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ApprendimentoTrascrizione
00:00Grazie a tutti
00:30Situata nel punto più interno dell'Adriatico, a metà strada fra Oriente e Occidente.
00:42Porto Mediterraneo, eppure così a nord, da trovarsi quasi nel cuore dell'Europa.
00:47Venezia era il punto su cui convergevano tutte le vie di traffico terrestri e marittime
00:52che potessero essere percorse da bestie da Soma o solcate da navi.
00:56Ma se la geografia aveva dato a Venezia una posizione senza pari, i veneziani fecero il resto.
01:03Per tutti i primi anni della loro storia sfidarono Costantinopoli a Oriente e il Papa e il Sacro
01:09Romano Imperatore a Occidente, sempre ostinatamente attaccati alla loro indipendenza, capaci se
01:15minacciati di ritirarsi nelle loro isole, consapevoli che l'avvenire si trovava sul mare e in quelle
01:21terre orientali il cui calore si era insinuato nella loro civiltà e aveva scaldato il loro sangue.
01:27Grazie a tutti i primi anni
01:57Grazie a tutti i primi anni
02:27Grazie a tutti i primi anni
02:57In origine sono isole quasi deserte, abitate a partire dal V secolo, e 200 anni dopo riunite
03:04nel Ducato Bizantino di Venezia, dipendente dall'Esarca d'Italia, con sede a Ravenna.
03:12Sul finire del VII secolo, ai tribuni bizantini che governano le isole maggiori, si sostituisce
03:18per elezione popolare un capo unico, il Dux, il futuro Doge.
03:22L'istituzione docale è una istituzione molto antica che prevedeva all'inizio dei poteri
03:31amplissimi per il Doge, sovrapponibili probabilmente a quelli di un monarca.
03:35Ciononostante, soprattutto nella recente storiografia, ha teso a sottolineare come il Doge fosse privo
03:44di reali poteri. In realtà questa è un po' una vulgata, nel senso che il Doge continuò
03:50a mantenere poteri molto forti, magari non istituzionalmente riconosciuti, ma dal punto
03:58di vista politico, dal punto di vista simbolico, dal punto di vista rappresentativo, il Doge
04:02ebbe una straordinaria importanza nel dirigere l'attività politica veneziana. È assolutamente
04:09vero che il Doge non aveva poteri diretti, non aveva il potere, ad esempio, di prendere
04:15delle decisioni in assoluta autonomia, ma il Doge aveva comunque un enorme prestigio, con
04:22questo prestigio riusciva politicamente a elaborare delle strategie, delle strategie politiche,
04:27delle costrizioni o quantomeno utilizzare la propria autorità o autorevolezza per indirezzare
04:32certe decisioni. D'altra parte, ciascun potere ha una dimensione di carattere istituzionale
04:39e una dimensione di carattere, diciamo così, informale. I Doge veneziani seppero, chi più
04:45chi meno, adeguare il proprio potere ai limiti dell'istituzione, pur ritagliandosi una dimensione
04:55di esercizio del potere piuttosto marcata.
04:57Dopo l'uccisione del terzo Doge per opera delle famiglie tribunizie, si eleggono per
05:04cinque anni solo maestri dei militi annuali. Nel 742 il popolo impone il ritorno al Dux e
05:13da quel momento l'elettività è sottratta del tutto al controllo imperiale. In questo
05:18modo si sancisce l'inizio effettivo dell'istituzione ducale, che diviene a tratti ereditaria e si
05:25modella sulla forma della monarchia bizantina.
05:29L'esperienza del governo bizantino a Venezia si conclusse nell'anno 751, insieme a quella
05:35dell'Escarcato d'Italia. Ma le magistrature veneziane agirono già con grande autonomia
05:40molto prima. Infatti la loro posizione geografica permise loro di giocare con grande spreddicatezza
05:47nella scacchiera internazionale come cerniera fra l'impero carolingio e l'impero bizantino.
05:54Lungo questo periodo, che va dall'VIII al X secolo, si gettarono le vasi per lo splendore
05:59futuro e si verificò un evento destinato a porre un'impronta decisiva nella storia di Venezia.
06:04Nell'anno 828, ad Alessandria d'Egitto, venne trafugato il corpo di San Marco Evangelista
06:11ed è posto nella chiesa che sorgeva accanto all'antico Palazzo Ducale.
06:17Da allora in poi, San Marco e il Palazzo Ducale agiranno, con la loro carica dei significati
06:23simbolici e politici, come i punti focali dell'identità veneziana nel Medioevo e oltre.
06:28La Basilica di San Marco è un monumento unico per la ricchezza della sua storia, la
06:34moestosità delle sue strutture e la raffinatezza del suo interno.
06:39Uno splendido laboratorio in cui hanno operato per secoli grandi artisti greci, della penisola
06:44e di altre regioni europee.
