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Trascrizione
00:00Buonasera, ben ritrovati a una nuova puntata del nostro TG Preview, lo spazio di attualità
00:14che anticipa il telegiornale di Teletutto. Questa sera ci occupiamo di qualità della
00:19vita, la qualità della vita dei bresciani, un valore che è sempre più considerato dai
00:24cittadini, come dimostrano le frequenti e sempre più diffuse ricerche sulla qualità della vita.
00:33Noi non possiamo non parlare della ricerca appena pubblicata dal giornale di Brescia, sarà in parte
00:39dedicata a questo, la puntata di questa sera, la dodicesima edizione della qualità della vita
00:46pubblicata dal giornale di Brescia. Lo faremo con Francesco Alberti, giornalista del giornale
00:51di Brescia che abbiamo qui in studio. Buonasera. Buonasera. E in collegamento abbiamo la professoressa
00:56Giulia Rivellini, docente di Scienze Statistiche dell'Università Cattolica di Brescia. Buonasera.
01:03Buonasera. Prima di iniziare la nostra discussione facciamo un passo indietro, vediamo il servizio
01:10di Clara Piantoni sulla serata di ieri sera durante la quale è stato presentato il nuovo
01:16inserto della qualità della vita e avremo anche qualche primo spunto interessante. Sentiamo.
01:21una fotografia del presente che peraltro si arricchisce di uno storico di 12 anni appunto
01:29che ci consente di leggere meglio quello che sarà. I numeri raccontano una provincia che continua
01:35a muoversi e che proprio per questo chiede politiche capaci di tenere insieme sviluppo, qualità
01:39ambientale e giustizia territoriale. In questo contesto si colloca a qualità della vita l'inserto
01:44del giornale di Brescia curato da Giovanna Zenti e Francesco Alberti in collaborazione con
01:48il ricercatore Elio Montanari, la cui dodicesima edizione in edicola questa settimana è stata
01:53presentata nelle scorse ore al Museo Diocesano. Si conferma l'idea di una provincia a due velocità,
01:59con delle aree che continuano a crescere, dove cresce la popolazione, cresce l'economia,
02:04cresce la ricchezza, crescono i servizi, aree invece sempre più marginali.
02:08In controtendenza invece il dato sulla città, che riafferma la sua centralità a dispetto
02:13delle previsioni di una provincia policentrica immaginata appena pochi anni fa.
02:17Si avvicina a sfiorare i 200.000 abitanti ed è destinata nelle proiezioni dell'Istat a raggiungere
02:23nel 2040 il livello di 210.000 abitanti che ha toccato all'inizio degli anni 70.
02:30Una raccolta di numeri, dati e statistiche che insieme ricostruiscono lo stato di salute del
02:34Bresciano, in cui per ogni indicatore si può analizzare la serie storica, a partire dalla
02:39prima edizione di Qualità della Vita. Il report non si limita quindi a scattare una
02:43fotografia che restituisce l'immagine dei comuni dove si vive meglio, ma diventa una vera e
02:48propria bussola che aiuta amministratori e decisori ad orientarsi.
02:52Per una lettura reale di quello che accade e quindi una previsione, in questo punto presunta
03:00proprio, di quello che potrà avvenere.
03:02Uno strumento in più dunque per stabilire nuovi obiettivi e come raggiungerli, come è
03:06stato ricordato al diocesano, nel corso di un evento pubblico divenuto ormai una tradizione
03:11che affonda le radici nel senso di comunità.
03:13Dobbiamo sempre più crescere nella consapevolezza di essere all'interno di una comunità che
03:20esprime problematiche e ricchezze, ma che solo avendo questa solidità del sentirsi comunità
03:28può affrontare con determinazione e in modo vincente il futuro.
03:34Avete visto nel servizio la copertina dell'inserto Qualità della Vita?
