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Franco Scaldati (Montelepre, 13 aprile 1943 – Palermo, 1º giugno 2013) è stato un drammaturgo, attore e regista italiano. Attivo principalmente in campo teatrale, ne è considerato una delle voci più importanti[1].

Biografia
«A che serve il teatro? È una forma d'arte che implica immediatamente l'uomo, che obbliga a vivere, a incontrarsi e scontrarsi»
(Franco Scaldati[2])

Di umili origini, lascia la scuola prima di conseguire la licenza elementare e inizia a lavorare in una sartoria frequentata da attori di teatro (per questo motivo nel mondo teatrale merita il soprannome de il Sarto[1]); questa frequentazione fa nascere in lui l'interesse per questa forma d'arte. Il suo debutto in teatro avviene al teatro Biondo di Palermo con un testo di Luigi Capuana.

Dal 1976 comincia a mettere in scena le proprie opere: Il pozzo dei pazzi e, a breve distanza, Lucio e in seguito Manu mancusa e Il cavaliere Sole.

Negli anni novanta, a partire dall'esperienza del laboratorio "Femmina dell'ombra", porta la sua attenzione al territorio dando vita a numerosi laboratori con gli abitanti del quartiere Albergheria (uno dei quartieri più degradati del centro storico di Palermo). In questi anni mette in scena La notte di Agostino il topo, Sonno e sogni e Santa e Rosalia.

Oltre che autore e attore in molte opere teatrali, Scaldati si cimenta anche come attore nel cinema partecipando ai film Kaos dei fratelli Taviani, L'uomo delle stelle e Baarìa di Giuseppe Tornatore, I briganti di Zabut e Il giorno di san Sebastiano di Pasquale Scimeca[3] e Il Buma di Giovanni Massa.

Nel 2003, con la regia dei cineasti palermitani Daniele Ciprì e Franco Maresco, è uno dei protagonisti del film Il ritorno di Cagliostro[4].

Negli anni 2005 e 2006 ha ricoperto l'incarico di direttore artistico della sezione teatro delle "Orestiadi di Gibellina".

Durante la sua carriera si impegna a creare e recuperare nuovi spazi culturali. Apre i teatri indipendenti Teatro & C., Re di Coppe e Il Piccolo Teatro. Alcune sue opere sono tradotte in catalano, in polacco e in svedese.

Nel mese di maggio del 2020 l'intero archivio di Franco Scaldati viene ceduto dai suoi familiari alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia, dopo infruttuosi tentativi di valorizzarne l'Opera esperiti con il Comune di Palermo[5].

Nel 2021, a otto anni dalla scomparsa, su iniziativa dell'assessore regionale dei Beni Culturali e dell'identità Siciliana, Alberto Samonà, la Regione Siciliana decide di far pubblicare tutta l'opera di Scaldati in otto volumi, comprendenti fra l'altro 37 testi inediti del drammaturgo[6]. I primi due volumi, con i testi dal 1975 al 1979 e dal 1981 al 1990, vengono dati alle stampe nel 2022 con Marsilio Editori, a cura di Valentina Valentini e Viviana Raciti
Trascrizione
00:00:00Rosa aurora, azzurri l'occhio tua, si irradia il cielo, e il tuo dolce sorriso crea l'alba.
00:00:24Spunta a giardino cielo, a rosa autoviso, rosa ai silenzi, cantano a cielo in cielo, quattro voci.
00:00:38Rosa, i luci, i canti tua formano arcobaleni, rosa eremita, l'ancelo profumato t'ha creata,
00:00:49rosa graziosa, un gersomino a te t'ha chiesto un sposa.
00:00:57Oh, rosa graziata, a scuma mare, a tuo sguardo muta un roseto.
00:01:04Rosa nura, a luna, corone ruggiata, rosa muta un serenata, rosa argentata, oscura notte si illumina e tom sorrisi.
00:01:21Oh, rosa, rogni rosa, a rosalia, a lata, oh, rosa svanita, tu, con sospiro, ha profumato a rosa.
00:01:38Rosa, a linia, a rosa, a rosa, a rosa, a rosa, a rosa, a rosa.
00:02:05Grazie a tutti.
00:02:35Grazie a tutti.
00:03:05Grazie a tutti.
00:03:35Grazie a tutti.
