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https://www.pupia.tv - Roma - Legge di delegazione europea 2025 - Audizioni - Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati (AIRES) e EuCER (The European Consumer Electronics Retail Council), Egualia - C. 2574 Governo
La Commissione Politiche Ue, ha svolto le seguenti audizioni nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 2574, recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2025:
Ore 15 Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati (AIRES) e di EuCER (The European Consumer Electronics Retail Council)
Ore 15.15 Egualia.(08.10.25)
#pupia
La Commissione Politiche Ue, ha svolto le seguenti audizioni nell’ambito dell’esame del disegno di legge C. 2574, recante “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2025:
Ore 15 Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati (AIRES) e di EuCER (The European Consumer Electronics Retail Council)
Ore 15.15 Egualia.(08.10.25)
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NovitàTrascrizione
00:00Sì, quindi il mio canale, l'ordine del giorno è che l'audizione informale in videoconferenza
00:05dei rappresentanti dell'Associazione Italiana Retailer Electrodematici Specializzati, AIRES,
00:11e EUCER, European Consumer Electronics Retail Council, quindi EUCER, dell'ambito dell'esame
00:19del disegno di legge recante del legal governo per il ricevimento delle direttive europee
00:24e l'attrazione di altri atti dell'Unione Europea, legge di delegazione europea 2025, saluto
00:31il dottor Davide Rossi, direttore generale di AIRES e managing director di EUCER Council,
00:40gli cedo la parola, pregando di contenere il suo intervento entro i 10 minuti, allora direttore
00:47a 8 minuti l'avverso del tempo sta finendo e poi lasciamo la parola ai redatori e eventuali
00:53altri colleghi che intendono intervenire, le lasciamo un po' lo spazio per una breve
00:57replica, prego.
01:01Mille grazie Presidente, mille grazie per questa possibilità, sì con due cappelli, a furia
01:06di cambiare cappello vedete i risultati poi sono questi, ma ho il privilegio di poter vedere
01:11queste tematiche sia dal fronte italiano con AIRES che dal fronte europeo con AIRES
01:15Council, che riunisce le principali catene europee di elettronica di consumo, quindi non
01:20soltanto le nostre famose catene italiane, ma anche quelle che hanno uno scenario europeo,
01:25un settore che a oggi garantisce 26 mila posti di lavoro in Italia e circa 250 mila in Europa,
01:33quindi sono 250 mila gli addetti a tempo indeterminato assunti presso le nostre catene in Europa,
01:39quindi riteniamo di avere una voce piuttosto importante e preciso che il barrage per poter
01:45far parte delle nostre associazioni è di trattare almeno il 70% del nostro fatturato
01:51in prodotti elettrici ed elettronici, quindi siamo i soggetti che sono pienamente interessati
01:56delle tematiche che riguardano telefonini, computer, pc, lavatrici, lavastoviglie, siamo quelli
02:02che oggi stiamo anche lavorando insieme al Ministero delle Imprese per la messa in atto
02:07del decreto sul ecobonus per la rottamazione dei grandi elettrodomesti, quindi abbiamo molto
02:13cuore questo settore, è lo settore su cui siamo concentrati al 100% e per noi la direttiva
02:20sul diritto alla riparazione è una pietra miliare che potrebbe addirittura cambiare
02:25un po' proprio la connotazione delle nostre imprese, fino ad oggi le imprese del retail
02:30come vengono chiamate, le imprese della rivendita si sono limitate ad acquistare prodotto per quello
02:35che riguarda il nostro settore principalmente da grandi multinazionali e in alcuni settori specificamente
02:41da multinazionali extraeuropee e soprattutto asiatiche, pensiamo alla telefonia e al settore
02:46dei televisori, qualcosa fortunatamente è ancora rimasto in Europa per quello che riguarda
02:51la produzione di elettrodomestici, quindi di grandi elettrodomestici come forni, cappe,
02:55lavatrici, lavastoviglie, ma la preoccupazione che abbiamo è che sempre di più queste grandi
03:00imprese multinazionali e extraeuropee si mettano a vendere direttamente il prodotto
03:05ai consumatori, quindi saltando la distribuzione.