06:48Principale chiesa della città , sede del patriarcato e simbolo della fede della Serenissima, è architettonicamente
06:54e artisticamente considerata un ponte tra le culture, la porta d'Europa all'Oriente,
06:59una sontuosa tomba per l'Evangelista Marco.
07:08L'edificio in realtà è un pastiche di stili, dove non mancano inserimenti tardo-antichi,
07:13come i tetrarchi della facciata, elementi romanici, gotici, tardo-gotici, come la monumentale
07:19con ostasi dei dalle masegne, rinascimentali e perfino rifacimenti 6, 7 e 8 centeschi.
07:26La maggior parte dei mosaici della facciata furono infatti rifatti in questi secoli.
07:32Gli unici originali sono quelli del primo portale a sinistra, il portale di Santa Lipio,
07:38dove nel XIII secolo fu rappresentata l'entrata delle spoglie di San Marco nella Basilica.
07:49La luce soffusa, che vi entra dall'alto, sembra dividere il mondo terreno da quello soprannaturale,
08:03splendente nelle volte per i suoi dorati mosaici.
08:11Il carattere bizantino che la contraddistingue appare soprattutto dalle cupole
08:16e dai grandi mosaici che narrano le storie del Santo,
08:20ma anche gli episodi dell'Antico e del Nuovo Testamento.
08:22Il caratterebbe
08:24Il caratterebbe
08:26Il caratterebbe
08:31Quarga
08:39Grazie a tutti.
09:09La grandezza di Venezia si è sempre riflessa nell'arricchimento della basilica e nella profonda devozione verso il santo.
09:22I veneziani l'hanno abbellita infatti nel corso dei secoli, portando dai luoghi più remoti manufatti preziosi d'opere d'arte attraverso elemosine che hanno creato un monumento di grande fascino.
09:33Ai procuratori Decitra spettavano gli aspetti relativi all'elemosina e i lasci di testamentari per i sestrieri di San Marco, Castello e Cannareggio.
09:45La grande devozione verso il santo si esprimeva anche attraverso l'attività caritatevole, operata dalle molteplici confraternite attive nel basso medioevo a Venezia.
09:55Le scuole si dedicavano alla cura dei malati e alle opere di bene, acquisendo potere e facoltà anche politiche.
10:12La scuola grande di San Marco, per esempio, venne fondata come scuola dei battuti nel 1260 e completamente ricostruita dopo un incendio nel 1490 con l'ausilio di prestigiosi artisti, dai Bellini, Centile Giovanni a Pietro Lombardo.
10:29Dal punto di vista sanitario, Venezia fu una città difficile nel periodo medievale e moderno, poiché a causa del porto veniva colpita periodicamente proprio da numerose epidemie.
10:43Dovette quindi dotarsi di una rete di lazzaretti e ospedali che furono per lo più gestiti proprio dalle scuole.
10:50Queste vennero gestite e divennero anche espressioni delle classi sociali che abitavano i sestrieri, che nel caso di San Polo erano prevalentemente artigiani, come i tentori di stoffe e piccoli commercianti.
11:03Le scuole si configuravano anche come società di mutuo soccorso antelitteram.
11:09Divennero organismi sempre più ricchi e potenti, capaci di rivaleggiare tra loro, non solo nella devozione, ma anche nello sfarzo.
11:16La più celebre delle scuole, oggi, giunta fino a noi perfettamente conservata nella sua sede originaria, è la Scuola Grande di San Rocco.
11:27La scuola sorge accanto alla chiesa di San Rocco, il santo a cui la città si votò nella prima delle tre grandi epidemie di peste che la colpirono nel XV secolo.
11:38Era stata istituita nel 1478 e nel 1485, con l'arrivo della reliquia del corpo del santo, era diventato uno dei luoghi più importanti per la devozione veneziana.
11:49Inoltre, nel 1489, per il gran numero di confratelli che vi erano entrati, era già stata nominata Scuola Grande.
11:57Nel 1515 fu posta la prima pietra del grandoso edificio, la cui costruzione si protrasse lungo un cinquantennio.
12:05Il forte accento classicista dell'architetture si deve all'intervento di Pietro Bon, primo architetto, e i successivi di Sante Lombardo e dello Scarpagnino.
12:16La facciata presenta infatti un doppio linguaggio, nella parte superiore il lessico rinascimentale ben più maturo rispetto a quella inferiore.
12:24Il progetto era simile ad altre scuole veneziane, caratterizzato da due sale, una posta al piano inferiore e una a quello superiore.
12:31La sala terrena, con ingresso sul campo, rimanda alle funzioni ospitaliere, nel lessico sobrio ed equilibrato.
12:40Da questa sala si può accedere direttamente al piano superiore, attraverso uno scalone a tribunale con cupola.
12:47La grande sala superiore è il cuore dell'attività confraternale, la meta di tutte le processioni dei momenti più importanti della devozione.
12:56La scuola superiore è il cuore dell'attività confraternale.
13:26La scuola superiore è la scuola superiore.
