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https://www.pupia.tv - Roma - CR.e.Sc.O. - Conferenza stampa di Matteo Orfini (15.10.25)

#pupia
Trascrizione
00:00Ciao a tutti, grazie per essere qui. Io sono Napoleone Zavatto, insieme a me c'è Francesca
00:08Di Polito e Davide D'Antonio. Riprendiamo un appuntamento che ci ha visto già presente
00:13in questa sala qualche mese fa. Parlavamo allora dei punteggi rispetto alle assegnazioni
00:19del Fondo Nazionale per lo spettacolo dal vivo. A distanza di quel tempo ci sono state
00:24le assegnazioni e oggi siamo qui proprio per raccontarvi di quello che è la fotografia
00:30che abbiamo analizzato e abbiamo a disposizione. Lasceremo uno spazio finale per le domande,
00:37quindi se avete voglia e tempi noi ci... come dire? Saremo super rapidi e passo subito la
00:44parola al Presidente Francesca Di Polito.
00:54Buongiorno a tutte e tutti, adesso funziona. Grazie. Torniamo in questa sede, quanto mai
01:00prezioso e importante per raccontare quello che abbiamo analizzato in questi mesi che ci
01:06separano dall'ultima conferenza stampa. Torniamo anche con il desiderio di fare un po' di chiarezza
01:12rispetto a delle posizioni che ci sono succedute, chiaramente tutti noi abbiamo seguito durante
01:19l'estate le polemiche o i timori che si sono succeduti. Da un lato di chi temeva o pronosticava
01:29tagli selvaggi alla scena contemporanea, quindi in grado di mettere a rischio tutta la tenuta
01:34del sistema e chi invece come le forze del governo aveva promesso un cambiamento radicale.
01:41Quindi siamo qui anche per capire che cosa sia successo davvero rispetto a tutte le voci
01:46che si sono alternate. Non abbiamo ceduto allora la tentazione di fare pronostici, ma
01:50abbiamo atteso chiaramente che le assegnazioni ci dichiarassero con dati ufficiali, quelli
01:55che possiamo leggere dai decreti del direttore generale. La prima impressione che abbiamo è
02:01quella di un sistema che possiamo definire ingessato. La fotografia che emerge nel 2025
02:06somiglia molto, lo vedremo poi nei numeri che daremo un po' più avanti, al 2024 per la
02:13maggioranza dei casi, senza negare, senza tacere alcuni casi che abbiamo definito di
02:18bandiera. Quindi o esclusioni simboliche o premiazioni. Però la ricaduta che ci è
02:25apparsa più prevalente rispetto alle polemiche estive è stata soprattutto di natura mediatica.
02:32Chiunque qui ricorderà il caso dell'ex Teatro Nazionale Toscano, quel che si è detto su
02:38Sant'Arcangelo e quindi sulla fine del contemporaneo e come hanno reagito certe regioni in un caso
02:44penalizzate come la Sardegna o in altre invece in cui ci sono stati dei risultati diversi e
02:50più positivi come l'Abruzzo. Quindi sicuramente dei casi di bandiera ci sono stati e sono
02:55innegabili, ma i numeri raccontano un'altra storia. Prima di entrare però nel merito di
03:01quella storia ci piacerebbe raccontare dove secondo noi si annida fondamentalmente, si
03:08annidano i segni di una visione di politica culturale sulla quale ci piacerebbe confrontarci
03:13e discutere. Quindi non crediamo che quei segni vadano cercati, in questo forse il comparto
03:20ha commesso un errore esclusivamente nei dati relativi alle assegnazioni dei contributi, quanto
03:26in alcuni criteri e parametri che sono stati introdotti con il DM del 23 dicembre 2024,
03:32che hanno a che fare sia con la qualità artistica che con la qualità indicizzata. In particolare
03:37non abbiamo mai taciuto una preoccupazione quando dai criteri della qualità artistica
03:43abbiamo visto scomparire il rischio culturale, lo abbiamo dichiarato immediatamente alla pubblicazione
03:47del DM e soprattutto quando contemporaneamente alla scomparsa del rischio culturale sono intervenuti
03:53altri fattori che hanno preso un peso ponderante. Penso per esempio a quanto impatti la capacità
04:02dei soggetti di reperire risorse private in questo triennio che passa rispetto al rapporto
04:07con le risorse pubbliche in un punteggio da 5 per le risorse private a 1 per le risorse
04:12pubbliche o a tutti quei parametri legati alla qualità indicizzata che vanno a valutare
04:19l'autonomia, l'efficienza e la congruità gestionale. Sia bene inteso, è fondamentale
04:24in quel patto pubblico privato che lega il finanziamento dello Stato alla responsabilità
04:30dei soggetti che svolgono per questo una funzione pubblica, la sostenibilità delle imprese
04:35e la sostenibilità dei progetti. Però crediamo che l'introduzione di indicatori come il costo
04:40medio per spettatori o gli incassi medi per spettatori abbia in qualche modo minato alla
04:46fonte, contestualmente alla scomparsa del rischio culturale, di quella che è una visione
04:50di politica culturale che dovrebbe accompagnare il finanziamento pubblico, a meno che non stiamo
04:55in qualche modo accettando un processo di privatizzazione del contributo pubblico.
05:01E a tal proposito ci chiediamo che cosa ne sarà di tutti quei progetti a maggior tasso
05:06di innovazione nel prossimo futuro che si trovano a confrontarsi con parametri e indicatori
05:12che ne riconoscono più il peso quantitativo che l'efficacia capacità di innovazione della
05:18scena. E ci chiediamo cosa ne sarà delle cittadine e dei cittadini che vivono in aree
05:22periferiche, i cui presidi culturali di prossimità difficilmente possono far coesistere il lavoro
05:30sociale e culturale svolto sui territori da indici puramente quantitativi o legati al costo
05:36del biglietto. E soprattutto ci preme ricordare il valore dei principi costituzionali che valono
05:41della cultura, oltre a materia concorrente tra Stato e Regione, un bene verso il quale
05:47la Repubblica assicura lo sviluppo e il riconoscimento della libertà dell'arte da criteri di natura
05:55meramente economica o finanziaria. L'ingestamento di cui tra pochi secondi andiamo a parlare racconta
06:04di un pericolo che ci piace mettere in evidenza, cioè quello di un impoverimento progressivo
06:09delle aree periferiche del Paese, la difficoltà di pervenire un ricambio generazionale davvero
06:16efficace in un Paese che tende ad invecchiare progressivamente e a lasciare spazi di innovazione
06:21sempre minori. Eppure ci piace pensare che basterebbe molto poco per contrastare quello
06:28che per oggi è un nostro timore. Basterebbe che ai criteri e agli obiettivi strategici dell'articolo
06:342 del DM che parlano di processi a carattere innovativo, parlano di accesso alla scena da
06:40parte di tutte le cittadine e cittadini e che parlano di un riequilibrio territoriale seguissero
06:44criteri e parametri che ne rafforzino la vocazione e non che ne ostacolino la realizzazione.
