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  • 2 settimane fa
C’è chi del Rococò conserva solo l’immagine di riccioli e merletti. Max Mara, con la sua collezione Primavera Estate 2026, invece ha scelto la Milano Fashion Week per dimostrare quanto questo stile sappia ancora parlare al presente. Sul catwalk, rigore sartoriale e leggerezza visionaria si intrecciano in un linguaggio nuovo: non nostalgia, ma reinvenzione.

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Madame de Pompadour come icona culturale
Al centro della collezione Max Mara Primavera Estate 2026 c’è Madame de Pompadour, musa colta e anticonformista. Mecenate di artisti, fondatrice della manifattura di Sèvres e intellettuale capace di confrontarsi con i filosofi illuministi, diventa oggi emblema di femminilità strategica e indipendente. Non più simbolo di frivolezze, ma metodo sartoriale: orchestrare materiali, volumi e lavorazioni per cambiare il portamento stesso del corpo.



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Max Mara PE 2026, il Rococò come ribellione elegante
La sfilata Max Mara Primavera Estate 2026 rilegge il Rococò con un approccio spiazzante. «Dare più valore all’eleganza, alle dolci emozioni e alla fantasia che alla morale e alla verità» scriveva Novala Takemoto, interpretando questo stile come «individualismo assoluto». Così, un trench si accende di decori che ricordano piumaggi fantastici, gonne di organza fioriscono come anemoni marini e dettagli scultorei evocano nature immaginarie. È il punk rock della raffinatezza.

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Tagli netti e deviazioni inattese
Nella collezione Max Mara Primavera Estate 2026, il DNA della maison resta solido: cappotti impeccabili, proporzioni nette, linee portabili. Ma le deviazioni affascinano. Una giacca privata delle maniche diventa gilet strutturato, un trench si trasforma in robe manteau con collo alto, una gonna a petali irrompe sotto un cappotto sportivo. Asimmetria e disciplina si fondono, portando il Settecento direttamente nel guardaroba contemporaneo.



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Max Mara, accessori e palette per un guardaroba vivo
Non solo abiti. Max Mara Primavera Estate 2026 affida agli accessori un ruolo tecnico: cinture elastiche e spalline simili a imbracature trasformano il sostegno in estetica. Borse e scarpe completano la visione con funzionalità e carattere. La palette alterna camel, avorio e nero a grigi polverosi e tocchi cipria, mantenendo i volumi leggibili anche nelle superfici ornate. È qui che la maison sancisce la sua filosofia: ornamento e utilità non sono opposti, ma complici.

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