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https://www.pupia.tv - Roma - Indagine conoscitiva promozione e tutela diritti umani –Audizione – Fondazione Nigrizia e missionari comboniani
Alle ore 14.45, la Commissione Esteri, in merito all'indagine conoscitiva sull’impegno dell’Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, ha svolto l'audizione della Fondazione Nigrizia e missionari comboniani (05.11.25)

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Trascrizione
00:00... della Camera dei Deputati. Ricordo che la partecipazione da remoto è consentita a colleghe e colleghi
00:08secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento. A questo proposito vi comunico che da remoto
00:15ci è collegata l'On. Quartapelle. L'Ordine del giorno reca nell'ambito dell'indagine conoscitiva
00:22sull'impegno dell'Italia nella comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani
00:27e contro le discriminazioni. L'audizione di rappresentanti della Fondazione Nigrizia e missionari
00:34Comboniani. Ricordo che nell'audizione informale di una delegazione del Sudan Liberation Movement
00:40svolta questa mattina abbiamo già avuto modo di approfondire gli ultimi sviluppi della situazione
00:45in Sudan. La presenza audizione ha l'obiettivo di acquisire il punto di vista di organizzazioni
00:51che da tempo operano in Sudan e posso dunque offrire valore aggiunto di un'esperienza diretta
00:59della drammatica evoluzione in corso. Anche a nome dei componenti della Commissione saluto e ringrazio
01:05per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori il dottor Brando Ricci, giornalista di Nigrizia,
01:12fratello Antonio Soffientini, missionario Comboniano, il dottor Adam Noor Mohamed, portavoce
01:18della comunità sudanese di Roma. Saluto altresì collegati in videoconferenza, padre Diego
01:24Dele Carbonare, missionario Comboniano, il dottor Vittorio Pizzi, responsabile dei progetti
01:30per il Sudan di Medici Senza Frontiere. Ricordo che la Commissione Affari Esteri ha approvato
01:36all'unanimità il 14 maggio 2024 la risoluzione numero 700215 a firma del collega Provenzano
01:45che impegnava il Governo a continuare a attivarsi presso le sedi europee nei consensi internazionali
01:50per sollecitare le due fazioni contendenti a una tregua nel conflitto che consente agli
01:56accessi umanitari per dare assistenza alla popolazione, adottare iniziative in coordinamento
02:01con l'Unione Europea e i partner internazionali nei confronti delle due fazioni contendenti
02:05dei Paesi terzi volti a contribuire agli sforzi di de-escalation e pervenire al più presto
02:10la cessazione delle ostilità, al riavvio di un dialogo nazionale che garantisca la reale
02:16partecipazione della società civile sudanese al ristabilimento di istituzioni civili democratiche
02:22che supportino le legittime aspirazioni democratiche della popolazione sudanese.
02:28Considerati i tempi stretti della tradizione, lascio subito la parola ai nostri ospiti
02:33che interviene per primo, vogliamo fare intervenire prima da remoto?
02:37Ditemi voi.
02:38Sì.
02:38Ecco, allora prego chi ritenete che debba intervenire per primo da remoto?
02:51Buongiorno, se volete posso cominciare io?
02:54Ditemi voi.
02:56Prego.
02:58Prego, prego.
02:58Allora, sono Vittorio appunto di Medici Senza Frontiere.
03:03Esatto, Vittorio Pizzi responsabile dei programmi in sudan di Medici Senza Frontiere.
03:07Vi ringrazio innanzitutto per l'opportunità.
03:11Ma prima di tutto l'attualità purtroppo della guerra in sudan è stata ricordata dagli eventi
03:19che si sono sviluppati a El Fasher nell'ultima settimana, che riporta appunto per fortuna sulle
03:27prime pagine, nel senso che c'è di nuovo una rinnovata attenzione, quella che è l'estrema
03:32violenza della guerra in sudan, che purtroppo invece continua da due anni e mezzo e resta
03:37una guerra contro le persone.
03:40Una guerra che non ha risparmiato e non risparmia la popolazione civile, le infrastrutture civili
03:45da entrambe le parti e questo è stato visto in tutte le zone combattute.
03:51Quello che abbiamo visto a El Fasher è terribile, massacri indiscriminati, persone uccise in
03:57un ospedale, quello che i nostri operatori che lavorano al momento appena fuori da El Fasher
04:04hanno sentito sono dei racconti allucinanti.
04:07Popolazione, quelli che sono riusciti a scappare appunto, che ha vissuto delle violenze
04:12estreme.
04:14Ha vissuto delle violenze estreme nella regione di massacri, ma ha subito le conseguenze
04:21di quella che è stata una città assediata da oltre un anno.
04:25Dei livelli di malnutrizione, stiamo parlando di più di un 30% di malnutrizione acuta nei
04:31bambini ma anche negli adulti, che è un segno ancora più preoccupante e cose che appunto
04:36confermano di fatto quello che era già stato definito da diversi mesi, ossia la dichiarazione
04:42dello Stato di Arestia a El Fasher, ma anche in altre zone del Sud.
04:47Come dicevo, purtroppo questo è solo il ripetersi della stessa violenza che abbiamo visto prima,
04:53appena fuori da El Fasher, quando il campo di sfollati di Zanzam era stato attaccato.
