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https://www.pupia.tv - Roma - ​​Indagine conoscitiva Artico - Audizione Giuliana Panieri - Consiglio nazionale delle ricerche
Alle 13.15, il Comitato permanente sulla politica estera per l’Artico, istituito presso la Commissione Affari esteri, ha svolto l’audizione di Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di Scienze Polari del Consiglio nazionale delle ricerche, nell’ambito dell’indagine conoscitiva sulle dinamiche geopolitiche nella regione dell’Artico.(04.11.25)

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Trascrizione
00:00...assicurata anche mediante la resocontrazione stenografica e la trasmissione attraverso la
00:08UATV della Camera dei Deputati. Ricorda attresì che la partecipazione da remoto è consentita
00:13alle colleghe e colleghi secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento.
00:19L'Ordine del giorno recca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle dinamiche geopolitiche nella
00:24regione dell'Artico, l'audizione di Giuliana Panieri, direttrice dell'Istituto di Scienze
00:28Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Anche a nome dei componenti del Comitato
00:33saluto e ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori la professoressa Panieri
00:38che è anche professore di Geologia presso il Dipartimento di Geoscienze dell'Università
00:43Artica della Norvegia. Ha inoltre ricoperto il ruolo di Presidente della Divisione di Biogeoscienze
00:50e Segretario Generale dell'Unione Europea di Geoscienze, gestendo e coordinando numerosi
00:56progetti nazionali e internazionali. Ricordo che la missione dell'Istituto di Scienze
01:02Polari è contribuire a crescere la qualità della ricerca scientifica e tecnologica dell'Italia
01:07nelle regioni polari e fornire un contributo alle conoscenze sui cambiamenti globali, anche
01:13al sostegno delle politiche ambientali italiane ed europee, nello sviluppo di nuove tecnologie
01:17e metodologie di indagine. Tra il fine, tra le altre cose, l'ISP contribuisce al programma
01:24di ricerca in artico attraverso lo sviluppo di attività di monitoraggio con un approccio
01:28multidisciplinare. Considerati i tempi stretti, cedo subito la parola alla professoressa Panieri
01:34per che possa svolgere il proprio intervento. Prego, professoressa.
01:39Grazie mille.
01:42Allora, la mia presentazione di oggi verterà sull'Artico e sulla scienza italiana, quello
01:51che facciamo in Artico.
01:55Allora, la mia presentazione ha alcuni...
01:57L'outline, quindi di che cosa parleremo? L'Artico oggi, un nuovo Artico, possiamo definirlo
02:05un nuovo Artico e vi spiegherò le ragioni. Il ruolo del CNR e anche brevemente l'Istituto,
02:12il ruolo dell'Istituto di Scienze Polari. Parlerò poi di che cosa serve o servirebbe per studiare
02:20questo nuovo Artico. Due parole su una strategia e visione che a mio avviso dovremmo avere e due
02:27parole alla fine sull'Arctic Circle Room Forum, Polar Dialogue, che si sta organizzando e sarà
02:33un evento molto importante per noi a Roma nel marzo del prossimo anno. Iniziamo a parlare
02:40dell'Artico oggi, un nuovo Artico. Perché un nuovo Artico? Allora, in questa slide vedete
02:47le varie definizioni dell'Artico. L'Artico può essere definito basandosi su, ad esempio,
02:56la Human Development, quindi dove ci sono settlement di persone, oppure dalla linea degli alberi,
03:05oppure dall'isoterma di 10 gradi di luglio. Ma buona parte di questi limiti, di queste definizioni,
03:15potrebbero essere oggi modificate per i cambiamenti che stiamo vedendo in Artico e di questo proprio
03:24che vi voglio parlare oggi. L'Artico si riscalda fino a quattro volte più rapidamente rispetto
03:32alla media globale. Perché? Questo è la conseguenza di un fenomeno molto importante che si chiama
03:40amplificazione artica. L'amplificazione artica, questa parola che pare così difficile, non
03:47è altro che dovuta a che cosa? Alla riduzione del ghiaccio marino. Dobbiamo ricordare una
03:53cosa, l'Artico, a differenza dell'Antartide, è un oceano ricoperto da ghiaccio. L'Antartide
04:01è un continente. Quindi la riduzione del ghiaccio marino, diciamo questa coperta di ghiaccio
04:10un minore albido, vi spiegherò di che cosa si tratta, con più calore assorbito dagli
04:18oceani. L'Artico si riscalda quattro volte e più velocemente, anche per un maggior vapore
04:25acqueo e una maggiore nuvolosità, più piogge, dove prima registravamo più neve, e un effetto
04:34serra locale molto più forte. Le correnti atmosferiche e oceani che portano calore verso
04:39nord sono influenzate dal riscaldamento climatico e dalla fusione dei ghiacci e conseguentemente
04:48abbiamo anche rilascio di anidride carbonica e di metano dal permafrost dovuto appunto a
04:55un riscaldamento climatico. Ma vi spiegherò un pochino meglio non tutti questi processi
05:00naturali ma alcuni di loro. Iniziamo con questa slide dove vedete che cosa? Una mappa, una
05:16mappa della NASA e questa immagine vi riporta la situazione del 19 di settembre di quest'anno
05:24e che cosa vediamo? Vediamo l'estensione del ghiaccio marino, abbiamo detto appunto
05:30che l'Artico è un oceano ricoperto dai ghiacci, qui vediamo l'estensione di questo ghiaccio