06:51Le parole che ho citato, processi a carattere innovativo piuttosto che accesso delle arti
06:57della scena per tutti i cittadini e le cittadine o percorsi che abilitano un pieno riequilibrio
07:03territoriale non sono parole o battaglie di cresco, sono obiettivi strategici sanciti
07:08dall'articolo 2 del DM, quindi basterebbe forse a nostro avviso un pochino più di coerenza
07:12tra quelli che sono gli obiettivi e quelli che sono gli strumenti attuativi. Però che
07:16cosa è successo davvero al netto del pensiero di cresco? Chiedo a Napoleone Zavatto di poter
07:23passare alla prima slide, così facciamo parlare i numeri e non solo i pensieri. Nel
07:322025, come vedete dalla prima slide, i contributi assegnati sono stati 1.512, quindi 202 in più
07:39rispetto al 2024, a fronte di un aumento di risorse che è superiore di quasi 3 milioni.
07:48Vi chiedo di prestare attenzione a un dato, cioè a quei due numeri in rosso, perché come
07:52notate nell'ambito teatro, nell'ambito musica, nell'ambito circo, c'è una crescita progressiva
07:58dei soggetti, più 45 per il teatro, più 139 per la musica, più 31 per il circo. Mentre
08:04gli unici due settori che prevedono meno soggetti ed è un elemento molto importante per l'analisi
08:09che stiamo andando a svolgere insieme, sono l'ambito danza e l'ambito multidisciplinare.
08:14A questo punto chiedo anche di passare alla seconda slide, che è quella che evidenzia
08:21l'allocazione delle risorse e quindi mostra come a fronte di 1.512 organismi ammessi, quindi
08:31più 202, vediamo come le risorse crescono di un valore che non arriva nemmeno a 3 milioni.
08:38Nella slide 4 vediamo un dato che è di positiva lettura, che ha a che fare con l'indice
08:44di successo, che come vedete è del 77% da parte delle richieste pervenute dagli organismi,
08:54con dei picchi molto alti, per esempio notate con grande evidenza che l'ambito circo ha
09:01un tasso di successo del 92%, è come se 9 domande su 10 avessero avuto asito positivo.
09:07E questo vedremo tra poco che tipo di impatto ha avuto rispetto ai finanziamenti.
09:12Sempre per onestà intellettuale, se non guardassimo ai tre anni precedenti saremmo indotti a credere
09:20che il disallineamento tra le risorse e i contributi sia tutto nel 2025.
09:27Invece, e qui chiedo a Napoleone con più pazienza, vi invito a guardare queste due slide, che raccontano
09:33invece dell'andamento, da un lato nella slide verde, dell'aumento dei contributi assegnati,
09:42vedete 724 nel triennio 15-17, 763 nel 18-20, per passare ai 1311 nel 22-24 e ai 1516 del 25-27,
09:54c'è il triennio che è iniziato quest'anno. Nella slide invece con il grafico evidenziato
10:01in rosso, vedete come crescono le risorse. Quindi a fronte di un aumento del 109,4% di
10:07organismi finanziati e quindi di contributi assegnati per lo più, corrisponde a una crescita
10:13che non arriva nemmeno al 65% in termini di risorse. Dicevo, se non guardassimo al passato
10:20saremmo indotti a credere che il 2025 è responsabile di un disallineamento, ma sono i trienni passati
10:27che in realtà hanno creato un importante precedente, perché dalla sede è molto chiara l'impennata
10:33di organismi e contributi assegnati nel 2022-24. Chiaramente ricorderemo tutti l'anno ponte
10:40con delle aperture molto fiduciose rispetto al settore, che l'hanno reso a nostro avviso
10:47e lo vedremo meglio tra poco, sempre più ingovernabili in termini sia di regole che di contributi.
10:56Ovviamente la stessa dinamica di crescita del numero dei contributi e di disallineamento
11:02tra contributi e risorse assegnate la possiamo riscontrare anche nell'andamento dei singoli
11:08settori e dei singoli ambiti, perdonatemi. E allora abbiamo deciso di utilizzare un parametro
11:14che non è un parametro ministeriale, ma un parametro indicativo, che è quello del contributo medio.
11:19Quindi andando a calcolare come cresce o decresce il contributo medio per gli organismi.
11:25Questo colorato grafico racconta, e lo vedete abbastanza chiaramente, come dal 2018 in poi
11:33ci sia una drastica riduzione del contributo medio. Ad eccezione, qui ricorderete il mio
11:39invito precedente di tenere all'occhio i dati della danza del multidisciplinare.
11:45Per il multidisciplinare che vedete in arancione, nel 2025 c'è una leggera risalita rispetto
11:55al crollo che era avvenuto tra il 18-20 e il 22-24. E l'unico ambito in crescita, lo vedete
12:05sempre, faccio fatica con la mia miopia a riconoscere il colore, penso sia viola, è
12:09l'ambito danza. Vedete che l'unico grafico che sale è quello della danza. Con questi grafici
12:15e questi numeri che cosa vogliamo raccontare? Un dato oggettivo. Nel caso della danza, del
12:22multidisciplinare, il riallineamento tra i contributi e le risorse è passato inevitabilmente
12:29per la riduzione del numero di contributi assegnati. Che cosa vogliamo raccontare con
12:35questo? La crescita esponenziale dei soggetti finanziati ha portato per ognuno degli ambiti
12:41a un contributo medio inferiore. Gli unici due ambiti che invece hanno, in cui la valutazione
12:48delle commissioni consultive ha deciso per un decremento, per una diminuzione dei soggetti
12:54finanziati, hanno visto una crescita del contributo medio.
