IN UN MOMENTO STORICO IN CUI LE PERSONE SONO ALLA RICERCA DI NATURALEZZA, si fa sempre più spazio la cosmetica dentale rigenerativa con i suoi trattamenti conservativi che valorizzano l’unicità di ogni sorriso, senza uniformarlo a canoni standardizzati. A confermarlo è la dottoressa Clotilde Austoni, Odontoiatra Specialista in Chirurgia Odontostomatologica, pioniera sui social (e non solo) della promozione della salute del sorriso e Responsabile CORED, il primo Centro per la cura e riabilitazione orale dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano: «Nella cosmetica, i trattamenti anti-age hanno l’obiettivo di rivitalizzare i tessuti cutanei. Un concetto analogo può essere applicato a quelli dentali. Con il passare del tempo anche i denti vanno incontro a usura, perdita di minerali, alterazioni di traslucenza e ingiallimento dello smalto». Non a caso si parla sempre più spesso di skinification anche nell'oral-care. Largo, dunque, a trattamenti come la rimineralizzazione dentale con molecole bioattive che rafforzano lo smalto. Poi c’è lo sbiancamento dentale in grado di eliminare i pigmenti accumulati nel tempo che hanno ingiallito il sorriso. Last but not least, i restauri additivi in composito che sono un'alternativa alle faccette in ceramica. Questi consentono di preservare ciò che rimane del dente naturale e di ricostruire i volumi perduti in modo conservativo e reversibile. «Si tratta di un trattamento particolarmente indicato nei casi di usura dentale, frequente nei pazienti con bruxismo, in presenza di erosione acida dovuta a reflusso gastroesofageo, disturbi alimentari, oppure a diete vegane o vegetariane che comportano spesso un maggiore apporto acido. In queste situazioni, anziché ricorrere a tecniche invasive, si preferisce intervenire in aggiunta, senza necessità di limare il dente naturale» conclude l'esperta.
Commenta prima di tutti