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  • 2 giorni fa
Una stanza spoglia, una sedia, una poesia e degli specchi: questa è la camera dei sogni di Bottega Veneta. Nel nuovo cortometraggio What Are Dreams della Maison, Jacob Elordi attraversa il confine tra realtà e immaginazione guidato dallo sguardo visionario del celebre fotografo Duane Michals. In un bianco e nero sospeso, fatto di manichini, piume e silenzi, l’attore australiano si muove per la stanza come in un sogno lucido, dove la moda diventa introspezione e ogni gesto si trasforma in poesia visiva.
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Un viaggio nell’inconscio firmato Duane Michals
In What Are Dreams, Duane Michals riprende tutti gli elementi che hanno reso unico il suo linguaggio visivo: la stratificazione tra realtà e immaginazione, la dimensione poetica e quel senso di mistero che avvolge ogni gesto. Girato in bianco e nero nella casa newyorkese dell’artista, il cortometraggio diventa un viaggio nell’inconscio. Mentre osserva gli oggetti. l'attore australiano interpreta con intensità la poesia omonima scritta dallo stesso Michals e pubblicata nel libro Questions Without Answers (2001). Le immagini, come nella tradizione più autentica del surrealismo, scardinano la logica e aprono alla meraviglia, evocando i riferimenti pittorici di Magritte e de Chirico, ma anche la delicatezza narrativa tipica dell’opera di Michals.
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Eleganza e introspezione: Elordi veste Bottega Veneta
Nel cortometraggio, Jacob Elordi veste creazioni di Bottega Veneta che riflettono l’estetica minimalista e scultorea della Maison: capi sartoriali dai volumi fluidi e materiali pregiati, in un dialogo continuo tra struttura e libertà. In questo contesto, gli abiti diventano oggetti simbolici, quasi estensioni dell’identità del protagonista: una seconda pelle che si trasforma insieme ai suoi pensieri. La moda, qui, non è un semplice elemento estetico, ma parte integrante del racconto. Con What Are Dreams, Bottega Veneta conferma la propria visione colta e sperimentale: una maison capace di parlare di arte, introspezione e bellezza con un linguaggio senza tempo.
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Duane Michals, il poeta dell’immagine
Michals, oggi novantaduenne, ha raccontato in un’intervista ad Artnet News di aver ricevuto «una grande libertà creativa» da parte del marchio, che gli ha permesso di tradurre in immagini la propria idea di sogno e bellezza. Con le sue sequenze narrative, le sovrimpressioni e i testi manoscritti ai margini delle foto, Michals ha costruito un’estetica unica, capace di fondere parola e immagine, sogno e memoria, realtà e immaginazione. Ha sempre indagato «l’invisibile dell’essere umano»: desideri, paure, sogni che abitano la mente. Nella sua carriera ha collaborato con riviste e maison di moda – da Vogue a Esquire, fino a Bottega Veneta, con cui firmò già una campagna nel 1985.Oggi, a oltre sessant’anni dai suoi esordi, continua a lavorare con la stessa curiosità di sempre, tra fotografia, poesia e cortometraggi. «Non mi interessa documentare la realtà», ha concluso l'intervista, «ma rivelare la magia che la attraversa».
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Jacob Elordi, il volto perfetto per Michals
What Are Dreams arriva in un momento chiave anche per Jacob Elordi, che quest’anno è protagonista di due delle più attese trasposizioni letterarie del secolo: l'attore interpreta il Mostro nel Frankenstein di Guillermo del Toro, presentato a Venezia e in arrivo su Netflix, e Heathcliff nel nuovo Wuthering Heights di Emerald Fennell. Due ruoli che confermano la sua capacità di incarnare figure tormentate, sensuali e complesse – ideali per il linguaggio visionario di Michals.
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Bottega Veneta tra arte e moda
La campagna si inserisce nel più ampio dialogo tra Bottega Veneta e il mondo dell’arte contemporanea: la Maison, oggi guidata dalla direttrice creativa Louise Trotter, ha recentemente celebrato la scultrice Barbara Chase-Riboud nel progetto Craft is Our Language.Un modo per ribadire che, da sempre, artigianalità e arte sono il cuore del linguaggio Bottega Veneta. Con What Are Dreams, la casa di moda firma una riflessione sul desiderio e sull’immaginazione, dove l’eleganza diventa esperienza estetica e spirituale insieme.

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