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  • 2 days ago
Fabio Castelli, Professore Ordinario di Idrologia e Costruzioni Idrauliche alla facoltà di ingegneria all'Università degli Studi di Firenze, spiega come integrare pericolosità e vulnerabilità fisica con il valore sociale dei luoghi per ridefinire le priorità d'intervento e in che modo il coinvolgimento dei cittadini migliora le decisioni.

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00:00Quando parliamo di rischi non parliamo solo del pericolo che qualcosa accada, dobbiamo
00:09guardare anche quelli che possono essere gli impatti. Simare impatti e pericolo per i beni
00:14culturali è estremamente complesso, riguarda dei fattori molto diversi fra loro, la vulnerabilità
00:19fisica ma anche la vulnerabilità dal punto di vista del ruolo sociale che i beni culturali
00:24hanno. Al contrario di altri beni, attività economiche, edifici, attribuire un valore a
00:32un bene culturale è estremamente complicato, è una questione molto delicata. Allora al
00:36di là di quelli che sono i metodi già consolidati di valorizzazione dei beni culturali, la partecipazione
00:43delle comunità è importante perché da un punto di vista completamente diverso che va
00:48proprio a puntare su quello che è, ripeto, il valore sociale dei beni culturali anche
00:54dal punto di vista per esempio della resilienza rispetto alle catastrofi naturali. La resilienza
01:00è un tema molto importante che riguarda come una comunità, una città, una comunità di
01:05interesse, una comunità di luogo si riprende dopo una catastrofe. I beni culturali hanno
01:12un ruolo molto importante per questo, intorno ai beni culturali si coalizzano interessi comuni
01:17sani, sono identitari e quindi coinvolgere le comunità in questo processo di comprensione
01:25e di stima dei rischi per i beni culturali è importante perché guarda la resilienza e
01:30definisce in maniera più corretta quelle che sono le priorità di salvaguardia.
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