03:08Noi riteniamo invece che il rivenditore specializzato abbia delle caratteristiche anche professionali
03:13che gli consentono di individuare quei prodotti che per rapporto, qualità, prezzo, affidabilità
03:17sono i migliori da proporre ai consumatori, quindi non riteniamo che sia una perdita di
03:25fatturato per le imprese affidarsi alla vendita ai rivenditori specializzati e sempre di più
03:31gli interessi tra produttori e rivenditori si vanno in qualche maniera divaricando, cioè
03:38quelli che una volta erano nostri partner commerciali stanno diventando in qualche modo
03:42nostri concorrenti avendo i loro attivi siti di vendita diretta, contando sui loro marchi
03:48molto molto famosi.
03:49Pensiamo alla telefonia dove ormai praticamente tutto il mercato è gestito da due, massimo
03:53tre, quattro operatori, ma i due più grandi fanno da soli già praticamente l'ottanta
03:58per cento del mercato e sono entrambi operatori extraeuropei.
04:02Ecco, in quest'ottica noi abbiamo visto questa direttiva sui diritto alla riparazione come
04:06una grandissima opportunità per le imprese europee, nel nostro caso italiane, per ampliare
04:12la gamma di attività che possono svolgere e creare ulteriore occupazioni in Italia e in
04:17Europa, perché se i prodotti vengono riparati di più di quanto si faccia oggi avremo tantissimi
04:23vantaggi, vantaggi e ricadute positive sul piano occupazionale per le imprese di territorio,
04:28oltretutto anche in territori dove è difficile arrivare, perché la riparazione deve essere
04:33fatta possibilmente nella stessa città, nello stesso comune o nella stessa isola in cui
04:37il prodotto deve essere riparato e soprattutto possibilità di un risparmio dal punto di vista
04:44anche ambientale, perché assicurerebbero meno rifiuti elettronici. L'Italia insieme
04:48ad altri paesi è in procedura di infrazione, tra l'altro da quel punto di vista, perché
04:52non recuperiamo abbastanza dei prodotti elettronici che vengono dismessi. Il barrage proposto dall'Europa
04:58è di 65% dell'immesso sul mercato, noi siamo attualmente a meno del 40%, quindi siamo
05:04ancora in un grande divario. Per di più, una preoccupazione per questo settore è questa
05:08spada di damocca del budget europeo del prossimo quadriennio, che prevede un onere per i paesi
05:13che non raccolgono abbastanza rifiuti elettronici di 2 euro al chilo e se oggi questa norma
05:18fosse già in vigore in Europa, l'Italia pagherebbe 1 miliardo e 200 milioni di tassa
05:23per rifiuti elettronici non smaltiti. Ovviamente noi speriamo che questa misura venga attenuata
05:29nella sua entità che sarebbe mostruosa, ma sicuramente è qualcosa che l'Europa vuole
05:34fare perché vuole in qualche modo penalizzare le nazioni poco virtuose nella raccolta di rifiuti
05:38elettronici. Ecco, produrre meno rifiuti elettronici sarebbe una soluzione anche a quel
05:43tipo di problema. Come fare a ridurre i rifiuti elettronici? Ovviamente allungando il ciclo
05:49di vita dei prodotti. In questo momento non esiste questa concorrenza tra rivenditore e
05:55fornitore che invece secondo noi è, come dicevamo in Europa, un race to the top. Se arriva un
06:00consumatore in punto vendita che ha rotto lo schermo del telefonino, in questo momento è molto
06:05difficile per il rivenditore sostituirglielo e ripararglielo, perché il costo dei pezzi
06:11di ricambio è così alto che conviene proporre una nuova vendita al consumatore. Ecco, il primo
06:18punto che noi vogliamo sottolineare, e vedo positivamente che sono stati presentati degli
06:22emendamenti da vari schieramenti in questa direzione, è quello di precisare che il costo
06:28dei pezzi di ricambio deve essere ragionevole. Ora, la direttiva dice ragionevole, noi auspichiamo
06:34che in sedi di decreto di ricepimento si possano mettere dei paletti con un'indicazione molto
06:39più chiara, orientato al costo, non discriminatorio, oppure che abbia un costo che non rende impossibile
06:47la preparazione del prodotto a fronte del costo del prodotto nuovo. Quindi dobbiamo tener conto
06:53di questa possibilità, quindi riteniamo fondamentale che si dia delega al Ministero di emanare
06:59un provvedimento che precisi in maniera più chiara e più definita cosa la direttiva intendeva
07:04col costo ragionevole dei pezzi di ricambio. Questo è un punto assolutamente fondamentale.