12:57Chiedo a Napoleone la prossima slide. In tutti questi numeri che non vi chiedo di leggere
13:09adesso con me ci mancherebbe, però c'è qualcosa che colpisce moltissimo. Quando in apertura
13:13abbiamo parlato di un sistema ingessato, non lo abbiamo fatto rispondendo a criteri di natura
13:18ideologica. Se guardiamo la tabella possiamo con evidenza notare che complessivamente poco
13:27più della metà dei contributi complessivamente assegnati nel 25 ha lo stesso a montare nel
13:322024, arrotondato per 100 euro. Poco più di un terzo ha un contributo inferiore per una
13:39media in diminuzione di circa 10.000 euro, quindi una variazione che possiamo definire
13:43in qualche modo fisiologica all'interno del sistema, meno di un sesto, compreso prime
13:49istanze e transiti, risulta maggiore del contributo 2024 per una media in aumento di quasi 14.000 euro.
13:57Il grafico infatti racconta quale sia la percentuale dei contributi maggiori, che è il 15%, quali
14:05siano i contributi minori nelle proporzioni che ho poc'anzi descritto, del 34%, quanti sono
14:11i contributi uguali al 2024 che è il 50%. Questo dato assume una rilevanza particolare
14:20se pensiamo alle prime istanze triennali, ma soprattutto ai transiti che appunto, come
14:26la parola induce, transitano da un articolo all'altro, presumibilmente raddoppiando il
14:32numero di parametri da rispettare a fronte di un contributo per lo più identico e quindi
14:39che in qualche modo ne ostacola la realizzazione di un progetto in assenza di risorse adeguate.
14:47Una domanda che ci siamo fatti con grande attenzione riguarda la tenuta del sistema.
14:55Come è evidente a chiunque passi un po' di tempo sui dati relativi alle assegnazioni
15:02ministeriali, c'è un'anomalia di sistema abbastanza importante da analizzare.
15:10Qui chiedo a Napoleone se mi aiuta con la prossima slide, che è come è data, è sempre
15:20la questione che da qui e lì vedo meno bene.
15:22La domanda che ci siamo fatti è, ma il sistema in questo momento, tra l'ingestamento che abbiamo
15:30descritto, tra il disallineamento, organismi, contributi erogati e risorse assegnate, che
15:37livello di sostenibilità ha? Il sistema regge?
15:41C'è qualcosa che da anni contribuisce moltissimo all'ingestamento del sistema.
15:45Di fatto, ed è una lamentera che si ascolta sempre, impedendo la crescita di chi ha bene
15:51operato, perché l'ingestamento mantiene tutto uguale, quindi chi ha portato avanti
15:56i progetti in crescita vede comunque nella migliore delle ipotesi confermato il proprio
16:00contributo, o invece chi ha lavorato in maniera meno virtuosa comunque non viene penalizzato
16:08perché la clausola di salvaguardia ferma l'80%, ha tenuto tutto sommato il sistema in un
16:13equilibrio. Quindi in qualche modo la meritocrazia a cui tutti ci appelliamo, che fine ha fatto
16:21all'interno del DM e del sistema finanziato?
16:25In questa slide penultima è evidente una cosa, c'è una regola generale ovviamente fissata
16:34nel DM che dovrebbe fare testo e scuola sul calcolo del contributo.
16:42Ora è una questione molto tecnica, magari riserviamo le domande e anche un approfondimento,
16:47ma la regola è semplice, ovvero moltiplica il valore punto per il punteggio totale.
16:52Questa slide racconta una cosa molto interessante. Nel 2025 solo il 15,3% ha avuto un contributo
17:00risultante dalla formula di calcolo prevista dal DM, valore punto per punteggio totale.
17:05Il 47,4% ha avuto un contributo minore del risultato valore punto per punteggio totale.
17:20Che cosa stiamo raccontando? Che soltanto il 15,3% delle assegnazioni è risultato da questa
17:27formula di calcolo e quindi ci chiediamo un dispositivo che genera 8 risultati su 10 in deroga
17:34alla regola generale. Forse avrebbe bisogno di un ripensamento, forse andrebbe rivisto.
17:41Non sono impressioni che Cresco sta condividendo in un afflato di cambiamento, ma sono dati oggettivi
17:50che dimostrano quanto il sistema probabilmente stia faticando nella sua assoluta gestione.
18:02Altro tema che ci sta moltissimo a cuore è il riequilibrio territoriale, su questo passo la parola
18:07a Napoleone Zavatto e poi a Davide D'Antonio per un ragionamento invece sul codice.
18:14Ci tengo soltanto appunto a raccontare che la paura, il timore che cresco in questa sede istituzionale
18:24manifesta e che il sistema possa diventare sempre più ingovernabile in termini di, ripeto ancora
18:30una volta, disallineamento contributi risorse, in termini di ingessamento e quindi impossibilità
18:36di premiare o in altri casi penalizzare i soggetti che svolgono progetti più o meno virtuosi
18:42e soprattutto in termini di un sistema di calcolo del contributo che evidentemente
18:48se va in deroga 8 casi su 10 ha necessità di essere collettivamente rivisto dalle forze
18:54in campo.
18:57Sulla distribuzione territoriale è una considerazione che da anni portiamo avanti in quanto comunque
19:04il nostro diverso, le diverse aree geografiche hanno delle caratteristiche peculiari, nel nord
19:13troviamo comunque la presenza di fondazioni private che comunque impattano sul sistema
19:18di spettacolo dal vivo e invece al centro c'è una grande presenza delle imprese private.
