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https://www.pupia.tv - Roma - Comitato permanente Africa - Patto per il Mediterraneo - Audizione Sandro Staiano
Alle ore 14, il Comitato permanente sulla politica estera per l’Africa, istituito presso la Commissione Esteri della Camera, ha svolto l'audizione di Sandro Staiano, professore di diritto costituzionale presso l’Università di Napoli Federico II, nell’ambito dell’esame della Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Patto per il Mediterraneo - Un unico mare, un patto, un futuro unito. (03.12.25)
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Alle ore 14, il Comitato permanente sulla politica estera per l’Africa, istituito presso la Commissione Esteri della Camera, ha svolto l'audizione di Sandro Staiano, professore di diritto costituzionale presso l’Università di Napoli Federico II, nell’ambito dell’esame della Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni - Patto per il Mediterraneo - Un unico mare, un patto, un futuro unito. (03.12.25)
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NovitàTrascrizione
00:00A coloro che sono leggermente in ritardo di arrivare, io inizierei queste audizioni che
00:10sono funzionali al lavoro del Comitato Permanente sulla politica estera per l'Africa.
00:15Ovviamente avverto che in via preliminare la pubblicità dei lavori della seduta odierna
00:20sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei Diputati.
00:25Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita alle colleghe e ai colleghi secondo
00:29le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
00:33L'ordine del giorno reca nell'ambito dell'esame della comunicazione congiunta della Commissione
00:36europea e dell'alto rappresentante dell'UE per la politica estera, patto per il Mediterraneo
00:41e un unico mare, un patto, un futuro unito, l'audizione informale del professor Sandro
00:45Stagliano, professore di diritto costituzionale presso l'Università di Napoli Federico II.
00:51Anche a nome dei colleghi saluto e ringrazio per la disponibilità a partecipare ai nostri
00:55lavori professore che tra le altre cose è anche socio fondatore del Centro Studi Parlamentari
01:00del Mediterraneo il cui scopo è quello di offrire un luogo di confronto rispetto alle
01:04dinamiche del diritto parlamentare costituzionale coinvolgendo le istituzioni parlamentari specie
01:10quelle dell'area del Mediterraneo e gli istituti internazionali che si occupano dei rapporti
01:14tra i popoli della medesimaria geografica. Considerati i tempi stretti dell'audizione cedo
01:20subito la parola al professore affinché possa svolgere il suo intervento. Prego, professore.
01:25Grazie, Presidente. Il patto per il Mediterraneo, mare, un patto, un futuro, che è stato annunciato
01:35con le linee guida della Commissione dell'Unione Europea per il 2024-2029, poi adottato il 16 ottobre
01:412025, prenderà la forma giuridica del partenariato rafforzato con dieci paesi del Mediterraneo
01:48meridionale, si colloca nel contesto originario del processo di Barcellona, nell'ambito del
01:54quale la conferenza ministeriale Euro-Mediterranea del 27-28 novembre 1995 istitui un partenariato
02:03globale tra Unione Europea e 12 paesi dell'area. È molto interessante che quel processo che
02:11viene così da lontano conosca con questo patto un'accelerazione e una conferma dell'impegno,
02:19ma anche credo un'accelerazione del processo di attuazione. I paesi del Mediterraneo meridionale
02:27sono caratterizzati dallo squilibrio strutturale tra tendenze demografiche e opportunità di lavoro,
02:33e questo mette sotto tensione le società locali, soprattutto perché la popolazione
02:37giovanile è in crescita, ma ha bassa istruzione e carenza di competenze, mentre la popolazione
02:43europea sta invecchiando e questo alimenta un'immigrazione irregolare molto elevata che è oggetto di sfruttamento
02:52da parte delle reti di trafficanti e di esseri umani ed è fonte di tragedie umanitarie, alla
02:59quale bisogna rispondere poi con delle politiche efficaci da parte degli stati di destinazione
03:03dei flussi, sostenuti però dalle istituzioni europee, così da assicurare non solo la protezione
03:10delle frontiere, la repressione dello sfruttamento da parte dei reti trafficanti, ma anche la garanzia
03:17di una migrazione sicura e ordinata nel rispetto dei diritti umani. Ma questa emigrazione irregolare
03:24deriva anche da altri fattori, la degradazione ambientale dovuta anche al mutamento climatico,
03:29l'instabilità politica e la compressione dei diritti fondamentali, endemici stati di
03:34guerra, interna ed esterna, sfociati poi oggi nelle drammatiche crisi a Gaza, in Libia,
03:40in Libano e nel Sahel, che si debbano ritenere insieme una causa e un fattore di cristallizzazione
03:48e di aggravamento della scarsa integrazione economica nel contesto europeo. Nonostante
03:54i forti legami commerciali, la Commissione europea con riferimento al 2024 ha calcolato
03:59che le regioni Euromed 10, cioè Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Libia, Marocco,
04:06Palestina, Siria e Tunisia, rappresentano il 4,9% del commercio estero totale dell'Unione
04:13europea e l'Unione europea copre il 41% degli scambi commerciali totali della regione.
