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  • 1 settimana fa
Una storia d’amore sensuale e distruttiva ma anche una provocatoria riflessione sulla società e sulle interazioni umane, segnate sempre da dinamiche di potere. A due anni dal suo ultimo film Memory, torna il regista messicano Michel Franco con il nuovo Dreams, al cinema dal 20 novembre per Fandango. Presentato prima alla Berlinale 2024, poi alla Festa del Cinema di Roma 2025, è un dramma dalle forti tinte erotiche interpretato da Jessica Chastain e dal trentacinquenne messicano Isaac Hernández, primo ballerino dell'American Ballet Theatre. I due hanno 13 anni di differenza ma, come ci aveva raccontato la protagonista in questa intervista, «il film va oltre la semplice differenza d’età: affronta il privilegio, l’economia, il potere e la manipolazione».

[idarticle id="2552714" title="Jessica Chastain in ''Dreams'': «Mi piace affrontare gli aspetti più oscuri della natura umana»"]

Attraverso la relazione passionale tra personaggi, emergono infatti temi universali come la dipendenza reciproca, e politici, come la lotta per la dignità. Si affaccia una prospettiva dissacrante anche sul sogno americano, visto attraverso gli occhi di Fernando, messicano che sogna l'America.
Dreams, il film con Jessica Chastain, la clip
Nella clip, appaiono i due protagonisti, Jennifer e Fernando: non parlano, ma la tensione erotica tra i due è palpabile. Lei è una donna proveniente da un contesto privilegiato: una raffinata filantropa dell’alta societa americana. Lui un giovane e talentuoso ballerino messicano che sogna il riconoscimento internazionale e una nuova vita negli Stati Uniti. 


La trama del film di Michael Franco
Convinto che Jennifer, sua amante, lo sosterrà nel realizzare le sue ambizioni, Fernando decide di lasciarsi tutto alle spalle e mette in pericolo la sua vita pur di inseguire il sogno. Ma il suo arrivo negli States finisce per sconvolgere il mondo attentamente costruito da Jennifer. Lei ha paura di farsi vedere con lui: ci sono differenze di ceto e di età. Nessuno capirebbe, di sicuro non la sua famiglia.

Fernando, orgoglioso, preferisce tornare in Messico piuttosto che interpretare il ruolo del “toy boy”. Lei forse lo ama, forse no: di certo ne vuole il controllo. E così lo va a riprendere, salvo poi non sopportare l’idea che possa costruirsi una carriera e una vita di cui lei non sia al centro. È un rapporto squilibrato, metafora delle relazioni tra Stati Uniti e Messico, ora più attuale che mai.
La caccia agli immigrati irregolari negli Stati Uniti
Il regista messicano ha girato Dreams due anni fa, quando negli Usa la “caccia” agli irregolari era già serrata. Oggi, con la presidenza Trump, il film è diventato ancora più attuale, come il regista ha spiegato alla Festa di Roma. «Da quando sono bambino vedo i miei connazionali che passano il confine, rischiando la vita. Il problema è che oggi sono sdoganati i discordi di odio contro gli immigrati. Questo è estremamente pericoloso, e c’è un problema di razzismo crescente. Purtroppo il Messico è un Paese da cui si fugge ancora, perché è corrotto, dominato dai cartelli della droga, e ci sono molte persone che non hanno scelta se vogliono sopravvivere: devono andarsene».

In una San Francisco ricca e progressista, le azioni filantropiche della protagonista appaiono come azioni di facciata. «Lei è convinta che con i soldi si possa comprare una coscienza migliore e decidere cosa sia meglio per gli altri. Ovviamente non sai cosa è meglio per una persona che viene da un altro mondo, da un altro Paese, e credo che questo possa essere un aspetto molto pericoloso della ricchezza».

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