19:24Al sud in questo momento noi abbiamo una difficoltà oggettiva, questo non è soltanto un dato di
19:31ricaduta dei contributi sul territorio nazionale ma del sistema di spettacolo dal vivo, noi
19:37possiamo leggere i dati che il 40% dei contributi assegnati arrivano al nord di cui il 48% delle
19:46risorse finanziarie determinano poi la ricaduta su quell'area geografica, ma non è soltanto
19:51questo, è anche una considerazione che oggi il costo della vita, dei trasporti è impattante
19:57sul nostro sistema di spettacolo dal vivo e sono considerazioni che in qualche modo stanno
20:01ancora di più ingessando, un sistema che invece di tradizione prevede la circuitazione delle
20:07compagnie all'interno del nostro panorama e quindi ci chiediamo quali possono essere
20:13delle misure di attuazione che diventano esplicite. Su questa domanda io passo la parola a Davide
20:19perché la domanda è una possibilità che possiamo ritrovare nel codice.
20:27Sì, perché la domanda è che fare, che è una domanda ontologica direi in una situazione
20:32del genere. Diciamo che Cresco è sempre stato molto positivo, quindi vogliamo essere positivi
20:38anche noi. Sicuramente diciamo che un strumento legislativo che sia condiviso da tutti questi
20:43codi del sistema culturale potrebbe essere una leva molto importante e per quello guardiamo
20:48con molta attenzione l'iter del codice dello spettacolo che abbiamo atteso fin troppo
20:54diciamo così. Il sistema che aveva già ampiamente subito delle grandi, era stato compromesso
21:02particolarmente durante la pandemia, deve avere per forza il coraggio di ripensarsi, questo
21:10è un dato di fatto, quindi anche gli operatori. Devono anche però avere il coraggio di ripensarsi
21:15tutti gli stakeholder da quelli chiaramente, diciamo i politici, i stakeholder politici
21:21che noi sappiamo sono un periodo anche particolare perché fra poco diciamo così a un anno e mezzo
21:27dalle elezioni non ci nascondiamo che sarebbe importante arrivare a questo risultato.
21:33Allora, leggiamo un codice che è stato diffuso e che è ancora in bozza e che purtroppo è in linea
21:43con l'immobilismo di cui abbiamo parlato, perché questo codice non fa altro che normalizzare
21:48quello che è l'esistenza, senza considerare forse i dieci anni di criticità che sono stati
21:54narrati nel tempo. È un sistema fondamentalmente molto ingessato, come abbiamo detto, che mette
22:03a sistema l'esistente senza invece fornire forse un framework, diciamo così, più generale
22:11su cui poi possono essere inserite eventuali definizioni. Allora, noi abbiamo sottolineato
22:18alcune questioni di grande respiro che secondo noi vanno viste, per esempio, secondo noi non
22:26è ben delineata la funzione che lo Stato richiede di svolgere ai soggetti pubblici e privati,
22:33non ci sono ben delineate le competenze tra Stati e Regioni, non vengono affrontati alcuni
22:41nodi molto importanti del sistema che rimangono adesso e che rimarranno in futuro se non vengono
22:45affrontati come l'iperproduzione. Ricordiamo che il rapporto tra produzione e distribuzione
22:50è uno a tre, cioè viene prodotto troppo rispetto a quello che il sistema è capace di, il mercato
22:58diciamo così, è capace di assorbire. E poi c'è anche due questioni che sono etiche
23:03importantissime, il disequilibrio territoriale che viene peggiorato in questo DM e il mancato
23:11ricambio generazionale. Sono tutte questioni ancora aperte all'interno di questo codice.
23:16E allora che fare? Cosa spieghiamo? Allora, noi riteniamo che innanzitutto, anche un po'
23:23utupisticamente in questo periodo storico, ce ne andiamo nel conto, ma è un dato di fatto,
23:27dobbiamo dirlo, un aumento delle risorse del fondo gioverebbe di gran lunga al miglioramento,
23:33quindi questo dobbiamo dirlo innanzitutto. Ma al di là delle risorse necessarie, forse un
23:40ragionamento maggiore sull'efficacia di questo fondo sarebbe utile. Cioè, per esempio, sarebbe
23:49meglio avere una prospettiva politica chiara che evitasse le definizioni e lavorasse di più
23:58sulle funzioni dei soggetti, perché molte definizioni, dobbiamo ricordare che questa
24:05è una legge, quindi potrebbero durare per cent'anni, fra cent'anni noi avremo bisogno
24:10dei teatri, o forse avremo bisogno di che i teatri abbiano determinate funzioni, perché
24:16questo è quello che dobbiamo domandarci. Allora, noi pensiamo che, diciamo così, ci pensiamo
24:23come interlocutori delle istituzioni, siamo pronti a dare il nostro contributo affinché
24:30il sistema dello spettacolo dal vivo possa continuare a rappresentare un'eccellenza a
24:35livello nazionale e internazionale e contribuire a spazi di partecipazione collettiva e democratica
24:42alla vita pubblica del nostro Paese. E riteniamo quindi che sia molto importante che a questo
24:48codice, per esempio, partecipino tutti i soggetti che partecipano alla vita culturale e quindi
24:57che sia un'attività collettiva di analisi, di studio che porta a dei risultati condivisi,
25:04perché è molto importante dal nostro punto di vista compiere un passo in avanti rispetto
25:10a dove siamo in questo momento.
25:14Prima di passare a delle eventuali domande o una conclusione, i dati sono disponibili
25:21sul nostro sito progettogresco.it, in generale tutte le nostre analisi sono disponibili sul
25:27sito e riteniamo che la divulgazione dei dati sia un passo fondamentale per la comprensione
25:34di un sistema, quindi sono liberamente accessibili e anzi se ci sono errori, segnalazioni, ce le
25:42fate pervenire, è solo un favore.
25:45Allora io devo dare domande?
25:48Volevo solo aggiungere che nel racconto, anche quando abbiamo percorso insieme le slide,
25:55non abbiamo raccontato tutto quello che nel dossier, ovviamente per rispetto della vostra
26:00pazienza e contenuto, quindi se dovessero esserci questioni che ritenete di voler approfondire,
26:07oltre che chiaramente grazie ai dati del dossier che appunto come diceva Napoleone Zavatto
26:12sono disponibili sul sito, ovviamente siamo qua anche per dei chiarimenti di alcuni passaggi
26:17che forse possono essere sembrati meno, potrebbero essere sembrati meno approfonditi e quindi
26:23ecco la disponibilità è totale.