00:04:05Grazie a tutti.
00:04:35Grazie a tutti.
00:05:05In quegli anni Palermo era solamente vera, viva.
00:05:10È chiaro che non erano accettabili le violenze estreme, la fame.
00:05:16Però se la rapportiamo alla Palermo di oggi, e vabbè, non voglio dire una bestemmia, ma io preferisco quello.
00:05:24E non solo perché ero un ragazzo.
00:05:30Franco Scaldati nasce il 13 aprile del 1943 a Montelepre, un piccolo paese poco distante da Palermo, dove la famiglia si trasferisce a causa dei bombardamenti degli angloamericani, che nel maggio dello stesso anno sbarcano in Sicilia.
00:05:57Finita la guerra, gli Scaldati rientrano a Palermo, dove il piccolo Franco frequenta la scuola con scarso rendimento, cosicché il padre, che possiede un bar nella popolare via Principe di Scordia, decide di mandarlo a bottega presso un sarto suo amico, per imparare un mestiere sicuro.
00:06:15Terminato il servizio militare nel 1964, è impiegato nella sartoria dei fratelli Ferina, frequentata da importanti artisti e intellettuali dell'epoca.
00:06:26Anni dopo, Franco Scaldati ricorderà quel periodo in una rara intervista televisiva.
00:06:31Dovevo fare qualcosa, così dicevano i miei genitori, dovevo fare qualcosa e si cominciano dei parenti, parenti lontani, facevano i sarti e sono finito in una sartoria.
00:06:47L'Iguagliani ricordo molti libri, molte letture, molto cinema.
00:06:55La sartoria Ferina in quel momento era la giovane sartoria più avviata a Palermo, perché era anche un punto di riferimento culturale, perché passavano i personaggi più famosi in quel tempo, in quella città, da Sellerio a Salvolicata e tante altre, la sua eccellenza Messina, Presidente del Tribunale.
00:07:25La Palermo degli anni 60, nella quale il ventenne Scaldati comincia a guadagnarsi da vivere con ago e filo, è una città dalla vita culturale intensa e vivace.
00:07:41Qui nascono, per esempio, il controverso gruppo 63, la punta dell'avanguardia letteraria italiana, e le settimane internazionali di nuova musica, che ospitano compositori del calibro di Stockhausen e Luciano Berio.
00:07:53Ma anche il cinema scopre Palermo, che in questo periodo diventa il set del Gattopardo Viscontiano, mentre nella redazione del battagliero quotidiano Lora è possibile incontrare nel pomeriggio scrittori come Sciascia, Carlo Levi o Pierpaolo Pasolini quando è di passaggio in Sicilia.
00:08:11E' dunque in questo clima di trascinante euforia intellettuale e artistica che Franco Scaldati scopre concretamente il teatro, grazie a un cliente della Sartoria Ferina, l'organizzatore e regista teatrale Nino Drago,
00:08:26il quale lo fa debuttare come attore nel dramma dell'inglese John Osborne, Ricorda con rabbia.
00:08:32E la rabbia esplode sul serio nel 1968 anche nelle università palermitane, portando all'apertura di decine di teatrine underground,
00:08:50dove un giorno il sarto, così ormai tutti chiamano Scaldati, incontra il giovanissimo Melino Imparato, che negli anni a venire avrà un ruolo fondamentale nel teatro dell'amico Franco.
00:09:02Franco era diverso, Franco veniva dalla generazione prima, trova noi, questo gruppo di giovani, tra virgolette, rivoluzionari.
00:09:10Ovviamente vivere un'esperienza del genere per Franco che è abituato invece a fare casa e lavoro, casa e famiglia, tutto questo l'avrà intrigato.
00:09:22Per me in quegli anni era un po' la scoperta della città, vedevo cose diverse rispetto al luogo da dove io mi muovevo, questo accadeva in quegli anni.
00:09:40Purtroppo l'impegno di tanti giovani, profuso con entusiasmo nelle battaglie politiche e civili, come quella per le case nel quartiere Zen,
00:09:55è tutt'altro che sufficiente per contrastare la vertiginosa ascesa di Cosa Nostra, che tra gli anni 60 e 70 fa guadagnare a Palermo il triste primato di capitale mondiale del crimine organizzato.
00:10:08Di mattina, di notte, correvi in mezzo al sangue, i piedi sporchi di sangue, il dolore, la gente che urlava, disperazione.