04:58Purtroppo un altro evento che ha riassunto quello che abbiamo visto in tutti questi due
05:02anni e mezzo, attacchi in quel caso e uccisione di nove operatori sanitari di un'altra organizzazione
05:08non governativa e attacchi indiscriminati alla popolazione.
05:11Cosa sta succedendo a El Fasher? Fa sì che ritorni purtroppo nella mente della società
05:17civile sudanese quello che è successo negli ultimi due anni, stati del Darfur, quindi
05:22quelle che sono della violenza su stampo etnico. E dall'altro lato quello che si è visto nel
05:27resto del paese, non dimentichiamo che la capitale Khartoum, da cui il conflitto è iniziato,
05:32da dove, scusi, il conflitto è iniziato e ha generato milioni di sfollati, anche lì visto
05:38una città divisa da una linea del fronte, quindi con estrema violenza e estremi danni
05:43anche alle infrastrutture civili. E questo in breve è appunto per descrivere quello che
05:49è stato l'impatto diretto del conflitto. Dall'altro lato abbiamo visto nelle più di
05:5430 strutture che supportiamo in più di 10 stati del paese quello che è anche l'impatto
06:00indiretto rispetto alla popolazione. L'impatto indiretto perché di fatto c'è una parte del
06:04sistema sanitario che è completamente tagliato fuori dalle forniture, tutto quello che non
06:09passa attraverso la linea del fronte. Sentiamo dagli operatori sanitari con cui lavoriamo
06:15che spesso non ricevono anche il semplice salario e quindi si trova in estrema difficoltà.
06:21Non ricevono forniture mediche, non ricevono vaccini, quindi dobbiamo pensare che sono due
06:25anni e mezzo in cui i bambini non ricevono vaccinazione. Per questo abbiamo visto quest'anno
06:30epidemie di morbillo che sono mortali per i più piccoli, epidemie di colera con numeri
06:38impressionanti. Non c'è stato nessun progetto di medici senza frontiere che non abbia dovuto
06:44aggiungere una risposta al colera e lavoriamo da Port Sudan a Algenina, quindi da est a ovest
06:50del paese e al momento stiamo rispondendo a un'epidemia di dengue, soprattutto a Khartoum.
06:55Quindi questo per tornare appunto al fatto che l'impatto generale sulla popolazione sudanese
07:01è stato tremendo. I numeri purtroppo rischiano di farci perdere la vera essenza di quello
07:07che succede, ma a noi non piace, a medici senza frontiere, confrontare una crisi rispetto
07:13a un'altra. L'azione umanitaria è importante per ogni singolo individuo che cerchiamo di
07:17supportare. Allo stesso tempo qui ci sono più di 10 milioni di sfollati da due anni e mezzo,
07:23un sistema sanitario al collasso e appunto rinnovate violenze come quelle che abbiamo
07:29visto a El Fasher. La risposta umanitaria è assolutamente al di sotto delle necessità.
07:36Abbiamo fatto appello più volte ai tanti governi che supportano le Nazioni Unite di aumentare
07:41questa risposta. C'è stato purtroppo l'appello umanitario, come spesso succede, è sottofinanzito
07:48quello del suo particolare. Quello che succedeva prima della crisi è che c'era comunque un sistema
07:55almeno di supporto umanitario che garantiva di far fronte alle emergenze più importanti e dal
08:01punto di vista sanitario garantiva un supporto alla salute primaria. A questo organizzazioni
08:06come la nostra supportava poi salute secondaria e quindi cercare appunto di portare un miglioramento
08:12alle condizioni generali della popolazione. Tutto questo non c'è più e quindi ci troviamo
08:16in estrema difficoltà a dover fare anche noi stessi ovviamente delle scelte. Quindi
08:20per questo continuiamo ad appellarci da un lato alle parti del conflitto, al rispetto
08:25della popolazione civile, ma vediamo che questi appelli ovviamente non vengono assolutamente
08:31ascoltati. Dall'altro lato ai governi di continuare a supportare le Nazioni Unite e far
08:36sì che ci sia un aumento della risposta sanitaria per far fronte ai bisogni della popolazione
08:41sudanese. Con la rottura dell'assedio di El Fasci abbiamo visto più violenze e dall'altro
08:49lato ci sono adesso altre linee del fronte che continueranno a essere importanti e temiamo
08:54un ripetersi di queste situazioni negli Stati nel Cordo fa. Io concluderei qui come il mio
08:59intervento ma poi appunto sono disponibile a qualunque domanda. Vi ringrazio.
09:03Grazie mille. Prego per il secondo intervento da remoto.
