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https://www.pupia.tv - Roma - Presentazione del libro "Le due vite di Linda" - Conferenza stampa di Martina Semenzato (16.10.25)
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00:00Allora io ringrazio tutti i presenti, io sono Valerio De Gioia, uno dei consulenti della
00:11Commissione d'inchiesta sul femminicidio. Ultimamente la Presidente mi dà il ruolo
00:17di moderare gli eventi, però soltanto gli eventi più importanti. E questo evento meritava
00:23una moderazione, perché quello del quale parliamo oggi, presentando il libro di Linda
00:30Moberg, è una vicenda umana molto più frequente di quello che si può pensare. Perché noi
00:38a fronte di un processo che viene celebrato, in questo caso per maltrattamenti in famiglia,
00:43lesioni personali, vi garantisco che ci sono tanti processi che non vengono celebrati, perché
00:49purtroppo non sempre questi fatti di reato vengono denunciati. Abbiamo visto un aumento
00:55delle denunce, il che non vuol dire che sono aumentati i reati, ma ci fa capire che c'è
01:00una maggiore consapevolezza e fiducia nei confronti delle istituzioni. Quindi adesso non voglio
01:07rubare tempo perché poi abbiamo una tempistica molto rigorosa e quindi lascio la parola alla
01:16Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni
01:20forma di violenza di genere, Martina Semenzato, l'onorevole anche autrice della prefazione
01:26a questo libro.
01:27Grazie. Buon pomeriggio a tutti e a tutte. Io ringrazio. Ringrazio naturalmente Valerio
01:37De Gioia che per me è il consulente, ci tengo sempre a dirlo, perché senza ovviamente nulla
01:44a togliere al grandissimo lavoro importante che fanno tutti i consulenti della Commissione,
01:50adesso lo dico seriamente, ma sicuramente la presenza, la devozione, il lavoro sistematico
01:57che il Dottor De Gioia prima di tutto da uomo fa in questa Commissione sicuramente lo rende
02:05per me oltre che un faro giuridico un punto di riferimento. Io poi ringrazio ovviamente tutti
02:13i relatori e le relatrici di oggi a partire da Linda Moberg, da Simona Berterame e da Mauro
02:20Valentini. Però permettetemi di ringraziare un'amica per me speciale che è Cristina Mezzaroma,
02:27grazie alla quale io ho iniziato questo percorso con Linda Moberg, perché io devo dire che tutto
02:36è iniziato su un campo da calcio. Siamo state, non ci conoscevamo, così sfatiamo qualsiasi
02:45indicazioni che si presentano libri di amici, parenti, conoscenti non è così, perché io
02:51Linda Moberg non la conoscevo, non conoscevo neanche la sua storia. Siamo state entrambe
02:58invitate alla Fondazione Lazio per parlare di violenza di genere, ognuno con le proprie
03:07competenze e dico purtroppo anche con le proprie esperienze di vita, perché Linda porta la propria
03:13esperienza di vita. E devo dire lì abbiamo iniziato un percorso insieme, soprattutto per
03:21la parte per me fondamentale che è quella di raccontare anche storie di donne che dalla
03:28violenza sono uscite. Storie che è difficile ovviamente da abbinare queste due parole quando
03:35si parla di violenza di genere, di positività , però di resilienza, di esempio, di impegno di
03:43mettere a disposizione un vissuto doloroso per la collettività e soprattutto per tantissimi
03:50ragazzi ed è iniziato questo percorso. Linda stava costruendo questo libro, mi ha chiesto
03:58di scrivere la prefazione e devo dire che quando mi viene chiesto di scrivere una prefazione,
04:05io naturalmente desidero sempre vedere il contenuto di quello per cui faccio la prefazione,
04:11ma tendo quasi sempre a dire di sì, perché è un atto di riconoscimento nei miei confronti,
04:17di stima e io penso che devo mettere a disposizione la mia voce, il mio ruolo istituzionale per far
04:23parlare forte la lotta contro la violenza di genere. Quindi abbiamo costruito insieme questo
04:30percorso stilistico, dove ovviamente ci sono due mani sapienti e sono qua vicino perché poi
04:38mi sono relazionata con loro, però poi con Linda l'ho voluta in audizione perché ritenevo
04:44che fosse importante la sua storia e che fosse importante il ruolo di suo figlio in questa
04:52storia e oggi a conclusione, ma non mi piace dire perché non ci sono mai le conclusioni,
04:58è sempre l'inizio di un percorso, ricordatevi, non si arriva mai alla fine, è sempre un continuo
05:03inizio. Abbiamo voluto la presentazione di questo libro perché è importante condividerne
05:10ai contenuti. Io dico sempre a un certo punto i libri non sono più di chi li scrive,
05:17ma sono di chi li legge, perché poi ognuno di voi prenderà un pezzetto di questo libro
05:22e entrerà a far parte della propria vita e ognuno avrà il suo, ci si riconoscerÃ
05:27in alcune frasi, in alcuni dolori, in alcuni percorsi, ma soprattutto, e questo per me è il
05:33tema fondamentale, si riconoscerà nel valore della denuncia. Perché oggi il verbo fondamentale
05:42per la lotta alla violenza di genere è denunciare. Denunciare è un verbo straordinario, vuol dire
05:47mettere in luce. Questo non vuol dire solo, come dire, da parte dell'istituzione, delle
05:54forze dell'ordine. Denunciare vuol dire anche rivolgersi alla propria vicina, alla propria
05:59famiglia, alla propria compagna di banco, per i giovanissimi e i propri insegnanti e
06:06mettere in luce un disagio, un disagio personale o un disagio di qualcun altro, perché ricordiamoci
06:12che la denuncia non sta in capo solo alla vittima, ma sta in capo anche a tutti noi. Il disagio
06:19di una persona che conosciamo, ecco, forse solo se mettiamo a terra questo patto di corresponsabilitÃ
06:25alla famiglia, alla scuola, alla società civile e alla politica, riusciamo a far cambiare
06:32la grammatica della violenza di genere. Perché oggi dobbiamo cambiare la grammatica. Noi veniamo
06:38da un ennesimo femminicidio. Voi avete visto una ragazza di 29 anni, uccisa da un uomo di
06:4452. Non facciamo nessun commento sulla vita di queste persone. Quello che sconvolge è che
06:53la scelta di autodeterminazione, la scelta di libertà , la stessa che voleva forse fare
06:58Linda, no? Di fare altro nella vita indipendentemente da, venga bloccato non per amore, perché quello
07:05non è amore, ma per possesso, per controllo e per assoluto desiderio di annullare l'altra.