03:40Ve la ripropongo perché è una bella storia, quella appunto della fotografia originale scattata
03:47nel 1956 e quella scattata ieri sera da tre dei quattro fratelli, Luigi, Giuseppe e Ida
03:54a Gazzani. Abbiamo voluto scegliere questa istantanea per raccontare un pezzo della nostra
04:01provincia appunto con una foto. Entriamo nel merito, parliamo di popolazione, uno dei sette
04:09temi di cui si parla nell'inserto. Partiamo dal locale per arrivare al nazionale, al globale
04:15con la professoressa Rivalini. Partiamo da Francesco Alberti. In questo inserto, in questa
04:21ricerca si parla di proiezioni della popolazione bresciana nel futuro a partire dal presente.
04:28Cosa ci dice?
04:29Allora, in realtà noi abbiamo fatto anche un salto indietro nel superpassato perché abbiamo
04:35fatto anche una proiezione che parte dal... non proiezione, siamo basati sui dati dal
04:39primo censimento del 1865 e abbiamo fatto una prospettiva fino al 2050 e la cosa curiosa
04:46è che ovviamente nei decenni passati la popolazione è sempre cresciuta come in tutta Italia. Oggi
04:53c'è una situazione che potremmo definire di stallo però le prospettive ci dicono che
04:58Brescia, Brescia e provincia è comunque destinata anche se di pochissimo a crescere. Questo soprattutto
05:05perché comunque il fenomeno migratorio, seppur molto meno rispetto al passato, comunque
05:11resiste e quindi ci dà quel piccolo vantaggio positivo rispetto per esempio alla Lombardia
05:18e all'Italia che le prospettive Istat da qui al 2050 danno entrambe in calo. Ed è un dato
05:23in controtendenza. La città è ormai praticamente arrivata a 200.000 abitanti e sempre le proiezioni
05:33danno entro un decennio che supererà i 200.000.
05:37Professoressa Rivellini, questo è lo scenario locale. Ovviamente la crisi demografica è
05:42un fenomeno globale, restando ai dati nazionali, qual è lo stato di salute da questo punto
05:50di vista dell'Italia oggi e le proiezioni future?
05:52Bene, direi che lo stato di salute forse è caratterizzato principalmente dagli squilibri
06:03che si hanno sulla composizione della popolazione per fasce di età, perché questo dice tanto.
06:11Ovvero oggi siamo in una situazione in cui in Italia la popolazione che ancora nelle statistiche
06:18che viene definita anziana ma che a breve poi dovrà rivedere anche una soglia in termini
06:25di età. La popolazione di 75 anni e più pesa circa il 24% e secondo le previsioni Istat
06:33che anche il collega ha richiamato questa percentuale crescerà fino a quasi più del 30% da qui al
06:412050. Non è solo questo il dato che fa forse riflettere, ma è anche poi questo dato in proporzione
06:51alla quota della popolazione in fascia di età più giovane, quindi supponiamo, immaginiamo
06:57ancora di stare sulle soglie che utilizza l'Istat per definire la popolazione giovane in un indice
07:04di vecchiaia che era popolazione tra 0 e 14 anni. Ecco, questi pesi segnalano una situazione
07:11critica per quel che riguarda la struttura. Ovviamente a questa situazione siamo arrivati
07:17a causa di un prolungato calo della fecondità, quindi della natalità, che non è stato poi
07:24equilibrato e non è stato contrapposto da un incremento della popolazione straniera, dove
07:30ho sentito prima che su Brescia invece questo saldo migratorio anche totale ha fatto sì
07:36che la popolazione bresciana negli ultimi anni abbia subito, abbia vissuto un incremento
07:42e poi che questo incremento sia previsto anche per gli anni futuri da qui al 2050. Ecco, nella
07:50realtà italiana il contributo della popolazione straniera ancora non è riuscito a aiutare
07:57l'inversione di tendenza nell'andamento dei tasti di fecondità totale, che sono delle
08:02misure che dicono come si comportano gli individui dal punto di vista riproduttivo. E questo
08:11quindi è un segno ancora di fragilità, di debolezza se guardiamo all'intera popolazione.