09:10Sì innanzitutto grazie a tutti per questa occasione. Vi parlo da Port Sudan. Sono padre
09:16Diego, il superiore provinciale dei Comboiani in Egitto e Sudan. Qui a fianco di me c'è
09:24il nostro superiore generale padre Luigi Codiani che è venuto da Roma proprio ieri per visitare
09:31le nostre missioni qui in Sudan e vuole esprimere il suo appoggio al discorso che stiamo portando
09:39avanti oggi. Il nostro appello come Comboiani, come di Grizia è stato scritto anche prima
09:45di quello che è accaduto al Fasci. Purtroppo gli eventi che sono accaduti appunto al Fasci
09:51negli ultimi giorni credo abbiano aperto gli occhi della comunità internazionale per vedere
09:58finalmente la gravità estrema di una situazione che si porta avanti ormai da più di due anni
10:05e mezzo. Continui sono stati i richiami ai più alti livelli anche delle Nazioni Unite
10:12e anche ieri stesso Uterres da Doha è tornato a denunciare le terribili violazioni dei diritti
10:20umani al Fasci e in tutto il Sudan e invocare la fine dei combattimenti. Ecco per noi missionari
10:28Comboiani e lo dico a nome proprio dell'istituto io credo che come governo italiano sicuramente si
10:36può fare di più. Non siamo esperti di diritto internazionale ma crediamo ci siano gli strumenti
10:42strumenti istituzionali per garantire che siano osservati gli embarghi che a più riprese
10:50sono stati imposti sul Sudan e sul Darfur in particolare. Crediamo ci siano strumenti per
10:59fare pressione sugli Emirati Arabi Uniti e sulle altre potenze regionali che stanno giocando
11:07con la vita del popolo sudanese perché si ponga a fine all'armamento di entrambe le
11:15fazioni. Per dirla in termini veramente semplici perché poi siamo persone semplici ma noi crediamo
11:22che se la guerra continua a guadagnare sono solo le industrie delle armi. Se invece la guerra
11:29finisce ci guadagniamo tutti. Ci guadagna il Sudan, ci guadagna l'Italia, ci guadagna l'Europa.
11:35Quindi per noi non è una questione politica di destra o di sinistra ma crediamo veramente
11:41sia una questione dove veramente sarebbe bello poter unire tutte le forze politiche del Paese
11:48perché veramente dalla pace tutti hanno da guadagnare. Poi il nostro collega di Nigrizia
11:56parlerà dell'aspetto migratorio che sicuramente è un aspetto che va a toccare la sensibilità
12:02e credo all'urgenza delle politiche anche in Italia e in Europa. Quindi il nostro appello
12:09è quello di chiedere all'Italia che promuova in tutti i consensi internazionali una discussione
12:17per un raggiungimento di una tregua, innanzitutto una tregua umanitaria e poi forse cessate il fuoco
12:25e si stabilisca un processo per cui si va a parlare anche di fine del conflitto.
12:34Ci permettiamo di procurare al governo italiano di riaprire o di rendere presente nuovamente
12:42in Sudan, qui a Port Sudan, una presenza diplomatica e star fuori, star fisicamente fuori dal Sudan
12:51in un certo senso viene percepito come vedere le due parti del conflitto come uguali ma opposte.
13:02Ecco per noi che siamo qui sul campo non è questa la lettura.
13:06Per noi la lettura è, io capisco che il governo sudanese sicuramente ha un passato difficile
13:12è un passato caratterizzato dall'islamismo, io sono un prete quindi i dati di me se ve lo dico
13:19ma non possiamo mettere i due lati, i due contendenti di questo conflitto come ugualmente
13:29sullo stesso livello. Sicuramente la violenza con cui gli RSF si stanno documentando da loro
13:40quello che stanno facendo in Darfur e in altre parti del Sudan secondo me sicuramente ci fa capire
13:47che da una parte c'è uno Stato che con i suoi limiti e sui difficoltà sta cercando di portare avanti
13:55il paese e dall'altra parte c'è un uso della violenza che è incontenibile e indescrivibile.
14:04Quindi questa potrebbe essere una nostra proposta.
14:10Il nostro paese anche alla luce di quello che sembra essere in difficoltà
14:17la proposta del cosiddetto Quad, che vuol dire Stati Uniti, Egitto, Emirati Arab, Arabia Saudita
14:25può farsi promotore di una più anche iniziativa europea
14:29di essere uno dei paesi europei che portano avanti gli sforzi
14:36anche per le Nazioni Unite, gli organismi internazionali
14:40e in tavolare negoziati fra le parti belligeranti.
14:43Quindi il nostro appello è quello che il Governo tenti
14:49forse anche di animare, di spronare l'Europa stessa
14:54per intraprendere e per facilitare rapporti di dialogo
15:01e procedure che aprono al dialogo.
15:05In vista della pregua, mantenendo chiaro che sicuramente il futuro del Sudan
15:09non deve appartenere a forze militari, ma deve appartenere a un Governo civile
15:14e quella deve essere la visione sul lungo termine.
15:18Grazie, mi fermo qua e poi se ci saranno domande sono pronto.
15:23Grazie.
15:26Grazie davvero.
15:28Adesso gli ho dito in presenza, come volete organizzarvi,
15:30ditemi voi, prego, presentatevi magari quando prendete la parola.
15:37Buon pomeriggio a tutte e a tutti, sono fratello Antonio, missionario comboniano.
15:43Ringrazio della possibilità di essere qui, dell'audizione di oggi
15:47e della conferenza stampa che abbiamo potuto svolgere ieri.
15:53Padre Diego da Sud Sudan sviluppava il primo punto dell'appello
16:00che abbiamo scritto qualche settimana fa
16:03ed era quello dell'azione diplomatica per la tregua.
16:09Io vorrei rapidamente mettere in evidenza gli altri due punti dell'appello
16:15e cercare magari di vedere alcune piste.
16:19Il primo punto è quello di garantire per i civili dei passaggi sicuri.
16:27Come abbiamo ascoltato, la città di Alfa Share è caduta sotto il controllo
16:34delle FSR, delle RSF dopo più di 500 giorni di assedio.
16:44e quello che succede nel Fasher è, come diceva Diego, assolutamente indescrivibile.
16:56Sappiamo che dal 26 ottobre ad oggi sono riusciti ad uscire dalla città
17:02circa 71.000 persone.