00:10:18E poi dall'altro lato si correva perché c'era qualcosa, un teatrino, perché c'era un concerto, c'era un dibattito, un dibattito, un'occupazione.
00:10:30C'era anche in contrapposizione una grande voglia di andare oltre, di contrapporsi a questo. L'unico mezzo che avevamo per farlo era il teatro.
00:10:41Nel 1974 Franco Scaldati debutta come autore con lo spettacolo Attore con la O chiusa per sempre, prodotto dalla compagnia Draghi 74 e messo in scena nel minuscolo teatrino dei Travaglini,
00:11:03fondato dal giornalista e scrittore Salvo Licata, punto di riferimento del teatro palermitano per almeno due decenni.
00:11:09Già con questo spettacolo, che è un esilarante presa in giro del teatro borghese, Scaldati comincia a sperimentare l'uso innovativo e originalissimo del dialetto palermitano,
00:11:20che nelle opere della maturità toccherà punte di sublime poesia. Di attore con la O chiusa oggi non rimane nessun testo scritto.
00:11:29Ci siamo trovati tra le mani uno spettacolo di potente rottura. Era veramente il primo spettacolo che dava un pugno in faccia al teatro che c'era in quel momento.
00:11:45Cosa è stata? È stato un po' come dire, un momento in cui c'era una specie di necessità di riprendere, di accogliere il linguaggio o la lingua palermitana,
00:11:57di cui in quei termini non era stata mai trattata, ma non che mi ponesse questo problema, è stata una cosa quasi istintuale.
00:12:05Negli anni in cui Franco Scaldati debutta come autore, il teatro italiano tradizionale è messo in crisi dal genio di Carmelo Bene,
00:12:18il solo artista di quel periodo in grado di fare incazzare i critici e il pubblico come non succedeva da decenni.
00:12:25Anche a Palermo si fa teatro sperimentale di buon livello, ma la vera novità, il pugno allo stomaco,
00:12:31arriva nel 1976 al piccolo teatro di Nino Drago, quando Scaldati mette in scena il Pozzo dei Pazzi,
00:12:39oggi giustamente considerato il suo capolavoro e un punto di riferimento della drammaturgia contemporanea.
00:12:46Con il Pozzo dei Pazzi Franco reinventa una lingua palermitana che evoca un mondo perduto,
00:12:51abitato da personaggi che restano impressi per sempre nella memoria dello spettatore.
00:12:57Mi sembrò una cosa straordinaria perché era come l'inizio di un ciclo di novità che c'erano nel teatro,
00:13:09nella cultura, nello spettacolo palermitano, che avevano radici lontanissime, ma che però avevano anche
00:13:17una modernità abbastanza strabiliante. Insomma, io mi ricordo che all'uscita dal Pozzo dei Pazzi dissi
00:13:24è Giobbe rifatto da Beckett.
00:13:27«Morì!
00:13:43Meschina! Morì!
00:13:50Ma che bisogna accadere? Muore!»
00:13:54Questo teatro di Franco è un teatro che è legato a una classe che non ha avuto rappresentazione nel teatro,
00:14:04quindi di marginalità totale, profonda, però con una sapienza di dialoghi, anche con degli interrogativi metafisici
00:14:16che diventavano però concreti.
00:14:19«Ponelli che voglio essere a spaziare!
00:14:30A robicchia se vede lì!
00:14:32Ho capito quando mozionare il goglione!
00:14:36Scrossamente minchia!
00:14:40Ti ho detto sempre che non voglio essere rispecchiato quando lo vuoi!
00:14:44e se la manciamo la m'ammazzare
00:14:48la potremo mangiare viva
00:14:51protagonisti del Pozzo dei Pazzi sono Aspano e Bineritto
00:14:57due vagabondi perennemente affamati
00:14:59che decidono di rubare con uno stratagemma
00:15:02la gallina del folle Totò
00:15:04un accattone per il quale il pennuto è la sola ragione di vita
00:15:08i due riescono nel loro intento
00:15:11ma quando Totò si accorge di essere stato raggirato
00:15:14non regge al dolore della perdita e si uccide
00:15:17si uccide per una gallina
00:15:25si uccide perché viene fuori questo conflitto enorme
00:15:29tra chi la gallina se la vuole mangiare la vuole uccidere
00:15:33quindi tra chi ha rotto un patto
00:15:36col mondo animale
00:15:39quindi ha rotto un'armonia
00:15:41e chi quella armonia la vuole recuperare
00:15:44facciamo che io m'è in tardi in terra
00:15:49e il dà cocavolere va
00:15:51se vuole venere con me
00:15:54ma la piglio io
00:15:55se vuole venere con te
00:15:57ne aspettiamo
00:15:58facciamo accosti a Aspano
00:16:00così come tu sei più grande di mio
00:16:05guardate che facciamo porrere accosti
00:16:08senza fare un grafico però
00:16:10guardate che facciamo per me
00:16:14guardate che facciamo per me
00:16:16Andrea!