04:20Però ciò nonostante permangono grandi nuclei problematici e rispetto ai quali il patto
04:28del quale stiamo discutendo definisce tre campi d'azione o pilastri, come si chiama
04:34usualmente nel linguaggio europeo in valso, che sono interconnessi. Il primo le persone e
04:41la loro collocazione sociale, le economie sostenibili e integrate, sicurezza, terzo,
04:48preparazione e gestione della migrazione. C'è un disegno ambizioso che fa leva come
04:54strumento sul partenariato a ogni livello, rafforzando economie e società nelle comunità
04:59locali e dislocando una gran mole di risorse economiche e organizzative. E di questo disegno
05:05così ambizioso va, secondo me, rilevata l'ispirazione fondamentale che ne costituisce,
05:11io credo, il pregio maggiore. L'Europa si presenta come un soggetto unitario che intende
05:17intervenire in un'area duramente segnata dai conflitti, nei modi del soft power, cioè
05:24affermando i valori del libero mercato, nell'economia capitalistica moderna, nella sua evoluzione,
05:30delle politiche democratiche e dei diritti umani, dei quali va raccolto il testimone
05:36che, come è noto, è caduto dalle mani di chi lo aveva tenuto più o meno saldamente
05:40dopo la Seconda Guerra Mondiale per quasi 80 anni. Ed è l'affermazione del soft power
05:48in controtendenza rispetto all'orientamento a risolvere le controversie internazionali
05:53attraverso l'impiego delle armi o attraverso le guerre commerciali, che aggravano le diseguaglianze
05:58tra singoli e tra gruppi umani nelle loro collocazioni territoriali, comprimono i diritti
06:02umani e dunque generano instabilità nei sistemi politici e incertezza nelle relazioni
06:07economiche. In questo contesto metterei in luce due
06:12profili. Il primo è il ruolo del Mezzogiorno d'Italia, che è centrale e decisivo nell'attuazione
06:18del patto, non solo in ragione della contiguità territoriale, ma anche del fatto che le asimmetrie
06:23e i divari territoriali lungo la linea nord-sud, il fattore di ritardo complessivo ravvisabile
06:29nella mancata soluzione della questione meridianale, possono essere affrontati solo collocando a
06:33sud, cioè nelle relazioni mediterranei, il secondo motore dell'economia italiana.
06:40Altrettanto centrale e decisivo è il fattore culturale, perché nella logica del soft power
06:46occorre orientarsi a creare una mentalità mediterranea, secondo la quale il Mediterraneo
06:53è la sede del gioco degli scambi, come lo definisce Fernand Brotel, in un mercato fatto
06:58da un insieme di elementi economici e culturali, la cui massima efficienza e la prestazione di
07:04garantire il massimo e più diffuso benessere è soggetto a due condizioni, l'integrazione
07:09pacifica e la garanzia delle libertà in assetti democratici.
07:15Allora, come è stato detto dal Presidente introducendomi, io sono qui anche come Presidente
07:25del Consiglio Scientifico di CESPAM, Centro Studi Parlamentari del Mediterraneo, che fa capo
07:31all'Università Federico II, sono socio fondatore e il Comitato Scientifico si compone di studiosi
07:37appartenenti a diversi atenei italiani e stranieri, può dare un utile contributo al
07:43confronto, in particolare nel definito la struttura, la vocazione e gli scopi maggiori
07:47della Università Mediterranea, che è un'istituzione prefigurata dal patto.