07:14E quindi è evidente che i segnali c'erano, sì spessissime volte i segnali ci sono.
07:20Gli elementi legislativi e normativi ci sono? Sì. Forse dobbiamo lavorare maggiormente
07:28sulla nostra reattività sociale. Nostra, della vittima, di tutto quello che sta intorno
07:34alla vittima, per riconoscere maggiormente e denunciare quelli che sono gli alert. Perché
07:41oggi dobbiamo lavorare profondamente sugli alert. Riconoscere questa violenza fin dall'inizio,
07:47e le forme di violenza sono tante, e Linda ce le racconta e le ha vissute tutte, non solo
07:54quella fisica, che è l'epilogo più drammatico che tutti noi riconosciamo, ma quella psicologica,
08:00quella sessuale, quella economica, che porta la donna ad un completo isolamento dagli affetti,
08:07dalle relazioni, la chiude in quelle mure domestiche. Oggi parliamo anche di violenza online,
08:13di violenza digitale, e fa sì che da quelle mure domestiche si faccia fatica ad uscire.
08:19Noi siamo qui oggi per dare voce, voce ad una donna forte, voce che sia voce per tutte
08:26le altre donne. Grazie.
08:27Grazie Presidente. Prima di lasciare la parola all'autrice, così racconta l'esperienza che ha vissuto,
08:39e anche cosa vuol dire, no? Scrivere un libro, riportare quelle dinamiche, sarà sicuramente
08:46in parte una sofferenza, ma in parte anche una liberazione, perché si racconta quello che si è
08:53vissuto. Io volevo fare una premessa indispensabile, questo incontro è finalizzato dalla presentazione
08:58di un libro, non c'è da parte nostra la volontà di riprocessare l'uomo che ha subito un processo,
09:04perché lì ci sono due gradi di giudizio, forse siete arrivati anche in Cassazione, siete giÃ
09:09in Cassazione, quindi sono gli atti che parlano su quei fatti, quindi non c'è un intento
09:14di ricelebrare il processo, però la considerazione che volevo fare è che in questa vicenda drammatica
09:22della prima vita di Linda, perché poi la denuncia le ha consentito di avere una seconda vita
09:27e di rifiorire, questa situazione che lei ha vissuto, la sua sfortuna ulteriore è stata
09:36che si sono verificati questi fatti prima che il legislatore riuscisse a fare un intervento
09:43importante, dapprima con il codice rosso, questa legge che tutti conosciamo, che era entrata in vigore
09:50nell'agosto del 2019, invece mi sembra che i fatti che sono finiti prima, quindi all'epoca c'erano
09:58regimi sanzionatori più contenuti, era più complicato adottare misure cautelari e fare degli interventi
10:06immediati in funzione di prevenzione, però da allora, da quando lei ha patito questi fatti
10:11di reato, molto è cambiato, anche grazie alla legge numero 168 del 2023, la legge Roccella
10:18che ha potenziato le misure di prevenzione e le misure cautelari e possiamo dirlo, non
10:24dovrebbe passare molto tempo, ma finalmente questa legge che introduce da un lato il reato
10:30di femminicidio che è una fattispecie autonoma e dall'altro ulteriori misure volte a tutelare
10:38le donne, ecco se tutto va bene, diciamo essendo stata approvata in via definitiva dal Senato
10:44all'unanimità a luglio, ora e alla Camera, prima della fine dell'anno, dovrebbe aggiungersi
10:50questo intervento legislativo in un apparato che garantisce la tutela, però va ribadito
10:57e quindi do continuità a quanto ha detto la Presidente, tutti questi strumenti importanti
11:03possono funzionare a due condizioni, la prima è che le donne denunciano, non solo le donne
11:10dice bene la Presidente, anche coloro che hanno notizia di questi fatti, in questo fatto di
11:15cronaca recentissimo, io ho sentito tante persone che dicevano, lui l'ha minacciata,
11:21addirittura qualcuno ha detto, le ha puntato una pistola sull'addome, sul ventre, ecco
11:27quelli sono fatti di reato che chiunque può denunciare, poi se serve la querela le forze
11:33dell'ordine chiamano la persona offesa e gliela fanno formalizzare, e oltre a questo
11:38primo aspetto importante di intervento, di denuncia o di denuncia anche da parte degli altri,
11:43ci vuole anche una sensibilità giuridica da parte degli appartenenti alle forze dell'ordine
11:50e dei magistrati, perché se una donna mi racconta la sofferenza che sta patendo, anche
11:56a livello psicologico, io devo essere in grado di capire che quello integra un reato
12:00e devo apprestare gli strumenti di tutela. Quindi io ti ringrazio per aver denunciato
12:06prontamente questi fatti e se tu hai una seconda vita lo dobbiamo anche al coraggio di denunciare,
12:12perché ci vuole coraggio nel denunciare. Quindi ti lascio la parola e vorrei che tu raccontassi
12:18l'esperienza e anche che cosa ha significato per te scrivere questo libro bellissimo che
12:23si legge rapidamente.
12:26Allora, sento il bisogno per prima cosa di ringraziare l'onorevole Martina Semensato
12:32per questa splendida iniziativa. Soltanto parlando e sensibilizzando l'opinione pubblica
12:39è possibile tenere alta l'attenzione su una piaga sociale come la violenza di genere.
12:45Sono Linda Moberg, vittima di una grave violenza domestica. Sei anni fa, dopo un lungo calvario
12:52fatto di violenza fisica e psicologica, il mio ex marito mi massacra lasciandomi priva
12:58di sensi per terra. Ripetute bastonate con il bastone del moscio avevano causato trauma
13:04cranico, trauma facciale, contusione multiple su tutto il corpo e una sospetta emorragia
13:10cerebrale. Soltanto l'arrivo di mio figlio Riccardo, che ha chiamato i soccorsi, ha evitato
13:17l'epilogo più drammatico. Un femminicidio mancato alle statistiche di quell'anno.