07:09L'altro punto sul quale noi ci siamo soffermati è quello che riguarda invece questa estensione
07:15del periodo di garanzia legale che viene garantita dalla direttiva. La garanzia dice sostanzialmente
07:20che se un prodotto sotto garanzia viene riparato, quella riparazione ha un'ulteriore garanzia
07:27di 12 mesi. Quindi vuol dire che se un prodotto si rompe all'ultimo mese di copertura con
07:34l'attuale garanzia, avrà un ulteriore anno di protezione. Il rischio è che mentre i primi
07:4224 mesi sono garantiti dal produttore, quindi in questo momento il prodotto che rientra dal
07:47rivenditore e viene riparato, viene riparato a spese del produttore, se non si precisa nel
07:53decreto di recepimento che il periodo di protezione si estende di 6, 8, 12 o 3 mesi e che sarà
08:03lo stesso soggetto che ha effettuato la riparazione nel periodo di garanzia, quindi il produttore
08:09e non il rivenditore, il rischio è che il rivenditore italiano si trovi a dover spendere
08:13per fare quella riparazione, che potrebbe anche essere tra l'altro molto onerosa per la ragione
08:17che spiegavo prima dei pezzi di ricambio, semplicemente perché nel periodo di protezione
08:21della garanzia la riparazione non è stata fatta perfettamente dal produttore, che oggi
08:27è obbligato a fare quella riparazione. Noi vorremmo quindi che ci fosse una piena sincronia,
08:33una piena simmetria tra la protezione garantita dall'attuale normativa e da quella successiva,
08:39per non avere un disallineamento che andrebbe a tutto discapito delle imprese italiane ed europee,
08:43favorendo sostanzialmente imprese extraeuropee e questo obiettivamente ci sembra una forma
08:48di protezionismo al contrario che troveremmo sbagliata. Nella direttiva non si è riuscito
08:53a precisarlo in maniera più chiara, ma io penso che ci sia spazio per chiarirlo meglio
08:58in sede di ricepimento. Ecco, questi sono i nostri due punti fondamentali.
09:02Diritto alla riparazione era lo slogan che è stato presentato per la direttiva, forse in maniera
09:07forse anche un po' degamagogica, per dimostrare che i consumatori avevano diritto a vendersi
09:11bene riparati. In verità noi pensiamo che quello statement, diritto alla riparazione,
09:17valga anche per noi diritto a poter riparare i prodotti per i nostri clienti. Attualmente
09:22alcune delle nostre catene, le più grandi, sono già attivate in questo senso, però mi
09:26dicevano i colleghi pochi giorni fa che questa è un'attività che noi facciamo quasi in perdita.
09:31Ma io direi che non ho, la ringrazio, non ho sostanzialmente da aggiungere, preferisco guadagnare
09:36minuti per eventualmente rispondere a delle domande. Questi sono i nostri due punti, due
09:40emendamenti che riteniamo di sostenere sono sul prezzo ragionevole e sull'estensione
09:45della protezione della garanzia garantita dal produttore e non dal rivenditore.
09:49Grazie, i regalatori intendo di intervenire.
09:54No, semplicemente Presidente, semplicemente nel ringraziare per l'audizione e per la pragmaticità
10:04con la quale i temi sono stati affrontati. Io garantisco l'ottore cosa apprezzabile perché
10:09spesso e volentieri ci sentiamo degli ragionamenti, ma non vediamo, non abbiamo poi evidenza anche
10:14di numeri piuttosto che di, come ha detto lei, di dati precisi. Mi ringrazio.
