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6:06 di Tekla Taidelli
Ilcinematografo
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2 giorni fa
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00:00
Questo film parla della vita in bianco e nero, dell'uso di droghe, e sono sempre le 6.06,
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parla anche di rinascita, diciamo che è un progetto che è nato in maniera super indipendente,
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voluto da una scuola di cinema in strada, mi ha fatto un bando e da un'idea del mio allievo,
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Leonardo Roberto, che mandò questo 6.06, il bando scadeva a mezzanotte,
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tra le 11.58 arriva il soggetto di Leonardo che parlava della parte in bianco e nero.
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Iniziamo questo viaggio di 6.06 con l'idea di Leonardo, che parla di questo loop della droga in bianco e nero.
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E lì è stato un processo creativo diverso, sono partita da un'idea di un mio Leo per poi costruire la mia vita,
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perché comunque il film parla chiaramente della mia vita, della rinascita,
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e io dipinto su Davide, che è il protagonista Leo, e su George, che è la protagonista Jojo,
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il mio lato oscuro e il mio lato di salvifico, quindi tutti e due sono la parte mia, presento da me.
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Ho fatto un provino che qualcuno mi ha mandato su Instagram,
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e sono andata, ho fatto una scena e il giorno dopo Tecla mi chiama e mi ha detto che avevo la parte.
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E quindi poi mi sono immersa in modo molto rapidamente,
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perché subito dopo, una settimana dopo, sono andata lì a studiare la cineggiatura con Tecla
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e l'altro attore Davide Valle.
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Quindi subito mi sono sentita immersa e presa in questo viaggio, su questo treno.
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Parlando di autobiografia, alla fine c'è una dedica che compare.
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A mio padre?
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Allora, mio papà si è tolto la vita quando avevo 18 anni, lo dico sempre, non ci sono problemi,
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e diciamo che ho avuto una vita, sì, molto black, perché la parte black and white di Davide è un pezzo della mia vita,
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che diciamo che il cinema mi ha sempre tenuto attaccato alla realtà,
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cioè io sedevo molto alla settima arte, che la mia più della vita sono sempre il cinema.
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Ho conosciuto la parte in bianco e nero, dicevo prima una frase di Muhammad Ali,
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Cadi sette volte e rialzati otto.
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Quindi questo film qua parla della mia ottava risalita, che è la definitiva,
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quindi è un messaggio di vita per tutti, penso che sia universale il messaggio di rinascita.
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Non bisogna mai smettere di lottare per i propri bisogni,
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non bisogna mai smettere di credere che c'è una seconda chance.
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Ho scoperto tante cose durante questo film, ho scoperto una forza forse che non pensavo di avere
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grazie al personaggio e a come Tecla ha fatto uscire i personaggi da me,
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e ho scoperto un nuovo modo di affrontare la vita, ma anche semplicemente durante il film
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ho scoperto persone fantastiche, ho venuto a lavorare.
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La prima volta che hai incontrato la sceneggiatura del film, cosa hai pensato?
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Per sincero ho avuto paura di non essere all'altezza di affrontare un argomento così pesante,
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che non fa parte della mia vita, e ho avuto paura di non rispettare abbastanza
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l'argomento e di non essere abbastanza vera per affrontarlo.
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E dove hai trovato quella verità?
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L'ho trovata perché Tecla mi ha permesso di avere più fiducia in me stessa,
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mi ha guardato negli occhi e ha detto, sei tu e punto.
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Quindi, sì.
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E ci sono come?
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Come la creano questa connessione?
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Lei parla solo francese e lì solo romano, io penso che l'amore sia universale,
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cioè l'amore può essere sia l'amore di una donna, l'amore di un cane, l'amore di un amico,
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è la potenza salvifica dell'amore, io penso che, veramente penso che l'amore mi abbia salvato,
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in tante forme, è una roba che mi ha salvato totalmente, l'ho messo in scena con loro,
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ma penso che l'amore appunto è un linguaggio universale,
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tutti di loro parlano la stessa lingua in questo livello delle anime che è il livello dell'amore,
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mentre loro in realtà parlano francese e romano.
