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  • 6 giorni fa

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Trascrizione
00:00Eccoci arrivati, buongiorno agli amici di Teletutto connessi da questo momento con Radio Brescia 7 per il nostro incontro quotidiano.
00:22Ritorniamo anche oggi a parlare d'arte di una mostra che si chiama In The Mirror che è firmata da Abel Herrero, in realtà le curatrici sono bresciane e le conosciamo molto bene, dall'altra parte del vetro è qui con noi Ilaria Bignotti, che saluto, grazie, perché è stata il tramite per ospitare Abel che è qui con noi.
00:40Buongiorno, ben arrivato. Ti abbiamo fatto fare un po' di strada oggi perché arrivi da Parma, anche se in realtà nella tua vita arrivi da ben più lontano perché sei di origine cubana.
00:54Mi racconti un po' la tua storia, in che anno sei venuto in Italia e se la tua arte era già cominciata a Cuba nella tua terra.
01:04Sì, il lavoro era iniziato a Cuba da giovane, da molto piccolo, poi c'è stata l'accademia, la scuola, diciamo il periodo di formazione.
01:16Come mai hai deciso che nella tua vita avresti voluto esprimerti attraverso l'arte, l'arte figurativa, la pittura, la scultura?
01:24C'è qualcuno in casa tua che ti ha indotto oppure qualche altro incontro? È stato proprio un trasporto?
01:32C'è stato un incontro con un artista cubano molto più grande di me, all'epoca io ero piccolo, un bambino, e diciamo che l'approccio, l'avvicinamento al suo mondo era molto affascinante.
01:45Poi nella Cuba di quel momento c'erano tantissimi artisti, diciamo che c'era molta possibilità di stare dentro al mondo dell'arte.
01:59Dopo, una volta dentro, crescendo, si cominciavano a capire tutte le limitazioni e i problemi di fare l'artista in un paese come Cuba.
02:09E come decidi di andartene da lì e continuare a fare l'artista arrivando in Italia, credo nel 94?
02:1794.
02:18C'è stato qualche, diciamo così, periodo altrove o sei partito da Cuba arrivando in Italia direttamente?
02:25C'era già una mia intenzione di viaggiare, di spostarmi perché, come ti dicevo, il lavoro d'artista a Cuba da grande, cioè da giovane e piccolo era una cosa, da grande era un'altra.
02:38C'erano tanti problemi, censura, limitazioni, anche limitazioni materiali le più comuni.
02:45Cioè il reperimento di materie prime per...
02:49Tele, colori, pennelli, tutto era un problema, sì, dovevi essere iscritto a un'associazione di artisti per poter accedere agli acquisti, ma per poter essere nell'associazione di artisti dovevi essere tesserato, per essere tesserato dovevi, come dire, rispettare compromessi politici.
03:05Era tutto un, diciamo...
03:09Che direi è la cosa più lontana dall'essere artista che ci possa essere, no? Essere sotto il controllo creativo di qualcun altro.
03:15Sì, è la cosa più lontana dall'artista europeo emancipato che non conosce, non sa nulla di quali sono i meccanismi di una dittatura, comunque di un sistema repressivo.
03:27Certo.
03:27Qui danno per scontato molte cose che invece sono molto importanti, cioè le libertà di cui godono gli artisti, gli scrittori, i poeti, i giornalisti in Occidente, oggi si mettono in discussione, si danno per scontate.
03:42Cioè si pensa che sia tutto dovuto, si pensa che sia tutto caduto dal cielo.
03:47Invece tutto quello è una conquista molto importante che va anche tutelata e va, come dire, difesa.
03:54E io l'ho conosciuta in Europa, questa libertà.
03:58Si è arrivato per primo in Italia oppure hai fatto...
04:01Per primo in Italia, avevo già intenzione di viaggiare, c'erano diverse possibilità di andare in Brasile, in Venezuela, in Argentina, sempre tramite il lavoro.
04:09Però si è presentata la possibilità di fare una mostra a Milano nel 94 e sono venuto in Italia.
04:15E poi, come tutti gli immigrati, i primi passi sono sempre molto difficili.
04:22Quindi ovunque arrivi cominci una nuova vita, un nuovo percorso che ti ingloba e dopo ci resti.