13:24La violenza subita è stato l'inizio di un altro incubo, guarire e a cercare di ottenere
13:32giustizia. Grazie alla sensibilità , alla professionalità e alla vicinanza dell'avvocato
13:37Massimiliano Santaiti, con il quale ormai andiamo anche nelle scuole a fare prevenzione,
13:44continua ancora oggi in questo calvario fatto di rinvie di sentenze, a volte per noi comuni
13:50mortali, sapevo dire incomprensibili. Mi sono trovata a un certo punto a un bivio continuare
13:59a subire in silenzio, a partire da una giustizia negata, per me chiaramente, con i tempi lunghissimi
14:06per finire ad una mancanza dei servizi sociali o a cercare di reagire. La domanda è chi deve
14:14proteggere le donne minacciate dai loro compagni, chi valuta la pericolosità di questi individui
14:21quando restano liberi in attesa di una condanna definitiva e chi può fermare la violenza prima
14:30che diventi irreparabile. Alle donne in pericolo si chiede di essere coraggiosi e di non subire
14:37i suprusi in silenzio. Si suggerisce di denunciare e a questo punto ho scelto di non restare più
14:45in silenzio e subire gli eventi. Ho reso noto la mia storia sui social e da qui è nato
14:51un interesse sulla mia storia. In particolare devo tanto alla professionalità e alla sensibilitÃ
14:57di Simona Berterame, anzi giovanissima giornalista all'epoca, siamo invecchiati insieme Simona
15:04con una bellissima intervista, a me Riccardo su fanpage.it e ha contribuito a far sì che
15:15la gente iniziasse a interessarsi sempre di più alla mia vicenda, anche da parte diciamo
15:22dalle trasmissioni televisive, dalla stampa, dall'altra stampa però ha iniziato lei, questa
15:29bellissima ragazza. La mia vicenda così uguale a tante altre ma con la differenza che ho avuto
15:39la sensazione che rendendo pubblico il mio dolore questo poteva essere d'aiuto a tante donne
15:46che come me soffrono ma che non hanno la forza di reagire, che non hanno la forza di parlare.
15:53All'improvviso avevo un messenger intassato non solo da solidarietà ma anche di sorrellanza
15:59di altre donne che subivano violenza. Una di loro mi ha scritto aiutami tu Linda, aiutami
16:05tu a gridare in silenzio. Io quella promessa la mantengo ogni giorno nel nome di lei, delle
16:12altre vittime di violenza e nel nome di chi non ce l'ha fatta. È anche un modo per me
16:24di dire grazie alla vita stessa. Mi ritengo una donna fortunata, fortunata di essere viva
16:33e ho deciso che la mia esperienza poteva essere d'aiuto. Ed è nata l'idea di ripercorrere
16:40la mia storia con l'intento soprattutto di aprire gli occhi su aspetti troppo spesso
16:46trascurati e non colti per tempo. Qui l'importanza della prevenzione, di riconoscere il segnale
16:53anche di chi ci sta intorno. La persona violenta si riconosce da piccole cose ed è importante
17:02riconoscerle immediatamente. In altre parole, riconoscere per tempo significa fare prevenzione.
17:09alle donne dico sempre non sottovalutate questi atteggiamenti, non commettete gli errori
17:16che ho fatto io. Per troppi anni ho accettato l'inaccettabile, sono stata in un silenzio
17:21tombale, ho tasciuto la verità vivendo l'indiscibile e ho nascosto un crimine. Sono diventata la perfetta
17:28complice di un criminale ai miei stessi danni. Ho negato le evidenze, ho minimizzato i segnali
17:35che il peggio sarebbe arrivato. Oggi è apprezzo le piccole cose. Non mi abiterò
17:42mai alla vista di un tramonto e non mi importa se piove, se splende il sole, perché vivere
17:47è un privilegio. Ma non mi abiterò mai alla non giustizia, che chi spaglia non paga e che
17:53il coraggio a credere una sentenza esemplare non viene sempre premiato. Che da vittime ci
17:58chiediamo lungo il percorso giudiziale se siamo noi i cranefici e non loro. Che la solitudine
18:05post-inuncia è una solitudine a volte reale. Che i rinvii delle udienze fissate sono all'ordine
18:12del giorno e che i tempi della giustizia sono interminabili ed inaccettabili. Quando si desidera
18:20solamente di andare avanti e ricostruire, a ritrovare se stessi è un po' di normalitÃ
18:26meritata. Servono pene certe e serve tutela della vittima. Non resterò mai in silenzio,
18:33perché il silenzio uccide. Ma questo nostro libro parla, parla un linguaggio schietto, reale,
18:39semplice e parla di prevenzione e parla di rinascita. Ma soprattutto sa di speranza e sa di vita.
18:45è un libro che può essere letto anche dai giovani, che sono il nostro futuro. Ringrazio
18:54la Presidente Semenzato per la sua prefazione, la giornalista Elio Onora Daniele, Avvocato
19:01Santaiti, mio figlio Riccardo e Anna Silvia Angelini, Presidente dei AIDN1, che con il loro
19:08contributo hanno reso questo libro completo. Ringrazio la fotografa Emanuela Nino per la capacitÃ
19:15di scattare uno stato d'animo e si vede dalla copertina. Grazie di cuore. Ringrazio infine
19:22tutti i presenti. Voglio menzionare Avvocato Patrizia Schiarizza, Presidente del Giardino
19:28Segreto, nata per tutelare gli orfani di femminicidio.