17:05La città ha una popolazione di 260.000 persone, quindi la maggioranza delle persone
17:13è ancora all'interno della città e questo fa sì che queste diventino bersaglio
17:22di tutte quelle violazioni che abbiamo appena ascoltato.
17:26C'è, crediamo, la possibilità che organismi indipendenti, e penso in questo caso al Comitato
17:35Internazionale della Croce Rossa, che si era già offerto per questo, possano pensare
17:42e creare dei corridoi umanitari sicuri per fare in modo che le persone possano perlomeno uscire
17:51da questo assedio, possano trovarsi in zone più sicure.
17:58Quindi l'appello che facciamo è perché il Governo italiano appoggi e faccia forza
18:05sul Comitato Internazionale della Croce Rossa, in modo tale che si possano aprire questi corridoi
18:12umanitari e le persone possano uscire.
18:17Credo che la prima risposta che dobbiamo dare a questa situazione è una risposta umanitaria.
18:24Prima ancora di qualunque altro modo di operare, la prima cosa che dobbiamo fare è questa.
18:33E la seconda cosa, credo, lo diceva sia il rappresentante di Medici Senza Frontiere, ma
18:42lo ripeteva anche Padre Diego, c'è la necessità di garantire un accesso umanitario.
18:52Il rischio di una carestia è grave, è imminente, forse una carestia già si è sviluppata
19:01ad Alfa Share e quindi la necessità di fare in modo che il Programma Alimentare Mondiale,
19:09il PAM e le altre organizzazioni possano accedere alla città.
19:16E credo che qui questo è diritto internazionale umanitario, questo è un punto del diritto internazionale
19:24umanitario e anche qui credo che il Governo italiano con tutta l'autorità, con tutta la capacità
19:31che ha, può e deve mettersi in moto per garantire tutto questo.
19:39Io mi fermo qui perché credo che poi c'è la possibilità di spazi di domande e quindi
19:45lascio a Brando.
19:49Sì, salve, sono Brando Ricci, sono un giornalista di Nigrizia e quindi con Fondazione Nigrizia
19:55e Missionari Comboniani abbiamo presentato questo appello, i primi tre punti vi sono stati
19:59ripresentati ora, quindi l'impegno italiano per una tregua umanitaria, l'impegno italiano
20:04per la creazione di corridoi umanitari al FASCIR con la collaborazione del Comitato Internazionale
20:11della Croce Rossa che si è detto disponibile già una settimana fa a fare anche da mediazione
20:16fra le parti per garantire l'uscita sicura dalla città e il ripristino dell'accesso
20:20umanitario.
20:21È la seconda volta che lanciamo un appello affinché il Governo italiano si possa mobilitare
20:26per il Sudan, il primo l'avevamo lanciato a marzo e all'interno di questo primo appello
20:31facevamo riferimento ad altri due elementi che sono secondo noi molto importanti nel contesto
20:36del conflitto in Sudan, il primo è quello relativo alle armi e il secondo è quello relativo
20:39ai migranti. Per quanto concerne le armi, peraltro ci uniamo a un appello che è stato
20:44lanciato praticamente, mi è arrivata adesso la mail dalla rete Pace Disarmo per la sospensione
20:49e per chiedere all'Italia di valutare la possibilità di sospendere l'autorizzazione di export militare
20:54agli Emirati Reviniti e noi aggiungeremo anche all'Egitto che sono rispettivamente il settimo
20:59e l'ottavo Paese per concessioni autorizzate l'anno scorso, lo sappiamo, si parla in totale
21:03di un miliardo e trecento milioni di Euro fra i due Paesi, siamo consapevoli dei rapporti
21:08privilegiati degli Emirati Arabi Uniti con l'Italia, siamo consapevoli che oggi gli
21:12Emirati Arabi Uniti sono l'unico Paese che ha contribuito economicamente al Piano Mattei
21:16con 25 milioni per il fondo bilaterale congiunto con la Banca Africana di Sviluppo e siamo consapevoli
21:22delle decine di miliardi di investimenti che si vogliono fare con questo Paese, quindi non
21:27siamo ingenui rispetto a questo, allo stesso modo pensiamo che sia necessario cambiare il
21:31modo in cui vengono visti questi Paesi, ma soprattutto il modo con cui viene visto il conflitto in Sudan.