08:19certo se poi ci rendiamo conto, andiamo anche a guardare forse le previsioni che l'Istat fa
08:26riguardo all'evoluzione delle tipologie di famiglia, anche lì io intravedo dei segni
08:35un po' scoraggianti, ovvero sebbene l'Istat preveda che il numero delle famiglie in termini
08:42complessivi, da qua sempre al 2050, possa subire un lieve incremento, parliamo veramente
08:49di numeri bassissimi, un 1%, però quello che forse più preoccupa è che la quota di
08:56famiglie che sono così definite unipersonali, cioè fatte da una sola persona, crescerà
09:02notevolmente e a fronte di questa crescita diminuirà la quota di famiglie che possiamo
09:09definire senza nucleo, cioè senza coppie e senza quel legame genitore e figlio che fanno
09:17la definizione statistica che si chiama nucleo. Ecco, queste tipologie di famiglie saranno
09:24sempre meno presenti a fronte di famiglie invece fatte da una sola persona.
09:30E questa è una, professoressa, una delle conseguenze, una delle forse più visibili conseguenze
09:37future di questa crisi demografica appunto in ottica futura, ci saranno ovviamente anche
09:42delle conseguenze a livello sociale, la nostra società cambierà anche a livello di reti
09:49sociali, di interazione, di tempo libero banalmente, uno dei nostri parametri, dei nostri indicatori
09:56Francesco della qualità della vita è anche il tempo libero, cambierà anche in questo senso.
10:02Ma quello che volevo chiederle, un problema già esistente oggi, lei ha fatto riferimento
10:08appunto alle famiglie sempre più sole, diciamo, composte anche da una sola persona, sempre
10:17più piccole sicuramente, e un problema forse sottovalutato già oggi è quello della solitudine,
10:23ne abbiamo parlato anche noi in diverse occasioni in approfondimento sul giornale di Brescia,
10:27quali rischi ci sono per gli anziani del domani, oltre che per quelli del presente?
10:35Ma io il rischio forse più consistente che intravedo è il rischio della vulnerabilità
10:42relazionale, cioè il rischio che gli anziani si trovino ad avere una rete potenziale, chiamiamola,
10:52una rete a cui poter fare riferimento in caso di bisogno, in termini sia di supporto emotivo
10:58che di supporto anche legato alla vita quotidiana, una rete sempre più scarna, perché noi viviamo
11:05in un contesto italiano che è sempre stato investito dalla cultura familistica e in questo
11:12contesto la cultura familistica ha sempre riconosciuto il valore alle reti di supporto, riconosciute
11:20nei legami forti, nei legami familiari. Se saranno sempre più consistenti gli anziani
11:27senza figli o gli anziani che si trovano magari a vivere anche una condizione di solitudine
11:32per l'incremento anche dell'instabilità coniugale, l'assenza dei figli, l'assenza del coniuge
11:40acquirà questi rischi di isolamento sociale, questi rischi di vedere una rete di supporto potenziale
11:48sempre più ridotta e quindi accanto al rischio di isolamento sociale ovviamente va a posto
11:57poi il rischio di sentirsi abbandonati, di non sentirsi accompagnati magari nelle fasi anche
12:03più delicati di transizione anche previste all'interno di una vita anziana, quindi lei si immagina
12:11anche il tema della digitalizzazione, quindi sarà sempre più rapida, l'incremento anche la presenza
12:17sempre più permeante dell'intelligenza artificiale anche all'interno magari della vita quotidiana.
12:23Ecco, l'assenza di una rete di prossimità, magari una rete facilmente raggiungibile dall'anziano
12:31che ovviamente a grandi distanze non potrà più percorrere, questo penso che sia un rischio
12:36a cui dobbiamo guardare con attenzione e dobbiamo forse attrezzarci per far sì che si sviluppino
12:46altre forme di supporto sociale, reti di prossimità, reti che possono nascere anche in quegli spazi
12:53che sono stati anche definiti anche dalla letteratura, spazi privati ma non pubblici, quindi spazi dove
13:01le persone possono incontrarsi magari facilmente uscendo dalla soglia della propria abitazione,
13:07incontrare persone che appartengono a generazioni diverse, ricevere il supporto emotivo che tanto fa
13:15anche nel non sentirsi abbandonati e nel non fare in modo che poi l'anziano cada in una condizione
13:21di deriva e da cui poi deriva, ne conseguono altre problematiche di natura.