19:32Ci prendiamo tutto il tempo che vogliamo. Intervengo allora per far respirare un po', abbiamo
19:40fatto una straordinaria relazione sugli orfani di femminicidio e la dottoressa è stata una
19:46che per fortuna non sono orfani di femminicidio. Abbiamo fatto una straordinaria relazione e abbiamo
19:53fatto un'audizione a cui l'Avvocato Schiarizza ci ha raccontato del tantissimo lavoro così
19:58respiriamo. Io le voglio un gran bene, lei lo sa. E quindi abbiamo messo a disposizione uno strumento
20:03importante anche su questo tema. E poi c'è una magnifica donna seduta qui in prima fila che mi ha detto
20:10io vengo subito, gli ho mandato il messaggio, ha detto io vengo. È la dottoressa Cristina
20:15Mezzaroma che grazie alla sua sensibilità ha voluto ospitarmi più volte nella sua trasmissione
20:22a Radio Lasso Style, ente morale. Grazie di cuore Cristina per essere venuta. Ti voglio un gran bene.
20:40Grazie. Allora. E ci siamo conosciute, confermo quello che ha detto la Presidente, ci siamo conosciute
20:46su una panchina rossa presso i campi del Lazio. Sì, io posso confermare perché io c'ero quel giorno. Lei ha fatto
20:55le riprese. Sì, c'ero. Ero insieme a voi. Quindi anch'io mi unisco ai ringraziamenti innanzitutto
21:01alla dottoressa Cristina Mezzaroma che ha ospitato anche me e la Presidente in una trasmissione radiofonica
21:09ma anche televisiva, presumo, nella quale ci si occupa periodicamente del fenomeno della violenza
21:16domestica e di genere, che è fondamentale poi l'informazione. Quindi grazie. Ringrazio anche
21:22l'Avvocato Santaiti che io conoscevo e che mi ha consentito di conoscere Linda perché io Linda
21:30l'ho conosciuta in una scuola perché lì lei raccontava la sua esperienza con ragazzi giovanissimi
21:37ma tutti molto presi e molto attenti perché detto tra di noi il legislatore sta facendo
21:42tantissimo. I magistrati lavorano molto su questa grave problematica però fondamentale diventa
21:51anche la formazione e l'informazione. Quindi noi dobbiamo muoverci da quelli più giovani.
21:56Prima di passare la parola a Simona Berterame che è una delle autrici del libro volevo fare
22:03una piccola considerazione su un rilievo che hai fatto adesso e che hai fatto anche
22:08nel libro. Giustamente lei si è lamentata dei tempi della giustizia. Quindi ha toccato
22:16un fenomeno che purtroppo abbiamo che è quello della vittimizzazione secondaria. Due sono le
22:22cause maggiori di questa vittimizzazione secondaria. La prima è quando la persona offesa, che è
22:28più importante dei testimoni, viene trattata nel corso dell'udienza come fosse responsabile
22:34dei fatti che invece ha avuto il coraggio di denunciare. E su questo questa importante
22:41legge che sta per essere varata ha un intervento specifico che impone al magistrato di intervenire
22:48per esempio quando vengono fatte domande che riguardano la persona offesa, che esulano dei
22:54fatti che sono offensive della dignità della persona offesa. La speranza è che la vittimizzazione
22:59secondaria sparisca perché poi noi ci meravigliamo che le donne non denunciano. Ma se una donna
23:03denuncia e poi viene trattata nel procedimento in cui è vittima come fosse lei l'imputata,
23:09beh evidentemente una donna dice già ha avuto delle mortificazioni, ne voglio risparmiare
23:13delle altre. L'altro profilo che viene evidenziato nel libro sono i tempi della giustizia. Perché
23:21quando tu senti una donna che ha denunciato dei fatti di reato a distanza di 3-4 anni,
23:27quella donna quando viene in udienza, perché a me capitava che non venissero in udienza,
23:33quella donna ha perso ogni speranza, ha capito che la vera autorità non sono io che giudico
23:38ma è quell'uomo violento che è rimasto a casa e continua ad essere violento e questo
23:43è un altro elemento che poi spinge le donne a non denunciare. Quindi anche su questo punto
23:49il legislatore dopo i fatti che hanno riguardato è intervenuto dando priorità assoluta ai reati
23:56cosiddetti da codice rosso, però poi viene sempre rimesso alla concreta applicazione da
24:02parte dei magistrati. Quindi fatta questa considerazione io lascio la parola a Simona Verterame che giÃ
24:09conoscevo perché oggi ho la fortuna di conoscere tutti i presenti, compreso il Mauro Valentini
24:14che vedete nascosto lì all'estrema destra e con Simona. Insomma la domanda che vorrei farle è questa.
24:21Come è nato questo rapporto con Linda e l'idea poi di tradurre la sua esperienza in un libro molto importante?
24:30Allora, buonasera intanto a tutte e tutti. Grazie. Mi unisco ovviamente ai ringraziamenti corali
24:37per questa opportunità che ci è stata data. Mi permetto di fare solo un piccolo inciso prima di arrivare poi
24:44a raccontare il mio incontro, il mio primo incontro con Linda nel lontano 2020
24:50perché mi unisco un po' al ragionamento che ha fatto il dottor De Gioia sulla vittimizzazione secondaria.
24:58Parlando poi proprio dell'ultimo caso, il più recente, ovvero quello avvenuto ieri a Milano
25:05io mi sento di dire che il ragionamento su quanto sia dannosa la vittimizzazione secondaria
25:12non va fatto solamente nelle aule di tribunale. Parlo ovviamente della mia categoria
25:18bisogna fare più attenzione a come si raccontano queste storie, quindi come giornalista e giornalisti
25:26perché per esempio dire che lui l'ha uccisa perché lei l'aveva lasciato
25:32bisognerebbe invece dire lui l'ha uccisa perché lui non accettava che lei volesse lasciarlo.
