
21:22cioè di dosaggio, di preparazione delle soluzioni
21:26e di verifica di quelle che erano poi le condizioni degli animali,
21:31se bevevano questa soluzione oppure no.
21:33Ma questo esperimento preliminare ci ha permesso di vedere
21:38che si mettevano in evidenza dei parametri
21:45che dimostravano una disfunzione dal punto di vista dello sviluppo sessuale,
21:52in particolare un effetto androgenico nelle femmine.
21:56la genotossicità, cioè la formazione di frammenti di DNA,
22:04quindi di micronuclei,
22:06e alterazioni molto importanti della flora batterica intestinale.
22:12Tutto questo è stato pubblicato in diverse riviste pre-reviewed
22:17e a distanza di un anno o due è stato anche pubblicato un lavoro epidemiologico,
22:25cioè uno studio su una corte di donne e la loro progenie,
22:31in cui è stato visto che quello che avevamo visto nei nostri animali
22:36era presente anche nella popolazione di queste neonate
22:40da donne esposte a glifosato per motivi lavorativi.
22:46Ora i dati sono stati portati nel 2018 anche alla Commissione Europea
22:53e da lì siamo partiti per costruire un esperimento a lungo termine
22:59dove abbiamo utilizzato la dose di 0,5 mg per kg di peso corporeo,
23:095 e 50, 0,5 è la dose ammessa giordaniere in Europa,
23:180,5 mg per kg di peso,
23:22che significa che anche assumendo tutti i giorni questa quantità di erbicida
23:30la salute umana non dovrebbe avere, subire alcun danno
23:37e quindi abbiamo voluto partire da lì
23:39fino ad arrivare a quella dose che è 50 mg per kg di peso
23:46dove non sono stati osservati effetti sulla salute in animali di laboratorio.
23:53quindi dosi considerate tutto sommato sicure.
23:58E cosa abbiamo visto invece?
24:01Purtroppo gli effetti cancerogeni sono stati evidenti,
24:06diciamo non una forte incidenza,
24:10ma considerate che sono le dosi che assumiamo noi,
24:13quindi comunque questi effetti erano tutti statisticamente significativi
24:20e soprattutto per quello che riguarda le leucemie
24:24e poi la cute, il fegato, la tiroide, il sistema nervoso,
24:30le ovaie, le ghiandole mammarie, le ghiandole surenali,
24:34il rene, la vescica, le ossa, il pancreas endocrino,
24:39l'utero e la milza per un tumore particolare
24:43dei vasi della milza che si chiama emangiosarcoma.
24:48Ora, questo aumento statisticamente significativo,
24:53come dicevo, si è verificato in entrambi i sessi,
24:57ma quello che ci ha spaventato di più
25:00è il fatto che per quello che riguarda la leucemia,
25:04ma anche altri tipi di tumori solidi,
25:07abbiamo visto,
25:09l'insorgenza di questi tumori nel primo anno di vita
25:13che è rappresentativo dei 30 anni nell'uomo,
25:18cioè ogni anno del rapto corrisponde a circa 30 anni nell'uomo
25:24e quindi l'insorgenza precoce ci ha alertati
25:28rispetto alle esposizioni,
25:31dato che noi abbiamo cominciato l'esposizione
25:33durante la gravidanza delle madri di questi animali
25:37che poi abbiamo tenuto sotto osservazioni
25:41che hanno continuato ad assumere le stesse dosi di glifosato,
25:45che è la situazione espositiva nostra,
25:49cioè se una mamma in gravidanza è esposta,
25:52lo è anche il suo bambino,
25:54e se questo bambino continua ad alimentarsi,
25:57a vivere in un ambiente contaminato per tutta la vita,
26:01sarà in quella condizione.
26:02quindi insomma questi dati ci preoccupano,
26:07ci preoccupano soprattutto per il numero di popolazioni esposte,
26:13praticamente tutta la popolazione del globo.
26:15Ora, noi diciamo che il nostro impegno,
26:23abbiamo impiegato più di dieci anni ad arrivare alla fine di questo lavoro,
26:28e siamo riusciti a fare tutto questo per i contributi volontari e liberali di tanti cittadini.
26:39Lo studio è costato più di 5 milioni di euro nel suo complesso,
26:45quindi il nostro istituto, che è una cooperativa sociale,
26:49ha fatto un enorme sforzo per far fronte alle spese per il personale,
26:55per i materiali, per l'allevamento degli animali, per il loro accudimento.
26:59Tutto questo, volevo dirvi, grazie all'impegno dei cittadini,
27:10e quindi questa ricerca di eccellenza la dobbiamo soprattutto a tutti loro.
27:17Questa è una ricerca di tutti i cittadini del mondo, per i cittadini del mondo.
27:24È un nuovo modo di fare ricerca libera.
27:28I risultati di questo studio sono sicuramente preoccupanti
27:34e tutti noi dobbiamo prendere posizione rispetto a questo fatto,
27:42in qualche modo cercare che le istituzioni prendano i provvedimenti
27:47per diminuire il più possibile e quindi togliere dal mercato
27:52un composto di cui conosciamo la pericolosità.
27:56Il professor Landrigan, che è coautore di questo studio e direttore del programma
28:02per la salute pubblica globale e il bene comune del Boston College a Boston,
28:09ci dice questo studio accortamente condotto,
28:15in particolare l'osservazione che le esposizioni prenatali dei ratti neonati
28:20al glifosato durante la loro gestazione
28:23aumentano l'incidenza e la mortalità da leucemia precoce,
28:28è un potente messaggio sulla grande vulnerabilità dei neonati
28:33alle sostanze chimiche tossiche.
28:36È una forte ragione per eliminare il glifosato della produzione di alimenti consumati
28:42dalle donne incinte e dai loro bambini.
28:46Ecco, io credo che questo messaggio sia di stimolo per tutti noi.
28:51Continuo dicendo che l'Istituto Ramazzini ha condotto questo studio con lo staff di questi ricercatori,
28:59ma con l'insegnamento del professor Cesare Maltoni di cui si celebrano 25 anni dalla morte al gennaio del 2026
29:10e che io ho voluto onerare con una frase di Jurenard che dice
29:16la ricompensa per i grandi uomini è che anche dopo molto tempo da quando sono mancati
29:24che ci sembra che siano ancora con noi.
29:29Vi ricordo a tutti che se volete aiutare l'Istituto Ramazzini nella sua ricerca
29:34è sicuramente gradito una vostra donazione tramite il 5 per mille,
29:41questo è il numero di codice fiscale con cui potete fare questa scelta
29:49e vedete questi signori, tutti i volontari che hanno lavorato per noi durante l'esecuzione di questo studio
29:56rappresentano sicuramente un grande esempio di come tutti noi possiamo contribuire ad una ricerca libera e indipendente.
30:07Grazie.
30:08Grazie.
30:09Grazie.
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