Alla Paris Fashion Week, il debutto di Duran Lantink alla direzione creativa di Jean Paul Gaultier era uno degli appuntamenti più osservati della stagione. La collezione primavera-estate 2026, intitolata Junior, ha riportato in passerella lo spirito anticonformista della maison, ma con un linguaggio nuovo e più radicale. Presentata nel seminterrato del Musée du Quai Branly, tra luci fredde e atmosfera da club sotterraneo, la sfilata ha alternato momenti di grande energia creativa ad altri più ostentati, mostrando fin da subito quanto la scelta di Lantink rappresentasse un rischio calcolato e consapevole.
[idgallery id="2646177" title="Parigi Fashion Week PE 2026, i più bei beauty look"] Jean Paul Gaultier PE 2026: rileggere il mito con occhi contemporanei Il riferimento a Junior non è casuale: richiama la linea giovane e ribelle che Jean Paul Gaultier aveva lanciato alla fine degli anni Ottanta, simbolo di libertà e ironia. Lantink ne recupera lo spirito, ma lo porta verso una dimensione più concettuale e personale. «Non faccio moodboard», ha raccontato, spiegando di lavorare d’istinto, costruendo e distruggendo continuamente i suoi capi. Nel suo immaginario convivono club culture, memoria e provocazione. Un’influenza importante arriva da Het RoXY Archief, 1988–1999 di Cleo Campert, che racconta la scena del leggendario club di Amsterdam, luogo di eccessi e libertà creativa: un mondo che, come ha ammesso il designer, lo ha formato da adolescente.
[caption id="attachment_2647967" align="aligncenter" width="1024"] Il look d'apertura della sfilata Jean Paul Gaultier PE 2026[/caption]
[idarticle id="1783650,2644246,2643724" title="Da Jean Paul Gaultier a Valentino, le Maison portano i capi vintage a nuova vita,Paris Fashion Week SS 2026: da Saint Laurent in poi, tutte le star in prima fila alle sfilate,I look più belli delle sfilate di Parigi Primavera-Estate 2026"] Il corpo come messaggio e provocazione Fulcro della collezione è il corpo, rappresentato in tutte le sue sfumature. Abiti che coprono solo seni e fianchi, jumpsuit con stampe di corpi maschili indossate da donne, corsetti scolpiti e reggiseni strutturati definiscono un discorso visivo diretto e volutamente disturbante. Lantink trasforma il corpo in linguaggio e manifesto, portando avanti una riflessione sulla libertà e sui canoni estetici imposti. Tuttavia, in alcuni passaggi, la potenza visiva prevale sulla narrazione, e la provocazione rischia di restare fine a sé stessa.
[idgallery id="1893942" title="Jean Paul Gaultier, le sfilate più memorabili di sempre"] Jean Paul Gaultier PE 2026: illusioni ottiche Dal punto di vista estetico, Junior costruisce un dialogo continuo tra passato e futuro. Le marinière diventano illusioni ottiche, i tattoo su mesh si espandono in 3D, i busti a cono tipici di Gaultier si evolvono in volumi pneumatici. Gli accessori sono ironici e volutamente sproporzionati: occhiali dalle lenti sospese, gioielli oversize, dettagli che trasformano il volto e l’atteggiamento. La palette cromatica, con toni di bordeaux, senape, celeste e grigio, richiama la tradizione della maison ma con un tono più industriale e contemporaneo.
[caption id="attachment_2647968" align="aligncenter" width="1024"] Modella in passerella per Jean Paul Gaultier PE 2026[/caption]
[idarticle id="2643761" title="Le borse più belle della Primavera-Estate 2026 dalle sfilate di Parigi"] Un equilibrio ancora da trovare Junior è un esordio che non lascia indifferenti. Duran Lantink dimostra coraggio e visione, scegliendo di non rifugiarsi negli archivi ma di aprire una strada personale, anche a costo di dividere. Il legame con lo spirito originario di Gaultier è riconoscibile, ma filtrato da un approccio più ruvido e concettuale. Come ogni primo capitolo, lascia spazio a interrogativi: quanto di questa libertà potrà trasformarsi in linguaggio duraturo?
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