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  • 1 settimana fa
Una riflessione che prende spunto del Vangelo del giorno, una rubrica dal linguaggio giovanile, con vista su Roma a cura di Don Giacomo Pavanello.

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Trascrizione
00:00Il terzo giorno del tempo di avvento ci aiuta a preparare lo sguardo. La notte di Natale
00:29molti in quel bambino vedranno solo un neonato. Per chi ha lo sguardo pronto, lo sguardo allenato,
00:38oltre a quel bambino vedrà il figlio di Dio. La differenza la fa proprio lo sguardo. A chi segue
00:45sogni di grandezza difficilmente Dio si svelerà ai propri occhi. Il superbo è colui che vede solo
00:53il proprio ego, mette al centro solo se stesso. Chi invece è umile, è povero, attenzione non
01:01materialmente, povero di sé, ha questa capacità di guardare oltre le cose. La fede stessa è un dono,
01:10non è mai un merito. Quindi chi vede la propria religiosità come un continuo sforzo in cui dover
01:18dimostrare se stesso agli altri qualcosa non riuscirà a vedere oltre le apparenze. Gesù lo
01:25dice, beati i vostri occhi perché vedono. Vedono un Dio che si fa piccolo, che si fa umile a Betlemme,
01:35ma solo chi è raccordato su questa frequenza riuscirà a cogliere la presenza. Beati i vostri
01:43occhi perché vedono, cioè felici. Gli occhi capaci di restare nell'umiltà, nella semplicità,
01:51gli occhi che non sono accecati dai tanti tentativi della superbia di renderci schiavi,
01:59quegli occhi sono capaci di donare vera felicità a chi ha quello sguardo. I successi possono darti
02:07tanto, ma non ti daranno mai la felicità. Un ego costruito potrà darti un'apparente sicurezza,
02:15ma non ti darà la felicità. Solo questo sguardo semplice, piccolo e umile è capace di donarti
02:22la felicità senza fine che è l'incontro con Dio.
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