21:35tra il 2021 e il 2003 si è riusciti a sospendere l'autorizzazione all'export di armi all'Arabia
21:41Saudita e agli Emirati Arabi Uniti nel contesto del conflitto Yemen. Sappiamo che a oggi gli
21:47Emirati Arabi Uniti, l'Egitto, l'Arabia Saudita, la Turchia, questi Paesi non sono coinvolti
21:51nel conflitto tanto quanto gli Emirati Arabi e l'Arabia Saudita lo erano nel conflitto
21:54Yemen, allo stesso modo abbiamo reso conti, abbiamo il panel di esperti delle Nazioni Unite
22:00nel penultimo rapporto di gennaio, abbiamo reso conti di stampa, Guardian, Wall Street
22:06Journal, Middle East Eye, abbiamo Amnesty International che ci dicono che gli Emirati Arabi Uniti
22:12stanno vendendo armi al Sudan, lo stanno facendo nel modo più pericoloso possibile, cioè servendosi
22:17di vie di approvvigionamento e di basi logistiche nei Paesi confinanti, in modo particolare Chad
22:22e Sud Sudan e Libia, con il rischio impellente di regionalizzazione del conflitto. Già mesi
22:29fa le forze armate sudanesi hanno detto che avrebbero bombardato gli aeroporti di Amjarras
22:35e N'Djamena in Chad, qualora il Paese avesse continuato a ricevere armi dagli Emirati Arabi
22:40Uniti. Quindi quando parliamo di regionalizzazione del conflitto, col coinvolgimento di Paesi che
22:44sono già in una grave crisi dal punto di vista umanitario, come Chad, Sud Sudan o Libia, parliamo
22:49di un rischio estremamente concreto, di un rischio che veramente non conviene a nessuno
22:54come evidenziava prima padre Diego. Quindi questo è l'elemento centrale e quindi valutare
23:01seriamente la possibilità di sospendere quantomeno le autorizzazioni all'export per Emirati
23:07Arabi Uniti e Egitto, ci sarebbero altri Paesi, ma faccio riferimento a questi due Paesi che
23:11sono particolarmente rilevanti per l'Italia, ci sentiamo di fare questo appello e di unirci
23:17appunto anche in un caso di sincronicità alla rete Pace e Disarmo che l'ho appena fatto
23:23in linea con la sua attività storica. Quindi questo è per quanto concerne le armi. Per
23:27quanto concerne i migranti, al momento in Sudan ci sono 7 milioni e mezzo di persone sfollate,
23:32più di 4 milioni di persone rifugiate si trovano fra Chad, Sud Sudan, Egitto, Libia,
23:36Etiopia e Repubblica Centrafricana. Sappiamo che ci sono circa un milione di persone che
23:42provengono rifugiati dal Corno d'Africa, quindi da Etiopia, Eritrea e Somalia, insomma
23:46il Sudan è potenzialmente la fonte di un grosso afflusso di migranti. Quello che chiediamo
23:51all'Italia è che l'Italia affronti l'eventuale aumento dell'afflusso di migranti, peraltro
23:55410 mila persone sono andate in Libia dall'inizio del conflitto, la metà della popolazione rifugiata
24:01che si trova in Tunisia al momento è sudanese, quindi insomma parliamo di Paesi da cui già
24:05partono molti migranti che cercano di arrivare in Italia. Quello che chiediamo all'Italia è di
24:10affrontare l'eventuale aumento di afflusso di persone migranti dal Sudan tenendo salvi
24:17i principi del diritto internazionale, in modo particolare la Convenzione di Ginevra
24:21del 1951 e la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Già in passato sappiamo che questo
24:27non è avvenuto, faccio riferimento al memorandum d'intesa del 2016 fra i corpi di polizia di
24:31Sudan e Italia che ha prefigurato la violazione del principio di non rispingimento e di espulsione
24:36di massa ad esempio. Sappiamo anche che nell'ambito del processo di Khartoum fra il 2014 e il 2015
24:44è possibile, non è sicuro, ma è possibile che l'RSF abbiano ricevuto finanziamenti europei
24:49per via indiretta, peraltro in una fase estremamente delicata perché era la fase di integrazione
24:54dell'RSF all'interno della struttura sicuritaria sudanese. El Bashir nel 2013 e nel 2017 le ha
25:00formalizzate come forza armata e le ha messe sotto il suo controllo diretto, quindi era
25:04una fase particolarmente delicata e sappiamo che nell'ambito di questa fase delicata su
25:09100 milioni qualche decina di milioni potrebbe essere finita direttamente all'RSF perché
25:13l'RSF era nel corpo deputato al controllo delle frontiere. Ecco, vogliamo che questo non
25:18si ripeta più e vorremmo appunto che l'Italia spinga affinché i principi del diritto internazionale
25:24e la priorità dei diritti umanitari, dei diritti dell'uomo che dovrebbero informare tutte le
25:30politiche europee restino saldi anche qualora si dovesse affrontare una nuova cosiddetta crisi
25:35migratoria dal Sudan. Questi diciamo quindi sono i due elementi a corredo dei tre precedenti
25:41umanitari che sono estremamente urgenti e che hanno la possibilità di essere attuati. Ripeto,
25:46la sponda del Comitato, chiaramente non sto dicendo cose nuove a voi, ma la sponda del Comitato
25:51dell'Internazionale della Croce Rossa può diventare immediatamente un appoggio importante
25:56per intervenire sul campo. E basta, mi limito a questo.
26:03Grazie, abbiamo ancora un quarto d'ora, quindi lascerei spazio ai colleghi per le domande.
26:09Si è prenotata da remoto l'onorevole Quartapelle, prego.
26:15Io ringrazio molto gli auditi per i contributi che è importante che restino agli atti della
26:24Commissione. C'è un aspetto che secondo me non è stato toccato, ma che credo sia altrettanto
26:30importante da toccare per le implicazioni che questo può avere per la politica estera,
26:35ovvero il contagio della situazione in Sudan rispetto ai paesi della regione. Abbiamo molto
26:42ragionato su il dramma umanitario in corso, sono d'accordo con quanto dicevo, Pizzi non
26:48va bene fare le classifiche, ma la situazione del Sudan richiede un'attenzione particolare
26:54perché è la più grande crisi umanitaria in corso in questo momento, ma c'è anche un
27:01aspetto regionale su cui, se avete modo, sarebbe opportuno spendere qualche parola.
27:09Grazie.
