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  • 2 giorni fa
FANNO SEMPRE LO STESSO FILM... È VERO. MA LO FANNO BENE. Di più... I film di Jean-Pierre e Luc Dardenne sono un concentrato di umanità ai margini: geografici, anagrafici, etnici, sociali... Eroi che i fratelli tallonano stando attaccati alle loro nuche, superandoli all'improvviso, staccandosene per amplificare il loro urlo... Come in La promesse, Rosetta, Il figlio, L'enfant, Due giorni una notte, L'età giovane, Tori e Lokita. Ken Loach in versione francofona-cattolica...
Con il Premio alla Miglior sceneggiatura vinto all'ultimo Festival di Cannes (dove vincono sempre qualcosa) è adesso ucito nei cinema italiani Giovani madri, il loro 13mo film di iper realistica finzione. I fratelli stavolta entrano in una casa famiglia per raccontare la storia di 5 giovani madri, tutte cresciute in circostanze difficili, che lottano per ottenere una vita migliore per se stesse e i loro figli. «Abbiamo visto queste persone, educatrici, psicologhe, che facevano di tutto per insegnare alle ragazze a sentirsi responsabili di un altro essere umano. Noi raccontiamo un gruppo di giovani madri ma ognuna ha una propria solitudine, un problema con la famiglia di provenienza, o la violenza, la povertà. Tutte, però, in quella casa famiglia possono apprendere una nuova vita», dice Jean-Piere.
Anche questo è un film lucido, asciutto, senza fronzoli. Che va dritto alle storie e all'essenziale dell'umanità che racconta. Al cuore. Senza un'apparente messa in scena, nel solco del cinema-vérité: eppure, capace di prenderci per mano e portarci via con sé, come i migliori racconti. Con dialoghi così essenziali da diventare bombe di emozione pura: perché togliendo i fronzoli, i fratelli sono capaci di portarti al cuore. Qui la domanda è madre si nasce o si impara a diventarlo? E quanto la società "influenza" un evento così "naturale"? «È ideologico dire che sia solo natura... Non lo è, in particolare in situazioni come quelle raccontate nel film di ragazze che non possono più abortire. Non sanno se vogliono questo bambino, devono apprendere il modo di gestirlo ma non vuol dire che decideranno di tenerlo. La maternità è una cosa che si apprende».
Giovani madri mostra percorsi di rinascita e di speranza. Spiega Luc: «Quello che ci interessava, di queste cinque ragazze, è come possono arrivare a una scelta che le porti fuori dall'isolamento in cui si trovano. È un film che dà speranza».

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00:00Lo senti?
00:01Batte veloce, mi fa paura.
00:04Te l'ho detto, è normale quei neonati.
00:05Arriva nei cinema il 20 novembre dopo aver vinto il premio per la miglior sceneggiatura al festival di Cannes,
00:13Giovani Madri di Jean-Pierre Luc Dardenne.
00:16I due registi questa volta entrano in una casa famiglia per raccontare la storia di cinque giovani madri,
00:23tutte cresciute in circostanze difficili che lottano per ottenere una vita migliore per loro stesse e i loro figli.
00:37Abbiamo visto queste persone, educatrici, psicologhe, che facevano di tutto per insegnare alle ragazze a sentirsi responsabili di un altro essere umano.
00:47Noi raccontiamo un gruppo di giovani madri, ma ognuna ha una propria solitudine, un problema con la famiglia di provenienza,
00:55o la violenza, la povertà, tutte però in quella casa famiglia possono apprendere una nuova vita.
01:02Il nuovo film dei Dardenne, lucido, asciutto, con dialoghi essenziali ma sempre emozionante,
01:09mostra anche come la maternità non sia solo un evento naturale, privo di difficoltà e inciampi.
01:17E' ideologico dire che lo sia, non lo è, in particolare in situazioni come quelle raccontate nel film,
01:26di ragazze che non possono più abortire.
01:29Non sanno se vogliono questo bambino, devono apprendere il modo di gestirli,
01:34ma non vuol dire che decideranno di tenerli.
01:37La maternità è una cosa che si apprende.
01:40Giovani Madri è comunque un film che mostra percorsi di rinascita e di speranza.
01:46Quello che ci interessava di queste cinque ragazze è come possono arrivare ad una scelta
01:58che le porti fuori dall'isolamento in cui si trovano.
02:01E' un film sulla speranza.
02:03Grazie.
02:04Grazie.
02:05Grazie.
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