- 6 mesi fa
Money Vibez Stories
Agnese Pini intervista l'Amministratore delegato di Snam per Money Vibez Stories
Puntata 10
Agnese Pini intervista l'Amministratore delegato di Snam per Money Vibez Stories
Puntata 10
Categoria
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NovitàTrascrizione
00:00Il tema della reputazione verso le nuove generazioni è fondamentale
00:05ed è molto importante in questo senso
00:09che la nostra narrazione, il modo con cui noi
00:13diciamo cosa vogliamo fare
00:15e in modo trasparente ricontiamo cosa abbiamo fatto
00:19aiuta a costruire quella credibilità che rende questa azienda attraente per questi giovani.
00:26L'energia è uno di quegli elementi fondamentali
00:30per tutta la nostra quotidianità
00:33e quindi è per natura un vettore
00:36che aiuta la trasformazione e la creazione di beni.
00:56Buongiorno elettori di quotidiano.net
01:03e benvenuti al nostro appuntamento con Money Vibes
01:06oggi abbiamo come ospite Stefano Venier
01:08che ringrazio moltissimo per aver accettato il nostro invito.
01:12Grazie direttrice, buongiorno.
01:14Buongiorno a lei.
01:15Allora io comincerei subito con l'attualità
01:17perché ci siamo immersi dentro
01:20e ci troviamo davvero di fronte a uno stravolgimento epocale
01:24e degli equilibri a cui eravamo abituati
01:27equilibri che inevitabilmente parlano direttamente anche alla sua attività
01:32alla sua azienda a sname
01:33quindi con tutti i correlati che possono poi afferrire
01:37appunto a questi cambiamenti che stiamo vivendo.
01:40Cambiano anche le strategie
01:41dentro cui ci troviamo immersi
01:44e se fino a poco tempo fa avevamo un nemico
01:48o un problema est che era rappresentato dalla Russia
01:51quindi anche le decisioni a livello politico e a livello aziendale
01:55soprattutto energetico è stato il grande tema degli ultimi anni
01:59si sono spostate verso dinamiche che dovevano cercare partner alternativi
02:04a quelli che stavano a est rispetto all'Europa
02:07adesso abbiamo dei problemi anche a Ovest
02:09sono problemi commerciali
02:11siamo dentro una guerra di Dazi
02:12che è ufficialmente scoppiata da pochi giorni
02:15ma come cambia?
02:17come questi nuovi equilibri appunto
02:19questi nuovi assi che si stanno andando a disegnare nel mondo
02:24possono influire all'interno delle strategie
02:26anche energetiche di un'azienda come SNAM?
02:29ma direi senz'altro che ci troviamo in una situazione
02:32che qualcuno già ha definito di permacrisi
02:35cioè di crisi permanente
02:37ed è una crisi diciamo caratterizzata da tante dimensioni
02:41alcune imprevedibili
02:42lei citava il tema dei Dazi
02:45certamente fino a pochi mesi fa
02:47era qualcosa che nessuno si poteva immaginare
02:50ma questa sappiamo si appoggia su altre crisi
02:54che sono crisi di natura geopolitica
02:56crisi di natura anche demografica se vogliamo
02:59oltre alla crisi climatica
03:01con la quale ci stiamo confrontando ogni anno di più
03:03è chiaro che rispetto ad un'azienda come la nostra
03:07e al sistema energetico europeo, italiano
03:11ci sono diversi aspetti che vanno indirizzati
03:15dal primo punto di vista direi essere preparati
03:19e preparare il sistema ad essere
03:21utilizzo una parola un po' inflazionata
03:23il più resiliente possibile
03:25che cosa vuol dire resiliente?