27:11Grazie, raccogliamo anche la domanda dell'onorevole Bodrini.
27:16Sì, grazie. Grazie Presidente. Io colgo l'occasione veramente per ringraziare sia
27:23Opizzi che ci ha dato il quadro, ma anche Padre Diego, Fratello Antonio, Ricci e anche
27:32il dottor Adam Noro Mohamed per essersi rivolti alla nostra Commissione. Le ringrazio perché
27:41penso che e mi auguro che questa loro presenza sia da stimolo nei confronti della Commissione
27:51per addivenire anche a un atto parlamentare condiviso. Perché veramente noi questa mattina
27:58abbiamo anche sentito il rappresentante del dottor Al Nur del Sudan Liberation Movement e quello
28:09che emerge è che di fatto qui l'Unione Europea, che dovrebbe avere un ruolo non solo fornitore
28:20di aiuti ma anche di mediatore tra le parti in causa, non sta facendo quello che dovrebbe fare.
28:28Quindi gli Stati membri forse sarebbero tenuti a battere un colpo, no? E quindi si diceva
28:36che il tentativo in Sudan oggi è di militarizzare la politica, fare in modo che la politica venga
28:42sostituita dall'esercito. Due fazioni che sono in lotta per la supremazia del Paese o forse
28:51parte del Paese. Qui vengo anche alla domanda, no? Perché l'obiettivo qual è? È continuare
28:56a dividere il Sudan. Già il Sud Sudan se n'è andato. Cos'è l'obiettivo finale? Di fare
29:03un'altra scissione del Paese? Quindi è minacciata la sovranità territoriale del Paese? Ecco,
29:12ci vuole un governo civile, io penso, no? Allora, le domande. L'appello noi l'abbiamo
29:19recepito, perlomeno noi che eravamo in conferenza stampa, ieri in aula siamo intervenuti per sottolineare
29:26che abbiamo ricevuto. Io vorrei, adesso voi avete fatto due appelli. Quello di marzo mi
29:34pare che sia andato a vuoto, il governo non ha reagito. Voi vi siete rivolti al governo
29:39e il governo non ha reagito. Ma ovviamente è compito del governo reagire per fare l'intermediazione
29:46e la trattativa e avviare un processo. Allora io sento i commenti che vuoi che faccia l'Italia
29:52di fronte a una situazione. No, l'Italia può e come fare qualcosa perché essendo in
29:56un consenso europeo può attivare un processo di attivazione delle istituzioni europee.
30:02Ma anche a livello Nazioni Unite, cioè anche il Consiglio di Sicurezza, lo dico come ex
30:08funzionaria, il Consiglio di Sicurezza si dovrebbe attivare per mettere al centro la
30:13situazione in Sudan, per fare in modo che ci sia una commissione di inchiesta per tutti
30:19i crimini, perché oggi si sta parlando di genocidio, va bene? Non solo di crimini di
30:25guerra e di crimini contro l'umanità. Allora lo vogliamo sollecitare il Consiglio di Sicurezza?
30:30Però io ho sentito anche quello che ha detto Ricci e vengo a questa domanda. Qual è il rapporto
30:39dell'Italia con le due fazioni che si contrappongono? Cioè c'è chi sostiene, appunto lei lo diceva,
30:51che l'Italia ha in qualche modo partecipato alla fase di transizione dopo che appunto
30:59della milizia Gianciawid che è diventata RSF. A me risulta che ci siano stati accordi per
31:09fare la formazione? A me risulta che l'Italia abbia stanziato risorse per l'equipment, per
31:17gli equipaggiamenti? Io non so se questo a voi risulta, ma avrei piacere di saperlo, perché
31:25oggi abbiamo visto di che cosa sono capace queste milizie, queste RSF. Cioè se in quel
31:35momento si poteva pensare di normalizzare i Gianciawid, come li normalizziamo? Li includiamo
31:41e quindi li formiamo. Ma io vorrei capire se oggi l'Unione Europea e l'Italia continuano a
31:48mantenere questi rapporti. Io vorrei capire se ancora appunto c'è una collaborazione di
31:56qualche genere, perché finora il Governo non ha espresso una parola di condanna e non
32:04ha espresso nessuna posizione. Perché questo silenzio? A cosa si deve il fatto che di fronte
32:13alla più grande catastrofe umanitaria in termini proprio di brutalità non si sia detta
32:20una parola, non ci si sia pronunciati? Ecco, quindi voi state facendo un egregio lavoro
32:26e come dico avete anche altri che lo stanno facendo proprio perché la situazione è drammatica.
32:33Vorrei che qualcuno ascoltasse sia il vostro appello che quello del Sudan Liberation Movement,
32:38perché dire all'UE fai qualcosa per avviare una coalizione civile che possa essere la risposta
32:47al tentativo militare di controllare il Paese, a me sembra l'unica via percorribile. Quindi
32:54non si può bloccare la cosiddetta rivoluzione civile con le milizie militari, con le milizie
33:02islamiste. Perché poi c'è anche un fattore etnico, cioè c'è un tentativo di appunto far fuori
33:11chi non è, diciamo, chi è espressione di una cultura non araba. Ok? E alla maggioranza vorrei
33:21dire che qui c'è anche un dato oggettivo, cioè se noi governo, voi governo, non stabilizzate
33:28il Sudan, il passo successivo è che quei milioni di sfollati e di rifugiati nei Paesi
33:36vicini, tra cui l'Egitto, dove c'è un'enorme presenza di rifugiati sudanesi e anche la Libia,
33:46ovviamente cercheranno un luogo dove poter rimettersi in piedi e avere una vita in pace e in
33:53indignità. E l'Italia probabilmente è il Paese più vicino. Quindi se non fosse altro
33:59per questo motivo io mi aspetto un'attivazione da parte del Governo italiano, ma finora non
34:05l'abbiamo vista. Grazie Presidente.