05:36marino in azzurro chiaro rispetto alla media registrata dal 1980 al 2010. Potete vedere molto
05:49chiaramente che il ghiaccio marino ha un'estensione molto minore rispetto a quella che è, quella
05:57che definiamo median average, quindi il ghiaccio marino ha un'estensione minore. Questo che
06:06cosa comporta? Questo comporta a che cosa? Ad avere un Artico che non è ricoperto dai
06:25ghiacci come in precedenza, ma abbiamo più oceano. L'oceano rispetto al ghiaccio è scuro,
06:33ok? Quando noi abbiamo i raggi solari che colpiscono la Terra, se colpiscono la Terra
06:39su una superficie chiara, una superficie bianca come ad esempio è la neve o il ghiaccio,
06:46questi raggi solari noi diciamo bounce back e quindi tornano indietro. Nel caso in cui
06:53invece dei raggi solari che colpiscono una superficie scura, ok? Quindi in questo caso
06:58l'oceano questi vengono assorbiti, questo contribuisce ulteriormente a riscaldare gli
07:05oceani. In questa immagine invece volevo mostrare una anomalia di temperatura registrata l'anno
07:18scorso, a marzo dell'anno scorso, quando dei ricercatori italiani si sono recati alle
07:25Svalbar presso la nostra base di Regibilità a eseguire dei campionamenti di ghiaccio e
07:32neve all'interno dei quali dovevano studiare dei microorganismi. Quello che però si sono
07:38trovati di fronte a marzo dell'anno scorso è stata questa situazione, una temperatura,
07:44un'anomalia di temperatura altissima, fortissima rispetto alle medie e questo è quello che si
07:51sono trovati di fronte. Sono andate a campionare ghiaccio e neve, quello che si sono trovati
07:56di fronte è stato questo. Il ghiaccio e la neve in fusione e camminavano su acqua e invece
08:04di campionare ghiaccio e neve hanno campionato questo, quindi MOS, quindi muschio e non ghiaccio
08:15e neve. Questa è la situazione del febbraio-marzo dell'anno scorso, quando la temperatura a Neolison-Svalbar
08:22dove noi abbiamo la nostra base era di 3 gradi invece di essere meno 15.
08:29Abbiamo detto che l'Artico si riscalda più velocemente, un'altra conseguenza importantissima
08:35è la fusione del permafrost. L'Artico è un oceano ricoperto da ghiaccio, tutto intorno
08:43stanno delle terre emerse. Queste terre emerse sono caratterizzate proprio dal permafrost.
08:50Che cos'è il permafrost? È suolo ghiacciato. Questo suolo ghiacciato si fonde e nel momento
08:58in cui si fonde, che cosa succede? Tutto quello che è contenuto all'interno del permafrost
09:04e contenuto in questo permafrost sono ad esempio tantissimo carbonio, è ad esempio metano.
09:11Il metano, ricordo che è un gas serra, tutto questo metano arriva poi in atmosfera
09:18e contribuisce al cambiamento climatico. Quindi in aggiunta alla fusione del ghiaccio marino
09:28abbiamo anche la fusione del permafrost. Questo ha delle conseguenze ovviamente sul clima
09:32ma anche delle conseguenze sui settlement, cioè sulle edifici e infrastrutture che risiedono
09:41nel permafrost.
09:47Il ruolo del CNR. Che cosa fa il Consiglio nazionale delle ricerche?
09:52Beh, il CNR innanzitutto coordina la maggior parte delle attività scientifiche italiane
09:57in Artico. Molte delle attività si svolgono presso la base dirigibile Italia, anche se ci sono
10:05delle attività portate a termine grazie a collaborazione con altri stati e anche grazie all'utilizzo
10:12della nave dell'OGS che è la Laura Bassi. Inoltre il CNR coordina i bandi di ricerca
10:20del PRA, il programma di ricerca in Artico, a cui accedono tutte le ricercatrici e tutti
10:25i ricercatori italiani. I temi su cui si lavora in Italia in Artico sono il clima, la criosfera,
10:34il ciclo del carbonio e del metano, il permafrost, come vi dicevo, gli ecosistemi, la biodiversità,
10:40i contaminanti. Ricordiamoci che molti dei contaminanti che noi immettiamo in ambiente
10:46nel Mediterraneo ad esempio arrivano in Artico e anche tecnologie di osservazione. Partecipiamo
10:54a programmi, a progetti di ricerca internazionali supportati dalla Commissione europea, partecipiamo
11:02a comitati internazionali come ad esempio l'European Polar Board e altri e gestiamo il CNR,
11:09nello specifico l'Istituto di Scienze Polari, un'infrastruttura a mio avviso chiave che è
11:14la base di ricerca di Regi Libri d'Italia che si trova alle Svalbard.
11:19Che cos'è il PRA? Il programma di ricerca in Artico. Il PRA è un programma che inizia
11:26nel 2018 finanziato con un milione di euro. Ci sono delle call annuali o biannuali e sono
11:32due tipi di call. Una prima che definiamo curiosity driven, che cosa significa? Significa
11:38che questi sono topic, argomenti scientifici che i ricercatori e le ricercatrici vogliono
11:45diciamo così svolgere quindi nell'ambito delle tematiche che vengono individuate dal
11:50piano triennale che sono le tematiche che in parte vi raccontavo prima e c'è un altro
11:58tipo di bando che invece è dedicato al potenziamento delle infrastrutture, infrastrutture oppure allo
12:04sviluppo di sensori, sviluppo di osservatori a lungo termine eccetera. Ecco vi dicevo è
12:12un programma di ricerca in Artico nato nel 2018 finanziato fino al 2022 con un milione
12:20di euro l'anno e dal 2023 un milione cento. Cosa serve per studiare l'Artico? A mio avviso
12:31la prima cosa che serve per studiare l'Artico è aumentare i fondi per la ricerca artica.