03:26capace di riuscire ad assorbire queste dinamiche
03:30che nel caso dell'energia
03:32significano variazioni di flussi
03:35disponibilità di gas che prima eravamo abituati a ricevere
03:38da una certa area e che non riceviamo più
03:41o disponibilità di gas
03:43che diventano magari forzatamente
03:45trasportate all'interno di un sistema
03:48per compensare altre situazioni come quelle dei dazi
03:52e quindi ci vuole un'infrastruttura capace
03:54di poter cogliere questa opportunità
03:56e quindi avere questa natura resiliente
03:59seconda cosa
04:00avere un'infrastruttura che è anche capace di gestire
04:03gli eventi esogeni come gli effetti dei cambiamenti climatici
04:07sempre di più questi condizionano da un certo punto di vista
04:11la gestione quotidiana
04:14noi con le nostre infrastrutture almeno una parte di esse siamo più fortunati
04:19perché essendo sottoterra sono maggiormente protette
04:22ma sono sottoposte ad altre tipologie
04:24di rischi per esempio quelli franosi per esempio le tensioni legate alle siccità
04:30perduranti in alcune aree del paese queste chiaramente creano delle
04:34complessità sulle infrastrutture
04:36andiamo all'Africa
04:38il governo ha puntato moltissimo sul pianomattei fin dall'inizio
04:43dell'avventura di Giorgio Meloni ha ancora senso il pianomattei
04:47dentro questi nuovi scenari
04:48così per come era stato pensato
04:50ma secondo me lo ha e lo mantiene anzi per certi versi si rafforza
04:56considerato che quelle che dovevano essere
04:58dei partner oggi stanno diventando dei competitor o per non utilizzare parole
05:03più forti come quelle di nemici
05:06credo che lo abbiano in questo senso ed è anche una conseguenza per certi versi
05:11quando guardiamo all'energia degli effetti della crisi russo-ucraina
05:15di fatto il nostro sistema, quello italiano ma quello europeo in generale
05:20era abituato a ricevere un grande flusso di energia circa il 50%
05:24dei suoi consumi
05:26da est verso ovest
05:27oggi
05:28quel flusso non c'è più e ci siamo dovuti riorganizzare rispetto a un asse
05:33prevalente che è quello da nord a sud
05:37quindi attingere o
05:38diciamo approvvigionarsi
05:41dai paesi produttori dell'Africa, Nordafrica sono i più prossimi ma
05:45attraverso il gas liquefatto, il famoso GNL anche quelli del West Africa o delle
05:51aree più
05:52diciamo lontane a noi
05:54e dall'altra parte dal nord Europa la Norvegia in primis. A questo si
05:58accompagna l'altro grande corridoio
06:00che si è realizzato soprattutto attraverso quell'infrastruttura che si
06:04chiama TAP che è a Proda in Puglia di cui molto si è discusso
06:08che va a coprire una sorta di corridoio mediterraneo da est a ovest. Allora se
06:13guardiamo questi due grandi corridoi energetici
06:16che ovviamente hanno come terzo elemento i flussi dagli Stati Uniti di gas
06:21liquefatto
06:21ecco che l'Africa gioca un ruolo fondamentale
06:24sia l'Africa di prossimità sia quella magari
06:28leggermente più distante che è più vicina al Medio Oriente. Medio Oriente
06:32perché ha grandi riserve in quei territori.
06:35Per quanto riguarda il nord Africa sicuramente l'Algeria è il paese di
06:38riferimento. Allora in questa prospettiva
06:41la posizione geografica dell'Italia ma soprattutto l'infrastrutturazione di cui
06:46l'Italia è già dotata
06:48perché non dimentichiamo oggi l'Algeria è il nostro primo fornitore nazionale
06:53e una parte di questi flussi vanno anche verso il centro Europa
06:56ecco che assume un ruolo strategicamente sempre più importante. Ecco che quello è
07:01di nuovo un territorio molto ricco di queste risorse naturali che consentono
07:06sia di produrre
07:08le molecole verdi sia di produrre
07:10l'elettricità verde
07:12che è fondamentale anche per le molecole verdi e qui torna in gioco
07:16la terza gamba del trilemma energetico che è quella della sostenibilità
07:19economica dell'energia.
07:21A proposito di transizione e sostenibilità e a proposito di tutto che sta cambiando
07:25molto velocemente la mia sensazione ma non so se lei è d'accordo
07:29è che questi stravolgimenti politici a cominciare
07:32dall'amministrazione Trump abbiano
07:34fatto tornare un po' in sordina appunto il grande
07:37dibattito sulla necessità di compiere in tempi brevi e il più possibili
07:42efficaci ed efficienti la transizione energetica insieme alla sostenibilità
07:45economica che era il primo punto delle leggende
07:48soprattutto di Bruxelles degli ultimi anni.
07:50E' così
07:52queste conquiste
07:54anche ideologiche, culturali
07:57che comunque hanno un respiro corto perché sono invenzioni di poco tempo fa
08:01e rischiano di essere nuovamente messe in discussione
08:04o ormai
08:05siamo entrati davvero dentro un'era che non prevede più che si possa tornare
08:10ad altri tipi di logiche e di ragionamenti.