07:54Ora, quanto alla struttura si può pensare a una rete di università dei Paesi Mediterranei
08:00rivolta all'integrazione delle esperienze e alla valorizzazione della diversità come
08:07valore, quanto alla missione, da una parte consiste nell'assicurare un'alta formazione
08:14tecnica, abbiamo parlato prima ovviamente dei problemi che ci sono, quanto alla formazione
08:19e a livello di formazione delle giovani generazioni nei Paesi dell'Africa che affacciano sul Mediterraneo,
08:31con tutte le conseguenze che ne conseguono. E poi dall'altra, però, la missione di questa
08:38Università può essere anche di tenere in contatto le società civili, le società civili
08:43di quei Paesi, con l'idea di una cittadinanza euro-mediterranea, nell'obiettivo del consolidamento
08:51delle democrazie parlamentari mature, mettendola a riparo dai processi regressivi, e della promozione
08:57dei potenziali processi di transizione democratica, laddove se ne riconoscono i prodromi.
09:04Ora, naturalmente, sia chiaro in premessa, non c'è nessun modello precostituito da imporre,
09:09v'è solo da affermare un convincimento metodologico, che è anche un'opzione analitica.
09:13La genesi, le trasformazioni, in ultima istanza la sorte della democrazia, sono determinate
09:22dall'esperienza del parlamentarismo, nel senso che questa segna la linea di sviluppo
09:27del costituzionalismo verso la democrazia rappresentativa, ma anche la sua esposizione
09:32a regredire. Queste dinamiche vanno collocate nel tempo e nello spazio, vincendo due pregiudiziali
09:39e entrambe fallaci. Che il costituzionalismo sia il portato di un processo di modernizzazione
09:45corrispondente agli eventi rivoluzionari del Settecento europeo-americano e che l'unica
09:50forma democratica concepibile sia quella che si colloca in quel processo, non ammettendosi
09:55deviazioni dal paradigma. Questa ricostruzione è fallace e da questa fallace sono derivati
10:03alcuni tragici errori pratici. Primo tra tutti la volontà maturata nei sistemi statali
10:09nazionali del suo povero euro-americano di imporre il modello democratico con la forza
10:13delle armi o della coesione economica. Il che è avvenuto in tempo anche molto recente,
10:18pensiamo all'Afghanistan del decennio 2001-2011. Questo tentativo di imposizione è stato
10:27veramente tragicamente fallimentare. Ora, io in effetti qualche notazione, so che qua
10:34sono presenti anche storici molto più abili di me, da cui giudizio io mi sottopongo, però
10:42se noi guardiamo ai caratteri originari possiamo notare che i parlamenti del costituzionalismo
10:48antico, che si apre con la magna carta per dire e si chiude con il Parlamento modello
10:532295, non erano degli organi rappresentativi, nel senso odierno, e gli ordinamenti in cui
11:00si collocavano non erano democratici, nel senso che noi diamo a questa aggettivazione.
11:05Erano riunioni occasionali del King Council allargato a varie categorie, con fusioni indistinte,
11:10ma prevalentemente giurisdizionali. Questo Parlamento, ci dice Mentran, si insinua nel potere
11:16del Re, nasce come suo parassita, lo erode dall'interno e infine con le rivoluzioni del
11:21Seicento divora il suo ospite. Voi direte che sto andando troppo lontano, ma non sto andando
11:25troppo lontano, perché il dato è quello della resistente tradizione costituzionale.
11:35E dal punto di vista di quella che ho definito la mentalità mediterranea, debbo dire che
11:43mentre questo avveniva in Inghilterra, in Italia, tra Napoli e Sicilia, Federico II fondava
11:49la prima università pubblica e abbozzava con successo, proprio lì sulle sponde del Mediterraneo,
11:55lo Stato territoriale moderno. Poi ci dice Brodel, cresce male, o almeno non abbastanza in fretta.
12:00Soprattutto i fenomeni che egli provoca e che tenta di orientare si muovono in una realtà
12:07molto più complessa rispetto a quella inglese. Ci dice infatti Brodel che il Mediterraneo,
12:11e guardate che lo è ancora, il Mediterraneo è mille cose insieme dal punto di vista fisico
12:18ed non è una civiltà, ma una serie di civiltà accatastate le une sulle altre. È ancora
12:26così. E dunque, mentre in Inghilterra il Parlamento parassitava linearmente il re, in
12:32Italia è il tempo delle città, le quali sono in conflitto con gli stati territoriali e non
12:37hanno bisogno di essere esse stesse territoriali nel loro ambito di fondazione, ma hanno bisogno
12:41di spazi esterni, di mercati, di zone di circolazione e di sicurezza. Il tema è ancora quello dell'oggi,
12:47è un tema eterno, e cioè il tema delle istituzioni che hanno a che fare con i mercati e con i commerci.
