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  • 1 settimana fa
Scopri come un giovane, inizialmente percepito con timore, è diventato una colonna portante di Telepace. Dagli anni '80 ad oggi, il racconto di un percorso umano sorprendente. Un esempio di umiltà, disponibilità e amore per il servizio che ispira e commuove. Un mea culpa pubblico e un invito a non giudicare dalle apparenze.

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Trascrizione
00:00Musica
00:30La storia che sto raccontando ha dell'incredibile, non tanto per il caro Fabrizio quanto per chi sta parlando.
00:46Eravamo negli anni 86-87, già avevano incominciato tramite la Caritas Diocesana di Verona
00:55il loro servizio a Telepace, alcuni obiettori di coscienza.
01:02E un giorno mi capita a chiedere di poter fare l'obiettore di coscienza a Telepace
01:09anche un ragazzo di Cerna.
01:13Cerna è un piccolo paese, io quando ne parlo dico sempre che è una piccola metropoli.
01:19300 abitanti aveva allora, oggi ne avrà 250.
01:23Il ragazzo che venne da me per chiedere di poter fare l'obiettore di coscienza a Telepace
01:30era figlio di una delle più prestigiose famiglie del paese.
01:36Io conoscevo bene il papà, Mario, conoscevo la mamma e conoscevo lui.
01:44Perché? Perché quando era piccolo rassomigliava tutto a quel bambino
01:51che viene raffigurato come il Giovanni Battista, era piuttosto riccio in testa.
01:59Comunque un buon bambino, un bravo bambino, ma io l'ho seguito fino a 10-11 anni.
02:06Dopodiché l'ho perso di vista, anche perché erano tanti gli impegni che bisognava portare avanti
02:13con Telepace.
02:16Ebbene, all'età di 18-19 anni, lui invece di fare il servizio militare, cosa buona,
02:25chiede alla Caritas Veronese di poter fare il suo servizio civile.
02:31Ma dove? Aveva chiesto di venire a Casa Gioiosa, dove aveva sede Telepace.
02:41Mentre invece la Caritas di Ocesana lo mandò, ahimè, a Clusone di Bergamo.
02:49Quindi un po' lontano dalla sua piccola metropoli.
02:54E allora venne da me un giorno, ma non riuscì a parlargli perché invitatolo a sedere e li
03:04continuavo a guardare a destra e a sinistra, a muoversi.
03:08Tanto che io ho chiamato il parroco e ho detto, senti Don Mario, ma Fabrizio lo conosci?
03:16Certo, dice. Ma dico, un bravo ragazzo? Mi aspettavo che mi dicesse di sì.
03:22Però dico, mi dà l'impressione di essere un ragazzo drogato.
03:26Ma scherzi? Dice, perché? Perché dico, io non sono capace di parlargli insieme.
03:31Ho detto, fermiamoci qui, diciamo due parole.
03:34Ma lui guardava a destra e a sinistra, si muoveva con la sedia.
03:39Ho detto, ahimè. Ma perché è venuto? È venuto a chiedere di poter fare il servizio civile.
03:44Lo so, dice, non vuole fare il servizio militare.
03:48Guarda che non è un ragazzo drogato, è un ragazzo molto e molto timido.
03:56E allora? E allora dice, prendilo.
03:59Guarda, io ho una gran paura.
04:02Ho paura che se lui viene, mi creerà dei problemi con gli operatori.
04:09Non starà mai fermo. Salterà da una parte all'altra.
04:13E dico, io non mi sento assolutamente.
04:16E gliel'ho detto, gliel'ho detto a lui.
04:20Ho visto che le mie parole non hanno fatto più di tanto.
04:24E allora ho chiamato il direttore della Caritas.
04:27Oggi, Monsignor Antonio Finardi.
04:30Ho detto, senti, è venuto da te un ragazzo?
04:34Sì, dice, Fabrizio, spiazzi.
04:36E dico, lui vorrebbe venire.
04:39Lo so, ti prego, dico, ti prego, non mandarlo qui.
04:44Perché te lo assicuro io.
04:45Ma perché?
04:46Ma perché, dico, io non lo so.
04:49Non so perché abbia in testa quel pensiero.
04:52Ora, in testa l'idea che lui, che continuava a muoversi e invece era tutta timidezza,
05:03era vergogna, era pudore.
05:06Il fatto sì è che io sono molto tranquillo.
05:12Un pomeriggio mi capita qui, dice, la Caritas, viene con foglio.
05:18La Caritas mi ha mandato, dice, a fare il servizio civile a Telepace.
05:25Ho detto, ma avevo detto di no.
05:28E va bene, dico, vediamo, proviamo.
05:32Chiamo Don Antonio Finardi.
05:34Don Antonio, dico, facciamo una prova.
05:36Perché se non va, non va.
05:39E il caro Fabrizio ha incominciato.
05:42Ed ha incominciato così bene.
05:45Ed ha continuato così bene.
05:48Che io devo dirgli veramente, caro Fabrizio.
05:53Intanto venne la mamma a vedere come si comportava.
05:57Io non so se lui avesse detto qualcosa alla mamma che io non volevo.
06:02Ma venne una zia.
06:04Mi pare che il nome si chiamasse Esther, se dico bene.
06:09Era maestra.
06:11Naturalmente lei abitava a Santa Maria di Negrarse, sempre se ben ricordo.
06:16Ma mi dica, mi dica qualcosa.
06:18Ma dico, devo dire che io non avrei voluto che venisse.
06:22E invece, dopo già qualche mese, devo ringraziare e benedire il Signore che sia venuto.
06:28Perché è generoso, è gentile, è rispettoso, è obbediente, è umile.
06:36Dice sempre di sì.
06:38Lì si chiede qualsiasi cosa, lui dice di sì.
06:41Addirittura, dico, abbiamo il Presidente della Fondazione che è molto contento.
06:47Ma anche i suoi colleghi, gli operatori, sono molto contenti.
06:53E allora io cosa devo fare?
06:55Oggi mi si chiederà, ma Fabrizio è ancora in opera?
06:59Sì, è ancora in servizio.
07:02E Fabrizio sta facendo veramente bene.
07:06E sta, direi, captando proprio non solo il consenso, ma anche la benevolenza di tutti.
07:16Disponibile di giorno, di sera e di notte, di giorno feriale, di giorno festivo, sempre pronto.
07:24Oggi è sposato felicemente, ma gli è rimasta proprio quella carica bella, quel senso di umiltà, ma soprattutto di disponibilità.
07:38E allora a me toccherebbe fare una pubblica ammenda, un mea culpa, ma io lo racconto spesso.
07:46E quando viene qualche genitore che mi parla del figlio o qualcuno che mi dice
07:52ma in casa non siamo capaci di dominarlo, di farlo obbedire, io dico sempre dobbiamo guardare in alto e dobbiamo attendere.
08:05Quindi anche al caro Fabrizio io dico continua nel tuo servizio, nella tua dedizione e nel tuo amore per Telepace,
08:17perché Telepace ti è tanto riconoscente.
08:22Grazie a tutti.
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