13:27Sarà questo sicuramente il tema dei prossimi anni mi viene da dire, tra poco parleremo anche
13:37di economia di lavoro che poi è un tema strettamente legato anche alla popolazione, quindi ci ricollocheremo
13:44anche con la professoressa Rivellini, ma Francesco ampliando anche un po', andando anche oltre
13:49il nostro rapporto della qualità della vita, anche se in realtà poi tutto si tiene, si parla
13:54anche di un fenomeno, noi ce ne siamo anche occupati spesso sul giornale negli ultimi mesi
13:58di un ritorno alla montagna, c'è un rapporto di Uncem che ha certificato che negli ultimi anni
14:04100.000 nuovi residenti sono arrivati nei borghi montani, è una tendenza passeggera o è un indicatore
14:15di qualcosa secondo te?
14:16Ma allora ne parlavamo anche ieri con il sindaco di Ponte di Legno che ha appunto vinto questa
14:22edizione della qualità della vita, questa edizione è stata vinta da Ponte di Legno, che appunto
14:28è un paese di altissima montagna, è un paese molto turistico però, Ponte di Legno diciamo
14:34che è atipico perché ovviamente avendo così tanto turismo lì il lavoro c'è, però se noi
14:40ci spostiamo già da Ponte di Legno, Temure, scendiamo, comunque alta valle ma non più, è
14:45quel posto diciamo idillico che è Ponte di Legno, la questione è molto problematica, lo diceva
14:49ci diceva anche il sindaco. È chiaro che questo fenomeno, soprattutto dopo il Covid, il
14:55fenomeno appunto di dire vabbè voglio ritrovare un ritmo più tranquillo della vita, fungo
15:01dalla città e così via, è un'idea molto romantica. Poi come noi abbiamo parlato spesso
15:07con altri sindaci, ne avevamo parlato anche l'edizione di due anni fa, mi ricordo col sindaco
15:11di Bagasa, quindi abbiamo diciamo una nostra finestra di osservazione, è sì un fenomeno
15:18ma rimane ancora molto molto residuale, è però un fenomeno che oggettivamente ha presa
15:25sui giovani, sui giovanissimi, sono soprattutto loro che stanno riscoprendo diciamo quelle che
15:31sono le loro radici, magari le famiglie poi sono scese in città o sono scese nei paesi
15:36di pianura, poi unito alle problematiche di trovare lavoro, allora si valuta di dire
15:41vabbè magari c'è un appezzamento in montagna, c'è una piccola aziendina, ok, però ripeto
15:46sono attualmente numeri molto molto piccoli.
15:50Passiamo a un altro dei temi più importanti di questo report che è l'economia. A Brescia
15:58sale l'occupazione, in 5 anni 33 mila addetti in più, i redditi restano mediamente più
16:04alti rispetto al resto d'Italia, ci racconti un attimo lo scenario così poi ci colleghiamo
16:08un attimo con un'ultima battuta con le professoressa.
16:10Sì, sul fronte dell'economia, allora il reddito, il reddito di Bresciani che è circa,
16:17il reddito medio è circa 26 mila euro, è un reddito comunque basso, si è rapportato
16:23alla nostra provincia perché in ambito regionale per esempio noi siamo molto indietro, siamo
16:27dietro Milano, dietro Bergamo eppure per dire con Bergamo l'economia e il territorio è
16:33pressoché uguale.
16:34Rispetto alla media nazionale è più alto?