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Però a livello dell'amore è un momento universale, onirico, bellissimo, colorato,
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dove noi ci salviamo.
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Come avete viaggiato insieme a Davide?
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In realtà è il primo progetto che ho preso quando sono arrivata in Italia,
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quindi è stato, ho incontrato dopo tre mesi delle persone che mi accompagnano ancora oggi
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nella mia vita professionale, quindi anche lì, nel film facciamo questo viaggio
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dove il mio personaggio guida un van per tutto il Portogallo
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e anche lì è stato molto bello guidare in questi paesaggi fantastici perché amo tantissimo guidare
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e poi a livello, fuori dal film, dalla storia, è un viaggio che dura e spero durerà ancora tanto
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perché non ho trovato solo colleghi, ho trovato sicuramente una famiglia su questo set.
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Fai ce che tu vuoi, o allora tu la doni, questa chance.
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Ma c'è a toi di voir.
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Non pensavo né di arrivare a Venezia né tantomeno di vincere un premio
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e quello che dicevo al premio SIAE è un premio collettivo perché io faccio un cinema scomodo,
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irriverente, fuori dagli schemi, lo chiamo Neuralismo Underground perché parla delle borgate,
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delle carceri, dei tossici, cioè comunque è un cinema molto scomodo, difficile da produrre
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e quindi questo miracolo lo devo a me e ai quelli che io chiamo pirati
06:00
che hanno messo anima, corpo, cuore, fegato e vita in questo progetto,
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che è un progetto collettivo ed è un miracolo del cinema indipendente.
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Mi penso che sia un manifesto per il cinema indipendente e un manifesto di rinascita
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per le generazioni nuove e disilluse, cioè double face.
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Rinascita e ce la possiamo fare per il cinema indipendente.
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Vorrei essere un manifesto che il cinema si può fare con pochi mezzi,
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ma con tanta, tanta, tanta voglia di fare arte e parlare.
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Non mi piace che le persone si rinascita a loro.
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Guarda dopo Giorgio, eh?
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E c'è molta musica, c'è molto sogno,
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quasi una spiritualità che va al di là dei luoghi comuni.
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Appartiene al personaggio, ovviamente la musica mi accompagna sempre,
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io sogno sempre, ho sempre la testa tra le nuvole.
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Quella rappresentazione là è quella di Tecla e l'immaginario di Tecla,
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ma mi ci sento legata perché anch'io ho questo lato molto sulla luna.
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Stare là in Portogallo con sempre l'oceano vicino è stato...
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Eh, sono brava a lavorare senza lavorare perché era...
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Beh, avevo il mare fuori sempre.
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Io non so che vuol dire l'abbraccio di una madre,
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il consiglio di un padre.
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Non l'ho proprio mai conosciuto.
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Te sei l'unica in tutta la mia vita che mi ha visto veramente.
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Questo video ha avuto un processo creativo molto, molto in divenire.
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Parte dall'idea di Leonardo, mi presenta Davide,
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Davide comunque si cuce addosso la parte del protagonista
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e lui decide di tornare a casa a quell'ora.
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È stato un processo creativo,
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abbiamo deciso insieme di non fare un finale happy end.
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Cioè non è il classico, tutti vizio felici e contenti.
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Perché per me la vita non è l'ietto fine.
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L'ietto fine la fai solo nei film commerciali.
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Io faccio un cinema totalmente indipendente di strada,
08:00
non c'è l'happy end, ma c'è un finale giusto.
08:02
C'è sempre una seconda chance, questo è il messaggio.
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Non devi mai smettere di combattere.
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Non devi vincere.
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Devi solo imparare a combattere, dice lui.
08:11
Non devi vincere.
08:13
Devi imparare a combattere.
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