12:39Un milione di euro per le problematiche climatiche non solo non è più attuale. Sarebbe ideale
12:47l'obiettivo appunto quello di allinearle con le ricerche in Antartide che sono finanziate
12:52con 23 milioni l'anno forse un po' troppo ma sicuramente quel milione cento non è più
12:59attuale. Quello che serve per studiare l'Artico è anche una struttura o comunque un'organizzazione
13:07che permetta la collaborazione sulla ricerca polare integrando la ricerca dei vari enti
13:13nazionali, gli enti attuatori e le università o i centri di ricerca. Credo che avviare programmi
13:20di ricerca pluriennali che possono essere di 5-10 anni per garantire continuità e visione
13:25strategica potrebbe essere a mio avviso una buona cosa da fare perché programmi di ricerca
13:31di due anni da che sono partiti, si va a Nioles o in Antico, si prendono i campioni, insomma
13:37con due anni ahimè si riesce a fare davvero poco, bisognerebbe aumentare i sistemi osservativi.
13:44Aumentare i sistemi osservativi vorrei dire una cosa, l'Italia ha dei sistemi osservativi
13:50a Nioles o incostruiti con tanto sforzo umano ma anche sforzi economici e ha delle serie storiche
13:58che sono uniche, neanche i colleghi norvegesi hanno alcune serie storiche così lunghe come
14:05quelle dei ricercatori italiani. Sicuramente consolidare la presenza italiana a Niolesund
14:10come piattaforma scientifica e tecnologica europea e si potrebbe integrare l'articolo
14:17l'Antardi del terzo polo in una strategia climatica globale. Terzo polo, ghiacciai e comunque
14:29aree, appunto, il terzo polo c'è chi lo considera anche l'Himalaya, esatto, la piramide del CNR
14:42se avete voglia, insomma, ho qualche informazione anche su quella. Per quanto riguarda...
14:49Per quanto riguarda... Sì?
14:51No, perché ci ha raggiunto il collega della Vedova che è stato anche sottosegretario con
14:57delega all'Artico, quindi volevo dare notizia. In più mi sono scordato di dire che da remoto
15:03abbiamo collegate le deputate onori di azione e gardini di Fratelli d'Italia. In più c'è
15:10anche l'Onorevole Loperfido, sempre di Fratelli d'Italia. Grazie.
15:14Grazie. Due parole sulla base. Dal 1997 abbiamo questa stazione artica dirigibile Italia, si
15:24trova a Niolesund. Adesso qui dovrei avere il puntatore laser. No. E comunque... Ok.
15:32Dirigibile Italia si trova a Niolesund e vedete in quel pallino arancione dove si trova la
15:39base. È una base, è un edificio che il CNR, diciamo così, affitta da Kings Bay perché
15:48questa research station, questa stazione di ricerca appunto di Niolesund è norvegese. Il
15:57nome dirigibile Italia prende il nome dal dirigibile che nel 28 fu una impresa eroica,
16:07purtroppo finita non bene, ci sono stati diversi morti eccetera, ma comunque è stato, diciamo
16:14così, per l'Italia, ma soprattutto un segnale di collaborazione internazionale fortissimo.
16:18Le infrastrutture, Anniolesund, che utilizza il CNR ma non solo perché, vi dicevo, la base
16:28dirigibile Italia funziona per tutta la comunità scientifica italiana ed anche internazionale.
16:34Vedete dei simboli colorati. Allora il simbolo colorato rosso rappresenta dei mooring, sono
16:42dei sistemi di misura che sono stati messi a fondo mare all'interno del fiordo. Questi
16:49sono estremamente importanti per capire quelle che sono le dinamiche anche di fusione dei
16:53ghiacciai e le acque calde che arrivano all'interno del fiordo. I punti invece con il colore verde
17:01avete delle lettere che sono G, V e B, queste gruve badet, e T, B che è un'altra stazione
17:10di moritoraggio recentissima che avrà l'obiettivo di misurare in continuo microrganismi e comunque
17:20dare un'informazione sulla biodiversità. Il palino bianco invece rappresenta la Climate
17:26Tower e questa è una torre climatica con diversi sensori che ci danno davvero la possibilità
17:31di misurare la qualità dell'aria, quindi anche gli inquinanti e le caratteristiche appunto
17:38delle masse d'aria che arrivano a Niolesund. Ecco, le prossime frontiere della ricerca.
17:46Il grande sforzo della comunità scientifica italiana sia in termini di risorse economiche
17:52ma anche di scienza è stato questo, è stato quella di costituire a Niolesund quello che viene
17:58definito Fram Strait Atmosphere Land Ocean Observatory, un osservatorio che dà la possibilità
18:04di misurare parametri atmosferici, quindi aria, parametri nell'oceano e anche parametri
18:11di ghiaccio, di neve e continentale e anche di prelevare dei sedimenti, delle carote di
18:17sedimento che ci danno la possibilità di ricostruire il record climatico e anche record ambientali.