13:56Accanto alla sala grande superiore si trova la sala dell'albergo, dove si riuniva la banca, o zonta, che aveva la funzione specifica di gestire da un punto di vista amministrativo e religioso la confraternita.
14:13Le vicende legate alla decorazione della scuola grande di San Rocco sono tra le più importanti e interessanti della storia dell'arte italiana.
14:20Qui sono conservati i capolavori di Primissimo Ipiano, attribuiti a Tiziano, Giorgione,
14:25e soprattutto si svolse all'attività di uno dei protagonisti assoluti del tardo 500 veneziano, Jacopo Robusti, detto il Tintoretto.
14:33Il Tintoretto
14:53Tintoretto era figlio di un tintore che aveva acquisito il soprannome Robusti perché aveva strenuamente difeso le porte di Padova dalle truppe imperiali durante la guerra della Lega di Cambrai.
15:04Tintoretto, dopo lunghe e complesse vicende, riuscì a farsi affidare la decorazione pittorica dell'intera scuola.
15:12Secondo la tradizione vasariana, l'escamotage fu quello di donare alla comunità la tela con il San Rocco Ingroria che andò a decorare l'ovale della sala dell'albergo.
15:23Tintoretto venne allora nominato membro della scuola e proprio dalla sala dell'albergo iniziò la decorazione, dedicandosi ai cicli della passione con la strepitosa e sontuosa crocifissione.
15:34La crocifissione
15:50La crocifissione è uno dei teleri più grandi dell'intera scuola di San Rocco, dove l'artista riuscì a coniugare i cromatismi veneti
15:59con la monumentalità anatomica di matrice Michelangelesca, caratteristica della cultura manierista.
16:29Successivamente il Tintoretto si occupò dei teleri della Sala Grande, sviluppando un ciclo pittorico di profonda sapienza iconografica
16:42dove le storie dell'Antico Testamento sono collegate in maniera didascalica a quelle del Nuovo.
16:59I teleri avevano la funzione di ispirare i membri della confraternita,
17:27di spingerli verso la devozione e la carità .
17:30Nella Sala Grande il Tintoretto sviluppa una pittura dalle composizioni monumentali e dalla grande forza cromatica.
17:37Scene vetorotestamentarie, come il miracolo del serpente di bronzo, la raccolta della manna,
17:43si coniugano ad episodi del Nuovo Testamento, come la probatica piscina o l'ultima cena.
17:49Nei vari episodi biblici, la presenza di derelitti mendicanti e affamati serve da modello ai confratelli,
17:58suggerendo loro una condotta morale nella vita di tutti i giorni.
18:02La funzionalità degli spazi è ribadita dal connubio inestricabile tra la pittura del Tintoretto
18:07e gli stalli ligni realizzata da Giovanni Merchiori nel XVIII secolo.
18:12Infine, completano gli stalli ligni, le grottesche figure di Francesco Pianta.
18:17Una delle più celebri è il ritratto del Tintoretto, completo di tavolozza e pennelli.
18:26Infine, l'attività del Tintoretto caratterizzò anche la decorazione della sala inferiore,
18:31dove l'artista, capo di una folta a bottega, si dedicò alle storie dell'infanzia di Cristo.
18:42Vicino alle finestre, in fondo alla sala, il Tintoretto realizza due dei suoi massimi capolavori,
18:48la Santa Maria Egiziaca e la Maddalena in meditazione.
18:52Le due presunte figure di sante sono immerse in un paesaggio sublime.
18:57Ci troviamo di fronte a una pittura che è una Weltanschauung quasi romantica,
19:02ma dove la sapienza divina ordina in maniera equilibrata ogni cosa, un vero e proprio spazio dell'anima.
19:12Religiosità e politica, o religione e politica, sono legati ovunque, non solo a Venezia.
19:30Qualsiasi rappresentazione del potere nelle società di antico regime prevedeva una dimensione religiosa.
19:40Lo stesso potere ducale rappresentava se stesso attraverso simboli di carattere religioso.
19:48L'esempio più lampante per quanto riguarda Venezia è la chiesa di San Marco, la basilica di San Marco, oggi basilica,
19:55che non era la sede del potere religioso, ma era la cappella ducale, cioè era la chiesa privata del doge.
20:04Il doge rappresentava se stesso attraverso le processioni.
20:07I rituali civici erano improntati sulla sottolineatura di un rapporto stretto, estremo fra Dio, la volontà di Dio e il potere politico.
20:19Questo era tipico di qualsiasi potere in età moderna, nel medioevo e nell'età moderna.
20:24A Venezia venne sfruttato molto abilmente.
20:27Vale a dire che non si può parlare di una differenziazione netta fra le pratiche religiose e le pratiche politiche.
20:32In grosso modo venivano a coincidere.
20:35Questo non vuol dire però che Venezia fosse troppo remissiva nei confronti del potere romano.
20:44Anzi, è esattamente il contrario.