12:53Voi pensate che all'epoca la Repubblica di Venezia non aveva praticamente territori
12:58in Italia, ma conquistava la Dalmazia, la maggior parte delle isole greche e Costantinopoli.
13:05Dunque, nei nostri caratteri originari, nei caratteri originari dei processi di istituzionalizzazione,
13:13di costituzionalizzazione mediterranei, ci sono due elementi in tensione fra di loro, ancora
13:19in tensione fra di loro. Quello dell'occupazione con la forza della terra come titolo costitutivo,
13:28che è la impostazione di stampo schmittiano, è quella di Federico II nella logica della
13:34preminenza culturale dei trattati, della diplomazia nelle relazioni internazionali. Pensate che
13:40Federico II nella quinta e sesta crociata riuscì a non farsi mai coinvolgere militarmente,
13:48andò a Gerusalemme, concluse degli accordi diplomatici e lo nominarono senza spargere una
13:57goccia di sangue re di Gerusalemme e nessuno ci sarebbe mai più riuscito. Il Papa lo scomunicò
14:03per questo, peraltro, perché non aveva versato sangue in vetele. Allora, io non avrei dubbi
14:09nello scegliere da quale delle due radici attingere l'infa, a ragion veduta. L'Europa
14:16svolge oggi una prestazione regolativa che non ha riscontri, ed anzi c'è da doversi
14:23della prevalenza della logica del trattato sulla logica delle Costituzioni, quando le istituzioni
14:29europee sono paralizzate dalla regola dell'anonimità. Questa regolazione si compie in campo economico
14:35nel tentativo di moderare l'anarchia, in particolare dei signori della piattaforma, e di ridare
14:39la certezza necessaria agli operatori, razionalizzando le loro aspettative, resistendo alle guerre commerciali
14:46in corso. Allora, il patto per il Mediterraneo, a mio avviso, è in questa logica, è in questa
14:53seconda logica, che veramente è, per così dire, strutturatissima, è sulla faia profonda
15:01della storia e alla quale noi dobbiamo fare richiamo. E se questo è vero, allora dobbiamo
15:10considerare che nell'area del Mediterraneo sulla quale ci apprestiamo ad operare ci sono
15:16due diverse esperienze di parlamentarismo. Quella delle democrazie mature della sponda
15:22nord, che soffrono di una crisi di responsabilità molto evidente. I parlamenti da noi, la nostra
15:28democrazia, paesi mediterranei del nord, del nord mediterraneo, sono oggi afflitti, come
15:34è molto evidente, da una inedita crisi di responsabilità dei parlamenti, che sono marginali
15:40nei processi di decisione politica, nessuno si offende naturalmente, ma questo è un dato
15:44di esperienza. Soprattutto perché sono incapaci di governare la complessità, e ho detto il
15:52Mediterraneo, non c'è nulla di più complesso del Mediterraneo. Sotto l'urto dei populismi
16:00non si riesce ad operare. E poi ci sono i paesi in possibile transizione verso la democrazia,
16:12cioè i paesi della sponda sud, che sono dei paesi nei quali a volte ci sono dei parlamenti.