04:30Io sono venuto con l'idea di stare un anno.
04:32Ne sono passati un po' di più.
04:34Esatto.
04:35Che cosa ti resta del tuo essere artista di origine cubana?
04:40Cuba resta anche nella tua arte?
04:42La mia arte si è evoluta molto perché mi sono evoluto io e sono stato in Italia molto fortunato perché ho avuto accesso a un mondo della cultura che fortunatamente non è elitario come in altri paesi.
05:04Ad esempio in America il mondo della cultura è molto elitario e quasi inaccessibile.
05:09In Italia ho avuto modo di rapportarmi con artisti importanti, filosofi, poeti, scrittori, giornalisti, saggisti, persone che comunque fanno della tua quotidianità, della tua vita, ti danno un perché di quello che fai.
05:28E' anche uno stimolo.
05:31E quindi è stato un continuo scambio importante.
05:34Quando ti sei sentito davvero nella condizione di esprimerti non da artista perché quella è una cosa tua intima ma proprio hai sentito che l'Italia ti aveva veramente accolto e che dopo questa prima mostra del 94 a Milano hai fatto un sacco di altre cose in Italia?
05:55In Italia mi sono sentito accolto subito nonostante le difficoltà di qualsiasi processo di cambiamento perché Milano all'epoca era una città vivacissima, molto aperta, molto disponibile al confronto.
06:16E anche, come dire, devo dire che il venire da Cuba in qualche modo mi ha facilitato le cose.
06:25Ma io questo ti devo dire che in qualche modo l'ho capito nel senso che sicuramente arrivare da un luogo così lontano ed essere così bello nel tuo esprimersi non poteva che essere elemento di seduzione per l'Italia.
06:45Sì, questa seduzione diciamo che in ambito culturale si traduce molte volte nel ballerino di salsa oppure nel ragazzo affascinante che fa cose acrobatiche.
07:00Oppure il pittore è una cosa un pochino più di nicchia, non di nicchia, però diciamo meno comune.
07:07Certo.
07:08E quindi l'approccio era molto buono, molto facile, però era molto buona anche la mia disponibilità perché mi piaceva un sacco l'Italia, mi piaceva moltissimo imparare una lingua nuova.
07:21Potevo andare in Spagna perché ho tanta famiglia in Spagna, sono di origine spagnola, però preferivo imparare qualcosa da zero, cioè ripartire proprio da zero.
07:31Avevo mollato tutto a Cuba e volevo pagare il prezzo del ripartire da zero.
07:37Abbele, aspetta un attimo perché ci fermiamo per 30 secondi e poi ritorniamo a parlare di te, anche perché è una storia estremamente affascinante, ma non voglio spostarmi troppo dal motivo che ti porta qui perché stai esponendo al Mocha
07:50e vorrei che gli amici che ci ascoltano capissero tutto di questa bella mostra che si chiama Indemiro, fra poco.
07:57Ritorniamo con Abbele Herrero, l'ospite di oggi, un artista che sta esponendo al Mocha la mostra presa via il 6 di novembre, se non ricordo male, e continuerà fino a quando?
08:108 di dicembre.
08:118 di dicembre. È una mostra con pochi pezzi estremamente significativi. Mi racconti che cosa trovano al Mocha gli amici che ci ascoltano nelle sale neoclassiche del Mocha?
08:26Allora, trovano il contrario di quello che è il neoclassico. Il neoclassico è un periodo di emancipazione culturale molto forte e anche di affermazione di una condizione umana
08:41che ingloba tutte le discipline artistiche, l'architettura, c'è tutto un rinnovamento importantissimo a livello culturale in tutta Europa.
08:51Questo sottotitolo sale neoclassiche appunto mi ha invitato a fare una riflessione invece su quello che è una condizione più attuale,
09:03che è quella della violenza, diciamo della bestialità nella quale siamo un pochino coinvolti anche senza la nostra adessione diretta.
09:13E quindi lo spettatore trova delle scimmie molto grosse, dei primi piani, dei ritratti. In passato io ho lavorato sul ritratto come genere pittorico
09:26perché credo che oggi l'uomo sia il centro dell'argomento. Si parla tanto di ecologia, di ambiente, di foreste, di mare, di pesci, di balene, di eccetera,
09:38però a mio avviso l'uomo è il vero argomento centrale della nostra epoca.