10:20Grazie, grazie mille.
10:21Dottore, se vuole integrare, ne posso lasciare ancora un minuto, un minuto e mezzo?
10:29Posso dire questo, che in Francia Fnac D'Arti, che tra l'altro è il nuovo proprietario di Unieuro,
10:35ha già assunto 3.000 persone per fare questo lavoro della riparazione. Hanno lanciato una
10:41campagna, si chiama WeFix, che sostanzialmente consente ai consumatori di fare un abbonamento
10:46per avvedersi i prodotti riparati. Parliamo ovviamente dei prodotti fuori garanzia. È molto
10:50importante concentrarsi su quei prodotti perché è lì che si può fare la differenza.
10:53Sulla garanzia, più o meno, ormai è giusto riparare. Io penso che anche il nostro settore
10:58possa attrezzarsi per aumentare forse del 15, forse anche del 20% i posti di lavoro che
11:03attualmente stiamo generando. Quindi da 26.000 potremmo arrivare tranquillamente a 40.000
11:08semplicemente se avessimo la possibilità di offrire questo servizio di riparazione in
11:13maniera più strutturata per i consumatori.
11:15Bene, grazie. Possiamo considerare conclusa questa audizione.
11:23Allora, sono le 15.06.
11:28Gli auditi successivi sono in presenza.
11:37Bene, dicevi, cambiali.
11:45Grazie.
12:15Grazie.
12:45Grazie.
13:15Grazie.
13:45Grazie.
14:15Grazie.
14:16Grazie.
14:17Grazie.
14:18Grazie.
14:19Grazie a tutti.
14:48Grazie a tutti.
15:18Grazie a tutti.
15:19Grazie a tutti.
15:48Grazie a tutti.
15:50Grazie a tutti.
15:52Grazie a tutti.
15:52essere adottate. Due parole molto brevi su EGuali, EGuali rappresenta nel nostro Paese
15:58l'industria dei farmaci fuori brevetto, con particolare riferimento a farmaci equivalenti
16:03e biosimilari. Sono 100 aziende attive nel nostro Paese, 45 siti produttivi, 11 mila
16:09addetti diretti e 6,4 miliardi di euro di valore della produzione annuali. Oggi noi
16:17ci stiamo occupando di implementare una direttiva, la direttiva Acquadenti Urbane, ma dal nostro
16:23punto di vista nessuno al momento si è occupato di valutare seriamente gli impatti che questa
16:29direttiva potrebbe avere sulla disponibilità dei farmaci negli Stati membri e quindi in
16:34Italia. È una direttiva, vorrei sottolinearlo con grande forza, che non riguarda le emissioni
16:42ambientali degli stabilimenti delle imprese, che sono già dettagliatamente normate, bensì
16:49riguarda le escrezioni umane che ogni cittadino produce nel momento in cui utilizza un medicinare
16:54per curarsi o salvarsi la vita. Quindi è essenziale, che desidero anche in questo caso evidenziarlo
17:02in maniera molto forte, che l'Italia da un lato assuma una netta posizione di contrarietà
17:07questa direttiva in sede europea, chiedendone, come ha già fatto per bocca del Ministro della
17:12Salute, la sospensione e la revisione e dall'altro lato, qualora il percorso non si potesse invertire,
17:20adotti una serie di principi e criteri che guidino l'implementazione di questa normativa
17:24per evitare e limitare soprattutto gli impatti negativi sulla disponibilità e sostenibilità
17:31di moltissimi farmaci utilizzati da milioni di cittadini in Europa ed in Italia, compromettendone
17:36a quel punto l'accesso alle cure per milioni di pazienti. Dicevo all'inizio, questa direttiva
17:42non si occupa degli stabilimenti produttivi dei farmaci, non riguarda le emissioni nell'ambiente
17:47degli stabilimenti produttivi, queste sono già ampiamente normate, ricordo molto rapidamente
17:53il fatto che ogni nuovo medicinale che è messo in commercio da un'impresa farmaceutica
17:58deve passare attraverso la valutazione del rischio ambientale, le nostre imprese partecipano
18:03a livello nazionale e globale, non solo europeo, a alleanze e consorsi, in Italia in particolare