08:12Io credo la risposta a questa domanda è un po' articolata
08:18ci sono alcuni elementi
08:20che non dipendono
08:22dai messaggi politici recenti. Sicuramente
08:27da questo punto di vista
08:29la pausa
08:30un po' di riflessione che la stessa Commissione Europea si è presa
08:35negli ultimi sei mesi e probabilmente anche nei prossimi sei mesi
08:40a mio avviso è genuina. Genuina perché? Perché
08:44l'impostazione originale del Green Deal
08:47è emerso essere stata troppo dogmatica
08:51eccessivamente accelerata
08:54per certi versi disegnata
08:57in una modalità come potremmo dire
09:00centrale
09:01senza tener conto delle caratteristiche delle peculiarità di ogni singolo paese.
09:06Ora l'esperienza degli ultimi due tre anni ci ha insegnato due tre cose
09:10importanti.
09:11La prima
09:13che non esiste una pallottola d'argento che risolve tutti i problemi
09:16diversamente da quello che si era immaginato ovvero facciamo
09:20l'elettricità verde e quello
09:22soddisfera tutto. No, anche quando saremo
09:25al net zero, alla decarbonizzazione completa, il 50% dei consumi
09:30dell'energia verrà attraverso molecole. Oggi è il 70-80% a livello europeo
09:35ma anche mondiale.
09:36Seconda considerazione
09:38questa transizione di cui stiamo parlando ha un'esigenza, ha la necessità
09:44di essere più accelerata delle transizioni precedenti
09:48ma ha anche una caratteristica molto diversa
09:50mentre le transizioni precedenti aggiungevano dei vettori energetici
09:55più efficienti a quelli esistenti oggi stiamo immaginando di sostituire quelli
10:00esistenti con quelli nuovi.
10:02Questo ha delle implicazioni sugli equilibri
10:05che si erano formati, molto importanti, che sono state
10:09ampiamente sottovalutate
10:11e che oggi hanno bisogno di essere recuperate per disegnare un percorso che
10:16non sarà mai lineare
10:17diversamente di nuovo da quanto si era immaginato
10:21ma sarà caratterizzato da fasi anche guidate dall'innovazione che diventa un
10:27elemento fondamentale per riuscire a disegnare. Se abbiamo la presunzione di
10:31pensare
10:32che faremo la transizione al 2050 usando
10:35le cose che conosciamo oggi
10:38commettiamo un errore, un'ingenuità. Dobbiamo trovare del nuove strada.
10:42Questa nuova strada
10:43si deve appoggiare
10:45su una lettura critica del passato ma conservare
10:48quello che io chiamo un pragmatismo visionario che comunque ci deve portare
10:53a un processo di decarbonizzazione
10:55più graduale
10:57più riflettuto e soprattutto
11:00specifico per ogni paese in funzione delle sue caratteristiche.
11:03E che comunque da questo processo non si tornerà indietro?
11:08Ma ci sono due elementi che lo rendono irreversibile.
11:13Il primo è
11:15ovviamente quello climatico e la responsabilità rispetto all'evoluzione
11:20del cambiamento climatico che ogni anno
11:23grava su ognuno di noi, sulle esperienze quotidiane di ognuno di noi e la
11:27seconda è che
11:29i forti investimenti realizzati negli ultimi anni per lo sviluppo di fonti
11:33rinnovabili
11:34stanno rappresentando o stanno manifestando anche una certa
11:39convenienza
11:41nell'ambito di un modello che è completamente diverso da prima perché
11:45naturalmente quando noi parliamo della diffusione della produzione
11:49fotovoltaica solare stiamo parlando di un modello che tende a essere molto più
11:53distribuito
11:54a differenza del modello su cui abbiamo costruito il nostro sviluppo economico
11:58degli ultimi 150 anni che invece
12:00era molto più centralizzato, si produceva l'energia in un punto e la si
12:05distribuiva lungo il territorio.
12:07Questo tipo di cambiamenti hanno bisogno di essere
12:11collegati bene e da questo punto di vista
12:13le molecole, il gas
12:15si presenta come il vettore
12:18migliore per accompagnare questa transizione senza
12:22limitando quelli che sono i sussulti che inevitabilmente ci saranno perché come
12:27ho detto non sarà lineare.
12:29A proposito di cose non lineari, prima c'è andava l'Europa, parlavamo di Europa
12:33e delle mille contraddizioni
12:36dell'Europa che ci prova, poi a volte ci riesce e non sempre prova
12:39a buca come si dice. Quando parliamo di Europa e energia lo stesso si apre
12:43un tema non semplice sia per quel che riguarda il mercato che resta
12:47concorrenziale, questo è uno dei grandi
12:49temi all'ordine del giorno ma
12:50oggi poco risolvibile a quanto si
12:53a quanto si capisce e poi c'è un tema infrastrutturale che riguarda poi molto
12:57da vicino Snam e anche gli investimenti che Snam vuole fare.