16:18e questi processi sono complementari. La sorte dei parlamenti sarà decisiva. Solo se dal
16:30margine del caos, come io l'ho chiamato, cioè dalla condizione in cui ogni sistema complesso
16:35è esposto a trasformazioni radicali, si uscirà con la restituzione dei parlamenti alla pienezza
16:39della loro funzione, allora potrà conservarsi l'assetto democratico del sistema. E nel parlamentarismo
16:48mediterraneo della sponda sud, solo attraverso l'affermazione di parlamenti pienamente rappresentativi
16:56potrà versi il compimento della transizione verso la democrazia. E allora che cosa bisognerebbe
17:03fare utilizzando, facendo leva sul patto, perché questo si realizzi? Occorre che siano
17:10valorizzate tutte le siedi e gli strumenti a disposizione dei parlamenti, a partire da
17:15quello italiano, per concorrere all'attuazione del patto per questa parte. Cioè è necessario
17:21che ciascun Parlamento contribuisca ai successivi passaggi politici e decisionali a livello unionale,
17:27in raccordo con il proprio governo, dialogando anche direttamente con le istituzioni dell'Unione
17:32Europea. Ed è quello che sta facendo la Camera, grazie all'esame avviato dalla vostra
17:37Commissione, proprio ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, cosa della quale vi ringrazio
17:43ancora. E per altro verso è necessario coinvolgere nelle forme appropriate le sedi di cooperazione
17:50interparlamentare e multilaterale esistenti, anzitutto l'Assemblea dell'Unione per il Mediterraneo,
17:56ma anche l'Assemblea parlamentare del Mediterraneo, PAM, istituita in seno all'Unione
18:03interparlamentare. Questa tendenza, mi pare che sia in atto, ritengo molto positivo che
18:12nei giorni scorsi, ai margini della COSAC, la conferenza delle commissioni per gli affari
18:17europei dei Parlamenti dell'Unione, si sia svolta una riunione ristretta delle delegazioni
18:21dei Parlamenti membri del Mediterraneo, dedicata proprio al ruolo che le Assemblee elettive
18:25devono giocare nell'attuazione del patto. In questo snudo fondamentale si colloca la
18:32Università Mediterranea, almeno quanto le discipline giuridiche e politiche e storiche,
18:39e questo induce ad affermare che la Costituzione e il consolidamento di essa non potrà non avvenire
18:44in stretto raccordo con le istituzioni che operano, avendo ad interlocutori i Parlamenti
18:50dell'area mediterranea, dove i Parlamenti siano istituiti. Vi ringrazio.
18:59Grazie, Professore. Se i colleghi, prego, la collega Quartapelle.
19:04Grazie. Ho ascoltato quanto suggeriva il Professore. C'è una domanda a Monte. Noi abbiamo visto
19:10nell'area del Mediterraneo, nell'ultimo periodo, una involuzione rispetto alle dinamiche democratiche.
19:18L'area del Mediterraneo è sempre stata utilizzata come un'area, negli ultimi anni,
19:23diciamo dal processo di Barcellona in poi, come un'area dove i paesi europei influenzavano
19:29positivamente i paesi della sponda sud. Oggi c'è il rischio quasi dell'opposto, quasi.
19:36Adesso sto un po' esagerando, ma mi chiedo come questa questione possa essere tenuta insieme
19:44rispetto alla sua idea di una cittadinanza euro-mediterranea, perché di fatto rischiamo
19:49un contagio inverso, comunque un processo che non è più virtuoso. Grazie.
19:54Se ci sono altri colleghi? E ne approfitto, perché mi collego a ciò che stava dicendo
20:03la collega Quartapelle, quindi in maniera tale. A me è incuriosito molto questo concetto
20:08di stratificazione di civiltà. E se lei vede il modello dell'università euro-mediterranea,
20:17quindi una contaminazione fatta, distruzione, cultura particolarmente efficace, alla luce
20:25anche dei dati che ha voluto trasferirci. Quindi una natalità in espansione, quindi un'età
20:33media molto molto bassa e una scolarità altrettanto bassa, che poi diventa un combinato
20:38disposto devastante per i fenomeni migratori che noi ci troviamo poi a dover subire. Perché
20:45questo ovviamente crea problemi di tutti i generi. E se poi questo genere di piattaforma
20:55di contaminazione la scrive prevalentemente alla parte sud del nostro Paese, per le ragioni
21:02che ha voluto illustrare, o seppur all'interno del bacino del Mediterraneo individua altri soggetti
21:09all'interno della comunità europea che possano in sinergia con il nostro Paese fare un lavoro
21:14similare.
21:16Sì, grazie. Dunque, io credo questo, che certo stratificazione di civiltà, funzione dell'Aistru,
21:27per quanto riguarda l'Università Mediterranea, che io credo vada definita nella sua morfologia
21:36universitaria, prendendo alcune decisioni preliminari. Penso io, per esempio, ad una rete di università
21:43che poi si combini in una struttura di più alto livello. Allora, io credo che da una parte,
21:53come giustamente il Presidente diceva, questa struttura universitaria deve servire anche
22:01ad intervenire su quella condizione nella quale si trovano soprattutto le giovani generazioni
22:10di quell'area africana. Sicuramente una parte di questo sforzo formativo dovrà essere uno
22:18sforzo formativo che assicuri delle competenze tecniche, perché c'è bisogno ovviamente di fare
22:26sì che si fronteggi un deficit da questo punto di vista, in cui c'è una bassa scolarità,
22:35c'è una carenza di competenze, in un'area in cui c'è un incremento demografico, cioè in cui ci sono
22:43giovani generazioni, a differenza che da noi, in cui invece c'è un decremento demografico e quindi
22:49l'invecchiamento della popolazione. Questo va fatto, ma io credo che questa università debba anche
22:54servire a costituire un sentimento di appartenenza a una cittadinanza mediterranea democratica.