20:46Venezia si trovò spesso nel corso della sua storia a confrontarsi in maniera anche piuttosto brusca con Roma.
20:54Gli strumenti della politica erano anche gli strumenti della religione.
20:57La religione era uno strumento della politica ed era stato da sempre uno strumento di governo.
21:02Quello che sapeva fare Venezia fu sfruttare molto abilmente questo elemento anche nella sua dimensione repubblicana
21:10e quindi non di una monarchia in cui l'interprete ufficiale del potere era un solo individuo.
21:16Venezia aveva un corpo politico più ampio in cui il doge rappresentava ovviamente il vertice dello Stato
21:27ma per sottolineare la propria autorità aveva bisogno anche di una serie di manifestazioni di carattere religioso
21:36di cui ad esempio lo sposalizio nei confronti del mare, una ritualità che ricalcava simboli religiosi
21:43e dimensioni di carattere religioso pur all'interno di rapporti conflittuali.
22:06Le origini di una comunità ebraica a Venezia non sono ben conosciuti
22:13ma vista l'importanza commerciale di Venezia stessa tra Oriente e Occidente
22:18si suppone che dovette esserci già una comunità importante attorno all'undicesimo secolo.
22:23Il loro concentrarsi all'interno di un sestire determinato fu un processo di molto successivo.
22:28Fino al 1516, con la nascita del Ghetto Nuovo, non si darà vita all'istituzionalizzazione
22:36di una residenza coatta per la comunità ebraica di Venezia.
22:39Il nome, forse derivato dal suo sorgere su delle antiche fonderie, Zeto in veneziano,
22:46si sarebbe poi diffuso non soltanto nel resto dell'Italia ma anche altrove, in altri paesi dell'Europa
22:51sempre per definire lo spazio di residenza a cui erano costrette le comunità ebraiche.
22:56La caduta della Senerissima e l'imposizione delle leggi napoleoniche avvolirono la legalitÃ
23:03di quella terribile discriminazione, ma questa sarebbe tornata in modi bien più terribili
23:08con il fascismo e la Shoah.
23:12Con la bolla d'oro del 1082, concessa dall'imperatore bizantino Alessio Comneno,
23:18Venezia ottiene notevoli privilegi commerciali.
23:21Ma soltanto con la spedizione del 1204, la conquista di Costantinopoli,
23:26e la fondazione dell'impero latino d'Oriente, la città lagunare diventa padrona assoluta del Mediterraneo.
23:34Durante il Medioevo, la politica estera veneziana fu caratterizzata fondamentalmente
23:39da una volontà di espansione nel Levante, dove costruire un impero commerciale.
23:44In questo processo, Venezia affrontò sfide militari contro i genovesi e contro l'impero bizantino.
23:51La caduta di Costantinopoli nell'anno 1453 avrebbe cambiato le regole del gioco.
23:56Da allora, la Serenissima avrebbe dovuto affrontare un potere militare ben più temibile.
24:01Così, lungo tutta l'epoca moderna, le guerre fra Venezia e i turchi avrebbero caratterizzato
24:07non solo la politica estera della Serenissima, ma anche l'immaginario collettivo dell'Europa,
24:12dalla letteratura all'opera lirica.
24:13All'inizio del nuovo secolo, protagonista assoluto della vita politica veneziana
24:19è il doge Leonardo Loredana, che ricoprirà la prestigiosa carica per vent'anni, dal 1501 al 1521.
24:29Nato a Venezia il 16 novembre 1436, negli anni 50 inizia la sua straordinaria carriera politica,
24:36che culmina nel luglio 1492 con l'elezione a procuratore di San Marco de Citra.
24:42Il riconoscimento gli consente l'ascesa ai vertici dello Stato,
24:46ma deve attendere la morte del doge Barbarigo, per essere investito della dignità ducale.
24:54Era una sorta di outsider in quell'elezione ducale, benché venga eletto al primo scrutinio.
25:01Il candidato principale, quello su cui tutti puntavano, era Filippo Tron,
25:08proveniente da una famiglia ricchissima, figlio anch'esso di un doge,
25:13ma Filippo Tron ebbe la cattiva idea di morire durante le elezioni.
25:18I vent'anni del governo Loredana sono tra i più importanti della storia della Serenissima,
25:23che deve affrontare la grande sfida costituita dalla Lega di Cambrai.
25:27In gioco c'è la sopravvivenza politica della Repubblica.
25:31La Lega di Cambrai fu un patto tra potenze internazionali,
25:36sicilato segretamente alla fine dell'anno 1508 in quella città della Picardia francese.
25:42Per la prima volta nella storia, la Francia, l'imperatore Massimiliano,
25:46l'Aragona di Ferdinando V, l'Ungheria, gli Este, i Savoia e i Gonzaga,
25:52decidevano di allearsi tra loro.
