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  • 4 settimane fa
Ecco la nostra intervista al regista Roberto Andò e ai suoi attori protagonisti, Silvio Orlando, Giuseppe Pirozzi e Lino Musella, per Il bambino nascosto, il film che ha chiuso, Fuori Concorso, la 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.
Trascrizione
00:00Questo personaggio del professore scoprirà durante il film un bambino nascosto che in
00:11qualche modo forse ha tenuto lontano e dall'altro c'è questo Musella, questo personaggio che
00:18fa Lino che è una persona che ha un rapporto molto ambiguo, cioè in qualche modo ha un
00:25risentimento nei confronti della vita e di quelle scelte che ha fatto, quindi tutto il
00:31terreno dell'arte è un miraggio, quindi ha un rapporto ambiguo con questo professore,
00:37da un lato c'è una sorta di devozione morbosa e dall'altro di molestia, di insulto, quasi
00:45di offesa, di oltraggio, ecco direi di oltraggio. Questa conquistione qui io credo che ci sia
00:52molto a Napoli, nelle città del sud, c'è questa specie di naturale disposizione alla bellezza,
00:57ma anche di oltraggio alla bellezza.
01:00Una metafora della vita, perché lì è una situazione molto estrema, perché Napoli è
01:05una città estrema, per cui succedono cose che altrove non succedono, però bisogna sempre
01:12tenere aperta una porta per far entrare l'imprevisto, insomma, che poi può entrare nella forma
01:19di una donna, di un cagnolino, di un ragazzino, e allora lì se ti metti in ascolto veramente
01:29della vita forse qualcosa succede.
01:31Diciamo che sono io che sono entrato da lui, però è anche lui che è un po' entrato
01:37da me, perché mi ha aiutato a crescere, a maturare. Diciamo che non è che il mio personaggio
01:42è maturato, però cambia. C'è questo cambio proprio di personalità, cioè dall'essere
01:50arrogante, che diventa comunque un ragazzo normale, un ragazzo con dei sentimenti dolce,
01:57che dice che lo esprime, gioca e non come sempre un po' quel ragazzo apatico, arrogante,
02:04scontroso, come lo dimostra all'inizio.
02:07Ma io credo che poi alla fine la solitudine è una condizione di tutti gli ambienti, che
02:14sia un clan camorristico in cui poi alla fine, girando, te li trovi da solo, circondato
02:20dalla violenza, senza speranza, ma anche in una forma di intellettualismo esasperato,
02:27in cui sembra che quasi una forma di speculazione intellettuale basti o sostituisca il rapporto
02:35con il mondo. Quindi queste due solitudini che si incrociano forse sono veramente il miracolo
02:44che può succedere nella vita e nel film può succedere.
02:49È bello parlare di che cosa nasconde un personaggio in un film che si chiama
02:53Il bambino nascosto. Forse nasconde un bambino questo personaggio, forse nasconde
02:57un'innocenza, forse nasconde una parte che potrebbe salvare, ecco, e che forse ha anche custodito
03:07e custodisce fino a una certa parte del film, perché lui a un certo punto è costretto a scegliere
03:16di sopprimere quella zona. L'arte e la bellezza sono pericolose, perché ti fanno cambiare, ecco,
03:30spesso il cambiamento ci salva, ecco. Però ci mettono di fronte un po' sempre a quello che siamo,
03:42quindi mi viene da pensare che questo personaggio, che è proprio nella zona nera, perché è un criminale,
03:51diciamo, un camorrista, e quindi è quello che per noi è il male, ecco. Dall'altra parte ha qualcosa di...
04:04forse la forma d'arte è più eterea, più assoluta, cioè la musica, quindi ha questo contrappeso
04:11assolutamente inconciliabile, quindi vive questo conflitto fino purtroppo a risolverlo.
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