25:42Lui l'ha uccisa a punto. Lui l'ha uccisa a punto, quello ovviamente, però già cambiare il linguaggio
25:48fare attenzione alle parole, all'importanza di come si racconta una storia così tragica
25:55può fare la differenza a livello comunicativo. Quindi dopo questo piccolo inciso
26:03Posso permettermi, Simona, intervengo perché è anche giusto sapere i punti di lavoro della Commissione
26:08esiste un punto di inchiesta della Commissione che riguarda comunicazione e violenza
26:12e riguarda proprio l'etica del reporting perché la narrazione, ma anche la narrazione ossessiva
26:19anche la ricerca di informazioni sulla vita della vittima, ancora più sulla vita del carnefice
26:28che non si limita solo ad un fatto di cronaca ma diventa come dire una serie a puntate
26:34fa sì che ci sia una narrazione talmente ossessiva da diventare quasi una serie tv da seguire dall'audience
26:44d'altronde e questo mi fa anche preoccupare, le serie più seguite sono quelle che riguardano
26:51i grandi serial killer e questo il crime e quindi anche la narrazione hai perfettamente ragione
27:00io parlo di etica nel reporting perché un femminicidio finisce in prima pagina, uno stupro in sesta pagina
27:08perché si mette sempre vicino a è stata uccisa perché lo ha lasciato, perché voleva laurearsi, perché aveva un amante
27:16eccetera eccetera, spostando l'attenzione sempre sulla vittima e non su chi ha commesso quel reato infame
27:24quindi mi trovi perfettamente ragione, d'accordo Simona, che forse bisogna cominciare anche a raccontarla
27:32in maniera diversa. Io vi dico solo questa cosa e poi mi taccio che l'altro giorno è arrivata una ragazza
27:40che abita in Norvegia e mi ha raccontato che lì i femminicidi ci sono, il cosiddetto tra l'altro
27:46paradosso norvegese o c'è una nazione molto avanti nell'empowerment e nell'inclusione
27:51nell'UF aziendale pure ci sono più femminicidi che in Italia e la violenza di genere è molto elevata
27:56che lì i femminicidi vengono raccontati come un fatto di cronaca appunto e finiscono
28:01non c'è l'esasperazione mediatica perché oggi ognuno di noi sa dove andare a prendere un acido
28:06per sfregiare una donna e come pugnalarti perché l'uccisione sia mortale e invece a Norvegia
28:15arrivano i nostri casi italiani con un racconto di nuovo ossessivo. Quindi insomma dobbiamo fare
28:21una riflessione su che cosa stiamo ricamando sull'argomento del femminicidio, se è etico
28:28raccontarlo sempre così e in questo modo. Prego Simona, scusate.
28:31Mi sento di dire che comunque dei passi avanti poi non so se sono tutti d'accordo o si sono
28:37fatti da questo punto di vista, nel senso che almeno la sensibilità o comunque dare più
28:44attenzione poi non sempre l'esito è positivo però almeno se ne parlo, comunque ci si indigna
28:51un po' di più per quel titolo sbagliato o comunque quell'enfatizzazione eccessiva.
28:57Detto questo io purtroppo non come Linda mi sono scritta nulla quindi andrò a braccio
29:04e quindi vediamo perché sono molto emozionata, adesso proverò ovviamente a raccontare una
29:12storia che ho già raccontato diverse volte quindi ormai dovrei saperla ovviamente sempre
29:16insieme a Linda. Allora io ho conosciuto Linda nel lontano 2020, quindi eravamo nel pieno
29:24della pandemia. Questo è un elemento molto importante perché il tramite è stato l'Avvocato
29:30Santaiti che Linda ha già pienamente citato e ringraziato e lui mi sottopone questa storia,
29:38la storia di Linda. Ma in quel caso il fulcro era sì raccontare la sua vicenda, quindi quello
29:46che le era capitato, ma era anche raccontare questo stallo che c'era per quanto riguardava
29:53il processo. Perché il fatto era avvenuto più di un anno fa, però anche a causa del
30:01Covid, perché adesso il dottor De Gioia mi correggerà se sbaglio, però nel momento della
30:05pandemia, diciamo quello più estremo, si doveva scegliere quali processi dare la precedenza
30:11perché tutti non si potevano fare per distanziamento e quant'altro, poi le quarantene e si dava
30:17la precedenza ai procedimenti dove c'era una persona con una misura cautelare che poteva
30:24essere insomma il carcere, arresto domicilare o quant'altro. E quindi arriviamo qui al caso
30:29di Linda. L'ex compagno, l'ex marito non avendo nessuna misura cautelare non aveva la prioritÃ
30:37in questo caso emergenziale insomma nella fase del Covid rispetto ad altri e quindi
30:44Linda era preoccupata perché questa persona non aveva nessuna misura cautelare e oltretutto
30:51il processo non andava avanti. Quindi ci siamo conosciute e ho fatto questo primo video che
30:57è uscito proprio il 25 novembre 2020 dove raccontavo la storia di Linda, ho intervistato
31:05anche Riccardo, suo figlio che raccontava insomma il suo intervento che è stato fondamentale
31:11e poi mi sembrava corretto anche dare spazio a lui che era un protagonista positivo di questa
31:19storia e da lì poi è iniziato un po' tutto nel senso che Linda poi ha preso posso dire
31:27ancora più coraggio, lei già aveva iniziato sui social un po' a raccontare la sua storia
31:32ma dopo questa intervista hanno cominciato altri colleghi insomma a contattarla anche
31:38associazioni insomma ha iniziato un po' questo suo percorso e io quindi non mi do dei meriti
31:48ovviamente su questo però sono contenta e grata di averle dato il via possiamo dire nel senso
31:57di aver contribuito a dare una spinta, una freschezza nuova a questa sua seconda vita
32:05perché adesso vedete Linda come una donna meravigliosa, fortissima e lo era anche all'epoca
32:13però io adesso quasi non riconosco quella donna che era molto meno come dire consapevole
32:22anche di quanto fosse importante quello che stava facendo e parliamo poi di ormai cinque
32:28anni fa e quindi poi il nostro cammino è andato avanti insieme con il mio lavoro
32:35ho continuato a raccontare la sua storia e fino a che Linda un anno fa più o meno mi dice
32:45ma io vorrei raccontare la mia storia in un modo diverso in un libro
32:50allora io non avevo ancora mai scritto nessun libro e quindi ho dovuto coinvolgere un fuoriclasse
32:58una persona che già ne aveva scritti tanti ed era sicuramente più esperto di me
33:03ci tengo a dire che infatti questo libro se c'è è un grande merito di Mauro Valentini ovviamente
33:10e abbiamo iniziato a vederci a casa di Linda tutti e tre e lei era quasi una chiacchierata
33:19ovviamente i temi sono quelli che conoscete quindi non poteva essere una chiacchierata piacevole
33:24però abbiamo cercato di tirare fuori il più possibile e Linda spesso mi ha detto che è stata quasi
