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  • 4 settimane fa
. (askanews) - Sergio Castellitto ha presentato al Torino Film Festival nella sezione Zibaldone, Zorro - Un eremita sul marciapiede in anteprima mondiale, che ripercorre il tour del suo spettacolo riportato in teatro dopo molti anni, un monologo, scritto da sua moglie Margaret Mazzantini, su un uomo che perde tutto e si ritrova sulla strada. «C'è una frase bellissima nella prefazione che Margaret scrisse al testo e dice: perché in ogni vita ce ne è almeno un'altra, ma forse non la sapremo mai, perché nello sliding door abbiamo scelto di andare di là piuttosto che di là», ha spiegato il regista e attore.

Castellitto ha ritrovato il manoscritto quasi per caso mentre c'era il Covid e la solitudine messa in scena in qualche modo è stata diversa, ha spiegato. «La seconda messa in scena, che peraltro è anche molto più essenziale della prima, in qualche modo ha sicuramente subìto quella solitudine che avevamo messo in scena, che tutti abbiamo vissuto dopo l'esperienza terribile del Covid. Per cui sicuramente è cambiato qualcosa, non è cambiata l'anima e la natura stessa del personaggio, che è sempre la stessa e che è modernissima, perché 25 anni fa, quando l'ho fatto la prima volta, la solitudine era un problema, oggi la solitudine è una tragedia».
Sergio Castellitto: «L'esigenza di lasciare un testamento artistico»
L'idea di riprendere lo spettacolo è venuta quasi da sé: «Per un piacere personale, per un'esigenza di lasciare un testamento artistico, una testimonianza filmata, come si dice, anche se non è una ripresa teatrale dello spettacolo, è tante cose: è l'attore che si spoglia, che pensa, che vede, guarda se stesso, poi insomma io non ho fatto ragionamenti prima, ho fatto e basta, poi ci siamo messi lì a montare, ed è venuta fuori questa cosa che è un oggetto per me, almeno per me, molto prezioso, umanamente molto prezioso», ha dichiarato.

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Trascrizione
00:00Sergio Castellitto ha presentato al Torino Film Festival nella sezione Zibaldone,
00:04Zorro, un'eremita sul marciapiede in anteprima mondiale,
00:07che ripercorre il tour del suo spettacolo riportato in teatro dopo molti anni.
00:11Un monologo scritto da sua moglie Margaret Mazzantini,
00:14su un uomo che perde tutto e si ritrova sulla strada.
00:17Una frase bellissima nella prefazione che Margaret scrisse al testo,
00:22dice perché in ogni vita ce n'è almeno un'altra,
00:26ma forse non la sapremo mai,
00:27perché nella sliding door abbiamo scelto di andare di là piuttosto che di là.
00:33Castellitto ha ritrovato il manoscritto quasi per caso mentre c'era il Covid
00:36e la solitudine messa in scena in qualche modo è stata diversa, ha spiegato.
00:40La seconda messa in scena, che peraltro è anche molto più essenziale della prima,
00:47e meno ginnica in qualche modo,
00:50ha sicuramente subito quella solitudine che avevamo messo in scena,
00:56che tutti abbiamo vissuto prima che, insomma, dopo l'esperienza terribile del Covid.
01:04Per cui sicuramente è cambiato qualcosa.
01:06Non è cambiata l'anima e la natura stessa del personaggio, che è sempre la stessa,
01:11e che è modernissima, perché se 25 anni fa, quando l'ho fatto la prima volta,
01:17la solitudine era un problema, oggi la solitudine è una tragedia.
01:22L'idea di riprendere lo spettacolo è venuta quasi da sé.
01:26Per un piacere personale, per un'esigenza di lasciare un testamento artistico,
01:33una testimonianza filmata, come si dice, anche se non è una ripresa teatrale dello spettacolo,
01:40è tante cose, è l'attore che si spoglia, che pensa, che vede, guarda se stesso.
01:45E poi, insomma, io non ho fatto ragionamenti prima, ho fatto e basta.
01:49Poi ci siamo messi lì a montare e è venuta fuori questa cosa,
01:53che è un oggetto per me, almeno per me, molto prezioso.
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