00:16:22Poveri, sto cavo si vanno con me!
00:16:40Ottenuta la gallina, i due vagabondi litigano per spartirsela
00:16:47e Bineritto, accecato dalla furia omicida, uccide Aspano.
00:16:52Ma quando si accorge di quello che ha fatto, per il rimorso impazzisce.
00:17:00Attorno ai due protagonisti, Aspano e Bineritto, si muovono altre due coppie.
00:17:05La prima è costituita da Giovannino e Matteo,
00:17:08due sul furei musicanti che rappresenta un esplicito omaggio
00:17:11all'universo metafisico di Samuel Beckett.
00:17:17A questo mondo così violento e disperato fa da contrapunto
00:17:21l'amore luminoso e puro di Pinot e Masino,
00:17:24due giovani innamorati che incarnano la terza coppia del Pozzo dei Pazzi.
00:17:29Ma anche su di essi, a un certo punto, si abbatte la tragedia.
00:17:33Pinot è diventata una prostituta che adesso rinnega il loro amore
00:17:39e Masino la uccide a coltellate.
00:17:42E' questa forse la scena più disperata del Pozzo dei Pazzi,
00:17:46dove Franco Scaldati disvela tutto il suo pessimismo,
00:17:49descrivendo un mondo in cui gli uomini non possono che soccombere
00:17:53di fronte al male che ne determina l'esistenza.
00:17:56Aveva questa visione pessimistica, aveva questa visione anche disperata,
00:18:11perché poi l'urlo dopo il male fatto ti porta fuori dall'innocenza,
00:18:16ti porta a constatare che tu hai fatto qualcosa di rimediabile,
00:18:20che l'unica persona che ti può perdonare non c'è più.
00:18:23Questo lo capiscono persino questi innocenti nel capire che hanno eliminato
00:18:29la persona che poteva dargli la pace e il perdono.
00:18:36Eppure, malgrado il potente pessimismo che impregna il Pozzo dei Pazzi,
00:18:41nella scena finale Scaldati offre allo spettatore
00:18:44uno straordinario momento di catarsi poetica,
00:18:47in cui Pinot e Masino ritrovano il loro amore e una seconda vita.
00:18:51ristabilendo quel patto tra l'uomo e la natura
00:18:54che l'uccisione della gallina aveva infranto.
00:18:57Un uccello si vede la mattina, quando c'è un sole,
00:19:11cacchio, sei la luna, luce,
00:19:13e reccavolo,
00:19:16quando mattina luce,
00:19:19si sente usciavolo di sciore.
00:19:21I sciore?
00:19:24Chi so' i sciore?
00:19:28I sciore so' come se la terra fosse a colore,
00:19:34come se la terra raria volesse a diventare.
00:19:40Sta giornando.
00:19:41Diamo un uccello sui sciore.
00:19:46Ramma mano.
00:19:48Usa in tu sciavoro.
00:19:52Sei.
00:19:53Asenta musica.
00:19:56Sei.
00:19:57Quando nel 1990
00:20:02il Pozzo dei Pazzi fu rappresentato
00:20:04al Teatro dell'Elfo di Milano
00:20:06con la regia di Elio dei Capitani,
00:20:08il pubblico rimase impressionato
00:20:10dalla crudezza del testo,
00:20:12soprattutto per la fortissima tensione
00:20:14al limite della violenza fisica
00:20:16che sulla scena si stabiliva
00:20:18tra Scaldati e Gaspare Cucinella,
00:20:20interpreti di Aspano e Bineritto.