23:02Credo che debba avere entrambe queste funzioni e sarebbe veramente la perdita di un'occasione
23:09quella di mettere in campo dei processi formativi che si rivolgono soltanto alla prima, perché
23:17questo sarebbe veramente la grave perdita di un'occasione. Certo c'è stratificazione,
23:28c'è certo stratificazione culturale, ora identificare un paese come appartenente all'area
23:37del Mediterraneo, per ragioni sulla base di una costruzione storica e sulla base di considerazione
23:46sulla composizione economica, non sempre è facile. Per esempio si accettano scommesse
23:57sul fatto se la Francia sia un paese che si possa considerare strettamente mediterraneo,
24:03io credo di sì naturalmente, però è anche vero che su questo punto ci sono delle considerazioni
24:11diverse. Ora io credo anche però che vi sia una forte tendenza alla integrazione, vi sia
24:23una identità comune dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e però oggi abbiamo delle
24:29radici storiche comuni, però oggi abbiamo una condizione nella quale vi è sicuramente
24:37una diversità di esiti per quanto riguarda i meccanismi democratici, non c'è dubbio su
24:44questo, ma è proprio su questo che credo che noi dobbiamo intervenire, cioè si osserva
24:52che da una parte le istituzioni della democrazia parlamentare, delle democrazie mature che si
24:59affacciano sul bacino del Mediterraneo hanno una condizione potenzialmente regressiva, non c'è
25:07dubbio, c'è la crisi dei Parlamenti, ci sono i populismi, c'è la crisi profonda della partecipazione
25:14politica, dall'altra parte ci sono delle potenzialità di sviluppo dove ci sono dei Parlamenti in Stati
25:22che non sono allo Stato delle cose democratici, non si possono definire democratici secondo
25:26i nostri parametri e che hanno bisogno di cercare delle vie originali alla realizzazione di assetti
25:33democratici e forse se noi creiamo una sinergia, la costruzione di un tessuto culturale comune
25:41forse possiamo, per così dire, mettere insieme le debolezze perché ne nasca una forza.
25:47per quanto riguarda la questione certo dell'attuale condizione del Mediterraneo non c'è dubbio
25:56che ci sia una fase di bassa fortuna, ecco dichiamiamola così, c'è qualche cosa che non
26:05funziona rispetto anche al passato, però io credo che proprio questo, che proprio questa,
26:12questa osservazione che è fondatissima, ci debba indurre a spendere risorse e a svolgere
26:21un'azione culturale potente nella direzione di uscire dalla condizione attuale e di far avanzare
26:33questi processi di integrazione democratica. Io credo che proprio questo chiami in causa
26:40la nostra responsabilità, perché guai a rinunciare come si è fatto, perché quella regressione
26:46della quale si parlava è una regressione che deriva anche da un errore sistemico, lo chiamerei così.
26:54Prima ho detto che in effetti non è pensabile che si possa intervenire in questi Paesi con la forza
27:01delle armi, con la guerra guerreggiata, la guerra delle armi o la guerra economica, perché
27:07non si arriva da nessuna parte, i fatti hanno dimostrato largamente che in realtà si tratta
27:12di meccanismi che sono capaci di innescare soltanto delle conseguenze regressive. Allora,
27:18la logica, poi si può essere d'accordo o non d'accordo su alcuni contenuti, alcuni contenuti
27:24debbono essere sicuramente implementati, specificati, ma la logica del patto per il
27:30Mediterraneo è quella vincente, mi permetto di dire. Certo, naturalmente nessuno può prevedere
27:36e io non voglio fare il profeta, non voglio avere una funzione profetica che nessuno di
27:40noi qui la può avere, però secondo logica delle cose e sulla base anche della mia esperienza
27:48diciamo di costituzionalista che ha studiato un po' di storia delle Costituzioni, ci sono
27:52i presupposti, perché questo possa avvenire. Cioè la via giusta è questa.
28:02Andrea, l'onorevole di Giuseppe e poi l'onorevole Centemero.