18:09rammento il consorzio Assinde per tutta la gestione dei rifiuti farmaceutici, quindi questa
18:15direttiva non va evidentemente né ad aggiungere né a togliere nulla che riguarda l'emissione
18:21degli scarichi cosiddetti industriali. L'obiettivo generale della direttiva è che lo rammento
18:25introduce il principio della responsabilità estesa del produttore per il contributo alla
18:32rimozione dei microinquinanti dalle ecque reflue delle città dei nostri stati. Il principio
18:39è un principio sicuramente condivisibile, soprattutto nell'obiettivo di fondo che è
18:44ridurre la presenza dei microinquinanti nelle acque, è un obiettivo ambientale e sanitario
18:48che sicuramente ci sta a cuore. Tuttavia, dicevamo prima, le modalità proposte dalla
18:53direttiva rischiano di generare delle conseguenze che di fatto non sono volute e sono assolutamente
18:58sproporzionate. In particolare il nostro comparto, quello dei farmaci equivalenti o generici come
19:04spesso vengono chiamati, che fornisce ogni giorno al sistema sanitario nazionale il 40%
19:09del fabbisogno farmaceutico dei pazienti, verrebbe colpito in maniera del tutto ingiustificata
19:15e sproporzionata. È uno scenario che minerebbe evidentemente la disponibilità dei medicinali.
19:21Il motivo è molto semplice, presto detto. La radice di questo squilibrio si trova nello
19:26studio di fattibilità che è alla base di questa direttiva. Il carico tossico è stato
19:31totalmente sovrastimato. Lo studio che ha pubblicato la Commissione europea ha indicato
19:36che poche molecole sarebbero responsabili della maggior parte del cosiddetto carico tossico
19:41nelle acque reclue. È una conclusione che è basata esclusivamente su modelli informatici
19:46che non sono validati scientificamente. I dati sperimentali che sono quelli che vengono
19:51usati per la registrazione dei prodotti all'Agenzia europea dei medicinali, se utilizzati, in realtà
19:57sono quelli richiesti dalla EMA e dall'ECA, quindi rispettivamente agenzia dei farmaci e agenzia
20:02per i prodotti chimici. Il contributo reale di queste molecole scende a valori assolutamente
20:07trascurabili inferiore all'1%. Lo studio di fattibilità della Commissione parla del
20:1360% causato dai medicinali. C'è uno squilibrio e una incongruenza completa sui dati alla base
20:20di questa direttiva e soprattutto una generalizzazione completamente dal nostro punto di vista impropria
20:25perché lo studio iniziale utilizza dati raccolti in contesti geografici molto ristretti, uno
20:31è la Renania settentrionale Vesfalia e l'altro la Danimarca, per determinare per un processo
20:36di inferenza l'impatto su tutto il continente europeo. Non è metodologicamente corretto
20:41dal nostro punto di vista estendere questi dati a tutta l'Unione Europea e presenta evidentemente
20:46un problema di fondo questo studio. L'impatto qual è? Lo dicevo all'inizio, evidentemente
20:54è quello di incidere sulla sostenibilità economica di prodotti che oggi costano molto
21:00poco. Considerate che noi abbiamo presentato ieri alla Rapacis il rapporto annuale sul nostro
21:06settore, considerate che il prezzo medio dei medicinali equivalenti rimborsati dal Servizio
21:11Sanitario Nazionale del nostro Paese è sotto i 5 Euro del prezzo al pubblico, la metà è
21:15il prezzo di cavio industria, una tassa come quella immaginata dalla direttiva europea inciderebbe
21:21su questi costi in maniera del tutto proporzionata. Un incremento di 10, 20 o 15 centesimi sulla
21:28struttura dei costi per una molecola, per fare un esempio che probabilmente molti di noi
21:32conoscono che cure il diabete e la metformina manderebbe completamente fuori mercato questo