18:25Quindi in questa base si possono veramente coprire tantissime discipline, è raro avere
18:33degli osservatori come delle stazioni dove si può misurare dall'aria all'oceano al continente,
18:40quindi questa è un'unicità veramente importante. La nostra base misura dati per programmi e fa parte
18:49di programmi internazionali come ad esempio Sios e fa parte del network di Elter.
18:59Non stiamo a scendere nel dettaglio qua ma questo è un esempio di come gli osservatori,
19:07questo è un sistema osservatorio che viene messo a mare, di quanto è stato lo sforzo
19:12per espandere la capacità di osservazione e di monitoraggio e di misura e questo per
19:19dire che sono importantissime le serie temporali. Se noi non misuriamo che cosa accade oggi e
19:24non sappiamo cos'è successo in passato, non siamo in grado di capire quale sarà il futuro.
19:34Brevemente, la comunità scientifica italiana non è solo impegnata a fare scienza, che è
19:39quello per cui noi lavoriamo, ma molti ricercatori italiani fanno parte e rappresentano l'Italia
19:48all'interno dell'Arctic Council. Sapete che dal 2013 l'Italia è entrata a far parte del
19:54Consiglio Artico e noi siamo paese osservatore nel Consiglio Artico. Abbiamo dei ricercatori
19:59che rappresentano l'Italia in tutti i working group di questo Consiglio Artico. Working group
20:06che hanno l'obiettivo di misurare e programmare anche azioni sui contaminanti, sulla biodiversità,
20:14sull'ambiente marino artico, eccetera. Quindi un grande impegno anche, diciamo così, un pochino
20:19più diplomatico, se così vogliamo dirlo. L'Italia ha tantissime collaborazioni in
20:28Artico con nazioni, non solo le nazioni che si affacciano sull'Artico, ma tutta la comunità
20:35internazionale. E qui ci sono alcuni dei progetti, delle iniziative dove trovate impegnati i colleghi
20:43italiani e le colleghe italiane. Un'altra cosa, secondo me, importante da dire è la seguente.
20:48Nello specifico l'Istituto di Scienze Polari ha uno dei task dell'Istituto è quello di raggruppare
20:55tutti i dataset, tutti i dati che si raccolgono in Artico in due database, uno per l'Antartide
21:00e uno per l'Artico. E tutti questi dati sono una risorsa di informazione molto importante,
21:07perché sono anche, come definiamo, interoperable, nel senso che possono essere utilizzati anche
21:12da altri database.
21:13Strategie e visione? Beh, due parole su questo. Allora, questa non è scienza, ma questa è,
21:24diciamo così, in questa slide vedete quelle che sono, diciamo così, le aree di competenza
21:30della Russia, del Nord America e di quello che viene definito European Arctic. Tutto quello
21:36che accade in Artico, diciamo così, influenza moltissimo anche relazioni, strategie di tutti
21:48questi paesi.
21:55Strategie e visione per quanto riguarda la scienza? Beh, la scienza dovrebbe essere vista come cultura
22:01e responsabilità. La cooperazione scientifica rimane un canale di dialogo anche nei contesti
22:08geopolitici complessi. L'Artico non è solo un hotspot climatico oggi, ma è anche un hotspot
22:16geopolitico. Serve una visione a lungo termine con progetti pluriennali, non magari progetti
22:23di uno o due anni, e infrastrutture assolutamente integrate. E serve anche un coordinamento con
22:29altri programmi internazionali per costruire una mentalità che vogliamo chiamare panartica,
22:35che non si focalizzi solo su un'area dell'Artico, ma che veda veramente l'Artico nel proprio insieme.
22:43E ci sono, diciamo così, dei passi, comunque degli obiettivi che sarebbe bello raggiungere.
22:53Quello che però stiamo facendo tantissimo, soprattutto nell'Istituto di Scienze Polari, è quello
22:57di supportare i decisori politici e i ministeri sulle tematiche polari. Noi siamo disponibili
23:03a condividere quella che è la nostra scienza, quelle che sono i dati, quelle che sono le
23:09conoscenze che sappiamo di questo ambiente che è così estremo e così delicato.
23:16Sarebbe bellissimo se riuscissimo a realizzare una campagna scientifica italiana in Artico
23:20nel 2027 come momento cardine proprio, basato su un approccio interdisciplinare. Abbiamo
23:26la base, abbiamo una nave, sarebbe bellissimo se riuscissimo a organizzare tutta la comunità
23:31scientifica polare per davvero svolgere una campagna che potrebbe essere, diciamo così,
23:37un progetto bandier, se lo vogliamo chiamare per l'Italia. Sicuramente però i finanziamenti
23:44che abbiamo adesso a nostra disposizione non sono sufficienti per organizzare questo.
23:49Un'altra cosa importante e chiudo è questa. L'Italia è... la settimana scorsa c'è stata
23:56una bella conferenza a Oslo che era la Svalbard Science Week. La comunità scientifica italiana
24:02era presente e ha, diciamo così, occupato molte delle sessioni. Sarebbe bello se dall'Italia
24:11potessimo, diciamo così, coordinare una bella iniziativa nel 2027 coordinandoci con altri
24:19stati. Quest'invisione dell'International Polar Year che avverrà nel 2032-2033 non è così
24:25lontano. E qui direi che concludo invitando davvero tutti a questo evento che secondo me
24:38come Italia è un evento estremamente importante che è l'Arctic Circle Rome Forum Polar Dialogue.