13:01Secondo lei quali sono da questo punto di vista i rischi o gli ostacoli
13:04principali per realizzare una rete che sia davvero
13:08efficiente, efficace secondo i vostri obiettivi?
13:11Io credo che uno dei passaggi fondamentali e che è anche
13:16maturato in parte durante gli ultimi tre anni di emergenza
13:20è che c'è un vantaggio per tutti i paesi nel creare un sistema molto più
13:24interconnesso.
13:25Ci siamo aiutati tutti
13:28un po' gli uni con gli altri, chi non aveva delle grandi dotazioni di capacità
13:32di stoccaggio
13:33per le riserve invernali
13:35si è affidato ad esempio noi nel nostro caso avevamo fatto un accordo con
13:40il governo greco e la Snam greca che fra l'altro è una nostra partecipata
13:46per garantire la disponibilità di stoccaggio in Italia a favore del
13:50mercato greco
13:51e lo stesso è avvenuto in altri paesi quindi
13:53come giustamente è stato evidenziato l'Europa ha bisogno di più mercati unici
13:58ha bisogno di un mercato unico della finanza, ha bisogno di una difesa comune
14:02quindi una difesa unica a livello europeo o perlomeno organizzata in una
14:06modalità che consenta di avere
14:08una prospettiva
14:09più complessiva dei paesi e ha bisogno anche di un sistema energetico unico
14:14proprio perché l'energia
14:16abbiamo scoperto
14:18non è un bene largamente disponibile
14:21a prezzo
14:22diciamo non percepito
14:25per un certo periodo di tempo nessuno di noi aveva più la percezione di quanto
14:29costava fare il pieno dell'auto piuttosto che la bolletta dell'energia
14:34elettrica quindi abbiamo capito che l'energia ha un valore
14:37ora dobbiamo fare in modo che questo valore
14:40percepito abbia il costo più basso possibile per poter avere il costo più
14:44basso possibile abbiamo bisogno di due condizioni
14:47la prima
14:48un'infrastruttura interconnessa a livello europeo in modo da poter
14:53beneficiare di tutte quelle che sono le caratteristiche di un territorio di un
14:57paese rispetto all'altro
15:00e una forte diversificazione
15:02perché dalla diversificazione si può accedere a fonti
15:06tra loro complementari questo vale per il gas in quanto tale vale per l'energia
15:12elettrica in quanto tale ma vale anche nel combinato delle due fonti e da questo
15:16punto di vista noi come S.N.A.M.
15:18partiamo con
15:20se vogliamo una responsabilità anche superiore ad altri uno perché siamo il
15:24più grande operatore europeo sia sul trasporto sullo stoccaggio siamo il
15:28terzo più grande dal punto di vista del della rigassificazione del gas ma abbiamo
15:33già oggi una presenza internazionale che è la più importante siamo presenti in
15:37Grecia siamo presenti nel TAP siamo presenti in Austria siamo presenti in
15:41Francia
15:42e mi fermo qui ma ce ne sono altri di paesi che potrei citare
15:45e questo ci dà anche la responsabilità di essere tra i soggetti
15:49che devono in qualche modo non solo promuovere una visione più integrata a
15:53livello europeo ma anche lavorare per questo tipo di integrazione in questo
15:57senso
15:58ad esempio
15:59non più tardi di pochi mesi fa che cosa abbiamo fatto abbiamo ampliato la
16:03capacità di trasporto di gas dall'Italia verso l'Austria e dall'Austria
16:07verso la Germania
16:08del 50% e la incrementeremo di un altro 50% da qui al 2026 e questo
16:14secondo step
16:15è parte
16:16dei progetti Repower EU
16:19e quindi è un progetto di interesse europeo ecco in questa
16:23logica qui stiamo lavorando
16:25che quindi ha due dimensioni
16:27diciamo l'impronta
16:30su un disegno europeo
16:31e
16:33la
16:34creazione di un sistema che possa essere quello che chiamiamo multimolecola
16:38oggi portiamo solo gas naturale
16:41domani potremo portare delle molecole di idrogeno piuttosto che delle molecole di
16:45CO2
16:46abbiamo parlato molto di presente e anche di futuro addirittura 2050
16:52però noi oggi ci troviamo in un posto molto particolare
16:55chiacchierando l'energia
16:57un po' il cuore dell'energia europea sicuramente italiana
17:00possiamo
17:01dire che questo luogo rappresenta molto più dell'Italia, è Metanopoli, è poco
17:05conosciuto tra l'altro
17:06ma appunto
17:09quando dobbiamo ricordare da dove arriviamo e che cos'è e che cosa è
17:12diventata l'energia per il nostro paese
17:14si comincia da qui
17:16da questo luogo. Perlomeno per quanto riguarda la storia del gas si comincia
17:21da qui ma non solo della gas degli idrocarburi in generale qui siamo
17:25a Metanopoli
17:26che è un quartiere della città di Sandonato dove c'è storicamente la sede
17:30dell'ENI e dove c'è anche la sede della SNAM
17:33e dove qui
17:34proprio di fronte al nostro edificio dove stiamo parlando
17:38c'è il cervello pensante che gestisce i flussi
17:42gli stoccaggi, gli impianti di rigassificazione di tutto il sistema
17:46italiano e anche dei paesi con cui il sistema italiano è interconnesso
17:52e qui c'è un bunker blindato in cemento armato che sta proprio alle nostre spalle
17:56ed è quindi un pò...