26:26Adesso siamo qui a disposizione per le domande, vi chiedo gentilmente se volete fare domande,
26:30di accendere il vostro microfono se no non ci sentono, è alzare la mano, così nel
26:36caso.
26:37Grazie.
26:39Buongiorno a tutti, sono Pausto Nicolini, volevo sapere se tutto quello che è stato detto
26:46sui contributi riguarda contributi del FUS o ci sono anche quelli europei?
26:53perché se non ci fossero quelli europei la situazione sarebbe molto più grave e credo
26:59quello sia.
27:02Nell'analisi che noi abbiamo raccontato, l'analisi è concentrata sui dati legati alle assegnazioni
27:11a valere sul fondo nel triennio 25-27.
27:13Quindi contributi europei non sono stati dati legati.
27:17Noi in questa analisi qui stiamo raccontando quello che ci sono per chiarezza.
27:22No, va bene, però in questo caso significa che la situazione è reale, è molto più grave
27:27perché ci sono altre entità che arrivano e che non vengono prese in considerazione da
27:33questa analisi che peggiorano la situazione teatrale, secondo me, visto che i soldi ce ne
27:40stanno. Prima è stato detto che un aumento del FUS sarebbe auspiliabile, chiaramente
27:46lo è, però ci sono altri soldi che arrivano. Allora perché stiamo in questo Stato?
27:55Posso dire una cosa, rispetto ai contenuti europei bisogna fare però una distinzione,
27:59perché i contenuti europei sono distribuiti per esempio su due linee, quelli regionali e
28:04quelli nazionali e quelli che i soggetti privati possono direttamente accedere, quindi
28:09siamo tre linee anzi. Quindi per quanto riguarda i soggetti privati che prendono i finanziamenti
28:15dei contenuti del Creative Europe per esempio, parliamo del progetto principale, i progetti
28:20Creative Europe di solito vengono divisi, sono divisi in tre fasce, la prima fascia
28:25è che i progetti grossi sono di intorno ai 2 milioni di euro da due soggetti all'anno
28:29in Italia, non penso che cambi molto la situazione. E gli altri da 11 soggetti, quindi in totale
28:35sono 14 soggetti, invece penso che abbia un impatto molto forte, ma su cui è difficile
28:41fare una valutazione, quelli che passano attraverso le regioni, perché sono fondi strutturali
28:45che quindi possono, secondo me, avere molto più, però è molto difficile valutarli perché
28:52sono poi le regioni che le valutano diversamente. In realtà noi ci siamo molto domandati sull'internazionalizzazione
29:02e stiamo facendo uno studio su questo. Quindi magari studiamo e poi torniamo con dei dati
29:07più precisi, giusto?
29:09Sì, perché l'1 e il 2 dicembre ci sarà l'Assemblea Nazionale di Cresco, stiamo portando avanti
29:14un progetto che si chiama Framed Gap che vuole monitorare, fare una valutazione di impatto
29:20sulla ricaduta delle policy legate all'internazionalizzazione, nello specifico sulla scena contemporanea.
29:26E quindi in questa analisi, in questo framework che stiamo realizzando, moltissimi dei dati
29:30che stiamo raccogliendo hanno a che fare con la partecipazione o meno di soggetti nazionali
29:35a progettualità europea, eccetera. Ma le aggiungo una criticità. Se è molto semplice, molto
29:44lungo e faticoso, ma molto semplice per venire a questo tipo di analisi, perché i dati sono
29:48accessibili a tutti e derivano dai decreti del Direttore Generale. Entrare nel ginebraio
29:55dei finanziamenti regionali in un paese come il nostro, che ha ancora un disequilibrio
30:00territoriale acuito da politiche regionali molto diverse, è particolarmente complesso.
30:07Fuori da questa analisi, che appunto si chiama e perimetra l'asse della ricerca al Fondo
30:13Nazionale, avremmo poi anche, e sarà un compito bellissimo da portare avanti, insieme chiaramente
30:19a tanti soggetti che si occupano di mappare, diciamo resistente, tutto il tema dell'extrafondo
30:28nazionale. Quindi quello che accade ovviamente a livello regionale, a livello degli enti territoriali,
30:34ma è una ricerca molto più complessa di questa, perché chiaramente le nostre regioni rispondono
30:40a visioni politiche, a interventi, a legislazione differente, perché è appunto autonoma.
30:53Buongiorno, Pocosnic, Teatro e Critica. Una domanda sulla questione multidisciplinare
30:58e danza. Nella tabella 1, cioè il numero di contributi assegnati, si evince appunto una diminuzione
31:07dell'11% del settore danza, dei soggetti assegnatari, però con, paradossalmente, un aumento
31:15invece dei contributi di più 573.843. Vuol dire che naturalmente meno soggetti hanno avuto
31:23i contributi, però quelli che li hanno vinti, ne hanno vinti più degli anni precedenti.
31:30Secondo il vostro studio, avete capito per quale motivo adesso a linea generale la danza
31:39e il multidisciplinare sono stati penalizzati, per quale motivo alcuni festival, ad esempio,
31:45sono stati addirittura bocciati del tutto, nonostante le commissioni erano le stesse rispetto
31:50alla misurazione precedente, ad esempio. Sarebbe troppo facile dire che questo governo ha qualche
31:57problema con appunto la danza e gli eventi multidisciplinari, però voglio un attimo capire
32:05se vi sei fatti un'idea.
32:07Solo una precisazione, non è meno 11% o meno 2%, è proprio meno 11 organismi,
32:13si, si, è proprio, conta, diciamo, gli organismi e meno 2 nel multidisciplinare.
