Come spezzare l’incantesimo della dipendenza affettiva e amare da sovrane. C’è un momento, nella vita di ogni donna, in cui l’amore smette di essere una danza e diventa una prigione. Ci si accorge che il cuore non batte più liberamente, ma in funzione di qualcun altro. Si aspetta un messaggio, un gesto, un ritorno. Si cerca di piacere, di compiacere, di essere scelta. È l’incantesimo della dipendenza affettiva, un sortilegio antico quanto il mondo.
[idarticle id="2648073" title="Il falso sé nella Dipendenza Affettiva: 7 verità per ritrovare autenticità e amore consapevole"] L’incantesimo della dipendenza affettiva La dipendenza affettiva nasce da un’infanzia in cui abbiamo imparato che l’amore va meritato. Che per essere amate dobbiamo essere brave, gentili, accomodanti. Che la nostra luce può disturbare e va velata. Così cresciamo diventando abili nel leggere i bisogni degli altri, ma analfabete nel riconoscere i nostri. Offriamo il nostro cuore come un dono, ma spesso lo consegniamo a chi non sa riceverlo. E allora l’amore si trasforma in attesa, ansia, mancanza, controllo.
Ogni volta che mettiamo la nostra felicità nelle mani di un altro, rinnoviamo quell’incantesimo. È come se ci dicessimo: «Io non basto a me stessa, ho bisogno di te per esistere». Ma l’amore, quello vero, non è dipendenza. È libertà condivisa.
[idarticle id="2468183" title="Dipendenza affettiva, tutte le strategie per ritrovare autonomia (e autostima)"] Il risveglio dalla dipendenza affettiva [idgallery id="2289549" title="Psicologia inversa in amore: funziona davvero?"]
Spezzare l’incantesimo significa risvegliarsi dal sonno dell’oblio. Ritornare alla propria regalità interiore. In sanscrito si direbbe “Śakti”, la forza femminile primordiale, l’energia che crea e sostiene l’universo. Ogni donna porta in sé questa potenza, ma spesso la dimentica sotto gli strati di paura, senso di colpa e bisogno di approvazione.
Quando cominci a ricordare chi sei, ti accorgi che non hai bisogno di essere scelta, perché sei tu a scegliere. Non cerchi più un amore che ti completi, ma uno che ti celebri. Non ti accontenti di chi ti tollera, ma accogli solo chi ti vede.
[idarticle id="2635369" title="Selene Calloni Williams: dal dolore alla rinascita nel libro ''Diario di una Sciamana''"] L’arte di amare da sovrane Amare da sovrane non significa chiudere il cuore o diventare indifferenti. Significa amare da pienezza, non da mancanza. È dire: «Ti amo, ma non ho bisogno di te per essere me stessa». È restare centrata nel proprio tempio interiore, qualunque cosa accada fuori. È concedere libertà, perché non si teme più di perderla.
La sovrana non seduce per paura del vuoto, ma incanta con la propria presenza. Non si nutre di promesse, ma di verità. Sa che l’amore non è un rifugio, ma un cammino di risveglio.
[idarticle id="2470588" title="L'Agorà di Selene Calloni Williams: «Il tradimento è... una benedizione»"] Visualizza un trono dentro di te
Ogni volta che senti di perdere te stessa per amore, fermati. Chiudi gli occhi e immagina un trono al centro del tuo petto.
Siediti su quel trono, raddrizza la schiena, senti il respiro scendere nel ventre. Ripeti dentro di te: «Io sono intera. Io sono luce che non chiede di essere vista. Io amo la libertà».
Rimani così per qualche minuto, finché il corpo non ricorda che è tempio e non prigione. Finché il cuore non torna a battere per sé, e poi per il mondo.
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