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  • 11 ore fa
Torino, 24 ott. (askanews) - La retrospettiva sull'artista giapponese Chiharu Shiota al Museo di arte orientale di Torino è un grande viaggio dentro una delle pratiche più affascinanti del contemporaneo. Ed è una mostra che si muove dentro e insieme all'architettura, in una dinamica che alla fine genera una nuova idea di spazio."Questa mostra, su cui abbiamo lavorato per quasi tre anni, perché è stata un'operazione estremamente complessa e era già una mostra che avevo previsto all'inizio del percorso al MAO - ha detto ad askanews Davide Quadrio, direttore del museo torinese e co-curatore della mostra - era proprio stata pensata come coronamento di una serie di avvicinamenti che sono stati fatti in questi anni attraverso tutta una serie di operazioni che hanno a che fare sia con la museologia che con il contemporaneo. Quando parlo di contemporaneo non parlo di arte contemporanea ma parlo di uno sguardo e una attivazione delle collezioni attraverso artisti, filosofi, musicisti, performer contemporanei. Quindi di questo museo, che è museo comunque ottocentesco nella sua formazione e nel suo essere, quello che noi abbiamo cercato proprio di fare è stato progressivamente di destrutturare proprio il significato tra la relazione tra l'opera, lo spazio e il visitatore". In questa relazione, nelle sensazioni reali che genera, l'esposizione gioca la sua vera partita, che la porta a diventare qualcosa di più grande, qualcosa di più denso, come struttura, ma anche come significati. "Le grandi installazioni - ha aggiunto la co-curatrice Mami Katatoka - sono sempre delle risposte agli spazi che le ospitano, e nel caso del MAO abbiamo usato spazi differenti. In questo modo le opere più grandi sono state integrate nell'architettura più antica, ma hanno interagito anche con la collezione, che è soprattutto di arte asiatica. Per esempio c'è una stanza che ospita delle armature giapponesi, che sono senza il corpo, ne rappresentano solo la copertura. Queste le abbiamo messe in relazione con i vestiti di Chiharu Shiota, che sono una sorta di seconda pelle dopo la pelle umana. Questo è il tipo di dialoghi che abbiamo creato".Dialoghi che si susseguono, così come si susseguono le grandi domande sul senso dell'esistenza e sulla nostra relazione con il tempo e la morte. Ma che poi possono pure uscire dall'ambito specifico della mostra per abbracciare un'idea di museologia che ha le sue basi nel passato, ma ragiona con lo sguardo sul futuro. (Leonardo Merlini)

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00:00La rete ospettiva sull'artista giapponese Chiaro Shiota al Museo dell'Arto Orientale di Torino
00:15è un grande viaggio dentro una delle pratiche più affascinanti del contemporaneo
00:19ed è una mostra che si muove dentro e insieme all'architettura
00:22in una dinamica che alla fine genera una nuova idea di spazio.
00:25Questa mostra su cui abbiamo lavorato per quasi tre anni
00:29perché è stata un'operazione estremamente complessa
00:31era già una mostra che avevo previsto all'inizio del percorso al Mao
00:35ed è stata proprio pensata come coronamento di una serie di avvicinamenti
00:39che sono stati fatti in questi anni attraverso tutta una serie di operazioni
00:43che hanno a che fare sia con la museologia che con il contemporaneo.
00:47Quando parlo di contemporaneo non parlo di arte contemporanea
00:49ma parlo di uno sguardo e una attivazione delle collezioni
00:54attraverso artisti, filosofi, musicisti, performer contemporanei.
01:00Quindi di questo museo, che è un museo o comunque ottocentesco nella sua formazione e nel suo essere
01:07quello che noi abbiamo cercato proprio di fare è stato progressivamente di destrutturare
01:12il significato tra la relazione tra l'opera, lo spazio e il visitatore.
01:18In questa relazione, nelle sensazioni reali che genera, l'esposizione gioca la sua vera partita
01:23che la porta a diventare qualcosa di più grande, qualcosa di più denso
01:26come struttura ma anche come significati.
01:33Le grandi installazioni, ha aggiunto la cocuratrice Mami Cataoka
01:36sono sempre delle risposte agli spazi che le ospitano
01:39e nel caso del Mao abbiamo usato spazi differenti
01:41in questo modo le opere più grandi sono state integrate nell'architettura più antica
01:45ma hanno interagito anche con la collezione che è soprattutto di arte asiatica
01:49per esempio c'è una stanza che ospita delle armature giapponesi
01:52che sono senza il corpo, ne rappresentano solo la copertura
01:56queste le abbiamo messe in relazione con i vestiti di Chiaro Shiota
01:59che sono una sorta di seconda pelle dopo la pelle umana
02:02questo è il tipo di dialoghi che abbiamo creato
02:04dialoghi che si susseguono, così come si susseguono le grandi domande
02:10sul senso dell'esistenza e sulla nostra relazione con il tempo e la morte
02:13ma che poi possono pure uscire dall'ambito specifico della mostra
02:16per abbracciare un'idea di museologia che ha le sue basi nel passato
02:20ma ragiona con lo sguardo sul futuro
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