34:07Grazie mille. Ci sono altre domande? Non ne vedo, allora prego. Chi vuole rispondere di
34:13voi se si vuole intanto precisare?
34:16Sì, allora, intanto rispetto alla questione della giustizia ci sentiamo di unirci all'appello
34:21che faceva ieri l'onorevole Boldrini, sia durante la nostra conferenza stampa che poi
34:25alla Camera, e di ribadire l'importanza di un sostegno dell'Italia tanto all'attività
34:29della Corte Penale Internazionale, che ha un mandato ormai da vent'anni e che ha annunciato
34:33proprio in questi giorni che sta raccogliendo prove su quello che sta avvenendo al Fashir.
34:37C'è anche un appello della Società Civile Internazionale affinché si istituisca la missione
34:42indipendente di inchiesta sul Sudan, di cui è stato prorogato il mandato qualche giorno
34:47fa, istituisca un'inchiesta lampo in modo tale da presentare un rapporto entro il 31
34:52dicembre su quello che sta avvenendo al Fashir, e ci sentiamo anche di sostenere questo appello
34:58e di chiedere a voi di sostenerlo come già stava indicando ieri l'onorevole Boldrini.
35:04Rispetto ai rapporti fra l'Italia e l'RSF, io penso che ci sia innanzitutto da tenere a
35:09mente che il discorso è un pochino trasversale, nel senso che non sappiamo esattamente qual è
35:16la natura del rapporto fra il governo italiano e l'RSF, sappiamo che l'RSF ad esempio hanno
35:20condotto l'evacuazione dei civili italiani da Khartoum dopo il 15 aprile del 2023, sappiamo
35:27che ci sono stati incontri fra vertici, non ricordo se delle forze armate o della polizia
35:32e vertici dell'RSF negli ultimi due anni. Al contempo sappiamo che ad esempio il memorandum
35:40di intesa con la polizia sudanese, che nell'un contesto del governo al-Bashir non era meno
35:45problematica o forse meno problematica dell'RSF ci vuole poco, ma comunque era piuttosto
35:49problematica, è stato siglato nel 2016, quindi l'accordo di polizia quando c'era, se non
35:55erro, il governo Renzi. Quindi il punto chiaramente è perché si cerca il sostegno di queste forze
36:02di cui si conoscono benissimo le violazioni, si cercano principalmente per contenere i flussi
36:07migratori e quindi bisognerebbe cambiare la politica rispetto a questo. Detto questo che è
36:12un processo che si può sviluppare su un medio-lungo termine, ma no, anzi, si può sviluppare
36:17su un medio termine quantomeno, ma che va fatto, ma in vista anche del patto su migrazione e
36:22asilo che verrà approvato, che entrerà in vigore penso l'anno prossimo, insomma siamo
36:25ben lontani da questo cambio di approccio. Credo che sicuramente sì, il governo debba
36:29anche chiarire la natura dei suoi rapporti con l'RSF, sia perché appunto non sta di fatto
36:34prendendo posizione e sia perché l'RSF, come peraltro avevate sollevato voi stesse
36:41nel corso, nella interrogazione parlamentare dell'ottobre dell'anno scorso, l'RSF hanno
36:47condotto l'evacuazione dei civili italiani a Khartoum nell'ambito di un rapporto che sembrava
36:54piuttosto, insomma, non voglio dire consolidato perché non ho prove per questo, però che sembrava
36:58piuttosto avviato quantomeno. Quindi sicuramente questo è un altro aspetto, è chiaro che la priorità
37:04è quella di un governo civile, è chiaro che la priorità è quella di dare seguito alla
37:07rivoluzione del 2018-2019, l'Italia era entrata nel cosiddetto gruppo degli amici del Sudan
37:12in quegli anni lì, sarebbe bello che si desse nuova linfa a quell'iniziativa che se non
37:17sbaglio è tornata a palesarsi solo l'anno scorso in Svizzera, ma con un raggio d'azione
37:23molto limitato e che si esprimesse solidarietà alla società civile sudanese, chiaramente l'Unione
37:29Europea da questo punto di vista ci permette, il Parlamento Europeo ad esempio, ci permette
37:34di poter dialogare anche con la società civile sudanese, che pure la società civile sudanese
37:39stessa è frammentata e divisa, però ci sono diverse organizzazioni con le quali dialogare
37:44che sicuramente hanno più legittimità delle due principali parti belligeranti.
37:50Quindi sintetizzando la risposta, un pieno appoggio per quanto concerne le questioni legate
37:56al dotarsi di strumenti di inchiesta per chiarire cosa sta avvenendo al Fashir o di sostenere
38:02quelli che già ci sono, per l'appunto la Corte Penale Internazionale e la missione
38:07di inchiesta delle Nazioni Unite e sì chiedere al Governo italiano di chiarire i suoi rapporti
38:12con l'RSF, tenendo presente però che finché manterremo un determinato approccio alla questione
38:19migratoria è molto probabile che continueremo ad affidarci a forze come l'RSF, perché ce ne
38:24sono altre un po' più a nord che insomma come ben sappiamo hanno un curriculum tutto
38:28sommato che può competere con quello dell'RSF e questo penso che siano un po' gli elementi
38:36principali, non so se ho risposto onorevole ma questi sono gli elementi che mi vengono in
38:39mente.