09:45Mi permetto di dire una cosa, scusami se ti interrompo, ma colgo l'occasione di aver visto queste immagini molto belle, molto potenti,
09:55che ci ha mandato Ruggero Tavelli che sta curando la regia audio e video anche questa mattina.
09:59e lo dico a beneficio degli amici che stanno ascoltando la radio, perché chi guarda la tv le sta vedendo,
10:06vi assicuro che è una mostra emotivamente molto potente per i motivi che ci stava raccontando Abel.
10:14Scusa, riprendi da dove ti ho interrotto.
10:16A proposito di questa centralità che l'uomo, a mio giudizio, ha e viene trascurata,
10:28diciamo che in questa mostra l'uomo non è l'argomento centrale della mostra a un primo approccio,
10:37ma l'uomo, come dire, è chiamato a rivedersi, in questo caso nella faccia dei nostri antenati.
10:50E poi questo spazio, che è uno spazio abbastanza complesso, perché è uno spazio storicizzato,
10:55sul quale non si può intervenire, sui muri, su nessun supporto e via dicendo,
11:00è uno spazio che mi ha invitato a creare poi un ambiente semidomestico attraverso elementi
11:07che sono parte della nostra quotidianità e anche del nostro edonismo personale, perché tutti lo siamo un po'.
11:15E quindi i quadri sono accompagnati da specchi.
11:19In questi specchi si crea un gioco, diciamo, di vedersi, non vedersi, vedersi insieme alla scimmia,
11:27la scimmia si vede insieme a te, tu guardi lei, lei guarda te, tutti alla stessa altezza.
11:33In qualche modo hai creato una mostra site specific, se così vogliamo dire.
11:38Sì, sì, è stata fatta apposta per questo spazio, che ripeto, si poteva fare in un altro spazio del palazzo,
11:44con le sale bianche, i faretti, è tutto a posto.
11:48Però è un contrasto estremamente interessante quello che hai creato.
11:51Sì, era anche più stimolante per me inserire il lavoro in un contesto storicizzato.
11:57Soprattutto questo tipo di contesto ti stimola una riflessione su cosa vai a fare lì dentro.
12:06Devi farlo in un modo rispettoso, devi fare anche una proposta che sia congrua allo spazio che ti accoglie.
12:13E quindi il mio lavoro è anche molto fatto in funzione di dove vado a farlo.
12:22Certo.
12:23Il tuo contesto sicuramente influenza anche le tue scelte di allestimento ma probabilmente anche di contenuto.
12:31Assolutamente.
12:33Questo per me è molto importante, poter plasmare il lavoro in funzione dell'esperienza alla quale vado incontro.
12:40Del resto la tua capacità artistica espressiva è fatta di tanti elementi, la pittura, la scultura,
12:47cioè ti esprimi in molti modi diversi.
12:49È stato un viaggio per arrivare a essere quello che sei oggi?
12:53O questa cosa era una coerenza che avevi fin dall'inizio?
12:56No, no, è stato un viaggio di crescita. Penso che sono ancora piccolo.
13:02Un viaggio? Ma c'è giustamente.
13:03Sì, non mi sento ancora l'artista maturo e questa cosa un po' mi disturba perché ho 50 e passa anni,
13:12però l'arte oggi è continuamente in discussione, come tutto quanto.
13:18Del resto non conosco un artista che si dice arrivato o qualcuno che per esempio dipinge,
13:23che non torna sullo stesso dipinto anche quando ha detto dieci volte così è finito va bene.
13:29E' giusto quello che dico?
13:30E' giusto, è giusto. Sì, questo però ti fa sentire anche dentro di te un po' irresponsabile
13:36perché a un certo punto devi crescere, devi far capire che sei arrivato, che hai ottenuto,
13:41che hai raggiunto quello che volevi anche nei confronti di amici, famiglia, figli, questo e l'altro,
13:47sei grande, hai maturato. Invece questo continuo ripartire, penso che per le persone che hai vicino
13:54sia un po' faticoso.