17:57L'ho visto entrando. Esatto, è qua sulla destra, si può vedere anche dalla nostra finestra
18:02L'aspetto di un bunker. È un bunker in cemento armato, è protetto da qualsiasi cosa
18:06lì dentro non si entra se non dopo aver
18:10neanche i controlli
18:13in israeli o in altri paesi di questo tipo sono simili a quelli che abbiamo
18:17qua. Però lì dentro c'è il cervello e dico cervello perché non c'è
18:21soltanto un sistema
18:23che controlla delle valvole, controlla delle pompe, controlla dei flussi
18:28ci sono anche tutta una serie di strumenti di innovazione che aiutano a
18:33fare questo mestiere nel modo
18:36più efficiente
18:37ma anche ambientalmente più sostenibile perché ottimizza anche il modo
18:42di far fluire il gas all'interno del paese
18:45consumando la minore energia possibile e quindi riducendo al massimo le emissioni
18:50quindi qua
18:51ci sono, da qui partono gli 83 anni di storia di SNAM
18:56ecco perché questa è un'azienda che ha 83 anni
18:59di storia, dietro di me ho delle cartine che rappresentano i metanodotti
19:05del 1950 o l'atto costitutivo della società che sono dei pezzi storici
19:12che ci fanno capire quanto sia importante nel disegnare il futuro
19:17tener conto
19:18del passato
19:21un'altra cosa che mi ha colpito entrando è questa scrivania
19:24che è straordinaria
19:26perché me l'ha spiegato lei, io non l'avevo capito, ma è un pianoforte
19:30è un pianoforte
19:32che storia ha, esatto, questo non ha nulla a che vedere con SNAM
19:38e col mestiere di SNAM, questo è un ricordo
19:41che mi sono portato, è un pezzo unico
19:44perché nella mia precedente esperienza, prima di SNAM, lavoravo in una società
19:49che si chiama ERA
19:51e all'interno del progetto di ERA avevo sviluppato assieme ai colleghi un
19:55progetto
19:56che si chiama SCART
19:58ovvero l'arte dagli scarti
20:00non è nulla di nuovo nel senso che la trash art esiste da tanto tempo
20:05ma fatta quest'arte andando a recuperare
20:08nelle discariche o
20:10tra i rifiuti gettati dalle varie imprese
20:14dei componenti per costruire delle opere. Allora
20:17mi hanno voluto regalare questo pianoforte che è completamente smontato
20:22è un pianoforte recuperato in una discarica prodotto nell'USSR a Rostov
20:28e si chiama Tchaikovsky e per me è un ricordo
20:31di quel progetto come lo è
20:33la Marilyn Monroe che sta alle nostre spalle
20:36che è stata realizzata dai ragazzi dell'Accademia delle Belle Arti di
20:40Firenze
20:41recuperando
20:44tutti quelli che sono gli scarti dell'industria dell'hot couture
20:48dell'area fiorentina.
20:49Bellissimo, mi chiedevo in un mestiere come il suo
20:53esiste anche una dimensione creativa?