25:55Fu Papa Giulio II il suo instigatore principale,
25:58spaventato dall'espansione veneziana nella Romagna,
26:01allora sotto sovranità dello Stato e della Chiesa.
26:03Il suo obiettivo teorico era lo smembramento della Serenissima
26:07e la ripartizione tra le potenze alleate dei suoi possedimenti,
26:11per lo più nella penisola italica,
26:12ma anche quelli posti al di fuori di essa, come la Dalmazia o Cipro.
26:19Nel 1509 giunge in Laguna un inviato francese
26:23per presentare la dichiarazione di guerra di Luigi XII,
26:26intenzionato a riconquistare quelle terre che la Serenissima ha occupato,
26:31come afferma l'emissario, per forza e ingiuliosamente.
26:36L'Uredan gli ricorda che il re francese può sperare di muoversi in Italia
26:40soltanto con l'appoggio veneziano,
26:42ma la terribile disfatta di Agandello,
26:44con il ferimento e la cattura del condottiero Bartolomeo d'Alviano,
26:48spegne il suo entusiasmo.
26:49Lo scontro tra l'esercito francese, guidato da Lugli XII, e quello veneziano,
26:56avvenne il 14 maggio 1509 attorno a Agandello, in provincia di Cremona,
27:02nelle vicinanze del fiume Adda.
27:04Il corso d'acqua era, infatti,
27:05la frontiera del territorio posto sotto controllo della Serenissima
27:08e il Ducato di Milano governato dai francesi.
27:10La sconfitta di Venezia arrestò la sua espansione nella terraferma
27:15e, al contempo, sembrò aprire le porte d'Italia agli alleati di Cambrai.
27:20Città come Brescia e Cremona, insieme con altre,
27:22si consegnano, infatti, a Lugli XII.
27:25Molto rumore suscita il discorso pronunciato da Leonardo Loredan in maggior consiglio.
27:30Il Doge non ha dubbi sulla fedeltà dei sudditi
27:33e accusa la nobiltà di non finanziare lo Stato in maniera adeguata.
27:37L'appello, che si chiude con un invito a combattere per la libertà della Serenissima,
27:42è accolto dal Consiglio con incredibile entusiasmo.
27:46Per sostenere con i fatti le sue parole,
27:48Loredan invia a proprie spese i figli Alvise e Bernardo a difendere Padova,
27:54insediata dagli imperiali.
27:56Ritengo che Loredan, come tutti i Doge,
28:00veneziani fosse mosso da un sincero amor patrio,
28:04forse in modo non comprensibile per una sensibilità contemporanea
28:13e con gli esempi della politica contemporanea.
28:17L'idea fondamentale di Loredan, come di molti altri Doge, prima e dopo di lui,
28:21fu sinceramente quella di salvaguardare la patria,
28:26quella di salvaguardare la salvezza della patria, il ruolo di Venezia.
28:30Che per salvaguardare questo ruolo si dovesse semplicemente adottare una politica espansionistica
28:37oppure più concretamente e in maniera più avveduta si dovessero accettare dei compromessi.
28:43Ecco, questa fu la vera capacità della classe politica veneziana,
28:48quella di realizzare che cosa fosse possibile fare a un certo punto
28:55e cosa fosse meglio evitare.
28:57Anche con una certa spregiudicatezza all'inizio della guerra che la Lega Santa mosse nei confronti di Venezia,
29:08non era escluso nemmeno il ricorrere all'alleanza con i turchi.
29:14Fu una posizione lasciata da parte quasi immediatamente,
29:18però dimostra abbastanza bene come si ritenesse che la salvezza della patria
29:22era superiore a qualsiasi altra forma di considerazione.
29:26E Loredan fu un interprete di questo amore per la patria,
29:30che facendo questo salvaguardasse anche i propri interessi,
29:33è abbastanza evidente, però erano gli interessi di buona parte della nobiltà veneziana
29:38o di buona parte dell'oligarchia del patriziato veneziano,
29:43dell'alta nobiltà veneziana che possedeva terreni nella terraferma.
29:49E pertanto una riconquista della terraferma era un beneficio anche per loro.
29:55Teniamo presente una cosa, che buona parte di questi terreni,
29:59di questi territori che i nobili veneziani possedevano nella terraferma
30:03erano posseduti a titolo personale e familiare,
30:06quindi non sarebbero stati alienati nel momento in cui fossero stati conquistati
30:10da una potenza straniere, sarebbero comunque rimasti proprietà dei singoli nobili,
30:16non erano proprietà della Repubblica.
30:17In realtà tutte le famiglie condividevano un comune interesse
30:21che era quello della presenza territoriale all'interno della terraferma
30:24e Venezia riuscì effettivamente a riconquistare questa presenza territoriale
30:31con un'azione anche difficile da intraprendere,
30:37con una serie di grossi sacrifici dal punto di vista militare,
30:40dal punto di vista politico e anche dal punto di vista economico.
30:45Il crescente pericolo francese permisse ai diplomatici veneziani
30:50di avviare trattative con Giulio II.
