Vai al lettorePassa al contenuto principale
  • 1 giorno fa
IL CALCIO RIESCE ANCORA A SORPRENDERCI e la storia di Curaçao ne è la prova più recente. Questa piccola isola caraibica, con una popolazione che non arriva a 160.000 abitanti, è riuscita a compiere un’impresa che pochi avrebbero considerato possibile: qualificarsi per la Coppa del Mondo. Nessuna nazione così piccola, in termini di popolazione, c’era mai riuscita prima.
La qualificazione è arrivata quasi in punta di piedi, con un pareggio per 0-0 contro la Giamaica che, però, valeva oro. Dietro quel risultato c’è stato un percorso sorprendente: Curaçao ha chiuso il girone imbattuta, mostrando una solidità e una maturità che raramente si associano a una selezione così giovane e poco abituata alla ribalta internazionale.
Un ruolo chiave lo ha avuto il lavoro paziente degli ultimi anni: molti giocatori provengono da famiglie con radici nell’isola ma cresciuti nei vivai europei, soprattutto nei Paesi Bassi. E poi c’è la guida tecnica di Dick Advocaat, un allenatore di enorme esperienza che ha creduto nel progetto e lo ha accompagnato fino alla storia. Al di là dei numeri e delle statistiche, la qualificazione di Curaçao racconta qualcosa di più grande: il sogno di un territorio che si affaccia sul palcoscenico mondiale non solo come comparsa, ma come simbolo di ciò che il calcio può rappresentare. Passione, tenacia, identità. Migliaia di persone si sono riunite al centro commerciale Sambil di Willemstad per seguire la partita contro la Giamaica che ha permesso al piccolo Stato di conquistare il pass per il Mondiale. «Faremo vedere a tutti che siamo piccoli, ma abbiamo un cuore grande» dicono i tifosi.

Categoria

🗞
Novità
Trascrizione
00:00Grazie a tutti
00:30Grazie a tutti
Commenta prima di tutti
Aggiungi il tuo commento

Consigliato