20:55Non voglio dire artistica perché forse troppo ma c'è un elemento creativo che
21:00sta dentro il fare il manager? Guardi c'è una dimensione creativa
21:05e questa dimensione creativa
21:08va a braccetto con la relazione che
21:13io ma le imprese come SNAM, come ERA costruiscono con le nuove
21:17generazioni
21:20le faccio due esempi
21:21quello di SCART è un progetto che è nato per comunicare alle nuove
21:26generazioni
21:27come anche dai rifiuti si possa tirare fuori qualcosa
21:31qualche oggetto di cui la gente
21:34si innamora e non se ne vuole privare per tutto il resto della sua vita. Il
21:38messaggio è fortissimo cioè il rifiuto è una cosa di cui la gente si vuole liberare
21:41subito. Far capire che anche dal rifiuto si può
21:45tirare fuori qualcosa di cui
21:47tu diventi
21:49diciamo proprietario e te lo vuoi tenere tutta la vita è un messaggio fortissimo
21:53e quindi anche i rifiuti
21:55se gestiti bene possono addirittura diventare delle opere. Ma le faccio un
21:58altro esempio
21:59abbiamo recentemente lanciato, anzi lo abbiamo fatto e concluso lo scorso anno
22:05un progetto che si chiama Disegnando il futuro
22:08lei ricorderà che uno degli elementi
22:10iconici
22:11della promozione del gas metano in italia sono state le tavole, gli acquarelli
22:17di Folon
22:18per cui coi colleghi ci siamo posti la domanda lo scorso anno
22:22cosa potremmo fare per rilanciare dal punto di vista dell'immagine
22:27ok
22:28il nostro mestiere, il mestiere
22:31che non è solo quello dell'oggi ma anche quello del domani
22:35per fare questo abbiamo lanciato un progetto Disegnando il futuro
22:40che ha visto il coinvolgimento di vari artisti, giovani, abbiamo premiato anche
22:44quelli under 20
22:46abbiamo premiato anche quelli magari non ventenni ma trentenni
22:50che attraverso delle tavole hanno voluto rappresentare il mestiere di SNAM
22:56il mestiere di oggi di SNAM ma anche quello futuro
22:59e questo è stato un modo non solo per avvicinare SNAM a questo mondo
23:04artistico ma anche per leggere come quel mondo fatto soprattutto
23:10dai giovani
23:10vedeva l'azienda e come noi potevamo magari poi successivamente migliorare il
23:15nostro modo di comunicare per farla percepire sempre più nel modo corretto
23:20per quello che siamo e per quello che vogliamo essere
23:23e com'è che i ragazzi si immaginano l'energia?
23:26sono emerse delle tavole bellissime ad esempio quella che ha
23:31vinto
23:32è un pianoforte
23:33di nuovo si evoca il pianoforte ma lui non lo sapeva che io avevo questa
23:38scrivania
23:40ha vinto
23:41ma non l'ho scelto io, l'ha scelto una giuria quindi da questo
23:45punto di vista è una casualità
23:48un pianoforte le cui corde sono invece delle condotte che approdano
23:53su un mondo stellato
23:55diciamo
23:58raccolto all'interno di due colori molto intensi che sono il blu e il verde
24:03perché poi l'energia è comunque sempre trasformazione a proposito del trasformare
24:07l'energia
24:10è uno di quegli elementi fondamentali
24:14per tutta la nostra quotidianità e quindi è per natura un vettore
24:19che aiuta la trasformazione e la creazione di beni
24:23parlava di giovani e mi veniva in mente questa cosa che noi siamo
24:28tutti a vari livelli quindi anche quelli industriali, menageriali dentro un'altra
24:34trasformazione che è quella tecnologica quindi si parla di investire sulle nuove
24:37tecnologie di trasformarci
24:39tecnologicalmente, digitalmente eppure
24:42in Italia soprattutto ci troviamo anche dentro la più grande crisi
24:47di ragazzi in termini demografici
24:49di ragazzi che non nascono e di ragazzi che poi se ne vanno
24:53per un'azienda come Snam
24:55che cos'è più
24:56urgente e importante
24:58o preoccupante per lei che
25:00lo suo lavoro deve guardare inevitabilmente
25:02il futuro? La questione tecnologica che può a un certo punto sfuggirci di mano
25:07sovrastarci o
25:08essere
25:10più grande di noi o il problema
25:12della formazione dei ragazzi?
25:14No, intanto credo che l'innovazione tecnologica sia un elemento essenziale
25:18non raggiungeremo la transizione energetica ma la transizione in
25:22generale perché poi noi ci concentriamo tendenzialmente sulla transizione
25:26energetica come se fosse
25:27l'unico tema che dobbiamo affrontare mentre ci sono tutti gli altri
25:31planetari bandari rispetto ai quali dobbiamo trovare delle soluzioni
25:35quindi l'utilizzo delle risorse è l'altro grande problema ma ce ne sono
25:39altri no?