30:52Nel complesso gioco tra le potenze europee,
30:55il Papa temeva infatti la Francia tanto o più della stessa Venezia.
30:59Nel frattempo, la guerra divampava nell'Italia del Nord,
31:02da Ravenna a Genova a Bassano.
31:04Nel febbraio del 1510, Giulio II sciolse la scomunica a Venezia,
31:08primo passo verso una successiva alleanza con la Serenissima.
31:11Capitolo fondamentale di questo accordo fu il compromesso veneziano
31:15a rinunciare alle conquiste in Romagna.
31:19I successi francesi porterono ancora una nuova Lega,
31:21questa volta soprannominata Lega Santa,
31:24che nacque il 20 gennaio 1511.
31:27In essa partecipavano vecchi alleati di Cambrai,
31:29come Fernando V e l'imperatore.
31:33Il cambio negli equilibri militari comportò le prime sconfitte francesi
31:37che persero il Ducato di Milano
31:39e la riconquista veneziana di alcuni centri della terraferma.
31:43Nel 1513, a Papa Giulio II succede il Leone X,
31:49che cerca subito di svincolarsi dalla guerra.
31:53Venezia rovescia dunque le alleanze e si unisce ai francesi,
31:56con l'intenzione di cacciare i tedeschi dai propri territori
31:59ed entrando in conflitto con la Lega Santa.
32:02Le azioni imperiali nei confini della Serenissima
32:06provocarono che Venezia si avvicinasse a una Francia
32:08desiderosa di riconquistare Milano.
32:11Le guerre precedenti non impedirono a Venezia,
32:13potenza della Realpolitik,
32:15di affiancare la sua grande nemica degli anni precedenti
32:17nella battaglia di Marignano,
32:19detta anche battaglia dei giganti,
32:20da un commento raccolto dal Guicciardini
32:22e attribuito a Tribulzio,
32:23uno dei capitani alleati presenti nel campo.
32:25Così, tra il 13 e il 14 settembre 1415,
32:31si assistette a Melegnano, poco a sud di Milano,
32:34alla completa disfatta del duca Massimiliano Sforza.
32:37La vittoria consegnò ai francesi il ducato di Milano.
32:44Nel 1517, anche Massimiliano d'Asburgo rinuncia ai suoi diritti
32:49e restituisce il Friuli a Venezia,
32:52che vede così ripristinati i suoi confini territoriali
32:54prima di Cambrai.
32:57Per la vittoria della Serenissima,
32:59il doge Leonardo Loredan è stato decisivo,
33:03avendo rappresentato, come è stato scritto,
33:05lo spirito stesso della volontà di riscatto e di riconquista.
33:10Non era dotato, pare, ci dicono così,
33:13di aristiche, stimoli del tempo,
33:14non era dotato di una grande facondia,
33:15di una grande capacità retorica,
33:18il che rendeva le proprie ringhe
33:20nel maggior consiglio,
33:22prive forse di quel mordente che avevano avuto
33:26e che avrebbero avuto a ringhe di altri doge
33:29in passato e nel futuro.
33:33Però quello che seppe fare fu di mobilitare
33:35una volontà di rivalsa veneziana,
33:39soprattutto dopo la sconfitta di Agnadello.
33:42Dopo quel maggio del 1509 tutto sembrava perduto,
33:46ma fu proprio il doge a mettersi,
33:48con un certo sforzo anche dal punto di vista personale,
33:51a mettersi alla guida di un movimento
33:54che voleva la riscossa.
33:57seppe anche probabilmente negoziare
34:03tra le varie anime della nobiltà veneziana,
34:09un'anima maggiormente interventista
34:12e un'anima invece più attendista.
34:16Quello che riuscì a fare, per esempio,
34:17nel caso della crisi che seguì Agnadello,
34:20fu proprio il dare una linea politica,
34:23il fatto di dire che, di passare il principio
34:27che non fosse un dramma perdere temporaneamente
34:31le città della terraferma,
34:32ritirarsi strategicamente verso la laguna
34:36e di lì ripartire.
34:39L'altro grande merito fu senz'altro
34:40quello di aver coordinato l'attività diplomatica
34:43che portò alla dissoluzione della lega antiveneziana,
34:48facendo scorgere in maniera evidente
34:51le differenze di interessi
34:55all'interno di quello schieramento.
34:57In questo realismo politico,
35:00a volte anche abbastanza lontano e indifferente
35:03rispetto a quella che oggi considereremo una morale,
35:07stava forse una delle grandezze,
35:10uno dei meccanismi politici
35:12che fecero in modo che Venezia potesse durare
35:15così tanto tempo.
35:16Dal 14 giugno 1521,
35:20Leonardo Loredan non è più in grado di presenziare
35:23alle riunioni dei consigli sovrani
35:25per il peggioramento delle sue già precarie condizioni di salute.
