Vai al lettorePassa al contenuto principale
  • 9 ore fa
Regia: Pupi Avati
Paese: Italia
Genere: Thriller - Horror
Interpreti: Lino Capolicchio: Stefano; Francesca Marciano: Francesca; Gianni Cavina: Coppola; Giulio Pizzirani: Antonio Mazza;
Vanna Busoni: maestra; Ferdinando Orlandi: maresciallo; Bob Tonelli: Solmi; Pietro Brambilla: Lidio; Andrea Matteuzzi: Poppi; Eugene Walter: don Orsi, il parroco; Ines Ciaschetti: portiera; Flavia Giorgi: signora Poppi; Tonino Corazzari: Buono Legnani; Pina Borione: Laura Legnani, la paralitica; Arrigo Lucchini: droghiere; Carla Astolfi: cameriera; Luciano Bianchi: Franchini.


TRAMA: Stefano è un giovane restauratore a cui, con l’intercessione dell’amico Antonio, è stato affidato dal sindaco di un paese della provincia ferrarese l’incarico di riportare alla luce un affresco in una chiesa nella campagna circostante. L’opera è stata dipinta da un folle pittore del posto morto suicida vent’anni prima, Buono Legnani, e raffigura il martirio di San Sebastiano. Alcune telefonate anonime, che lo invitano ad andarsene rinunciando al restauro, e qualche frase sibillina di Coppola, l’iracondo ed alcolizzato tassista del luogo, gli insinuano il sospetto che l’affresco e il suo autore nascondano un qualche mistero che la morbosa sonnolenza del paese non riesce completamente a celare…


NOTE: Pupi Avati ha tratto l'idea per la realizzazione del film da un episodio della sua infanzia. Nel comune dove risiedeva fu infatti aperta la tomba di un prete, ma i resti rinvenuti appartenevano misteriosamente a una donna. La zia del futuro regista, per farlo star buono quando era bambino, lo minacciava del possibile arrivo del "prete donna", spauracchio da lei inventato sulla scorta del fatto sopracitato. Una bozza originaria della sceneggiatura è stata sviluppata nei primi anni settanta con il nome La Luce Dell'Utimo Piano. Il film è stato girato in cinque settimane tra aprile e maggio 1976 a Comacchio e Minerbio, in Emilia-Romagna, i titoli di coda riportano tuttavia i De Paolis In.Ci.R. Studios di Roma per motivi puramente burocratici. La casa dalle finestre che ridono era un casolare, non più esistente, situato presso Malalbergo, in provincia di Bologna. Alle 21:06 del 6 maggio 1976 ci furono le prime scosse di terremoto in Friuli e la troupe si trovava a Comacchio davanti al finto Albergo Italia per girare la scena dell'omicidio di Antonio Mazza che viene spinto dal balcone del palazzo. Cesare Bastelli ricorda che le scosse furono talmente forti che le campane della chiesa a pochi metri di distanza si misero a suonare da sole. La prima scossa è stata registrata in un frammento del film, nonostante si sia verificata nell'attimo di un cambio scena. Mereghetti scrive che l'idea vincente di Avati è stata trasformare la Bassa padana, assolata, sonnacchiosa e con tanti scheletri nascosti negli armadi, nel teatro ideale per un horror. All'epoca venne notato dalla critica, ma solo in seguito è diventato un cult.
Commenta prima di tutti
Aggiungi il tuo commento

Consigliato