00:20:23Anche se va ricordato per la cronaca
00:20:25che pure a Palermo 15 anni prima
00:20:28il pubblico uscì dal teatro
00:20:29un bel po' turbato.
00:20:31Il pubblico uscì dal teatro
00:21:01che è il pubblico uscì dal teatro
00:21:04e dal bambino che è il pubblico uscì dal teatro.
00:21:09E dal teatro che è il pubblico uscì dal teatro.
00:21:13E dal teatro che è il pubblico uscì dal teatro.
00:21:14Questa volgarità diventa interessante
00:21:18nel momento in cui viene messa
00:21:19nelle bocche di gente,
00:21:21di personaggi che sono totalmente innocenti.
00:21:24C'è questa innocenza di fondo
00:21:25che fa diventare il suo teatro
00:21:27universale.
00:21:31anche perché non sono affatto personaggi borghese,
00:21:33ma appunto perché sono emarginati,
00:21:35sono estremi,
00:21:37probabilmente raccolgono
00:21:38e hanno in sé
00:21:39l'universo.
00:21:43E quindi da qui
00:21:44i rapporti con tutte le cose
00:21:48profonde e autenti alla vita,
00:21:50con come litigare,
00:21:51con il mangiare,
00:21:53senza nessun tipo di sovrastruttura.
00:21:55se non quella necessaria
00:21:59alla sopravvivenza.
00:22:01E questo senza neanche
00:22:02l'angoscia della sopravvivenza.
00:22:07Quasi tutto per istinto.
00:22:10Sul finire degli anni settanta
00:22:25della città che nei secoli
00:22:27fu definita felicissima
00:22:28rimane molto poco.
00:22:30Tutta la zona sud-ovest di Palermo,
00:22:32dove un tempo
00:22:33tra i giardini della Piana dei Colli
00:22:35sorgevano magnifiche ville settecentesche,
00:22:37adesso è un'immensa distesa di cemento
00:22:39dalla quale spuntano palazzoni
00:22:41di indicibile bruttezza.
00:22:45Accade così
00:22:46che in questa città anonima
00:22:48si insedia una nuova borghesia
00:22:49senza storia,
00:22:51che si è arricchita nel dopoguerra
00:22:52grazie ai favori e ai privilegi
00:22:54concessi da una politica
00:22:56che fonde il suo potere
00:22:57sul clientelismo.
00:22:59Di fronte allo scempio in atto,
00:23:00Scaldati si rende conto
00:23:02che la Palermo in cui è cresciuto
00:23:03quella dei vecchi quartieri
00:23:05sta scomparendo
00:23:06e con essa l'umanità e la lingua
00:23:08che ne raccontava
00:23:09l'anima più profonda.
00:23:11In questo senso
00:23:12si può dire che tutto il teatro
00:23:14di Franco Scaldati
00:23:15è uno straordinario esempio
00:23:17di resistenza morale e culturale
00:23:19alla barbarie che avanza,
00:23:21alla quale egli contrappone
00:23:23con fermezza e coerenza
00:23:24la forza della sua poesia.
00:23:26più io entravo nell'altra città
00:23:35più consideravo e valutavo
00:23:39il mio angolo di città
00:23:41quindi me stesso
00:23:43i miei ambienti
00:23:45le persone e le facce
00:23:48che io ho conosciuto
00:23:50che ho visto
00:23:51le persone che ho incontrato
00:23:53un rifiuto
00:23:56dell'altra città
00:23:56credo che significhi questo
00:23:58e cercare di irradiare
00:24:01nell'altra città
00:24:02che evidentemente
00:24:03mi ha inorridito
00:24:04quello che ero io
00:24:07quello che era il mio ambiente
00:24:08quello che era il mio quartiere
00:24:09quello che era
00:24:11se vuoi la durezza
00:24:12ma la verità
00:24:13è la poesia del mio quartiere.
00:24:14Viva nei quartieri
00:24:24quindi respirando i suoni
00:24:27e vedendo le facce
00:24:28dei quartieri
00:24:29da là si ispirava
00:24:30e poi li faceva diventare altro
00:24:32così come il palermitano
00:24:34lo ha fatto diventare
00:24:37altro e alto
00:24:39una lingua
00:24:40è un dialetto
00:24:41che non si parla più
00:24:42dentro questa lingua
00:24:44Franco metteva la sua poesia
00:24:45con questa lingua
00:24:46e esprimeva
00:24:47perché lui pensava
00:24:48in questo modo
00:24:49essendo nato
00:24:50nei quartieri.