24:43Questo è un evento che, allora, il MUR, quindi il Ministero Università di Ricerca, ha firmato
24:51un memorandum van der Stenny con Arctic Circle per l'organizzazione di questo evento internazionale
24:57che come sede è stato scelto proprio il Consiglio Nacional di Ricerca. Perché la scienza è davvero
25:03la base di tutto e questo è stato un segnale molto importante, il fatto che abbiano scelto
25:09il CNR come sede per questo evento internazionale. Le call for proposal sono aperte e il 3 e il
25:174 marzo a Roma ci saranno ricercatori e ricercatrici di aree polari, Artico, Antartide e Terzo Polo,
25:27a Roma per discutere di ambienti polari. Grazie.
25:34Grazie davvero. Sappiamo bene dell'evento e stiamo cercando di lavorare per esserci, proprio con una parte
25:42parlamentare.
25:44Ci sono diverse domande dei colleghi, però porrei prima le domande della collega Onori che è collegata da remoto
25:53e non riesce a farle di persona. Sono tre domande. Quella dell'Artico è un ambito dove si registrano
26:00investimenti privati. Se sì, in quali ambiti e in quale percentuale rispetto agli investimenti pubblici?
26:07Seconda domanda. Ci sono progetti di ricerca in cui è convolta l'Italia che riguarda la mappatura
26:12dei giacimenti di terre rare. Terza domanda. E qua faccio un inciso. L'Onorevole Onore ha presieduto,
26:20abbiamo appena chiuso i lavori, un comitato come questo proprio sull'approvvigionamento di terre rare.
26:28Che tipo di ruolo potrebbe avere l'Italia nell'Artico e con quali partners potremmo maggiormente
26:33approfondire la cooperazione in ambito scientifico considerando possibili convergenze di valore
26:39e interessi strategici. Poi avevo le prenotazioni dell'Onorevole Billi e dell'Onorevole Orsini.
26:46Quindi le raccogliamo? Prego, Onorevole Billi.
26:51Ringrazio la professoressa Palmieri per la sua disponibilità. Professoressa, visto la brevità
26:56della nostra audizione, le volevo chiedere velocemente.
27:00Innanzitutto, da quanti anni, secondo i vostri studi, le temperature in Artico sono maggiori
27:10della media. E quindi, in definitiva, quanto influisce, secondo i vostri studi in Artico,
27:19l'opera dell'uomo sul riscaldamento globale e quanto invece è dovuto alle oscillazioni
27:25naturali della temperatura terrestre?
27:27E un'altra cosa, professoressa, sempre considerando la brevità della nostra audizione, mi piacerebbe
27:35sapere da lei, secondo il suo punto di vista, quali sono i risultati più rilevanti che sono
27:41stati ottenuti dalle ricerche in Artico, sia del nostro Paese, sia a livello mondiale
27:48degli altri Paesi, se ci sono dei risultati, diciamo, più rilevanti o più importanti.
27:57Grazie.
27:57Buonanlevole Alcini. Innanzitutto voglio ringraziarla per questa interessantissima relazione e congratularmi
28:06con lei per il grande lavoro che l'Istituto di Scienze Polari sta svolgendo. Io avrei tre o
28:16quattro curiosità che richiedono proprio un sì o un no, quindi le dico molto velocemente
28:21e poi una domanda più sistemica. Non ho voluto interrompere, ma mi chiedevo, primo, se il
28:28fenomeno di amplificazione artica ha un omologo speculare anche per quanto riguarda l'Antartide
28:36o invece se l'Antartide, essendo sulla Terra ferma, ha caratteristiche diverse. La seconda
28:43curiosità, nella mappa che lei ci ha fatto vedere sulla dissoluzione del permafrost, la
28:49Groenlandia sembrava poco toccata da questo problema rispetto ad altre aree. Questo ha una
28:55ragione specifica e se sì quale, naturalmente. Terza domanda, credo sia ovvia, ma gliela faccio
29:05lo stesso perché non ho alcuna competenza tecnica. Alla riduzione del volume e delle
29:11selezioni dei ghiacci, corrisponde un'analoga riduzione dello spessore del livello dei ghiacci.
29:20Quarta e ultima domanda, nella pagina in cui ci ha mostrato le serie storiche, ho visto
29:29il simbolo della Nato. Da che cosa nasce? C'è un ruolo della Nato in tutto questo?
29:36Invece la domanda più sistemica che volevo fare, non voglio farla entrare in valutazioni
29:41politiche, ma questa non è una commissione scientifica, è la commissione esteri. Il procedere
29:47di questo andamento di dissoluzione dei ghiacci e di aumento delle temperature, quando secondo
29:59le vostre stime renderà comodamente utilizzabili le rotte artiche sia a Nordovas che soprattutto
30:11a Nord-Est per i collegamenti navali e commerciali. Alcuni sperimentali si stanno già facendo, ma
30:19in che prospettiva temporale si colloca l'effettiva utilizzabilità di queste rotte? Grazie mille.
30:28Onorevole Porta.