13:57Beh, del resto scegliere di essere al fianco di un artista non deve essere proprio la cosa più semplice,
14:04anche perché vivete anche, non so se è il tuo caso, ma me lo racconti, di una sorta di rapimento
14:10per cui quando sei in fase creativa tutto quello che sta intorno esiste un po' meno, no?
14:15Sì, diciamo che per quanto mi riguarda il mio lavoro, diciamo, non sono l'artista che sta nello studio a dipingere
14:23tutti i giorni, sarebbe una cosa...
14:24Raccontaci, questo è interessante.
14:26Sì, no, sarebbe una cosa noiosissima perché non siamo più nell'Ottocento, il cavalletto, la vestaglia.
14:35Questa cosa un po' francese alla Monet per dire.
14:38Sì, sì, poi l'Accademia è qualcosa che io veramente mi fa venire l'Orticaria, solo la parola.
14:45E quindi sono un artista a intervalli, sono tutti i giorni nel mio studio ma non faccio tutti i giorni il pittore.
14:55Sposto cose, faccio pulizie, tiro giù oggetti, li rimetto su, mi cucino, leggo tantissimi libri, ascolto musica...
15:06Ricevi persone nel tuo studio oppure è proprio un luogo solo tuo e lì non entra nessuno?
15:12Ricevo volentieri ma non vengono perché sono un po' spostato in un'azione industriale dove mi sono un po' ritirato in un capannone.
15:22Ma non sei a Milano o sei a Milano?
15:25Sono tra Reggio Emilia e Parma.
15:28Ok, adesso so che ti sto chiedendo anche molte cose personali.
15:33È la prima volta che vieni qui e mi piace, Leda, di raccontare al nostro pubblico chi c'è dietro questa mostra che andrete a vedere al Moca.
15:41Dicevamo, quindi non vengono ma per una questione di logistica.
15:45Di logistica sì, diciamo che anche io non è che faccio tanto perché vengano.
15:49Quando ho preso questo studio l'ho preparato anche per ricevere persone, mi sono fatto una grande cucina, c'è un grande tavolo, ci sono le sedie, i bicchieri, i piatti.
16:02Sarebbe tutto pronto.
16:03Sarebbe tutto pronto per fare grandi crackerate tra artisti ma non ci sono, non vengono.
16:10E poi tutto si riempie di polvere, io pulisco.
16:13Perfetto, questa è un'immagine molto particolare che hai voluto darci della tua quotidianità.
16:18La polvere è un elemento importante, quindi io la faccio depositare e poi la...
16:22E poi la porti via.
16:24La porto via.
16:24È tutto un lavoro.
16:25Sì, sì.
16:26Di fai e di sfa, diciamo.
16:27Lavoro continuamente.
16:28Però quello che ti avevo chiesto prima è proprio la tua capacità di esprimerti attraverso varie forme d'arte, quello mi piacerebbe che tu ce lo raccontassi.
16:36Sì, io sono arrivato in Italia da giovane pittore, pittore proprio olio su tela.
16:43Sono ancora un pittore, però il mio processo italiano, vicino a figure importanti come è stato Cunellis, Parmigiani, Mimmo Rotella a Milano, ha inaugurato la mia prima mostra, Sergio L'Angelo, erano artisti legati al movimento surrealista della Milano dagli anni 70, del secolo scorso, 60.
17:03E ho conosciuto Enrico Bai, cioè tutte persone che hanno un pochino plasmato la mia idea di arte e lì comincia a entrare la materia.
17:13La materia che è fatta poi soprattutto, è un elemento fondamentale del concettuale italiano, dell'arte concettuale italiano, soprattutto dell'arte povera.
17:23E diciamo che lì il mio linguaggio e le mie intenzioni plastiche cominciano a cambiare, a mutare, a evolversi e a cambiare.
17:35Ed è stato un processo, diciamo, di avvicinare la pittura ad altri elementi e linguaggi, fotografia, musica, suoni, scultura.
17:46E quindi varie forme di espressione.
17:50Sì.
17:50L'idea di mettere poche ma molto impattanti opere al moca è stata una scelta precisa che hai voluto, che ti rappresenta in questo caso.
