OGGI, MERCOLEDÌ 30 LUGLIO, IL GRANDE REGISTA ITALIANO GABRIELE SALVATORES SPEGNE LE SUE PRIME 75 CANDELINE. Fin da quando ha fondato assieme a Ferdinando Bruni il Teatro dell'Elfo (oggi noto come Teatro Elfo Puccini) nel 1972 a Milano, ci ha abituati a viaggiare con lui. Sì, perché uno dei temi principali di tutta la sua produzione sta proprio in questo movimento. Il partire, la nostalgia, l'arrivare, l'accorgersi insieme a qualcuno.
In una recente intervista con Tommaso Toma di Billboard Italia, Salvatores ha infatti raccontato: «Sono cresciuto in un'epoca in cui il viaggio aveva una valenza di significato molto ampia ed era inteso in tutti i sensi. Non si trattava solo di spostamento geografico, ma anche di veri e propri trip con la mente, stimolati anche da una certa letteratura. Quando ero giovane lessi tante volte Sulla Strada di Jack Kerouac e in qualche modo mi formò. Ma paradossalmente non sono uno che ama viaggiare da solo, anche se tutti hanno detto che io sarei “il regista della fuga"».
E ancora: «In realtà ogni volta che parto ho un pochino di ansia e fare le valigie mi crea sempre dei piccoli problemi. Detto questo [...] la cosa che mi ha sempre affascinato è lo spostamento fuori dalla propria comfort zone. In un mio film, Nirvana, il protagonista fa un viaggio a livello virtuale, scopre un mondo nuovo senza muoversi fisicamente. Arrivare in luoghi o situazioni completamente diverse da quelle abitudinarie ti rende più vulnerabile ma forse più sincero».
Ha poi aggiunto: «Vorrei fare un altro riferimento letterario. Quando facevo teatro, uno dei testi che mi affascinavano sempre era Sogno d’una notte di mezza estate di Shakespeare. Sono protagonisti quattro ragazzi che fuggono da Atene, il regno della luce, della ragione e della stabilità, per ritrovarsi in un bosco popolato dagli spiriti della notte che è proprio il regno dell’irrazionale, dell’istinto animale, dell’imprevedibile. Rimangono talmente spaventati che alla fine tornano a casa tranquilli, da bravi ragazzi».
Gabriele Salvatores, che ha vinto un Oscar al Miglior film in lingua straniera nel 1992 con Mediterraneo, è anche uno dei fondatori - insieme a Maurizio Totti e Diego Abatantuono - della casa di produzione cinematografica Colorado Film. E in un'intervista a Equire, ha confessato il suo film a cui è più legato. «Ci sono quelli a cui sono affezionato per motivi pratici, altri per motivi artistici. Poi ci sono anche quelli che non mi piacciono, certo che ce ne sono. Ma se proprio devo dirlo, Io non ho paura è quello che mi ha più toccato, scelgo quello».