«PRIMA TI AMMALIA, TI SEDUCE, TI IPNOTIZZA. BISOGNA FARE UN BEL RESPIRO. E POI...», dice la storica dell'arte. Sta parlando di Il bacio di Gustav Klimt, uno dei quadri più riprodotti (ovunque, in qualsiasi forma, materiale, oggetto, dimensione) di sempre. Dipinto dal pittore austriaco tra il 1907 e il 1908. L'abbiamo visto tutti, anche se non siamo mai stati al Österreichische Galerie Belvedere di Vienna, dove è conservato. E visto da oltre um milione e mezzo di visitatori l'anno... Un uomo e una donna che sono un tutt'uno nell'abbraccio. Coperti d'oro. Su un terreno (a sinistra, lato di lui) e a strapiombo sul vuoto (a destra, dalla parte di lei). Diverissimi nella palette colori. Una domanda: chi bacia chi? Ch vuole baciare e chi vuole/non vuole essere baciato? Amore o violenza? E: come può, uno dei quadri più famosi di sempre, essere un enigma, contenere così tanti misteri? Tutte le risposte (possibile rispondere?) stasera, nel documentario Il bacio di Klimt di Ali Ray in esclusiva su Sky Arte il 20 novembre alle 21,15, in streaming solo su NOW e disponibile anche on demand. La storia del capolavoro che si fece icona pop. Perché, come dice il regista, «quando un'opera come Il bacio diventa così familiare, smettiamo di "vederla”. Ho voluto che questo film ponesse rimedio al problema». Il film è un viaggio nella storia di un capolavoro. Anzi tanti viaggi: nella Vienna dell'epoca tra Asburgo e Sigmund Freud, nella Secessione (il movimento artistico a cui apparteneva l'autore), nella vita di Gustav Klimt (1862 - 1918, ucciso dall'epidemia dell'Influenza Spagnola), nella sua tecnica e nelle sue ispirazioni. E nella storia del quadro stesso, perché la versione arrivata a noi è solo l'ultima di infine variazioni... Per chi ama l'arte. Ma non solo.
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