00:24:51che non si parla più
00:24:53non si parla più
00:24:54Buon appetito!
00:25:24Buon appetito!
00:25:54La lingua deve essere piena dei sentimenti che noi ci portiamo dentro, non deve appartenere solo alla testa, ma deve appartenere al corpo intero e possibilmente all'anima.
00:26:06Ecco, l'origine della lingua sicuramente avviene in sé queste cose.
00:26:10La lingua deve essere piena dei sentimenti che noi ci portiamo dentro, non deve appartenere solo alla testa, ma deve appartenere solo alla testa.
00:26:40La lingua deve essere piena dei sentimenti che noi ci portiamo dentro, non deve appartenere solo alla testa.
00:27:10La lingua di scaldati ci sembra opportuno ricordare, soprattutto a beneficio dei non siciliani, in che cosa consiste la tradizione teatrale di Palermo.
00:27:18Innanzitutto ci sono i casotti delle vastasate, che nascono sul finire del Settecento a Piazza Marina, una forma di teatro popolare raffigurato dalle due maschere della città, Nofrio e Virticchio,
00:27:30mentre nell'Ottocento e per buona parte del Novecento sono invece i pupari e i maestri del culto ad infiammare la fantasia dei palermitani, incantati dalle gesta dei paladini di Francia e dei loro condottieri, Orlando e Rinaldo.
00:27:44Orlando, maestà, comandatemi amato Dio, Orlando, mentre io scendo in piazza, andate ora stesso sotto le muri di pareggie e cercate di scacciare il nemico dal territorio battezzato.
00:28:04Accanto ai pupari e ai contisti c'erano anche i cantastorie, poeti di strada che narravano in versi i fatti di cronaca, come per esempio le vicende del bandito Giuliano, tramandate dal leggendario Ciccio Busacca.
00:28:26Una sorta di cantastorie può essere definito anche il bagherese Ignazio Buttitta, amico di Guttuso e Sciascia, che per tutta la vita cantò con passione le lotte in riscatto del popolo siciliano, che insorge contro i potenti e la mafia.
00:28:40Il dialetto era usato da Martoglio, dal primo Pirandello ed era un dialetto canolico, un dialetto filtrato dalla borghesia,
00:29:09un dialetto che doveva arrivare alle fasce piccolo-medio-borghese, quindi era un dialetto edulcorato, un dialetto finto, non era il dialetto dei quartieri, il dialetto della violenza,
00:29:24era il dialetto delle zone sociali emarginate, quelle per cui è opportuno fare finta che non esiste, quindi noi abbiamo dato voce a questa gente.
00:29:39L'animo di Padermo era in qualche modo la vitalità.
00:30:08La voglia di esistere, di essere è quella combinazione straordinaria che è delle civiltà vitali, che è l'aggressività e la dolcezza messe assieme.
00:30:22E in qualche modo raccogliere quei personaggi, quell'esperienza, quelle parole, poi credo che sia necessario raccontare quello che si muove dentro le viscere, dentro le viscere di una città.
00:30:40Polizia, Polizia, Polizia.
