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  • 22 ore fa
Torino, 22 ott. (askanews) - Una mostra di grande impatto, capace di risuonare con lo spazio che la ospita, ma anche di emozionare e di rinnovare lo stupore di fronte all'arte contemporanea, quando, senza perdere nulla della propria forza e profondità, si rivela anche accessibile. Il MAO - Museo d'Arte Orientale di Torino ospita una retrospettiva dell'artista giapponese Chiharu Shiota, organizzata con il Mori Art Museum di Tokyo e intitolata "The Soul Trembles"."Chiharu Shiota - ci ha detto la co-curatrice Mami Katatoka - è nata nel 1972 a Osaka, ma si è trasferita in Germania negli anni Novanta. È molto conosciuta per le sue grandi installazioni, la maggior parte con il filo, ma anche per il suo indagare da sempre sulle domande fondamentali, sul senso della vita e della morte, e su cosa significa avere un'anima. Tutte queste domande sono cruciali e raggiungono universalmente il pubblico".In mostra lavori con il filo rosso diventati famosissimi, soprattutto dopo la Biennale Arte del 2015 nel padiglione nazionale del Giappone, ma anche altre tipologie di opere, per esempio alcuni disegni straordinari. Il tutto in costante dialogo con il museo torinese e la sua collezione."È stata costruita in maniera da continuare il lavoro che stiamo facendo al museo - ha aggiunto Davide Quadrio, direttore del MAO e co-curatore della mostra - e di espandere questa idea di oggetto, spazio e persone che vivono questo spazio. In questo senso la mostra non è una mostra di oggetti, anche se ovviamente ci sono tantissimi oggetti, ma in realtà è una mostra che invita a una riflessione e a una relazione tra lo spazio museale, con gli oggetti che in qualche modo evaporano, lasciando lo spazio invece a questa artista che si nutre e in qualche modo trasforma lo spazio stesso del museo, costruendolo in una maniera completamente nuova e quasi irriconoscibile a tratti".E proprio il modo in cui la mostra modifica non solo gli spazi, ma anche la, per così dire, temperatura emotiva del MAO, è uno degli elementi sottili, ma decisivi del progetto. "Chiharu - ha aggiunto Quadrio, che ha lavorato anche con le assistenti curatrici Anna Musini e Francesca Filisetti - ha capito e ha compreso che questa era un'opportunità per sviluppare la sua opera e la sua poetica in una maniera anche di restituzione rispetto proprio alla collezione museali".Per il visitatore c'è poi il tema dei rimandi ad altre suggestioni del contemporaneo e anche quello delle letture che è possibile dare dei tanti lavori di Shiota esposti a Torino. "Le sue opere - ha concluso Mami Kataoka - possono essere interpretate in tanti modi, lei non fa riferimenti specifici a fatti storici o a determinate nazioni e culture". Il riferimento, probabilmente, è l'arte stessa, che coinvolge il ruolo dello spettatore a tutto tondo. E come le sue barche accolgono quella teoria di fili rossi, così possono anche accompagnare noi in un'esperienza intima e universale al tempo stesso. (Leonardo Merlini)

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00:00Una mostra di grande impatto, capace di risuonare con lo spazio che la ospita, ma anche di emozionare
00:05e di rinnovare lo stupore di fronte all'arte contemporanea, quando, senza perdere nulla
00:10della propria forza e profondità, si rivela anche accessibile.
00:13Il Mao, Museo d'Arte Orientale di Torino, ospita una retrospettiva dell'artista giapponese
00:17Chiharu Shiota, organizzata con il Mori Art Museum di Tokyo e intitolata The Soul Trambles.
00:23Chiharu Shiota, c'è letto la co-curatrice Mami Kataoka, è nata nel 1972 a Osaka, ma si è trasferita in Germania negli anni 90.
00:36È molto conosciuta per le sue grandi installazioni, la maggior parte con il filo, ma anche per il suo indagare da sempre
00:42sulle domande fondamentali, sul senso della vita e della morte e su cosa significa avere un'anima.
00:47Tutte queste domande sono cruciali e raggiungono universalmente il pubblico.
00:53In mostra, lavori con il filo rosso diventati famosissimi, soprattutto dopo la Biennale Arte del 2015
00:59nel padiglione nazionale del Giappone, ma anche altre tipologie di opera, per esempio alcuni disegni straordinari,
01:04il tutto in costante dialogo con il Museo Torinese e la sua collezione.
01:08È stata proprio costruita in maniera da continuare il lavoro che stiamo facendo al museo
01:12e di espandere questa idea di oggetto, spazio e persone che vivono questo spazio.
01:18In questo senso la mostra non è una mostra di oggetti, ci sono tantissimi ovviamente anche oggetti,
01:23ma in realtà è una mostra che invita a una riflessione e a una relazione tra lo spazio museale,
01:31gli oggetti che in qualche modo evaporano, lasciando lo spazio invece a quest'artista che si nutre,
01:37in qualche modo trasforma lo spazio stesso del museo, costruendolo in una maniera completamente nuova.
01:44È quasi irriconoscibile a tratti.
01:45E proprio il modo in cui la mostra modifica non solo gli spazi, ma anche, per così dire,
01:50la temperatura emotiva del Mao, è uno degli elementi sottili ma decisivi del progetto.
01:54Ciaro ha proprio capito e ha compreso che questa era un'opportunità per sviluppare la sua opera e la sua poetica
02:01in una maniera veramente, come dire, anche di restituzione rispetto proprio alla collezione museale.
02:07Per il visitatore c'è poi il tema dei rimandi ed altre suggestioni del contemporaneo
02:10e anche quello delle letture che è possibile dare dei tanti lavori di sciota esposti a Torino.
02:15Le sue opere, ha concluso Mami Kataoka, possono essere interpretate in tanti modi.
02:25Lei non fa riferimenti specifici a fatti storici o a determinate nazioni e culture.
02:32Il riferimento probabilmente è l'arte stessa, che coinvolge il ruolo dello spettatore a tutto tondo
02:37e come le sue barche accolgono quella teoria di fili rossi,
02:40così possono anche accompagnare noi in un'esperienza intima e universale al tempo stesso.
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