33:34una forma di terapia per lei e si è ricordata anche dei dettagli o comunque delle cose che aveva quasi
33:42insomma accantonato e quindi sono veramente felice di aver fatto questo percorso insieme a Linda
33:51è solo l'inizio mi sento dire anche io come diceva l'onorevole che spero che questo libro riesca
33:58ad arrivare a più persone possibile soprattutto ai ragazzi e le ragazze perché sì la parte legislativa
34:05la parte giudiziaria come dicevamo prima è importante è fondamentale ma se agiamo prima
34:11se arriviamo prima sull'educazione nelle scuole ai ragazzi sempre più giovani forse non ci dobbiamo
34:18neanche arrivare in una in un'aula di tribunale
34:21e adesso veniamo a Mauro Valentini visto che visto che che Simona ha raccontato che non è semplice
34:39scrivere un libro anche se è una storia che viene raccontata adesso Mauro ci deve spiegare
34:45quali sono le difficoltà nello strutturare un libro e quali sono stati diciamo i passaggi
34:52che tu hai trovato più importanti di questa narrazione che quindi sono stati messi in evidenza nel volume
35:00Mauro prima di lasciarle la parola io ci tengo a dire che nuovamente io ho iniziato facendo
35:08questi appuntamenti del taccuino nuovi linguaggi contro la violenza di genere dove c'erano sempre
35:13parterre di sole donne e da quest'altra parte eravamo sempre solo donne io devo dire che la mia
35:20grande soddisfazione perché chi ci sta seguendo poi perché queste abbiamo la web della camera quindi
35:26siamo in streaming ci seguono che da un po di mesi a sta parte devo dire l'ultimo anno ho tanti eventi
35:34dove metà interlocutori sono uomini e dall'altra parte chi ascolta metà del parterre è composto da
35:42uomini e qui ci sono i giornalisti uomini che seguono tantissimo tutto il taccuino e quindi penso che la
35:51strada sia quella giusta perché gli interlocutori con cui dobbiamo insieme intraprendere la strada
35:58la violenza di genere sono proprio gli uomini ci tenevo perché di nuovo abbiamo due uomini poi il
36:03magistrato de gioia lui simpaticamente dice che ma è una cosa a cui lui ci tiene in particolarmente
36:08che ci sia anche sempre una voce maschile sul tema della violenza di genere io penso che questo sia
36:13importante perché se no ce la raccontiamo sempre tra di noi
36:16grazie onorevole sì io penso molto semplicemente dico che questo è un problema di tutti non è un
36:27problema di donne se continuiamo a catalogarlo come un problema di donne diventa diventa un
36:33problema che smarca l'altra metà della della mela che poi è quella che in realtà è la più responsabile
36:41insomma quindi per carità mi sento non avevo mai pensato al mio ruolo di genere perché mi sono
36:48sempre preoccupato e ho sempre lavorato da quando ho iniziato questa questa avventura che inizia con
36:58una tessera da giornalista messa in tasca perché scrivevo di cinema ma in realtà più che scrivere di
37:04recensioni cinematografiche volevo raccontare storie perché poi in fondo il cinema che amo è semplicemente
37:11una narrazione di avvenimenti che o sono accaduti o potrebbero accadere che sono accaduti nella mente
37:17di chi le racconta allora ci tengo a dire ho preso un po' di appunti sì sembra un po' uno scostumato
37:24che si mette a scrivere al telefono mentre tutti parlano in realtà è il mio Simona può testimoniare
37:31prima le ho chiesto se avesse una penna per fare una cosa un po' più generale non ce l'aveva e allora niente ho dovuto
37:37usare questo innanzitutto volevo ringraziare ehm oltre all'onorevole semenzato per la prefazione
37:43per noi è un è un regalo enorme per quanto ci riguarda volevo ringraziare anche la e l'onora
37:51Daniele che conduce ehm storie italiane su Rai 1 che è stata la prima trasmissione che ha ehm
37:57invitato Linda dopo dopo il lavoro che aveva fatto Simona e ci ha regalato un'introduzione
38:05secondo me meravigliosa che nel suo stile anzi le porto i suoi saluti mi ha detto che siete
38:12quasi con con con il conterraneo esatto e quindi insomma ci teneva a mandare orgogliosamente
38:17venete orgogliosamente sì ma ha detto ma ha detto la stessa cosa quindi e quindi evidentemente
38:24è così ehm guardi ehm la cosa che più mi mi viene da ringraziarla è perché abbiamo
38:35portato anche le lacrime qui di Linda dentro a questa che è la casa io la sento la casa anche
38:41mia insomma anche se non ho eh come dire la fortuna di essere un rappresentante del del
38:47del popolo italiano però questa questo è un luogo no che viene sempre vissuto come eh un
38:52un po' distante dall'opinione pubblica invece noi qui ci portiamo i sentimenti ci portiamo
38:58le vite ci portiamo tutte e due le vite di Linda qui a a raccontarle e le due vite di Linda
39:06noi abbiamo scritto questo libro eh cercando di raccontare eh partendo dalla dalla genesi
39:13proprio dalla nascita di Linda dalla sua infanzia in un luogo che per noi è così diciamocelo
39:18tutti insomma è una cosa cioè la Svezia per noi è è un luogo magico no per cui farlo
39:25raccontare da lei qual è stata la sua esperienza ma io volevo condurla a raccontare la sua eh mi
39:33permetterà Linda la sua normalità la sua famiglia eh perfettamente eh inserita nel tessuto sociale
39:42la sua voglia di di conoscenza la sua voglia di conoscere l'italiano si compra spoiler un
39:48pezzettino del libro ma insomma si compra un vocabolario italiano svedese svedese italiano
39:53impara le parole come se fosse una predestinata ad essere una nostra cittadina no? Ehm e questo
40:02ho ho trovato che era molto bello raccontarlo perché cosa? Perché volevamo restituirvi la
40:09normalità di una vita che poi incontra il male e quanto sia semplice e facile e comune e che
40:19nessuno si senta escluso dall'incontro con una situazione come questa come questa insomma io
40:27sono veramente molto orgoglioso di questo libro non è il mio primo insomma ne ho scritti un pochino
40:32ma ma ma questo è no non certo 300 come il come come De Gioia però eh che sa un pochino
40:41meno
40:42libri in diritto ma eh se non se non sono 300 saranno 268 ma ecco quindi insomma però eh ci
40:54tengo ci tengo a dirlo che sono molto orgoglioso perché il linguaggio era proprio questo e poi
40:59permettetemi finalmente possiamo raccontare una storia che che che ci porta a un bel finale
41:06perché per quanto sia doloroso comunque questa è una storia che ha un lieto fine voi la vedete
41:12lì eccola là ed è per me è una felicità eh non solo averla conosciuta ma averne avuto avere avuto
41:22la fortuna eh di aver la sua fiducia lei ci ha consegnato a me a Simona ci ha consegnato
41:29tutti le sue i suoi pensieri più intimi quelli che noi abbiamo ritenuto non fosse fossero troppo