28:14Io per me, intanto grazie perché è stata una lezione articolata,
28:22queste materie complesse in parole così semplici è veramente una cosa molto molto interessante.
28:33Io per mia natura negli ultimi vent'anni ho studiato quelli che sono i sistemi parlamentari
28:43legati però al sistema esecutivo, che secondo me è il tema, ma non solamente parlando del Mediterraneo.
28:53Lei faceva esempio dei parlamenti più maturi, come può essere il nostro e altri parlamenti europei,
29:00e tante volte non pensiamo che il risultato di un'attività parlamentare sia legato in maniera
29:14molto molto forte a quelle che sono la struttura anche del sistema esecutivo dello stesso.
29:24si pensa per esempio in maniera, come posso dire, a mio avviso assolutamente errata,
29:32che un sistema, io vengo dagli Stati Uniti quindi conosco molto bene il sistema americano,
29:40che il sistema parlamentare, il famoso congresso americano, possa essere in confronto di un sistema
29:47parlamentare come il nostro svuotato di molte prerogative. Io penso esattamente il contrario,
29:56che invece un sistema esecutivo chiaro e forte possa dare al Parlamento, invece, possa essere
30:03un laboratorio di idee per l'esecutivo stesso. Quindi la mia domanda è questa. Lei pensa che
30:14quello che lei giustamente dice, e sono d'accordissimo riguardo alla famosa esportazione della cultura
30:23occidentale, perché è stata ovviamente e oggettivamente fallimentare, lei pensa che si debba in questo
30:37laboratorio universitario del Mediterraneo studiare le due cose insieme, perché altrimenti rischiamo
30:45di creare intanto delle attese che in Paesi democraticamente meno maturi possono essere, diciamo,
30:56attese che poi vengono disattese. Scusate il gioco di parole. Ma che poi questo possa sfociare invece
31:05a un immobilismo, come poi stiamo vedendo anche in Paesi più maturi, perché se non c'è
31:13un chiaro incastro nell'esecutivo rimangono dei bei laboratori di idee, ma ritengo che poi
31:20questo non si traduca poi in azioni. E lei ha fatto due esempi estremamente importanti.
31:28prima Repubblica Veneziana e Federico II. Il commercio, al tempo il commercio era, ed è tuttora
31:42ritengo, un grosso collante di questo tipo di crescita. Però proprio per questo c'è bisogno
31:53di regole esecutive che possano far crescere i Parlamenti. Ecco, tutto qua.
32:00L'onorevole Centemero, prego.
32:05Grazie Presidente. Vorrei chiedere se, come CESPAM, pensa che il processo di un'università del Mediterraneo
32:14di cui il patto parla possa essere guidato dall'Italia.
32:26Per quanto riguarda gli assetti ordinamentali, l'onorevole Giuseppe lei pone una questione di
32:33forma di governo, che in qualche misura, cioè di una forma organizzativa, la quale è distinguibile,
32:43nella quale sono distinguibili le esperienze, quando noi ci collochiamo nell'ambito di una
32:49forma di Stato democratica. Ecco, ora noi ovviamente, per quanto riguarda i nostri interlocutori,
32:54abbiamo anche da dire che noi siamo in difficoltà e i nostri interlocutori non sono ancora.
33:00Noi siamo già, e loro sono non ancora, non ancora e il nostro già è in sofferenza,
33:08ed è del tutto evidente che è in sofferenza per una crisi dei Parlamenti, il che naturalmente
33:16non vuol dire affatto che questo comporti un avvilimento degli esecutivi, chiamiamolo così.
33:25Io non credo questo, su questo bisogna discutere. Però la crisi dei Parlamenti oggi è legata,
33:33per molti versi, ad una incapacità di questi di attivare processi democratici responsivi.