18:06Sì, cioè come ti dicevo, non essendo il pittore che sta lì in studio a dipingere, non vado neanche a riempire in giro le pareti con i quadri, appendere, fare un appendimento.
18:20Non è la mia intenzione, preferisco piuttosto lavorare sull'impatto psicologico e anche emotivo,
18:28approfittando del luogo, dello spazio che si ha a disposizione.
18:34E quindi per arrivare meglio a chi è presente nella sala o a chi visita la mostra,
18:43diciamo che si riesce a lavorare con più efficacia se le opere sono poche e il messaggio lo...
18:51È ancora più chiaro evidentemente, non rischia di essere in qualche modo più confuso.
18:55Mi dici come avete lavorato con le curatrici della mostra?
19:00Allora, le curatrici Laria Bignotti e Camilla Remondina sono state due splendide ragazze
19:07perché hanno un approccio molto aperto, molto aperto, molto libero,
19:15anche nella facilità di darti tranquillità di scelta.
19:22Sono stato molto tranquillo e loro hanno accolto molto bene questo progetto,
19:30anche se inizialmente io avevo il dubbio che potesse urtare un pochino i nasi sottili,
19:36diciamo, perché sai, entra una mostra, ti senti quasi all'altezza della scimmia,
19:42ti guardi allo specchio insieme alle scimmie.
19:45Io non volevo dire che le persone sono scimmie o che i presenti sono scimmie,
19:50cioè piuttosto il discorso è guardiamoci...
19:54Davvero nel profondo più ancestrale di noi è questo?
19:57È questo, ma è anche guardiamo con quale facilità noi possiamo anche involverci,
20:03cioè...
20:04Inbestialirci, se così vogliamo dire.
20:06Ci vuole un attimo.
20:07Eh, come no.
20:09E quindi il discorso era anche un discorso di riportare questo argomento all'attualità.
20:15Oggi vai a letto che sei una persona civile, domani vai a letto che sei una persona incivile
20:20o che sei una bestia, o che sei...
20:23Non una bestia perché ti sei trasformato in bestia,
20:25ma i tuoi atti o i tuoi, diciamo, le tue azioni ti hanno trasformato in bestia.
20:31È arrivato questo messaggio secondo quello che hai potuto captare da chi ha visitato la mostra?
20:38Allora...
20:39C'è qualcosa che ti hanno detto, che ti ha fatto capire che avevi colpito nel segno
20:43di quello che era l'obiettivo che volevi comunicare?
20:45Eh, questo non te lo so dire perché da alcune persone sì,
20:52mi hanno mandato messaggi, hanno fatto commenti,
20:55però diciamo che in me il gioco è io lo faccio e poi come va va.
21:03Non mi preoccupo più di...
21:06Sì, mi interessa sapere il risultato.
21:08Sì, però non vuoi sentirti in qualche modo sotto scacco del giudizio degli altri,
21:13hai consegnato un tuo progetto artistico e quello è l'importante.
21:16Per me era importante Ilaria e Camilla e il consenso dell'uovo e dello spazio.
21:24Poi, diciamo, le persone, è importante che il discorso arrivi,
21:29però non posso vivere appeso a misurare quello che pensano perché altrimenti non si fa.
21:36Non ti lascia più la libertà di esprimerti, resti condizionato, su questo non c'è ombra di dubbio.
21:39Sembra incredibile, ma il tempo che abbiamo a disposizione è finito.
21:44Abbiamo fatto una bella chiacchierata con Abel Herrero che saluto tra poco,
21:48vi ripeto, fino al 6 dicembre, fino al 8 dicembre,
21:53fino all'8 dicembre in mostra con ingresso libero tra l'altro al Moca.
21:59Abel Herrero ha presentato Indemir.
22:01Prima di salutarci, grazie a Rogero Tavelli per la regia audio e video.
22:04Grazie a voi, buongiorno.
22:05Grazie alle curatrici di questa mostra, in particolare un abbraccio a Ilaria Bignotti.
22:09Grazie a voi che ci avete ascoltati alla radio, a voi che ci avete visti in tv,
22:14ma grazie in bocca al lupo perché è stato veramente un bell'incontro
22:17all'artista ospite del magazine oggi, Abel Herrero.
22:20Grazie.
22:21Grazie.
22:33Grazie.
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