38:40Grazie, si è prenotato da remoto padre della Carbonara
38:45Sì grazie, mi permetto di insistere su due punti, uno quando si parla del rischio del
38:55Sudan di spaccarsi in due paesi, io sempre in modo molto semplice vorrei dire il rischio
39:01non è che diventi due paesi ma uno e mezzo, cosa voglio dire? Che da una parte, e torno a
39:07ripetere quello che ho detto prima, la parte governo a Port Sudan con tutti i suoi limiti,
39:14con tutta la sua storia fatta di islamismo, di legge islamica, ma è uno stato con delle
39:20regole, con un sistema. L'altra parte, quella nell'ovest del paese che si sta configurando
39:27come un'entità diversa, non è uno stato, non è un sistema, non è un qualcosa di organizzato
39:36con il quale si possa interloquire a livello istituzionale e per me queste sono parole semplici
39:43ma secondo me sono importanti da tenere a mente. L'altra precisazione che ci tengo a fare è
39:49che non è che tutto il governo, e qui parlo del governo con base a Port Sudan, non è che
39:57ha fatto tutto di islamisti. Al suo interno ci sono realtà diverse, ovviamente gli islamisti
40:04sono una componente forte e con un passato indiscutibile, ma è comunque un governo che
40:11sta facendo un proprio percorso anche di reinventarsi. Ma fin tanto che l'Europa se ne sta lontana
40:19e fa un po', permettetemi il termine, fa un po' la preziosa e dice noi con gli islamisti
40:26non deroghiamo, quindi non facciamo ritornare alle ambasciate in Sudan, beh in realtà stiamo
40:35alimentando proprio la narrativa islamista antioccidentale, perché l'occidente sta facendo quello che si dice
40:43una spalla fredda, si da una spalla fredda a questo tipo di dialogo. Se invece come Italia e come Europa
40:54prendiamo l'iniziativa e diciamo no, riapriamo dei dialoghi, riapriamo una presenza a Port Sudan
41:01secondo me possiamo dare voce e dare spazio a un'altra narrativa che sta crescendo e che deve crescere
41:09che è quella di un Sudan che sia aperto alla pluralità, che sia in mano ai civili e che faccia un passo avanti
41:17rispetto ovviamente anche all'islamismo e noi missionari siamo i primi ad auspicarlo. Ecco, ci tenevo a fare
41:24queste precisazioni perché chiaro, finché uno sta da fuori, uno cerca di leggere la guerra e la legge
41:31in modo semplice, bianco e nero, buoni e cattivi. Ovviamente non è così la realtà, però speriamo che l'Europa possa,
41:38che l'Italia possa porsi come qualcuno che spinge, che prende l'iniziativa e che non stiamo sempre lì
41:46ad aspettare che sia la Germania o che sia la Francia adettare le politiche europee, ma che sia anche
41:52l'Italia a essere propositiva. Grazie.
41:55Grazie, ha chiesto la parola al Dottor Pizzi, ricordo che purtroppo è l'ultimo intervento
42:01e se può contenerlo al massimo perché poi abbiamo un'altra audizione. Grazie.
42:05Sì, vi ringrazio velocissimo. Partendo sull'aspetto regionale in risposta alla domanda dell'onorevole
42:15Quartapelle e appunto per fare il punto così, è importante vedere l'impatto. Lascio ad alto
42:21ovviamente le valutazioni politiche, ma è ovvio che non ci sono soluzioni umanitarie a
42:25queste crisi umanitarie, ma bensì soluzioni politiche appunto. L'impatto umanitario è
42:30devastante nella regione, c'è più di mezzo milione di rifugiati in Chad che seguono esattamente
42:35l'impianto etnico, sono il risultato di una violenza che segue l'impianto etnico di quello
42:40che vediamo adesso. Il Chad è uno stato in cui la popolazione stessa ha bisogno di supporto
42:45umanitario. Il Sud Sudan stessa cosa, con anche lì più di mezzo milione di persone che
42:51sono scappate dal Sudan verso il Sud Sudan e quando si parla di partizioni di paesi vari,
42:56medici senza frontiere, lavoriamo ancora ad ABA che è una zona che è tuttora disputata
43:02dal referendum, quello del 2010 che ha fatto sì che ci sia poi l'indipendenza del Sudan.
43:08Quindi questo solo per sottolineare che già al momento ci sono degli impatti umanitari
43:13molto forti nei paesi limitrofi e quindi nella regione dal punto di vista umanitario e quindi
43:18ovviamente è particolarmente importante appunto la questione della politica regionale
43:24e del supporto a soluzioni che riducano l'impatto umanitario di questa violenza.
43:29Vi ringrazio ancora.
43:31Grazie davvero.
43:33Vedo ancora una domanda del padre delle Carbonare o precedente?
43:38No, è rimasta.
43:40Allora ringrazio davvero i nostri ospiti per il contributo e dichiaro conclusa l'audizione.
43:48Grazie.
43:49Grazie.
43:50Grazie.
43:51Grazie.
43:52Grazie.
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