33:43E questo è un problema che ci dobbiamo porre tutti, qualunque idea noi abbiamo. In Assemblea
33:48Costituente Calamandrei portava avanti l'idea del presidenzialismo al suo tempo. Ora, il potenziamento
34:02però della capacità di intervento dei Parlamenti è preliminare. Secondo me non ci dobbiamo neppure
34:09chiedere, ma c'è un eccesso di potere dell'esecutivo. Io sento molto spesso questo dibattito, che
34:17forse è ormai anche un po' superato dai fatti, nel senso che abbiamo forse un qualche problema
34:23più strutturale. Però dobbiamo introdurre un elemento che poi ci aiuterà anche a capire
34:28i soggetti che avremo di fronte nell'area del Mediterraneo. E cioè che poi molto dipende
34:36dalle vicende del sistema partitico. Negli Stati Uniti, dove c'era il Congresso, c'erano
34:45degli equilibri pesi e contrappesi. Se noi ci pensiamo un momento, lei conosce molto meglio
34:50di me quella situazione sicuramente, ma quello che io osservo come costituzionalista è che
34:56quello che sta accadendo, questo squilibrio che si sta realizzando, proprio nel campo
35:01del governo dei meccanismi commerciali, naturalmente, dei meccanismi economici e commerciali in specie,
35:08è quello che sta avvenendo negli Stati Uniti. Si lega molto fortemente ad una crisi dell'assetto
35:13partitico. Cioè quando noi abbiamo avuto questa situazione di difficoltà negli Stati Uniti,
35:18io la definisco genericamente, in maniera puramente descrittiva, non esprimo un giudizio, questa
35:25difficoltà che si sta creando negli Stati Uniti è nata quando, per esempio, un partito
35:29che era il partito repubblicano si è praticamente estinto, perché un movimento lo ha estinto,
35:35che è il movimento magro, lo ha estinto e l'ha sostituito con un'altra cosa. Fino
35:39a quando non ci sarà un riassetto partitico, perché è evidente che abbiamo una crisi, c'è
35:43una situazione molto attraversata da forti dinamiche, finché non avremo questa ricomposizione
35:50del sistema partitico, non potremo capire dove andrà la crisi americana. E questo vale
35:56per tutti. E quindi quando noi andremo a studiare con la nostra Università del Mediterraneo
36:01questi sistemi, dovremo anche renderci conto che conosciamo poco, perché abbiamo la possibilità
36:10di leggere le Costituzioni, ma questo non significa niente evidentemente. Quando li conosceremo
36:15un po' meglio ci renderemo conto anche lì di che cosa hanno. Cioè loro hanno una struttura
36:20partitica. Che tipo di struttura partitica? Hanno una cosa diversa dalla struttura partitica?
36:24Allora faranno una democrazia diversa da quella che noi conosciamo, purché ci sia rispetto
36:29dei diritti umani, dei diritti fondamentali. Quindi dobbiamo andare con spirito di apertura,
36:34con le nostre conoscenze, anche storiche, ma con la disponibilità a vedere che ci sono
36:39fenomeni diversi dal nostro. Il Presidente Centemero, il quale mi ha fatto
36:48questa domanda, la riflessione che noi abbiamo svolto, noi ci incontrammo poi anche alla presentazione
36:53di Cespa, ma lei fu così cortese da partecipare in quella fase alla presentazione del nostro
36:59centro. Io penso che tutta la valutazione preliminare che abbiamo fatto, lo studio preliminare che abbiamo
37:08fatto, lo abbiamo costituito, la riflessione anche culturale che abbiamo compiuto e anche
37:13istituzionale, ci fa pensare che sì, certamente, certamente, io penso che questo processo non
37:19possa che essere guidato dall'Italia, per molti motivi, perché è in una collocazione,
37:25la geografia è importante, è importante quanto la storia, per la collocazione dell'Italia
37:32e anche per la esperienza storica dell'Italia. Noi abbiamo il primo, ho citato Federico
37:38II per dire no. Guardate, i tempi non sono così lontani, a me sembra, ma insomma sotto
37:43nella stratificazione, mi dicevo Brodella, nelle faglie dello sviluppo storico che scorrono
37:51l'una sull'altra, questa idea generale, queste idee dello Stato nazionale, perché
38:02là nasce questa idea, e questa idea del diritto internazionale che governa le relazioni,
38:11sta sotto. Poi ogni tanto zampilla all'esterno sulla faglia superiore e la mette in crisi.
38:16Quindi, in sostanza, io credo che questo sia proprio nella tradizione italiana, nel profondo
38:24delle nostre strutture culturali, e credo che veramente non solamente si può mettere
38:29l'Italia al centro di questo processo, ma che credo che abbiamo il dovere di farlo, di
38:33assumerne consapevolezza e di fare il nostro ruolo, cioè quello di corrispondere, come
38:39dire, ad una missione, ad una missione che si fondi su questi presupposti.
38:48Bene, grazie, Professore. Se non ci sono altre richieste di intervento, io ringrazierei
38:54il Professore per la disponibilità e per il grande contributo e chiuderei qui la seduta.
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