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Rimini, 6 nov. (askanews) - L'olio vegetale esausto, rigenerato da una filiera italiana tracciata che ogni anno avvia a recupero oltre 110mila tonnellate di rifiuti, rischia di essere messo in ombra da importazioni meno chiare. Il Conoe, Consorzio Nazionale di Raccolta e Trattamento degli Oli e dei Grassi Vegetali ed Animali Esausti, è in prima linea per difendere questa risorsa strategica nazionale."Dobbiamo riportare l'olio esausto ad avere quel valore che consente non solo la raccolta massiva di questo rifiuto che si produce nelle famiglie oltre che nella ristorazione, ma anche la possibilità di essere un prodotto, una volta trasformato, competitivo rispetto ad altri materiali che vengono usati dalle compagnie petrolifere" spiega il presidente di Conoe, Tommaso Campanile.Il paradosso - come è emerso a Ecomondo - è che l'uso l'olio da cucina nazionale, pur derivando da un virtuoso processo di economia circolare e di una filiera tracciata e certificabile, risulta svantaggiato rispetto al POME, scarti di olio di palma, un materiale interamente importato e di tracciabilità discutibile. "La strategia italiana dello sviluppo dei biocarburanti - ricorda il segretario della Commissione Ambiente della Camera dei deputati, Massimo Milani - dà sicuramente un sbocco a questa materia prima-seconda molto importante. Bisogna continuare a lavorare in questa direzione. lo sbocco principale è quello dei trasporti pesanti, senza dubbio. Questo continua a dare valore agli oli esausti, bisogna continuare in questa direzione e bisogna favorire la raccolta anche del domestico dove oggi siamo in forte ritardo, ma continuare a dare valore significa creare le condizioni perché si possa continuare a raccogliere sempre di più questo prodotto che ha un grande valore intrinseco".Gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima puntano ad aumentare l'uso dei biocarburanti valorizzando le materie prime raccolte sul territorio nazionale. Ma la filiera chiede controlli rafforzati sulle importazioni, per contrastare la concorrenza sleale e le frodi fiscali. "Il sostegno all'azione di Conoe - dice Marcello Vernola, docente di Diritto dell'ambiente Università di Cassino - è fondamentale perché rafforzare l'impegno sulla raccolta degli oli vegetali esausti, perché tornino a essere materia prima seconda, essere impiegati nella produzione di bio carburanti rappresenta il compimento della missione dell'economia circolare. Oggi i controlli sono fondamentali. Dobbiamo evitare la concorrenza sleale di prodotti importanti dall'Asia, come per esempio del Pome, e dobbiamo evitare che vengono compiuti fraudi fiscali come nel caso di Pome raffinato che in realtà è soltanto olio di palma mascherato da rifiuto". L'appello è di superare le premialità per il Pome importato e dare il giusto valore all'Uco nazionale, rispettando il principio di economia circolare e scoraggiando il ricorso a prodotti d'importazione la cui sostenibilità e tracciabilità sono meno certe.

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00:00L'olio vegetale esausto, rigenerato da una filiera italiana tracciata che ogni anno avvia a recupero oltre 110.000 tonnellate di rifiuti,
00:09rischia di essere messo in ombra da importazioni meno chiare.
00:14Il CONOE, Consorzio Nazionale di Raccolte e Trattamento degli Oli e dei Grassi Vegetali e Animali Esausti,
00:22è in prima linea per difendere questa risorsa strategica nazionale.
00:26Dobbiamo riportare l'olio esausto ad avere quel valore che consente non solo la raccolta massiva di questo rifiuto
00:38che si produce nelle famiglie oltre che nella ristorazione, ma anche la possibilità di essere un prodotto,
00:49una volta trasformato, competitivo rispetto ad altri materiali che vengono usati dalle compagnie petrolifere.
01:01Il paradosso, come emerso a Ecomondo, è che l'UCO, l'olio da cucina nazionale, pur derivando da un virtuoso processo di economia circolare
01:12e di una filiera tracciata e certificabile, risulta svantaggiato rispetto al POME, scarti di olio di palma,
01:22un materiale interamente importato e di tracciabilità discutibile.
01:27La strategia italiana dello sviluppo dei biocarburanti dà sicuramente un sbocco a questa materia prima e seconda molto molto importante.
01:37Bisogna continuare a lavorare in questa direzione, sicuramente lo sbocco principale è quello dei trasporti pesanti, senza dubbio.
01:44Ebbene, questo continua a dare valore agli oli esausti, bisogna continuare in questa direzione
01:50e bisogna favorire la raccolta anche del domestico, dove oggi siamo in forte ritardo.
01:56Gli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima puntano ad aumentare l'uso dei biocarburanti,
02:05valorizzando le materie prime raccolte sul territorio nazionale, ma la filiera chiede controlli rafforzati sulle importazioni
02:13per contrastare la concorrenza sleale e le frodi fiscali.
02:17Il sostegno all'azione dell'economia è fondamentale perché rafforzare l'impegno sulla raccolta degli oli vegetali esausti,
02:25perché tornino a essere materia prima e seconda, essere impiegati nella produzione di biocarburanti,
02:31rappresenta il compimento della missione dell'economia circolare.
02:35Quindi oggi i controlli sono fondamentali.
02:38Dobbiamo evitare la concorrenza sleale di prodotti importati dall'Asia, parliamo del Pome per esempio,
02:45e dobbiamo evitare che vengano compiute frodi fiscali, come nel caso di Pome raffinato,
02:53che in realtà è soltanto olio di palma mascherato da vissuto.
02:59L'appello è di superare le premialità per il Pome importato e per dare il giusto valore al lucco nazionale,
03:08rispettando il principio di economia circolare e scoraggiando il ricorso a prodotti di importazione
03:14la cui sostenibilità e tracciabilità sono meno certe.
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