16:36È più alto, è leggermente più alto della media nazionale, però se, e questo è un
16:42dato positivo, però sempre ieri ne parlavamo anche appunto col vice direttore del Sole
16:4624 Ore che da oltre 30 anni loro pubblicano la qualità della vita e la nostra diciamo
16:53prende spunto dalla loro da 12 anni, Brescia ha comunque ancora delle ottime diciamo,
16:59degli ottimi indicatori ma potrebbe fare meglio. Sul fronte del lavoro invece la cosa
17:05che va spiegata è che tu hai citato i nuovi posti di lavoro, poi c'è un dato che viene
17:12spesso diffuso anche a livello nazionale che è il numero dei contratti che vengono fatti
17:18in un anno, per esempio quando si dice, semplifico, in un anno 100 mila contratti e spesso vengono
17:25anche spacciati per lavoratori. In realtà il mercato del lavoro attuale con la precarietà
17:32dilagante fa sì che una stessa persona, se è fortunato, perché se è fortunato, in un
17:39anno possa fare anche 4 o 5 di quelli che vengono chiamati avviamenti.
17:42E viene conteggiato 5 volte.
17:43E viene conteggiato 5 volte. Quindi quei 100 mila che vengono spacciati per nuovi lavoratori
17:49in realtà magari sono 20 mila. Quindi questo per dire che il dato va sempre interpretato
17:57nel modo corretto.
17:57C'è anche una difficoltà statistica come ben saprà anche la professoressa.
18:02Professoressa abbiamo ancora qualche minuto, non tanti. Ovviamente popolazione, economia,
18:11lavoro e demografia sono anche aspetti strettamente collegati. Lei prima ha parlato appunto di una
18:16fascia di popolazione, quella che si dice anche attiva nel lavoro, una fascia di popolazione
18:23che diventa meno attiva nel lavoro e che è in crescita. Sono due temi strettamente legati, no?
18:32Direi proprio di sì che è importante non dimenticarsi proprio di questa interazione anche perché
18:40i comportamenti demografici poi danno delle risultanze che si vedono lungo gli anni.
18:47Quindi le scelte che oggi fanno i giovani o che hanno fatto i giovani anni fa poi hanno
18:54delle conseguenze negli anni che viviamo oggi ma negli anni che vivranno anche le generazioni
18:59future. Quindi oggi per esempio una misura abbastanza importante che dà l'idea anche
19:06della situazione critica in cui siamo è questa misura legata al dividendo demografico, cioè
19:13quanto pesa la popolazione che è in uno stato di bisogno, di bisogno nel senso o di bisogno
19:19di assistenza o di bisogno di cure, quindi sempre torniamo a quegli squilibri, quanto pesa
19:25quella quota di popolazione sulla popolazione invece in età attiva che è la popolazione
19:30che statisticamente viene considerata tra i 15 e i 74 anni. Questo guadagno che ci si può
19:39attendere dalla consistenza, dalla popolazione che oggi caratterizza il nostro Paese si sta
19:46sempre più assottigliando perché la popolazione attiva tenderà a decrescere per effetto di
19:54questa riduzione della natalità che già si osserva ma che si osserverà in maniera
20:00sempre più forse consistente, questo porterà anche a delle conseguenze poi negative sia
20:08sul piano dell'assistenza sociale, sul piano del welfare anche di supporto familiare ma
20:15il welfare anche più economico per quanto riguarda la popolazione in età da pensionamento
20:22e sia poi delle difficoltà nella gestione anche di tutta la filiera produttiva e quindi
20:28una ricerca magari di personale più o meno formato che possa rispondere anche alle esigenze
20:35nuove di nuove figure lavorative. Quindi queste due tematiche sono strettamente interrelate
20:45e bisogna anche creare la sensibilità, fare in modo che le persone si formino su questi
20:53temi, che anche all'interno delle aziende si prenda coscienza di come è fatta la popolazione
20:59aziendale e come è fatta anche con riferimento al contesto poi entro il quale l'azienda opera
21:07in modo da fare delle scelte che tengano conto anche dell'evoluzione del tempo sia della
21:13popolazione interna all'azienda stessa che della risposta che l'azienda può ricevere
21:19dalla realtà in cui opera.
21:23Grazie professoressa, siamo in chiusura purtroppo ci sarebbe molto di cui parlare, lo rifaremo
21:29sicuramente e saremo lieti di averla di nuovo ospito. Intanto la ringrazio, grazie a Francesco
21:35Alberti, noi ci rivediamo alle 19.30 in punto con Clara Piantoni nel telegiornale di Teletutto.
21:44Grazie per averci seguito.
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