30:30Sì, grazie Presidente. Io in realtà non ho una domanda per la dottoressa Panieri, anche perché
30:36i miei colleghi ne hanno fatti abbastanza e quindi non voglio sommarmi. La mia domanda
30:43paradossalmente sarebbe più per il Presidente, ossia per questo comitato. Mi pare di capire
30:48che c'è una evidente necessità per le cose che abbiamo appena ascoltato e che credo poi
30:57condividiamo nell'approccio, se no forse non saremmo nemmeno parte di questo comitato,
31:01una necessità di incrementare significativamente le risorse per questo tipo di ricerca e di
31:08lavoro importante. Abbiamo inoltre due importantissimi eventi, Presidente, che non vanno assolutamente
31:15sottovalutati, il forum del 2026 e il trentennale della stazione nel 2027. Quindi chiedevo appunto
31:26a lei Presidente, al nostro comitato, se non so, interloquendo con il Senato, addirittura
31:33in fase di legge di bilancio o in qualche altro provvedimento, perché se si vuole fare qualcosa
31:40di serio per il 2026 e ancora di più per il 2027, queste risorse vanno rese disponibili.
31:47Ecco, cosa è possibile fare? Credo che il comitato non abbia soltanto, essendo parte di
31:54questa Commissione estera in un valore, diciamo, di studio, ma anche operativo e quindi è un invito
32:01che faccio ovviamente, credo, in maniera trasversale, immagino che sia condiviso da tutti i commissari.
32:07Grazie.
32:08Intanto rispondo su questa parte, onorevole porte. Grazie per aver sollevato la problematica.
32:15Secondo me è opportuno affrontarla in ufficio di Presidenza, ovviamente tra di noi, ma penso
32:20ci sia un ampio consenso. E sulla partecipazione ai due eventi stiamo già lavorandoci.
32:28Prego, professoressa, ci sono altre domande? No, prego.
32:31Sì, no, io avevo messo la manina.
32:33Ah, non l'ho vista, chiedo scusa. Onorevole Gardini, da Strasburgo. Prego.
32:38Sì, grazie. Guardate, io mi scuso, mi sarebbe piaciuto tanto essere lì, però sono qui per
32:44il Consiglio d'Europa. Allora, intanto volevo ringraziare la direttrice Panieri perché ha fatto
32:52un intervento veramente coinvolgente e appassionante. Al di là di tutto quello che ha detto puntualmente,
33:01offrendo una fotografia scientifica di ricerca, eccetera, però veramente coinvolgente. E proprio
33:11perché sono a Strasburgo, proprio perché sto all'interno del Consiglio d'Europa e sappiamo
33:16che in questo momento questi organismi internazionali, insomma, non è che sempre godano di ottima
33:24salute. Mi sembrava di capire, mi veniva una riflessione che volevo condividere con voi, sentire
33:29se la direttrice ha questa sensazione perché dalle sue parole traspariva. Perché lei ha
33:36parlato della scienza come cultura, come responsabilità, dell'importanza di costruire una mentalità
33:42panartica capace di unire conoscenze e paesi. Ecco, in realtà possiamo vedere tutto questo
33:51come una nuova forma di diplomazia fondata sulla ricerca, sulla condivisione dei dati, che può
33:57contribuire proprio a rafforzare la presenza internazionale dell'Italia in una regione
34:02tra l'altro sempre più strategica. Perché mentre vediamo questi organismi nati oramai
34:0875-80 anni fa che faticano, arrancano in questo scenario geopolitico in trasformazione, mi sembra
34:18che potrebbe essere invece in questa prospettiva quello di cui lei ha parlato, la cooperazione
34:25scientifica, proprio diventare uno strumento concreto di politica estera italiana, se condivide
34:30questo pensiero e quindi in questo senso il ruolo che l'Italia ha già o che potrebbe
34:34avere in questo senso. Grazie.
34:36Grazie mille, prego.
34:38Allora, ho segnato tutte le domande, cercherò di essere breve perché so che abbiamo un tempo
34:44limitato. Inizio dall'ultima e la mia risposta è sì. Secondo me l'Italia potrebbe davvero
34:49avere un ruolo in quella che viene definita science diplomacy. Il motivo per cui dico questo
34:54è che dal punto di vista scientifico l'Italia è riuscita a, diciamo così, costruire dei rapporti
35:02di trust, quella che viene definita in inglese trust, quindi di fiducia con molte nazioni.
35:08Come vi dicevo, la settimana scorsa c'era questo Svalbard Science Conference a Oslo e la comunità
35:13scientifica italiana era molto ben rappresentata, con dei risultati di alto livello. Quindi secondo
35:19me sì, anzi sarebbe bellissimo, a mio avviso, se l'Italia volesse giocare, diciamo così, questa
35:25parte perché dal punto di vista scientifico le basi solide ci sono. E quindi sì, la
35:32risposta è scienza come cultura, sarebbe bellissimo perché è proprio lì, secondo me,
35:39che dobbiamo andare. Parto poi nel rispondere alle altre domande iniziando dalla prima,
35:44investimenti privati rispetto agli investimenti pubblici. Sicuramente gli investimenti pubblici
35:49li abbiamo visti, sono 1.100.000 dal 2018 che sono gli investimenti nella ricerca. Ecco,
35:55io non ho contezza di quelli che sono stati gli investimenti privati, ma posso immaginare
35:59quelli che potrebbero essere gli investimenti privati, che possono essere investimenti di
36:04aziende o comunque di industrie che si occupano di monitoraggio. Ricordiamoci che tutti i dati
36:12di internet, non sto parlando di GPS, quindi di satelliti, ma tutti i dati scorrono in cavi
36:18sottomarini. Il fatto che il ghiaccio marino si scioglie farà sì che ci saranno, e già
36:25c'è un programma svedese, che ha l'obiettivo quello di mappare i fondali per mettere a mare
36:32più cavi sottomarini. Quindi monitoraggio di cavi sottomarini, i cavi sottomarini o le
36:40sostanze con cui i cavi sottomarini sono costruite rilasciano delle sostanze che diventano poi
36:45degli inquinanti, diventano degli inquinanti che vengono poi assorbiti dagli organismi
36:50e quindi qui parliamo di catena trofica, alla fine arriveranno a noi, c'è un processo che
36:55si chiama bioaccumulation. Sto pensando ad esempio allo shipping, allora lo shipping
36:59mi vengono in mente ad esempio le assicurazioni, queste navi, adesso ci sono tante navi da
37:04crociera, ce ne saranno ancora di più, ma per quanto riguarda lo shipping ricordiamoci
37:08che se il sea ice, come appunto stiamo vedendo, abbiamo visto anche dall'immagine che vi ho
37:13mostrato, continuerà a diminuire, non saranno più necessarie icebreaker, quindi rompigliaccio
37:20per navigare in Artico, ma ci si potrà andare tranquillamente con delle navi normali.