35:29E una settimana dopo,
35:30il 22 giugno 1521,
35:32muore nella sua Venezia.
35:36Marine Sanuto, amico e cronista,
35:39di lui aveva detto
35:40Nel dipinto a olio
36:04conservato presso la National Gallery di Londra,
36:07Giovanni Bellini raggiunge una profondità emotiva senza precedenti
36:11e un ritratto dai risvolti psicologici unico nel suo genere.
36:16L'opera è firmata sul parapetto Ioannes Bellinus
36:19ed è considerato uno dei dipinti più alti
36:21della ritrattistica ufficiale del pittore veneziano.
36:24Il dipinto viene datato 1501 o poco dopo,
36:29quando il doge di Venezia entrò in carica.
36:31Il Loredan indossa gli abiti tipici da cerimonia,
36:35sopra la camura con i lacci,
36:37porta il copricapo a corno,
36:39tipico dei doji,
36:40e una veste meravigliosa di broccato
36:42decorata con i melograni.
36:52Nella ritrattistica ufficiale del Loredan,
36:55se il Bellini rappresenta l'innovazione,
36:57il sapiente Carpaccio,
36:58nell'opera coeva che gli è stata attribuita
37:00e oggi conservata all'Accademia Carrara di Bergamo,
37:03rappresenta invece il confronto con la tradizione.
37:10Loredan mostrò nel corso della sua vita
37:13una cultura e una sensibilità artistica
37:15che si collegavano perfettamente
37:17con ciò che stava avvenendo,
37:18più in generale, nel panorama cittadino.
37:22Venezia aveva ormai completamente abbandonato
37:25la cultura tardogotica,
37:26che aveva caratterizzato una buona parte
37:28del XV secolo per far propri gli ideali rinascimentali.
37:33La Basilica di Santa Maria Gloriosa,
37:36detta dei Frari,
37:37storica sede dell'Ordine Francescano a Venezia,
37:40fu un luogo cardinale da questo punto di vista.
37:43Oggi nessuno si accorge della sua vastità ,
37:47102 metri di lunghezza per 48 metri di larghezza,
37:50poiché accanto al meraviglioso edificio gotico
37:53sorgono numerose abitazioni.
37:57Ma quando questo venne innalzato,
37:59tra XIII e XIV secolo,
38:01su di un terreno paludoso,
38:03era circondato solo dal cosiddetto
38:05lago Badoer.
38:08Nei secoli,
38:09i Frati bonificarono la zona
38:11che divenne uno dei più importanti
38:13conventi europei dell'Ordine,
38:14sede di transito per coloro che si imbarcavano
38:17per le missioni oltremare
38:18immerso in vigneti e orti.
38:23Nella sacristia,
38:30si conserva uno dei capolavori
38:32di Giovanni Bellini,
38:33il trittico dei Frari.
38:36L'opera, concepita in dialogo
38:38con le architetture retrostanti,
38:40è datata e firmata 1488.
38:46Nella pala centrale,
38:48è rappresentata la Vergine col bambino
38:50e due angeli musicanti.
38:51Alla sinistra, i Santi Nicolò e Pietro.
38:54Alla destra, Marco e Benedetto.
38:59La divisione scomparti tradizionale
39:01fu voluta verosimilmente dai committenti
39:03e il Bellini mostra qui di ispirarsi
39:06alla pala di San Zeno del cognato Andrea Mantegna.
39:09La carpenteria architettonica,
39:11costruita ad hoc,
39:12dialoga sapientemente
39:13con quella dipinta dal Bellini
39:15all'interno dell'opera.
39:16L'artista riesce così a concepire
39:18uno spazio unitario,
39:20dal grande impatto luministico
39:22e dalle cromie caratteristiche
39:23della produzione artistica adriatica.
39:25Le ricerche illusionistiche dell'opera
39:28sembrano seguire quelle avviate
39:29con la pala di San Giobbe.
39:31Il Bellini mostra inoltre
39:33un perfetto controllo
39:34della tecnica olio sulle tavole,
39:36che aveva mutuato qualche anno prima
39:38direttamente dalla produzione pittorica
39:39del grande attonello da Messia.
39:49Nettrittico dei Frari
39:50inizia un ideale percorso
39:52verso il pieno Rinascimento,
39:54che si compì con l'assunta di Tiziano,
39:57posta sull'altare maggiore.
40:09Mastodontica opera
40:13e capolavoro assoluto
40:15realizzato nel biennio 1516-18
40:18rappresenta l'affermazione definitiva
40:20della grande pala d'altare
40:22d'epoca rinascimentale.
40:23Il dipinto di Tiziano
40:25è alto quasi 7 metri
40:27e venne concepito
40:28per dialogare perfettamente
40:30con il coro della chiesa
40:31di Santa Maria dei Frari.
40:33L'opera è caratterizzata
40:34da una vertiginosa composizione a piramide,
40:37dove più livelli dialogano tra di loro.
