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  • 4 settimane fa
Giorgio Pasotti è stato premiato all'Olbia Film Network dove ha presentato il suo primo film da regista, Abbi fede. Ecco la nostra intervista.
Trascrizione
00:00Ciao a tutti, sono Sonia Serafini e sono qui all'Olvia Film Network dove ho appena intervistato Giorgio Posotti
00:06che ha ricevuto il premio Opere Prime e Seconde per il suo Abbi Fede. Sentite cosa mi ha detto.
00:13Ma guarda, io essendo poi vengo da una carriera sportiva per cui il premio è quel giusto riconoscimento
00:21dopo che uno si allena per tanti giorni, per tante ore con la speranza di poter vincere
00:28ma molto spesso uno non vince, anche se si è impegnato tantissimo, quindi vengo da una mentalità proprio sportiva
00:35che ho conservato anche nella mia professione oggi, quindi sono una persona che si allena molto, si prepara tanto
00:42ricevere quindi premi è un riconoscimento al tuo lavoro, al tuo sacrificio, a quanto tu ti sei speso
00:51ancora di più quando faccio il regista perché per fare un film da chi lo pensi a chi lo realizzi e lo finisci
01:01e poi lo fai vedere possono passare degli anni, quindi è un percorso lunghissimo, fatto di sacrifici
01:07molto spesso fatto di ostacoli che devi imparare a superare. Quindi è un bel riconoscimento, quindi è un attestato di stima
01:17a ciò che tu hai fatto, per cui è bello, è semplicemente piacevole, non capisco che le persone sostengono
01:24che i premi siano inutili o fanno, come dire, gli indifferenti, a me no, a me sostanzialmente fa molto piacere.
01:31Sì, ma io trovo che oggi sia necessario invece avere proprio quel coraggio di osare, siamo in un momento storico
01:39in cui ci siamo, ma nemmeno addormentati, proprio siamo ospirati su un letto fatto di commedie
01:46che hanno, che hanno, l'hanno fatta da padrona per troppo tempo. Oggi bisogna recuperare un linguaggio che,
01:58un linguaggio universale, attraverso tra l'altro le piattaforme. Oggi il pubblico, anche italiano, ha imparato a conoscere
02:04linguaggi diversi, che siano il grottesco, il fantasy, sono aperti a tutto. Non è più un pubblico italiano
02:10solo, esclusivamente, che comprende la commedia. Anzi, trovo che quel tipo di commedia deve esistere,
02:15ma che bisogna proprio, ci sia necessità di spingersi oltre. Quindi recuperare un linguaggio che deve essere
02:23il più internazionale possibile per recuperare una giusta posizione, un giusto merito, riconoscimento
02:29di un pubblico che non sia solo un pubblico italiano. Per cui, in questo senso, fare un film anche grottesco
02:35non è, secondo me, è coraggioso se tu la vedi da un lato produttivo italiano. Se tu la vedi dal lato
02:42prettamente del pubblico, trovo che oggi sia un pubblico assolutamente aperto anche a questo tipo di linguaggio.
02:50L'avere oggi coraggio è, secondo me, una virtù. È solo attraverso il coraggio che puoi scoprire chi sei,
02:55quali siano i tuoi limiti. Il coraggio è qualcosa di molto importante per chi fa questo mestiere,
03:02ma nella vita in generale. Se è sempre misurato, chiaramente non è che bisogna, come dire, rischiare la vita.
03:10Però il coraggio è quella caratteristica che ti fa andare avanti, ti fa maturare, ti fa crescere.
03:15Se no, come dire, è solo attraverso quella caratteristica che tu scopri ciò che ti piace,
03:21ciò che non ti piace e vai avanti e crescere la tua vita. Chiedere ad Amendola di fare questo ruolo
03:29non è assolutamente una comfort zone, perché chi conosce Claudio sa perfettamente che Claudio è l'estremo opposto
03:35rispetto al personaggio che interpreta. Anzi, io avevo timore che lui chiaramente non accettasse
03:42un ruolo così lontano da ciò in cui lui crede fermamente e chi lo conosce bene lo sa,
03:50però trovo che oggi abbia acquistato una tale maturità artistica, il suo talento è talmente consolidato
03:56che lui poteva restituire un Adamo, quindi un fascista, un picchiatore fascista di Borgata
04:05così come io lo volevo. Per cui in realtà il pubblico vede e segue il film attraverso i suoi occhi
04:17che sono gli occhi di una persona che potreste anche detestare all'inizio, ma invece sono proprio gli occhi
04:22di uno che dovrebbe essere il cattivo dei cattivi, che risulta essere forse il più normale
04:26in una gabbia di matti. Intanto abbiamo creato un'associazione che si chiama Unita, di cui fanno parte
04:33i firmatari, siamo una settantina di attori e attrici, tra i più noti in Italia, attraverso la quale
04:44cerchiamo di chiedere espressamente al governo che intanto di pensarci come una categoria di lavoratori
04:55vera e propria, alla stessa stregua di qualsiasi altro lavoratore in Italia.
05:00Noi siamo una sorta di ancora categoria per molti eletta che non ha bisogno di alcun tipo di
05:08sovvenzioni, tutele, invece no, perché per quei pochi attori famosi che hanno ovviamente
05:16la garanzia di poter sopravvivere anche in periodi come quello del Covid ci sono centinaia, migliaia
05:22di attori, attrici, lavoratori, scenografi, elettricisti, macchinisti, truccatori parrucchieri
05:28che non hanno la possibilità di potersi pensare una prospettiva futura. Sono tutti lavoratori
05:36che non hanno contratti a tempo né determinato né indeterminato, sono lavori part time.
05:41Questi lavori part time portano a, in un periodo come quello del Covid, non avere un'aspettativa
05:45verso il futuro, non si sa quando ripartirà, siamo stati la prima categoria a fermarci e
05:50l'ultima a ripartire, se di ripartenza possiamo parlare. Per cui bisogna chiedere al governo
05:57di, come il governo francese, che ha destinato a ogni lavoratore dello spettacolo quasi 1500
06:02euro al mese, di provvedere a questa lacuna. Noi siamo dei lavoratori a tutti gli effetti,
06:09per cui questo, va fatto questo, va fatto capire al nostro governo che non siamo una
06:15categoria di eletti, ma una categoria di lavoratori a tutti gli effetti, che tra l'altro
06:20contribuisce in maniera sostanziale al PIL italiano. Nessuno sa che cosa succederà nei prossimi
06:25mesi, se ci rifermeremo o non ci rifermeremo. Il teatro ha bisogno di ripartire, il mondo dello
06:30spettacolo ha bisogno di ripartire. Questo festival è proprio un segnale molto importante,
06:42è un esempio che tutti quegli altri festival che sono ancora, come dire, in dubbio se farli,
06:48non farli, organizzali, portarli a termine, devono prendere, ad esempio, questo festival,
06:53come il festival di Venezia, che non è certo piacevole essere contingentati, trovare delle
07:02sale cinematografiche o delle arene dove c'è ancora il distanziamento, semi vuote, però
07:07è un inizio, deve essere una ripartenza, quindi è un segnale molto importante.
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