41:35intimi da tenerceli per noi ce li siamo tenuti per noi quelli che eh potevamo raccontarvi ve li
41:42abbiamo ve li abbiamo raccontati io sono anche molto contento perché ho lavorato con eh vabbè
41:49lei poi si arrabbierà sempre tanto lo farà pure stavolta perché le faccio troppi complimenti
41:54ma io la trovo veramente eh un talento assoluto per cui sono veramente contento di di poterla
42:01in qualche modo spintonare non spingere ma proprio spintonare nel mondo dell'editoria
42:05perché lei ha tutte le qualità per per per riuscire eh lei mi chiama fuori classe
42:12quindi esagera lei io non sto esagerando però eh le posso vi posso assicurare
42:16e eh però eh era proprio una cosa eh che dovevamo raccontare e dovevamo raccontarla
42:23in questo modo ehm si discuteva prima prendevo appunti perché parlavate del linguaggio
42:28noi come ordini giornalisti eh abbiamo un codice deontologico che va corretto io credo
42:37che sia una rarità insomma è stato corretto negli ultimi cinque anni tre volte quindi evidentemente
42:42c'è una corsa proprio alla all'aggiornamento e al trovare i momenti i movimenti giusti
42:50uso un termine cinematografica ma insomma il movimento di macchina che possa riuscire a seguire
42:55quella che è l'azione perché l'azione che noi vediamo è in continua evoluzione ma è velocissima
43:00e noi come ordine giornalista noi come giornalisti dobbiamo corrergli dietro ed avere gli strumenti giusti
43:08bisogna saper raccontare sono d'accordo senza eh trasferire ehm trasferire un giudizio
43:17il problema è che noi queste regole ce le diamo ma poi nella semplicità si ritorna ai vecchi
43:26ai vecchi ai vecchi parametri che è vero quelli che ho letto anche io ieri che mi ha colpito
43:31molto devo dire che l'attenzione va fatta un po' a 360 gradi lo so che non c'entra niente
43:36in un ambito femminicidio però insomma ne discutevamo prima di entrare un titolo di
43:43un giornale sportivo che parla di Italia Israele in questo momento e scrive nel titolo che
43:52abbiamo battuto Israele con due missili di retegui allora mi fa pensare che obiettivamente
43:57ci deve essere un'attenzione che va al di là e mi chiedo a volte il titolista ma dove
44:04vive perché non è possibile che non abbia quel quel moto di coscienza di dire eh per una
44:11lì dopo una lite oppure oppure lei lo stava lasciando oppure la frase terribile che è non
44:19accettava non accettava la separazione ora che tu l'accetti o no obiettivamente fa parte di quello
44:27che è il vissuto eh però farlo diventare un elemento di ehm discriminante e e e diciamo
44:36e e diverso rispetto al fatto in sé io questa cosa non la capisco guardate che se andate a
44:41leggere nelle meroteche e tirate fuori i giornali degli anni settanta e ottanta la notizia è
44:47raccontata ancora così allora sono due le cose o i giovani sono nati vecchi oppure i vecchi
44:55sono ancora i vecchi colleghi sono ancora troppo influenti nei confronti dei giovani bisogna trovare
45:00un linguaggio nuovo secondo me per quanto riguarda questa storia è chiaro che questa storia lascia
45:06la mare in bocca perché ha una ha una finale eh insomma non me ne voglia il magistrato il caro
45:13amico magistrato de gioia ma insomma un finale che per l'opinione pubblica è troppo difficile da
45:19digerire insomma perché eh non eh aver una eh riconoscimento di giustizia che non è eh solo
45:28punitivo ma che anche di riconoscimento nei confronti della vittima non è gli anni che
45:34determinano gli anni di condanna che determinano il ristoro eh morale o o o fisico di chi ha subito
45:43però insomma aver non aver visto non riconosciuto alcuni parametri che sono importanti come quello
45:50della della violenza assistita verso i minori della continuazione del reato che è proseguito
45:56per anni per anni per anni questa cosa obiettivamente ci ha lasciato molto sgomenti e noi però questa
46:02cosa l'abbiamo lasciata abbiamo lasciato la questione giornalistica e giuridica ma abbiamo
46:08lasciato nella voce di Linda quella che era la sua la sua sensazione e vedete eh questo
46:15coraggio andrebbe premiato e non vi ripeso perché dopo un percorso come quello così duro
46:24da parte di di una vittima come come lei che per fortuna è viva e ce lo può raccontare
46:29ehm insomma avere quel tipo di di risultato può scoraggiare anche chi si sta mettendo in cammino
46:37adesso è questo il senso Linda no? Cioè eh metter paura a chi deve iniziare e lo sa che sarÃ
46:46un percorso difficile guardate con eh proprio in storia italiana io sono spesso ospite abbiamo
46:52eh affrontato una storia che era praticamente identica a quella di di Linda e lì c'è l'unico
46:59provvedimento che è stato chiesto è quello di chiedere a questa signora con due figli piccoli
47:04più piccoli di quelli che che aveva Linda all'epoca di fatti di andare in una di lasciare
47:10il suo paese andare in una struttura protetta ecco questo secondo me lei lo ha rifiutato
47:16perché perché deve sradicare i ragazzi dalla scuola sradicarsi lei da da casa cambiare
47:23vita e nascondersi come se fosse lei come dire la responsabile del reato ecco questo è
47:29quello che eh noi dobbiamo continuare a raccontare come giornalisti e sperare che raccontandolo
47:36possa in qualche modo cambiare cambiare l'atteggiamento di della di chi deve mettere mano a questo a
47:44questa situazione perché questa situazione così com'è non funziona ancora sono sicuramente
47:50convinto che il codice rosso molto ha fatto e molto farà sono d'accordo però forse ancora
47:55manca quella quell'anello di congiungimento tra eh tra chi vede assiste a una violenza come
48:04come quella perpetrata nei confronti di Linda e chi deve poi in qualche modo decidere per
48:09una punizione ehm l'ultima cosa che voglio dire voglio ringraziare Linda perché mi ha ogni
48:18libro in qualche modo quando affronti i casi di cronaca eh non sto qui a fare la lista di
48:23degli incontri che ho fatto però sono degli incontri che in qualche modo maturano in chi
48:28racconta una sensazione di di nuovo e Simona parlava di di questa sua eh sensazione parte di
48:36Linda di aver fatto quasi una terapia no? Una una riconoscimento. Quello che mi colpisce è che
48:41quando si scrive un libro su questa su queste storie le vittime in qualche modo si mettono in
48:45posizione terza e si osservano dall'alto e in qualche modo capiscono quello che gli è successo
48:51perché fino a che se lo raccontano tra loro non lo capiscono. Quando poi vanno dall'altra
48:55parte della barricata si sentono nella condizione di poterlo raccontare e questo è importante.