40:39Nella parte inferiore, infatti,
40:42lo spazio è dominato
40:43dalle monumentali figure degli Apostoli,
40:45che sono ritratti con acceso verismo
40:47dei lavoratori del porto di Venezia.
40:50Queste figure si collegano
40:52attraverso la meravigliosa
40:53ascesa della Vergine al cielo
40:55alla dimensione divina
40:57che è rappresentata
40:58nella parte superiore del quadro.
41:05La pittura italiana
41:07non sarà più la stessa.
41:09La tradizione artistica veneziana
41:11ne uscirà completamente sconvolta
41:13e Tiziano diventerÃ
41:15il principe dei pittori.
41:16Le conseguenze della morte di Loredan
41:25non furono particolarmente eclatanti.
41:28Come ogni doge che moriva,
41:33la signoria continuava a vivere.
41:37E pertanto, anche dal punto di vista simbolico,
41:39questo veniva rimarcato.
41:41La morte di un doge non rappresentava
41:43uno shock politico-istituzionale
41:47particolarmente forte,
41:49anche perché Venezia era una gerontocrazia,
41:53se vogliamo metterla in questi termini.
41:55Si diventava doge ad un'età piuttosto avanzata
41:57e pertanto il potere educale
41:59veniva mantenuto per un torno di anni
42:01piuttosto limitato.
42:02Il doge veniva, come al solito,
42:04perdeva la sua identità di vita effettiva
42:09e cominciava a diventare un simbolo.
42:12Il suo corpo veniva sezionato,
42:14veniva imbalsamato e veniva esposto.
42:18Nel caso di Loredan, di Leonardo Loredan,
42:20le cose non andarono così bene,
42:22nel senso che il processo di imbalsamazione
42:24ebbe qualche problema
42:25e pertanto si dovette immediatamente
42:27richiudere la cassa in cui era esposto
42:32e quindi non poteva essere esibito,
42:34il corpo del doge non poteva essere esibito
42:36così a lungo.
42:39La stessa notizia della morte
42:41arrivò con un po' di ritardo.
42:43Si dice perché i figli volevano essere sicuri
42:46di portare tutti i beni del padre
42:49nelle proprie case
42:51prima che questi potessero essere
42:53sottoposti a una sorta di controllo
42:55da parte delle autorità .
42:58I successori di Loredan
43:00ne proseguirono in qualche modo
43:02la politica,
43:04fino poi al dogado di Andrea Gritti
43:07che era stato una delle mani di Loredan
43:12nei tempi bui della riconquista
43:16della terraferma.
43:17Grazie ad Andrea Gritti
43:18si era potuto riconquistare Padova,
43:19si erano potute riconquistare
43:21molte delle città della terraferma.
43:22Andrea Gritti avrebbe cominciato
43:24di lì a poco
43:24quel grande progetto di rinnovamento
43:26della città di Renovazio Urbis
43:28che avrebbe dovuto far dimenticare
43:31i tempi di Agnadello.
43:36Nei decenni successivi
43:38Venezia è impegnata soprattutto
43:40sul fronte orientale,
43:41dove resta la più grande avversaria
43:43dell'impero ottomano
43:44fino all'inizio del XVIII secolo.
43:46E con la pace di Passanowicz
43:48nel 1718,
43:50al termine di una guerra scoppiata
43:51da quattro anni prima,
43:53la Serenissima deve rinunciare
43:54a quanto possiede ancora in Egeo.
43:57Alla metà del secolo XVIII,
43:59la potenza veneziana
44:00può dirsi davvero in declino,
44:02finché, con il Trattato di Campo Formio
44:04del 1797,
44:06cessa anche di esistere
44:07come stato indipendente,
44:09in seguito alla sua cessione
44:11da parte di Napoleone
44:12all'Austria.
44:16Il 15 maggio 1797,
44:20Ludovico Manin,
44:21il doge di Venezia,
44:23firmava gli ultimi decreti
44:24dettati dal potere napoleonico.
44:26Quella stessa mattina,
44:28uscendo da Palazzo,
44:29chiudeva per sempre
44:30l'epopea storica di Venezia
44:32come autorità indipendente.
44:35Da quel momento,
44:37l'unità della laguna,
44:38risultato della milionaria storia
44:40di Venezia,
44:41andava incontro
44:42a una certa disgregazione.
44:45Iniziava così per Venezia
44:46il mondo contemporaneo.
45:02Questa era Venezia,
45:04la bella Lusinghiera e ambigua,
45:06la città metà fiaba
45:07e metà trappola,
45:09nella cui atmosfera corrotta
45:10l'arte un tempo
45:11si sviluppò rigogliosa
45:13e che suggerì ai musicisti
45:14melodie che cullano
45:16in sonni voluttuosi.
45:18di Venezia,
45:23iniziava.
45:24Grazie a tutti.
45:54Grazie a tutti.
46:24Grazie a tutti.
46:54Grazie a tutti.
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