32:18Questi sono dati, tra l'altro, che risalgono, sempre per raggiungere una precisazione,
32:22alla fase ultima, cioè quella in cui inizialmente l'impatto sulla danza, e quindi sto confermando
32:29quanto detto, sulla danza e sul multidisciplinare era più aspro, più intenso. Poi ci sono state
32:36le istanze di riesame, che ricorderemo tutti, sono state poi valutate dalla commissione, successivamente
32:42ci sono state dei recuperi, in qualche modo, delle reintroduzioni all'interno del sistema
32:48di finanziamento. A nostro avviso ci sono due possibili risposte. Una che passa attraverso
32:56l'autonomia delle commissioni, che nel caso della danza e del multidisciplinare ha probabilmente
33:02preferito procedere per una riduzione dei soggetti a fronte di risorse più alte, ma stupisce
33:08che sia la stessa commissione che aveva valutato positivamente quei soggetti e soprattutto che questa
33:13valutazione arrivi, come dicevamo, sia arrivata, come dicevamo già a luglio, dopo sei mesi
33:19di attività svolta, quindi con impegni economici assunti, con giornate lavorative versate, con giornate
33:25recitative programmate. Questo chiaramente ha messo in grande crisi il sistema. Quello che è anche
33:32nelle interviste di alcuni commissari, in particolare commissione teatro, Angelo Pastore,
33:39di missionario, insieme a Carmelo Grassi e Alberto Castani, veniva fuori e anche, quindi
33:47non è una risposta nostra, ma per esempio nell'ambito teatro si è raccontato molto di
33:52alcune prese di posizione di natura più ideologica. È per questo che Cresco ha usato il termine
33:57casi di bandiera, nel senso anche nel far riferimento alle regioni. I risultati della Sardegna
34:03nell'ambito danza sono stati molto eclatanti anche in termini di discussione dei soggetti storici.
34:07Allo stesso tempo una regione come l'Abruzzo ha avuto invece delle crescite importanti.
34:13Quello che in qualche modo si è detto, l'analisi può dimostrare che non saremo smentiti, è
34:20che di fronte al timore che era stato espresso dei tagli trasversali sul settore, si era parlato
34:28di giornate lavorative perse, si era parlato di repliche perse, ecco quello non è accaduto.
34:31E paradossalmente chi ha salvato il sistema è stato l'algoritmo, cioè ha una decisione,
34:38ha una valutazione qualitativa inferiore, ha risposto il sistema di calcolo della qualità
34:47indicizzata e della dimensione quantitativa permettendo di fatto quello che abbiamo raccontato,
34:51uno status quo. E quindi quello che era stato il nemico del settore, di tutto il settore,
34:56l'algoritmo in qualche modo dopo la valutazione delle commissioni lo ha salvato. Ed è innegabile
35:03nel definire alcuni casi di bandiera, quali quelli che racconti, è innegabile una visione
35:09ideologica rispetto ad alcune scelte che si sono però scontrate, e lo raccontano i numeri,
35:19con la tenuta del sistema per la sua parte quantitativa, cioè per la parte che risponde
35:25a criteri di calcolo oggettivi. Nella premessa dicevo che quello che secondo noi ha più importanza
35:34in questo momento guardare più delle singole esclusioni, non che non siano fondamentali
35:40e rilevanti per la loro qualità e per l'apporto che hanno rispetto alla scena contemporanea
35:45di cui cresco è portavoce, avendola nel nome, cioè cresco coordinamento delle realtà
35:50della scena contemporanea. Ma se ci fermassimo soltanto ai numeri dei soggetti non ammessi
35:56o al numero delle riduzioni, abbiamo visto che è più l'ingestamento che prevale.
36:02Quello forse a cui va posta maggiore attenzione è proprio l'introduzione di alcuni parametri
36:07che nel lungo termine, è solo l'inizio del triennio, nel lungo termine possono impattare
36:14moltissimo. Faccio un esempio concreto che prima ho dato un po' per scontato.
36:19La capacità dei soggetti di reperire risorse pubbliche equivale alla capacità di un soggetto
36:24di interloquire con le regioni, con gli enti territoriali e quindi di avere un posizionamento,
36:30una reputazione, una qualità sui propri territori. E questa qualità, questa qualità gestionale,
36:37culturale, oggi pesa uno. Mentre la capacità dei soggetti di accedere a fonti private, quindi
36:45il grado di autosostentamento, parliamo di sponsorizzazioni, parliamo di art bonus, se sommiamo, vado a memoria,
36:52ma ormai i tre indicatori della qualità indicizzata che hanno a che fare col grado di autofinanziamento
36:58arriviamo a cinque. Quindi rispetto al finanziamento dello Stato, pesa cinque la capacità di attrarre
37:04risorse private e pesa uno la capacità di attrarre risorse pubbliche. Questo in qualche modo è una visione
37:09culturale, perché racconta probabilmente di una visione che fa fatica a sostenere, così come i principi
37:22costituzionali raccontano, i soggetti a maggior tasso di innovazione, che sono quelli che necessariamente
37:28avranno un minore impatto sul botteghino. Non sono considerazioni astratte, lo abbiamo raccontato
37:34con i numeri. O parlare di, lo dicevamo in premessa, costo medio per spettatore o incassi
37:41medi per spettatore, valori che nell'assoluto sono assolutamente condivisibili, perché è importante
37:46che un progetto sia sostenibile, ma nelle tante aree interne del nostro Paese, come si faranno
37:52continuare a garantire servizi culturali, dovendo coniugare il rispetto di certi parametri
38:00quantitativi con le esigenze sociali e abitative di alcuni contesti. In un Paese segnato fondamentalmente
38:08da una minoranza di capoluoghi di città metropolitane e da una maggioranza di territori che vivono
38:18in provincia, cioè di luoghi che sono ubicati in provincia. Spero di aver risposto alla domanda.