37:25Ecco, questo ovviamente ha anche tutto un effetto su quelle che sono le rotte, le tempistiche,
37:35se dall'Asia all'Europa si passa dall'Artico e non da Malacca, questo diminuisce, diciamo
37:42così le rotte di 14 giorni, con un impatto sull'economia a mio avviso, ma non solo un'economa
37:48globale, molto importante. La seconda domanda era rispetto alle programme italiane e terre
37:55rare, ecco di questo so qualcosina, perché prima di arrivare in Italia all'inizio di febbraio
37:59io ho lavorato in un centro di eccellenza e uno degli obiettivi era quello anche di valutare
38:05oil and gas, le risorse di olio e gas e anche oil and gas, scusate, e terre rare. Allora
38:12ci sono all'interno del CNR degli istituti che hanno dei programmi o comunque dei progetti
38:19proprio sulle terre rare. Ecco, gli investimenti però li avete visti e un progetto viene finanziato
38:26generalmente con delle cifre che vanno dai 150 ai 200 mila euro. Ecco, questi sono, almeno
38:33per quanto riguarda la scienza, i programmi o i progetti di cui ho contezza. Se ci sono
38:41degli investimenti privati questo non lo so, comunque come sapete la Norvegia è stato l'unico
38:48paese che ha deciso di, diciamo così, exploit, quindi di utilizzare o comunque di attuare
38:55quello che viene definito deep sea mining, ma le ultime votazioni hanno, diciamo così,
39:02il voto dei norvegesi, insomma per quanto riguarda adesso la situazione del governo nei prossimi
39:07cinque anni questo non avverrà e andare a prendere terre rare sul fondo del mare non è così
39:12facile, la tecnologia ancora non c'è. Per quanto riguarda invece i cambiamenti climatici, il nostro
39:19impatto eccetera, mi dispiace non posso farvi vedere delle slide. Il cambiamento climatico del
39:24nostro pianeta non è una novità di oggi, ci sono sempre stati cambiamenti climatici
39:28nel nostro pianeta, è chiaro. Ci sono stati dei momenti nella storia geologica del nostro
39:32pianeta, parlo ad esempio di non so, 250 milioni di anni fa, quando i dinosauri erano sulla
39:38nostra terra era ben più caldo di oggi, la temperatura era più alta e la quantità di
39:43CO2 in atmosfera più alta. Stiamo parlando di 400 ppm, adesso ne misuriamo 280, insomma una
39:51cosa del genere. Ecco, ma il problema qual è? Il problema è che quei cambiamenti climatici
39:57sono avvenuti in tempi geologici in migliaia e milioni di anni. Quello che noi adesso stiamo
40:04misurando sono cambiamenti climatici che avvengono nel giro di 5, 10, 15, 20 anni. Quindi è questa
40:11la cosa a cui noi non siamo pronti o comunque nel record geologico non abbiamo nessun analogo
40:19che possiamo studiare, perché quei cambiamenti avvenivano, ripeto, in milioni di anni, non
40:24in 20, 30, 40 anni. Sicuramente se diamo un'occhiata alle curve, comunque al trend dell'aumento
40:34di metano e CO2, per prendere due gas a effetto serra in atmosfera, andiamo a vedere i numeri,
40:41vediamo che dalla rivoluzione industriale questi numeri sono aumentati in maniera molto importante.
40:47quindi mi sento di dire che il nostro impatto, l'impatto degli esseri umani sulla questa
40:54terra non è una storia, non è una fesseria, sicuramente ci sono state, ripeto, cambiamenti
41:02climatici sulla nostra terra, ma mai alla velocità che stiamo misurando adesso e non sappiamo
41:08quali sono le conseguenze. Un'altra cosa che mi sono state chieste, i main results dell'Artico.
41:15Beh, devo dire una cosa, che i main results, tanto l'Artico è stato inaccessibile, è ancora
41:24inaccessibile, non è così facile fare ricerche in Artico, l'Artico è un ambiente davvero
41:28estremo, tante, dico due numeri, il 25% dei fondali mappati dell'Artico, solamente il 25%
41:39dei fondali dell'Artico è stato mappato con moderne tecnologie, rimane da mappare tutto
41:46il resto. La, diciamo così, scala è una scala di 10 km, in 10 km ci possono essere tante
41:56cose. Quindi c'è molto da fare. Per quanto riguarda la biodiversità teniamo a conto che
42:01dal 70 al 90% delle specie che vivono nell'Oceano Artico non sono ancora state scoperte e descritte.