00:31:08Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Polizia, Pol
00:31:38e le moneta anche se ne appare non c'è le monnezza ma come ne vuole
00:31:44in qualche modo quando scrivo semmai mi può venire ma finora non mi è venuto veramente
00:31:58una sorta di senso di colpa un foglio di carta in origine era un fiore quindi il fatto che
00:32:03diventa un foglio di carta può causare del senso di colpa tant'è che io spero che
00:32:17le foglie di carta ridiventeranno fiori e quindi affermare definitivamente l'inutilità della
00:32:28scrittura nel 1977 franco scaldati porta in scena lucio un testo di straordinaria bellezza che
00:32:39segna l'inizio di un nuovo percorso poetico nella produzione dell'autore palermitano lo spettacolo
00:32:45che racconta l'infelice storia d'amore tra il commediante poeta di strada lucio e la luna non
00:32:50piacque però al pubblico della prima che stremato dalla noia lasciò il teatro anzitempo
00:32:55però è il mimo malinconico innamorato della luna il tema di lucio è questo il perno del testo che
00:33:14poi un testo sgangherato difficile da ricostruire in unità sono come dei brandelli poetici che maresco
00:33:22ha fatto una certa fatica a dargli no a ricomporli a a dargli un senso unitario che lucio è il sole
00:33:31e il sole la mano è illuminata e la luna e sono solo la mano che rappresenta il sole con le dita
00:33:43aperte che brilla con la luce che prende di taglio e l'altra mano aperta che si muove lentamente
00:33:52illuminata illuminata illuminata grappe la stafinesse ecca mungicchio come un signor amurio la ricoglio
00:34:16e sogno ogni sera c'è un cuore madonna e offrisco camipiglio e guarano illuminata quando
00:34:28quando accompare tu o sole s'ammuccia tu sei uscivo illuminata a iddo e a scoccia
00:34:36illuminata illuminata illuminata illuminata chi sta facendo
00:34:44scaldati cosa dove sta andando non mi piace insomma scaldati sta
00:34:53hanno dato per finito scaldati parecchie volte ma ogni volta franco veniva fuori con con un testo nuovo che
00:35:08che è ancora una volta riaffermava la sua poetica
00:35:15per comprendere le ragioni per cui lucio fu pressoché ignorato dal pubblico palermitano
00:35:20in quel lontano 1977 è necessario avere presente qual era la situazione politica e sociale nell'italia degli anni 70
00:35:27quando il paese fu messo in ginocchio dalle bombe neofasciste e dal delirio pseudo rivoluzionario delle brigate rosse
00:35:36ma va ricordato anche che quelli furono gli anni in cui dagli artisti fu messo in ginocchio
00:35:43per comprendere le ragioni per cui lucio fu pressoché ignorato dal pubblico palermitano
00:35:47le bombe neofasciste e dal delirio pseudo rivoluzionario delle brigate rosse
00:35:53ma va ricordato anche che quelli furono gli anni in cui dagli artisti e dagli intellettuali
00:35:58si pretendeva un impegno duro e concreto che potesse contribuire al cambiamento radicale della società italiana
00:36:05in un contesto del genere dunque con l'italia repubblicana sull'orlo dell'abisso
00:36:10come poteva piacere uno spettacolo in cui il protagonista parla alla luna?
00:36:15a palermo negli ambienti della sinistra alcuni cominciarono addirittura ad essere critici
00:36:21nei confronti del disimpegnato Scaldati
00:36:24eravamo di sinistra e Franco Scaldati era solo io credo che fosse come una persona sola
00:36:32che maturava le sue cose faceva i suoi spettacoli non era in mezzo a noi non c'era
00:36:42sicuramente noi avevamo voglia di andare per le strade di incontrarci di vedersi di cercare amore
00:36:51cercare allegria cercare e lui era un personaggio personaggio a sé
00:36:59quando io ho iniziato in quegli anni c'era un po' questa idea di leggere la città attraverso la politica
00:37:05che è stata e si è rivelata ed è stata e io credo averlo intuito sin da allora che è stata catastrofica
00:37:11quindi è venuta fuori la barzelletta che io raccontassi questa città attraverso un'analisi sociologica
00:37:18non me ne fotteva assolutamente nulla non erano alle mie corte non mi interessava eravamo ben lontani
00:37:25e lucio e lucio da lì al cielo chi è che lucio lucio è la luna lucio è la luna lucio è il supremo mare presto
00:37:44e amola a trovare il lume lumine cannele onde ne sebbino chiù ecco la monnizia la monnizia
00:37:53tutte cose ci panno mangiare a lucio e lucio è il ciclire ciclire lucio è il ciclire
00:38:00mentre queste cannele è il lucio mentre queste lume e queste lumine e quando si sottano è luce oscura oscura
00:38:09con la testa chi ne parole è tutto parole lucio i parole su ciume montagne sciure
00:38:18i parole su cielo mare e lucio sape cantare sape a ballare sape suonare lucio lucio sape parrare
00:38:28sape parrare a seconda e conti più belli c'era una volta lucio con un brazzo solo
00:38:38coimmo senza lucio lucio era innamorato da luna e la luna era innamorata di lucio
00:38:48la scura lucio las sana l'uscula osculo chi sa pensare meschino lucio meschino
00:39:03oscuro a contare gli ori nei minuti, e fino a quando io in dei minuti non ci ne chiamo,
00:39:09e schino Lucio, l'acqua, l'acqua Lucio, sta chiovenno, e la luna, sta ne hanno,
00:39:18ne sta chiamando, presto Lucio, presto, corremo, corremo, sta ne hanno.