38:25C'è anche un'altra questione però che invitiamo tutti quanti a considerare, perché questo
38:29che è stato fatto è fatto. Scusate. Nel nuovo codice ci sono descritti anche le modalità
38:40di scelta dei commissari, diciamo così. Noi non troviamo che siano vincolanti, cioè
38:49forse sarebbe il caso anche, visto che stiamo parlando del futuro, di immaginare che il nuovo
38:56codice abbia dei commissari adeguati alla scelta che devono fare. Adesso non voglio dire
39:01che questi questioni di adesso non sono adeguati, ma dire che devono avere capacità
39:07imprenditoriali per me non è sufficiente, perché imprenditoriali sì, ma devono conoscere
39:14il mio sistema, lo spettacolo innanzitutto, per esempio, e non viene citato nel codice
39:19che debbono sapere. E quindi ci troviamo delle persone che magari vengono da altri sistemi,
39:24ecco è come se io praticamente venissi chiamati a valutare se un ponte regge o no. Io non
39:30ho queste competenze, non sono ingegnere, ecco. Quindi forse adesso dovremmo cominciare
39:35a immaginare che il nuovo sistema sia adotti di strumenti futuri, diciamo così, che siano
39:41in grado di valutare attentamente questo sistema in una maniera forse più adeguata. Perché
39:47quando viene fatta una valutazione di qualità, è giusto, nel senso esiste una commissione
39:53di qualità, decide esattamente come vuole questa commissione di qualità, guardando la qualità
39:59dei progetti. Ora, però, speriamo che chi viene assegnato a questa posizione di qualità
40:05abbia, come dire, le capacità per farlo.
40:10Noi abbiamo altri dieci minuti a disposizione, altrimenti possiamo anticipare la chiusura, ricordando
40:35magari l'appuntamento del 2 dicembre a Napoli, dove ci sarà proprio un focus sull'aspetto
40:42internazionale e forse lì avremo anche magari le idee più chiare sulle linee guide europee
40:47di nuovi finanziamenti per la cultura.
40:55Prego.
41:01Dunque, intanto, comunque complimenti e grazie. Ah, dunque, Angelo Zaccone Teolosi, sia per il
41:06fatto quotidiano che per Affe Post Italia, ma anche come, diciamo, in qualche modo vostro
41:12collega come ricercatore, nel senso che io opero con Isicult, Istituto Italiano dell'Industria
41:17Culturale, che cerca di fare un lavoro, diciamo, indipendente di analisi critica, più focalizzato
41:23sul settore cinematografico divisivo, ma diciamo che ci sono delle criticità che sono comuni
41:29anche alle analisi che fate voi. La domanda che volevo porre è che non vi sembra naturale,
41:37domanda che pongo anche a me stesso, che sia un soggetto esterno, privato, indipendente,
41:44a cercare di produrre delle analisi e di raccogliere dei dati che in un paese normale, ci direi la
41:51Francia, come dire, dovrebbe essere lo Stato stesso a fornire, nel senso che il lavoro che fate voi
41:57è un lavoro di, o che facciamo noi nel nostro piccolo, di supplenza rispetto al deficit
42:02assoluto di informazioni che vengono nel corso dei decenni fornite dalla relazione annuale
42:10sul Parlamento, che è una relazione che fa semplicemente pena, anzi, mi permetto di dire
42:14fa schifo dal punto di vista della ricerca sociologica o culturologica. Quello che mi domando
42:20è che se non sentite anche l'esigenza di chiedere, chiaramente, questo dovrebbe essere
42:25richiesto a chiare lettere, io credo, nel nuovo codice, che lo Stato sia il primo promotore
42:31di un flusso di dati, perché si fa tanta retorica sugli open data e dopo di che questi
42:36dati non ci sono. Io quello che sento come ricercatore mancante, ma credo che questo lo
42:41condividete anche voi, è il fatto di avere anche per ognuna delle assegnazioni, non soltanto
42:48la mera indicazione del soggetto, la mera indicazione del titolo del progetto, il contributo.
42:53Io credo che dovrebbero essere resi pubblici anche quegli stessi dati che vengono poi macinati
42:59dall'algoritmo e che consentono di salvare il salvabile, come ha detto lei, diciamo, paradossalmente
43:06adesso quando, credo, il buon Astasi, buon, fra doppie virgolette, si inventò appunto il
43:11meccanismo degli algoritmi, tutti a demonizzarlo. Adesso è paradossale che a distanza di un po'
43:17di anni siamo a chiedere perché l'algoritmo ha ridotto paradossalmente il livello di discrezionalità
43:22della valutazione qualitativa. Però lo stato dell'arte dei dati è assolutamente scandaloso
43:28e questo riguarda anche Anastasi in quanto presidente della SIAI perché lo stesso rapporto della
43:33SIAI ha una trasparenza modestissima. Io credo che lo stesso decision maker, lo stesso
43:41politico, colui che deve, non avendo questi dati, ma non avendo nemmeno i membri della stessa
43:46commissione, perché almeno anch'io ogni tanto ho parlato con i membri della commissione
43:49cinema, piuttosto quella spettacolo, teatro, qualche sia, insomma, deliberano sulla base
43:56di un set di dati che è comunque frammentario carente e comunque non è pubblico, perché
44:01chiaramente di ogni singola segnazione i dati pubblici. Quindi credo che a priori forse
44:06qualsiasi ricercatore, ma anche dovrebbe pretendere dallo Stato di fare un lavoro che lo Stato
44:11non fa da decenni e non lo fa da decenni, secondo me, perché la mia vecchia tesi, ormai
44:16sono arrivato dopo trent'anni di analisi che meno si sa, più il principe è, diciamo,
44:22a discrezione di elargire, manovrare, era semplicemente un appello...