21:37genere di prodotti. Noi chiediamo fondamentalmente due strade come ipotesi di soluzioni. La prima
21:44è che si valuti, come stanno già chiedendo molti stati membri, di sospendere l'applicazione
21:51di questa direttiva, arrivare ad avere dalla Commissione Europea un nuovo studio che sappiamo
21:56essere in corso, attendere quindi l'iter di questo nuovo studio di fattibilità ed eventualmente
22:02comprendere se al termine di questa fase la direttiva possa essere modificata e quindi
22:06implementata con una formulazione differente da quella che c'è oggi. Ergo chiediamo ovviamente
22:13la possibilità che questa direttiva nell'ambito della legge di delegazione possa essere oggetto
22:19di una eventuale rimozione, almeno in questa fase di profonda incertezza sotto il profilo
22:24normativo. Vi ricordo peraltro che questa direttiva è stata impugnata da due stati membri
22:30e da quasi la totalità delle due industrie che sono state colpite da questa direttiva
22:35di fronte alla Corte di Giustizia Europea e prima degli inizi dell'anno prossimo sarà
22:39difficile avere chiarezza anche sotto questo profilo. Qualora questa strada non possa essere
22:46percorsa, per noi è essenziale che la normativa nazionale a quel punto garantisca una griglia
22:54di criteri di implementazione che sia ferrea, prima di tutto la piena disponibilità e accessibilità
23:00dei farmaci a tutela del diritto della salute che deve prevalere su qualunque altra cosa.
23:05Non è ipotizzabile che un paziente diabetico che si cura con questi medicinali sia privato
23:10di questi farmaci perché non sono più sostenibili economicamente per poter gestire il trattamento
23:16delle acque irrefriurbane. L'applicazione del principio che inquina paga deve prevedere
23:20a nostro avviso l'ampliamento dei soggetti responsabili che includono tutte le fonti di
23:25microinclinanti. Le medesime molecole che vengono rinvenute nelle acque irrefrile sono prodotte
23:30da molti altri prodotti e non soltanto dai medicinali. L'unica differenza è che un medicinale
23:35salvavita non può essere evitato da un paziente che lo assume. Un prodotto chimico per la pulizia
23:41o per qualunque altro settore ovviamente è una scelta molto diversa. Includendo quindi
23:46tutte le fonti di microinquinanti e non soltanto farmaci e cosmetici per recepire la direttiva.
23:51In ultimo il contributo richiesto ai produttori tramite il sistema EPR dovrebbe essere comunque
23:57limitato al massimo all'80% dei costi di implementazione dei nuovi sistemi quaternari
24:03di trattamento delle acque, comprendendo solo le spese direttamente legate alla direttiva
24:08escludendo gli investimenti già sostenuti o i costi di mantenimento di questi stabilimenti.
24:13È necessario che il metodo di calco dal nostro punto di vista dei contributi sia concordato
24:18tra l'industria e le autorità competenti, prevedendo una sola organizzazione per l'adempimento
24:23EPR per ciascuno Stato e soprattutto che il Parlamento preveda la costituzione di un tavolo
24:28tecnico di settore che coinvolga industrie, istituzioni, volto a coordinare tutte queste
24:34attività affinché si eviti che l'onere che ne diretterebbe generi poi l'effetto perverso
24:41di non garantire più la disponibilità dei medicinali.
24:44Ho concluso e vi ringrazio a disposizione ovviamente per ogni domanda.
24:48Grazie dottore.
24:49Relatori?
24:52Giordano.
24:53Grazie dottore, chiaro il punto. Siete in grado di darci un dato preciso di quanto dipende
25:05dal settore farmaceutico e di quanto dipende da altri settori? E per esempio una proposta
25:13di valutazione di decremento scalare intervenendo su questo o su quell'altro fattore in maniera
25:25tale di arrivare in un tempo ragionevole a una riduzione significativa?