49:00Però io voglio ringraziare Linda perché se sono una persona come quella che sono lo
49:05devo pure a un incontro a questo incontro che ho fatto con lei e quindi ti ringrazio.
49:09se la presidente è d'accordo io lascerei la parola a Cristina Mezzaroma così ci fai
49:20da parte mia. Ecco no lascio a voi che siete. Sì. Allora come tutti quanti io conosco Linda
49:41un pomeriggio portata da un amico di Linda il professor il dottor Chiavetta perché con ente
49:47morale nella alla Lazio avevo ho voluto questa rubrica e due volte a settimana dico perché
49:56solo di calcio non se ne può dico mi piacerebbe in una radio ascoltare qualche altra cosa la
50:02vita i casi anche collegati allo sport e non perché io sia donna ma nell'avvicinarsi della
50:15giornata tutti quanti tendono no la giornata dell'alimentazione la giornata del sangue la
50:22giornata della violenza io in realtà quelle giornate non mi piacciono perché dico sempre
50:28solo quel giorno e il giorno prima il giorno dopo e quindi incontro Linda e sono poi mi sono
50:39resa conto dopo mi ha raccontato non ci conoscevamo più o meno così in grandi linee e io da donna
50:51idiota lo posso dire Martina ho fatto la domanda più stupida e più banale che potevo dire perché
50:59non te ne sei andata poi dopo perché viene di primo acchitto no una donna così bella così forte
51:10come io l'ho vista dico perché dico non ti non se ne è andata ha preso i figli e se ne è andata ma
51:17dietro c'è un mondo poi ho capito che dietro ci sono stati anni ci sono anni in cui viene annullata
51:27perché io dico sempre che lo schiaffo come dire non ci si deve arrivare il primo schiaffo vero è
51:36quando lo sguardo della persona che hai scelto e pensi di abbia scelto Martina Linda ti guarda a un
51:45certo punto e ti dice ma come ti sei vestita con una nota e una sfumatura di scherno di disprezzo
51:55quello è il primo sguardo però noi donne abbiamo una cosa che gli uomini non hanno noi abbiamo il
52:01complesso il complesso della croce rossina io lo cambierò io con me sarà diverso no ho capito
52:12ascoltando sentendo che una persona non cambia e quando io dico sì parliamo alle donne io dico le donne
52:22lo sanno che significa quella parola le donne significa che cosa è quel tono e le donne significa
52:29che cos'è uno schiaffo parliamo ai ragazzini parliamo ai giovani parliamo agli uomini perché
52:35loro non lo sanno infatti con ente morale con la lazio non insisto moltissimo con gli adulti ma con i
52:47bambini di 9 anni di 11 di 12 delle giovanili e proprio non tanto con le bambine ma con i bambini e
52:57alle bambine così molto immodestamente dico alla prima visaglia parlate gridate dico non lo guardate e
53:08non pensate che il giorno dopo se vi porta la rosa voi lo scusate per cui per me è stato un
53:16privilegio ovviamente incontrare linda a volte continuo quando sento alcune storie e mi è capitato
53:23anche con la storia di pamela ascoltandola ieri anche lì ci sono ricaduta e ho detto perché non se
53:30ne andata perché molto immodestamente credo che noi donne siamo più forti di qualsiasi cosa quindi
53:39lì non c'ho il collegamento ma come siamo così forte partoriamo cresciamo i figli aiutiamo i mariti
53:46aiutiamo tutti e non siamo forti nell'aprire una porta e andarcene perché come dico sempre purtroppo
53:56cristina la violenza a che fare con i sentimenti questo è il grande si consuma all'interno di una
54:05casa che doveva essere la sede di un progetto di vita comune e la mano che ti colpisce nella
54:13maggior parte dei casi la mano di un marito di un compagno di un padre di un fratello e sono le
54:19persone a cui tu teoricamente affidi la tua vita non pensi che te la debbano spezzare
54:25e quindi immagino quanto sia faticoso recedere ha detto bene mauro è una storia che poteva capitare
54:33a tutte noi quindi nessuno è esente da storie di violenza perché solo vivendo poi viene a
54:41conoscenza di qual è veramente il carattere di una persona e quindi esistono storie più fortunate vite
54:47più fortunate vite meno fortunate noi siamo fortunati ad aver conosciuto linda che io concludo leggendo
54:55solo l'ultima parte della mia prefazione linda mober è qui per tutte noi con il suo sorriso gentile
55:02ma determinato con il suo modo pacato ma risoluto col suo essere un'anima speciale grazie a tutti
55:08grazie a tutti
55:09grazie a tutti
55:11grazie a tutti
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