44:27Gli appendata sono una grande passione di Davide Antonio, quindi gli passo la parola
44:31tra un secondo, mi permetto soltanto di aggiungere una cosa, ricorderete che chi ama questa militanza
44:42nelle politiche culturali come cresco, chiaramente da subito si è proposta come interlocutore
44:50propositivo sul codice e ricorderete che già nella legge 175 2017 una proposta dell'onorevole
44:59della loro onorevole Carbonaro parlava dell'istituzione degli osservatori dello spettacolo in rete
45:05e una delle cose che avevamo all'epoca con la 175, poi con la 106, insomma, sulla quale
45:15avevamo posto l'attenzione è che, come sapete, gli osservatori non esistono né per tutte
45:20le regioni e né in tutte le regioni lavorano virtuosamente, c'è un caso, quello dell'Emilia
45:24Romagna, che produce ovviamente in molte regioni sono stati nominati e mai realizzati
45:30e soprattutto spesso in analisi puramente quantitativa, cioè raccontano dati senza che
45:37i dati vengano letti e quindi interpretati. Forse ecco l'opportunità del codice per chi
45:42è un inguaribile romantico, ottimista, come nello spirito di cresco, è che gli osservatori
45:49possano essere, se messi in rete tra di loro, uno strumento di lettura del presente allargando
45:56probabilmente la compagine, non è certamente una captazio benevolenza, però anche a tutti
46:01quei soggetti esterni e privati che hanno in maniera informale, quindi quegli osservatori
46:05informali che però posseggono, come lei diceva correttamente, un archivio di dati che possono
46:11essere davvero preziosi se messi a sistema e a disposizione. Già poterli raccontare in questo
46:17spazio in una sede istituzionale per noi è preziosissimo, perché il pericolo, la difficoltà
46:23di questo momento, non lo nego, è sia la possibilità che la stessa stampa racconti cose che non
46:29sono così immediatamente, ne abbiamo parlato mille volte, notiziabili. Cioè sul caso della
46:33pergola nessuno si è tirato indietro, ma quale giornalista in questo momento ha la possibilità,
46:39non entro nel merito, faccio un altro mestiere, di raccontare un'analisi complessa, quindi c'è
46:43un tema di negoziabilità, notiziabilità delle informazioni, c'è un tema di disattenzione
46:52alle notizie se non sono immediatamente calde, però sappiamo che la fretta fa i figli ciechi,
46:58che le analisi che si sono moltiplicate nei giorni successivi alle ammissioni sono state
47:03tutte sbagliate, perché Sant'Arcangelo ha preso di più, non di meno. E quindi forse abbiamo
47:09fatto un danno al settore, non cresco, ma nel urlare prima di sapere le cose, perché
47:14poi quando c'è il momento di urlare, ormai la voce non c'è più. Quindi poter oggi,
47:21a distanza di mesi, poter dire numero per numero, dato per dato, che cosa è successo
47:26al sistema, veramente, è una grande opportunità. Se poi ci sarà riscontro anche sulla stampa,
47:33noi saremo più che felici. Intanto già essere qui, in questo momento in cui l'ascolto non
47:39è sempre scontato, è un valore che vogliamo mettere in condivisione. Di open data invece
47:44sono il punto forte di Davide D'Antonio.
47:47Hai già detto tutto, per cui noi abbiamo chiesto nel codice dello spettacolo un coma per almeno
47:53un open data, quindi tanto per iniziare, perché noi abbiamo dovuto scartabellare tutti quanti
47:59per riuscire ad avere tutti questi dati che sono stati fatti, abbiamo passato questa fantastica
48:04estate a lavorare così. Però è anche una questione di visione, cioè nel senso, come
48:08diceva già Francesca, cioè passare da un carattere documentale, diciamo così, degli
48:14osservatori, verso un carattere valoriale. Già sono un esempio, cioè nel senso, quando
48:19noi parliamo di riequilibrio territoriale, se noi andiamo a prendere i dati del Ministero
48:25piuttosto che delle Regioni, noi non capiamo questo, cioè c'è stato un riequilibrio territoriale,
48:29quindi la domanda è molto semplice, poniamo a questi osservatori delle domande, come
48:34politico, io a me interesserebbe sapere, ma la mia politica ha inciso, bene, questo
48:41non viene fatto, cioè nel senso che ci sono alcune analisi che tra l'altro ci dicono
48:46nel tempo fatte, che tra l'altro non si trovano neanche, fatte dal Ministero anche, che invece
48:52andavano molto in queste direzioni, sono un po' sparite, forse non erano, come dire, gradite
48:56al principe, come dice lei. Però è chiaro che questo tipo di analisi possono essere,
49:05innanzitutto devono essere viste non come monitoraggi che vanno a valutare negativamente
49:13o positivamente l'operato sia dei politici che del sistema, perché spesso il monitoraggio
49:19è sempre una cosa cattiva che ti fanno alla fine, ma è una cosa che deve accompagnare
49:24tutti quanti perché è la direzione in cui si sta prendendo, che tra l'altro può anche
49:31essere modificata nel tempo, perché se uno dice io vorrei andare da A a C e si accorge
49:36che è arrivato a B, che è l'intermedio, c'è qualcosa che non funziona, uno se sta
49:41facendo monitoraggio può modificarla e può capire che la direzione magari non lo porta
49:45proprio a C, ma lo porta dall'altra parte. Allora questo è il senso del monitoraggio
49:50adesso, cioè capire attraverso dei dati continui che dove si sta andando.
49:57Ne approfitto anche per ringraziare tutte le colleghe e colleghi di Cresco che hanno
50:08lavorato a questi dati, anzi un ringraziamento speciale a tutti loro.
50:13Se ci sono altre domande?
50:20Allora possiamo salutarci? Vai tu con una conclusione?
50:28Vi ringraziamo per la pazienza, per l'ascolto, per le domande che sono sempre fondamentali
50:34e ribadiamo solo qual è davvero l'obiettivo, veniamo tutti da una passione per il palcoscenico,
50:40non è il nostro mestiere infilare dati dentro degli Excel. Se abbiamo imparato a farlo per
50:45necessità è solo perché crediamo che vadano difesi tutelati, protetti, rinvigoriti, spazi
50:53democratici di confronto, spazi di contraddittorio e che di fronte all'oggettività di alcune
51:02narrazioni pensiamo debba corrispondere un'apertura e un'ascolto. Se questo non sempre è stato
51:09non smettiamo di credere nel fatto che possa accadere nel prossimo futuro. Noi da parte
51:15nostra cerchiamo sempre di essere più preparati, più impegnati, più preparate e impegnate
51:21perché appunto non si possa credere che alcune considerazioni nascano da pregiudizi ideologici
51:29o da appartenenze quanto da una disamina reale della realtà e della funzione e del ruolo
51:36che lo spettacolo del vivo in un tempo in cui la creazione di immaginari sta diventando
51:42l'arma più potente nella narrazione dei fatti. Nel nostro piccolo, di fronte a tragedie
51:48molto più devastanti, cerchiamo di affermare un criterio di verità, la stessa verità che
51:55in questo tempo ci pare sfuggire nella narrazione mediatica. Grazie.
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