25:40Se guardiamo nella sua ullisticità il problema
25:45questo ha bisogno di innovazione
25:47con le soluzioni come dicevo prima di oggi non siamo in grado di garantire
25:52quella decarbonizzazione, quel equilibrio che il pianeta deve raggiungere
25:56ma è anche un modo
25:59per le persone della mia generazione che sono un baby boomer
26:03per tenerci giovani
26:05per allenarci ad avere quell'elasticità mentale che ci aiuta a comprendere
26:11e ad accompagnare questo tipo di percorso
26:14che però
26:15non è un percorso esclusivo dei giovani
26:19perché noi non possiamo permetterci di lasciare indietro nessuno
26:23quindi questo processo di educazione digitale
26:27è un processo sicuramente accelerato per le nuove generazioni che nascono
26:32sono native digitali e quindi hanno una maggiore facilità nel comprendere
26:37e nel gestire queste nuove tecnologie
26:39ma deve diventare anche uno strumento con cui teniamo agganciate le generazioni
26:45dei quarantenni, dei cinquantenni o dei sessantenni perché loro
26:49hanno quelle competenze e conoscenze che sono fondamentali
26:54per usare al meglio le nuove tecnologie quindi deve essere un combinato delle due cose
26:58quindi il mio compito è quello di accompagnare l'azienda in questo percorso
27:03facendo entrare queste nuove generazioni
27:06ma in una sorta di patto
27:08con le altre generazioni in modo che gli uni aiutano gli altri
27:13ho una curiosità da chiederle perché questa è una video rubrica che noi
27:17dedichiamo in genere ai capitani d'industria
27:19lei ha un ruolo un po' diverso da quello del capitano d'industria
27:23perché è un manager
27:25secondo lei qual è la differenza principale tra
27:30l'essere manager
27:32a livelli altissimi come lei che ha fatto esperienze in molte grandi aziende
27:38e capitano d'industria
27:39se c'è o magari invece non c'è così tanto
27:42innanzitutto secondo me c'è una distinzione se il capitano d'industria
27:46è quella persona che ha creato l'azienda è il fondatore oppure sono le
27:51generazioni successive
27:53perché il fondatore ha una natura uno spirito imprenditoriale una logica con
27:58cui vivere l'azienda che non può essere quella che invece un manager ha
28:03che ha diciamo un ruolo diverso
28:05che è nel cercare di rendere quell'azienda o garantire una prospettiva
28:09futura a quell'azienda
28:12con strumenti manageriali che sono diversi da quello che è l'instinto
28:16imprenditoriale del manager quindi da questo punto di vista
28:19sicuramente le generazioni successive a quella dell'imprenditore che ha fondato
28:25l'azienda piano piano
28:27tendono ad assomigliare di più
28:29al profilo del manager nel suo ruolo
28:32nel suo ruolo e nella sua attività
28:35lei sognava di fare questo mestiere da ragazzina?
28:38guardi le dico da ragazzino no
28:42nel senso che da ragazzino ero troppo impegnato a fare sport a fare tante cose
28:47quando nel mio percorso di studi invece a un certo punto ho detto
28:53forse non ho fatto la scelta giusta
28:56quando ho fatto la scelta dell'università
29:00mi piacerebbe fare qualcos'altro mi spiego meglio
29:04io sono un laureato
29:07si direbbe in informatica che a quel tempo era una divisione un dipartimento
29:13di scienze matematiche e fisiche
29:16però nel fare quel percorso molto STEM come si direbbe oggi
29:21mi sono appassionato alla lettura del sole 24 ore
29:24e da lì
29:25ho capito quando mi sono laureato che avrei dovuto fare un'altra cosa
29:29che non è la giornalista
29:32malgrado si fosse appassionato alla lettura del sole 24 ore
29:36e
29:38c'è stato
29:39in queste carriere così lunghe così difficili e quando si arrivano
29:43si arriva a raggiungere livelli così alti non è sempre detto che vada tutto
29:46in modo lineare
29:49ci sono percorsi complessi
29:50ci sono stati momenti
29:53difficili in cui ha pensato
29:56che andava tutto male
29:57o che non ce l'avrebbe fatta
29:59ma
30:01non rispetto al mio percorso non mi sono mai dato
30:07degli obiettivi
30:09sul dove arrivare
30:11ma ho sempre vissuto la mia carriera giorno dopo giorno alzando l'asticella
30:17della mia ambizione ma non tanto
30:21per fare il passo successivo in un'altra azienda più grande ma quanto
30:26per
30:27far evolvere o migliorare il modo con cui facevo le cose
30:33secondo diciamo una serie di valori che nel tempo sono cambiati