42:08Per quanto riguarda invece l'amplificazione artica, l'amplificazione artica è un fenomeno
42:13tutto artico per il discorso che c'è meno sia ex extent e quindi l'acqua assorbe di più,
42:20quindi non solo aumenta la temperatura nell'aria ma aumenta la temperatura anche dell'acqua.
42:25Quindi questa calotta polare si scioglie da sopra e da sotto, cioè è attaccata da due
42:33avversari. Per quanto riguarda invece la Groenlandia mi dispiace che non riesca a condividere lo
42:38schermo ma il permafrost è anche in Groenlandia e magari dopo posso farle vedere alcune immagini
42:44in Groenlandia si scioglie il permafrost e questo porta a franamenti delle coste in
42:52acqua. Le persone vivono fondamentalmente lungo le coste groenlandesi, quelle che vivono
42:57insomma lì ma anche in Canada e questo diciamo così lo scioglimento del permafrost ha un
43:02impatto anche sulle infrastrutture notevole. Quindi gli stessi, diciamo così, adesso io
43:06non ho, oggi non mi sono focalizzata troppo sulla Groenlandia ma sono le stesse problematiche
43:10che abbiamo, che abbiamo visto ad esempio per l'isola Svalbard. Quando si scioglie ghiaccio
43:15aumenta il livello del mare, ok? Quindi l'altro giorno con alcuni colleghi si parlava dell'Artico
43:23a Venezia. Sì, è vero, l'Artico arriverà a Venezia perché lo scioglimento dei ghiacciai,
43:28scusatemi, la fusione dei ghiacci farà aumentare il livello del mare. Questa è una certezza,
43:34cioè che il livello del mare aumenterà, questo lo sappiamo. Mi è stata fatta la domanda
43:39della Nato. Allora la Nato ha un progetto, la Nato da molti anni svolge attività in
43:45Artico. Fino a pochi anni fa l'Istituto Idrografico era responsabile della mappatura di tre aree
43:51intorno alle Svalbard. Dal 2017-19, posso controllare, adesso non ricordo esattamente, la Nato ha un
44:00programma che si chiama I-North e che cosa fa? Durante questo programma, grazie alla nave
44:05Alliance, va in Artico tutti gli anni e mappa il fondale dell'Artico con una risoluzione
44:12estremamente alta. In aggiunta, questa nave ospita anche i ricercatori del CNR ma anche
44:18di altre università, dell'OGS ad esempio. Quindi ha svolto questo ruolo. Gli osservatori
44:26che vi faccio vedere questi muri sono stati messi a mare da questa nave. Le rotte come
44:33cambieranno? Beh, c'è chi, tra i ricercatori ovviamente, in base ai dati che utilizzano,
44:41hanno diverse stime. C'è chi parla di Blue Arctic e quindi di Artico Blu nel 2030 o nel
44:492050. Ma non è fra cento anni. Potrebbe essere un periodo molto più vicino a noi. E come
44:57si diceva, il cambio delle rotte avrà degli impatti sicuramente sulla biodiversità, su
45:03questo ambiente che è estremamente fragile e sconosciuto, perché non è più l'Artico
45:08che conoscevamo, ma adesso stiamo veramente guardando a un nuovo Artico e questo avrà degli
45:15impatti sicuramente anche sull'economia globale.
45:20Scusa, il 2030 e il 2050 non è fatto la stessa cosa dal nostro senso di vista?
45:27Certo.
45:28Lei in quale pensa che sia la stima più profonda?
45:34Io non mi sentirei di dare dei numeri perché... come?
45:39Si parla invece di migliaia di anni...
45:41No, no, no, non sono... verosimilmente non si...
45:43Venti o trent'anni?
45:57Venti o trent'anni?
45:57Sì.
46:00Ci sono delle stime che posso condividere e così potete anche voi, come dire, valutare.
46:23Però il fatto che adesso... adesso io ho delle mappe che mi piacerebbe farvi vedere.
46:28Purtroppo dobbiamo andare...
46:30Eh, lo so.
46:32Vabbè, comunque ne possiamo...
46:35La prossima considerazione, se posso, professoressa, è dal punto di vista geopolitico che è quello
46:41di cui ci occupiamo, quanto avvertite le problematiche che tutti intorno a voi ci sono?
46:48Non solo, sappiamo benissimo, benché siano regolati i rapporti da un trattato internazionale,
46:55alle Svalbard c'è anche una comunità russa e questo dal punto di vista geopolitico
47:00oggi è qualcosa di unico forse al mondo, ma la mia domanda è questa presenza a livello
47:09di ricerca della Cina, si avverte, non si avverte, cosa si può dire?
47:14Grazie.
47:15Allora, la Cina ha un Aniolesund, c'è un'altra base, che è la base cinese, e tutti gli
47:23anni veniamo invitati, la comunità scientifica italiana è invitata dai colleghi cinesi a
47:26partecipare alle loro spedizioni.
47:28Loro tutti gli anni vanno in arti con il rompighiaccio, noi del rompighiaccio non ne abbiamo ancora,
47:34e quindi sicuramente per noi è un'opportunità accettare questi inviti, sono molto presenti,
47:40hanno delle campagne tutti gli anni e sono presenti a Svalbard durante tutto l'anno.
47:48Grazie ancora, purtroppo dobbiamo chiudere, ma è un contributo importantissimo.
47:53Grazie.
47:53Grazie.
47:54Grazie.
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