25:30Grazie. Lo dicevo all'inizio, il punto di partenza su cui si è basata la direttiva
25:40che è lo studio di fatibilità della Commissione è quello che noi contestiamo alla base perché
25:46dai dati che noi abbiamo a disposizione, che peraltro sono stati resi pubblici negli ultimi
25:51sei mesi, sono due i rapporti alternativi, se si utilizzano sui medesimi microinquinanti
25:59rilevati dalla Commissione, quindi i cosiddetti metaboliti degli medicinali rinvenuti, utilizzando
26:07i dati sperimentali e quelli richiesti per l'autorizzazione all'emissione in commercio
26:11dei medicinali, quell'impatto del settore farmaceutico che secondo lo studio della Commissione equivale
26:19al 60% delle sostanze microinquinanti, dalle evidenze che emergono non supererebbe l'1%.
26:26Quindi questo significa che c'è una incongruenza sul punto di visione talmente grande che a
26:34nostro avviso dal settore farmaceutico è difficile che si possa rilevare una presenza
26:38così massiccia come quella che immagina la Commissione. In ultimo, rispetto a quanto
26:43lei ci diceva, proprio perché non siamo contrari al principio di per sé, bisogna in qualche
26:49modo trovare la soluzione per comprendere quei microinquinanti da quali altri settori
26:54derivino. Noi sappiamo che per quanto riguarda il settore farmaceutico il contributo è estremamente
27:00limitato, ma tutto il resto dei settori industriali che utilizzano i medesimi sostanze chimiche
27:07per altri fini, la Commissione non l'ha minimamente considerato, quindi serve farlo uno studio da
27:12questo punto di vista. Ecco perché non sono in grado di poterle dare una risposta compiuta,
27:17perché manca di fatto la base numerica non tanto per il nostro settore, ma per gli altri
27:23settori.
27:23Candiani, aggiungo solo qualche considerazione e ringrazio anche io i nostri interlocutori.
27:32Prima di formarsi una direttiva o un regolamento a un percorso di costruzione, di confronto,
27:40domanda, voi a livello europeo avete dei riferimenti o comunque associazioni di categoria a cui fate
27:45riferimento? Ci sono state queste interlocuzioni e se sì, perché non sono state considerate?
27:51delle ragioni ovviamente che oggi esponete. Ulteriormente, ovviamente questa dinamica sta
28:01avvenendo anche in altri paesi europei, le ha accennato prima altri paesi eccetera, però
28:08non ci sono stati per i motivati, non c'è stata una presa di posizione nella costruzione
28:15della norma europea. Ecco, che cosa è successo e se è successo può anche essere slittata
28:24la frizione e se ne sono resi conto dopo. Se ne sono resi conto dopo.
28:29La vostra considerazione su questi punti, perché ci aiutino ovviamente a capire come orientarci.
28:36Grazie.
28:37Grazie, Candiani.