30:39anche per me anche nel mio percorso
30:43ho progressivamente
30:45cambiato la prospettiva da shareholder value
30:49a stakeholder value che è stato un cambiamento che ha interessato una parte
30:54diciamo del capitalismo delle imprese
30:56globali
30:58e che ho vissuto a volte anche anticipando alcune di queste
31:04tendenze
31:06e questo
31:07dal punto di vista diciamo personale poi ovviamente la vita
31:11all'interno di un'azienda se poi
31:14la vita di questa azienda
31:16si inserisce in una fase come quella che abbiamo vissuto negli ultimi 2-3
31:20anni
31:21è chiaro
31:22che è un susseguirsi
31:24di microcrisi di difficoltà di ostacoli di complessità da affrontare
31:29di momenti di scorramento da cui dover recuperare rapidamente perché
31:34soprattutto perché in un'azienda come questa che è un'azienda
31:38di sistema
31:39è un'azienda
31:40che serve a garantire un pezzo della sicurezza del paese
31:44è fondamentale non lasciarsi scorare ma arrivare a meta
31:48e alla meta che è stata identificata come quella fondamentale e quindi si
31:53ritrovano le forze si ritrova lo slancio
31:55se poi si può contare
31:57su come è stato nel mio caso qui in Znam su una squadra di manager
32:02molto capace molto preparata
32:05molto pronta
32:07a raccogliere queste sfide con uno spirito di servizio che
32:11ho trovato fortissimo
32:13certamente sono loro che ti fanno riprendere da quei momenti di
32:18scorramento nel modo più rapido possibile.
32:20C'è una preoccupazione rispetto all'azienda al momento all'energia
32:25che predomina sulle altre in questo momento per lei pensando al futuro sempre?
32:30Anche al futuro distante?
32:31Beh ci sono ovviamente sull'orizzonte del tempo due tre passaggi
32:36importanti il primo
32:39noi siamo ancora
32:41come Italia come Europa
32:43ma anche a livello globale in una condizione
32:47di forte fragilità
32:49abbiamo avuto magari nei mesi scorsi mi riferisco soprattutto al 2024 la
32:54percezione
32:56che fosse tutto risolto in realtà non è risolto viviamo in una condizione di
33:00estrema
33:01fragilità come ho detto perché la domanda mondiale di energia cresce
33:05continua a crescere a tassi molto importanti non è solo nel Far East ma
33:10anche in Europa ha cominciato a riprendere questi consumi stiamo
33:13scoprendo che il percorso di transizione che stiamo facendo ha
33:17delle fragilità intrinseche a cui dobbiamo trovare dobbiamo cercare il
33:21modo di dare risposta e quindi
33:23in questo contesto qua quello che mi preoccupa è ovviamente
33:27riuscire a portare a termine tutte le azioni che si sono disegnate e
33:32immaginate
33:34negli ultimi due tre anni
33:35per accompagnare questa nave in un porto
33:38più sicuro e
33:40l'eventuale interruzione improvvisa
33:43di questi tipi di scelte
33:46ecco questo mi preoccupa perché ci
33:49tappulterebbe di nuovo
33:50in una condizione di forte fragilità e quindi di forte esposizione
33:55che quindi un tema
33:57di disponibilità fisica ma diventa anche un tema economico
34:02la seconda cosa che in qualche modo mi preoccupa guardando
34:06avanti
34:07è quella di
34:08riuscire
34:10a creare un consenso generale
34:15per fare i giusti passi nel percorso di transizione quindi non salti in avanti
34:21nel buio
34:22ma un passo dopo la volta io sono un appassionato di montagna e quindi per me
34:26salire
34:27è una cosa
34:29è nella mia natura e si sale
34:31un passo alla volta ecco questo percorso deve avere quella continuità
34:36perché come dico sempre
34:38quello che viviamo oggi è frutto delle scelte di dieci anni fa
34:42lei è preoccupata però mi viene in mente per chiudere che gli appassionati di montagna e manager
34:47hanno una caratteristica in comune che è l'ottimismo per definizione
34:51perché per andare in montagna bisogna avere un grande ottimismo soprattutto meteorologico
34:55e anche per fare il mestiere che fa
34:58quando non vai in montagna credo che sia
35:01la condizione principale
35:03ma io penso ottimismo ma
35:07fiducia
35:08fiducia in quello che facciamo fiducia nelle scelte fatte fiducia nelle persone
35:13che ti stanno intorno ecco credo che
35:16una dote fondamentale necessaria sia proprio questa
35:21grazie mille
35:22grazie a lei direttrice
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