28:38La ringrazio, è molto importante questa domanda perché mi consente di raccontarvi
28:47molto brevemente. Il percorso è stato lungo e tortuoso perché la materia è molto tecnica
28:52e il livello di attenzione che ha avuto il Parlamento e gli Stati membri su questa normativa
28:57dal nostro punto di vista purtroppo non è stato sufficientemente attento. Noi abbiamo la
29:02nostra associazione europea di riferimento che si chiama Medicine for Europe. La nostra
29:07industria in Europa fornisce il 70% dei medicinali agli Stati membri. L'Italia è un po' indietro
29:13sull'utilizzo degli equivalenti ma nel resto dei paesi europei è molto più avanti. Quindi
29:17noi siamo di fatto l'industria maggiormente esposta da questa direttiva. È rimasta una direttiva
29:23estremamente tecnica, poco compresa sotto il profilo degli impatti sulla salute pubblica,
29:29fin quando, due anni fa, dopo evidentemente un'azione incessante di comunicazione verso
29:35le istituzioni europee, ma devo dire anche italiane, il Mase, il Ministero dell'Ambiente
29:39ha fatto due, anzi tre, momenti di audizione pubblica con tutti gli attori negli ultimi due
29:46anni. Abbiamo avuto diversi momenti di confronto con la Commissione europea. Quello che però
29:53non si è compreso in questa direttiva è che si andava a introdurre un principio già esistente
29:58nel diritto comunitario, la responsabilità estesa del produttore, ma ci si è limitati
30:03a verificarne l'impatto sotto il profilo ambientale, ma non quello sulla salute umana, cioè la
30:10disponibilità di questi medicinali. Quando si è riusciti a, in qualche modo, comprendere
30:16quali potessero essere i rischi, la direttiva è stata emendata. Ci sono un paio di considerandone
30:22la direttiva che richiamano l'attenzione degli stati membri del legislatore europeo
30:26sui rischi di tutela della disponibilità dei medicinali, ma è stato lasciato di fatto
30:31agli stati membri la possibilità eventualmente di implementare delle misure di contenimento
30:36di questi effetti. Era talmente troppo tardi che non c'è stata, nonostante ci siano state
30:42dichiarazioni di principio di tutti gli stati membri, di tutti i governi alla Commissione
30:47nel momento addirittura del trilogo finale, alla fine la direttiva è stata votata ed entrata
30:53in vigore. Neanche un mese dopo, che è una cosa abbastanza paradossale, uno dei più
30:59grandi paesi europei, la Polonia, che ha un'industria farmaceutica particolarmente significativa
31:06dopo Italia e Germania, ha impugnato la direttiva di fronte alla Corte di Giustizia europea.
31:12Sappiamo che il governo francese e il governo tedesco hanno fatto una richiesta formale
31:17di stop a questa direttiva e il nostro Ministro della Salute a luglio ha dichiarato durante
31:23il Consiglio Exco i rischi fortissimi che questa direttiva potrebbe implicare e quindi
31:29chiedendo alla Commissione di ripensarla, stopparla, ripensarla, rivederla e a quel punto verificare
31:35la possibilità di avere un'altra...
31:37Va bene, allora, da Presidente di questa Commissione vi devo però dire che da questa legislatura,
31:55ora qua siamo in fase discendente, siamo in fase legislativa, ma da questa legislatura
32:01a questa Commissione ha iniziato un'importante analisi in fase ascendente di molti atti europei,
32:14di comunicazioni, di proposte di regolamento, di proposte di direttiva. Ovviamente noi analizziamo
32:24quello che riteniamo dal nostro punto di vista, per la nostra sensibilità e anche per le competenze
32:33diciamo dei parlamentari di questa Commissione, anche competenze rigresse diciamo, da altre
32:42esperienze istituzionali, politiche o anche del nostro mondo professionale di provenienza,
32:50andiamo ad analizzare le proposte più importanti e quello che noi riteniamo più importante.
33:00Noi abbiamo visto che la fase di analisi ascendente avrebbe dovuto essere intorno a gennaio del
33:102023, quindi già a questa legislatura iniziata, già a commissioni insediate e quindi quello
33:20che vi voglio dire con questo mio intervento è anche voi tenete d'occhio anche la fase ascendente
33:30e voi stessi come player del settore potete proporci in futuro per altri temi di analizzare altre
33:46proposte da parte della Commissione. Quindi fatevi anche voi come parte del sistema Paese esattamente
33:54proattivi nell'indicarci quelle che sono le vostre sensibilità e cosa secondo voi dovremmo
34:01andare ad analizzare. Tendenzialmente cerchiamo di non dire di no a nessuno, nel senso che se
34:11vediamo che c'è una parte del nostro sistema Paese che ci dice, che ci accende un alert prima
34:17dell'inizio della discussione nel trilogo, cerchiamo comunque di metterci la testa e nella
34:25stragrande maggioranza dei casi, non 100%, ma nella stragrande maggioranza dei casi comunque
34:30andiamo ad analizzare. Poi non è detto che la direzione che prendiamo sia quella chiaramente
34:37che desiderate voi, però perlomeno iniziamo il dibattito con qualche anno di anticipo.
34:44Bene, grazie a tutti, audizione conclusa.
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