00:39:24No, ma io credo, io credo in Dio, credo nei santi, credo negli angeli, assolutamente,
00:39:41così come credo nelle streghe, così come credo nel diavolo, io credo, credo a tutto, sono uno scemo.
00:39:49Queste parole di Franco Scaldati confermano un aspetto evidente nel suo teatro,
00:39:56e in particolare in Lucio, cioè la presenza di una forte spiritualità e di una sorta di panteismo religioso,
00:40:04decisamente distante dal pessimismo assoluto che caratterizza la visione del mondo di un autore come Samuel Beckett,
00:40:11il cui nome è spesso evocato dai critici italiani per descrivere la poetica del grande drammaturgo palermitano.
00:40:17E' chiaro che Beckett è stato il mio grande punto di riferimento,
00:40:21mi suggerì in qualche modo il modo di impostare gli spettacoli.
00:40:27Mentre in Beckett in qualche modo sembrava che tutto volgesse verso la fine,
00:40:34verso questa condizione di sofferenza continua, verso il nulla,
00:40:40nel mio teatro c'è una pulsione comunque religiosa,
00:40:44c'è un percorso che io sento verso il divino,
00:40:48c'è uno sguardo verso una possibile condizione umana.
00:40:54A questo punto siamo in direzione opposta.
00:40:58Sembra che Beckett canti la fine,
00:41:02noi tendiamo a cantare la vita nella sua pienezza.
00:41:07Prima di chiudere questo lungo capitolo dedicato a Lucio,
00:41:18è necessario ricordare che esso rappresenta anche una meravigliosa riflessione sul teatro,
00:41:24luogo ideale in cui, secondo la poetica scaldatiana,
00:41:27gli opposti si toccano e trasmutano l'uno nell'altro,
00:41:30come può succedere per esempio con la luce e l'ombra,
00:41:34il sogno e la veglia, il bene e il male.
00:41:38Ma in Lucio anche l'estremo confine tra la vita e la morte è cancellato,
00:41:43cosicché i due mendicanti, Pasquale e Crocifisso,
00:41:46passano indifferentemente dall'al di qua all'al di là,
00:41:49portandosi dietro la loro condizione di perenni affamati.
00:41:54Il teatro è dunque per scaldati anche il luogo in cui non si muore mai.
00:41:58Il teatro è un dialogo continuo con la morte,
00:42:01è quella specie di liturgia dove si muore e si rinasce continuamente,
00:42:05in qualche modo abbatte la barriera tra vita e morte
00:42:10e mette direttamente in contatto con la morte,
00:42:13in questo senso supera la morte stessa e diventa immortale.
00:42:28Nel 1977 Franco Scaldati sposa Margherita Lucia,
00:42:34una giovane sarta che ha conosciuto ai tempi in cui lavorava nella sartoria dei fratelli Ferina
00:42:39e che di lì a poco metterà al mondo due figli, Giuseppe e Gabriele.
00:42:45Ma adesso che ha una famiglia il problema è come mantenerla,
00:42:49visto che con il teatro di soldi ne entrano ben pochi.
00:42:52La fortuna però sembra essere benevola con il nostro poeta
00:42:56e un giorno bussa alla sua porta sotto le baffute fattezze
00:43:00di un signore che si chiama Pietro Carriglio,
00:43:03regista e scenografo ma soprattutto direttore del Biondo,
00:43:06il teatro più importante della città.
00:43:10Franco accetta l'invito, ma bisogna dire che la scelta del sarto di entrare al Biondo
00:43:14non piacque per niente ai suoi vecchi compagni di strada
00:43:17e al pubblico, poco per la verità, che ne aveva apprezzato l'originalità e l'indipendenza.
00:43:24Perché tutti quelli che l'avevano conosciuto, l'avevano seguito, l'avevano apprezzato,
00:43:29l'avevano amato, lo amavano, l'avrebbero pure sponsorizzato,
00:43:34devo dirti, non capirono quantomeno questa scelta.
00:43:40C'era il regista che bollava il cartellino, le prove dalle 4 alle 6,
00:43:44prima questi, poi quelli, non c'è la prova a luci,
00:43:50cioè entrò in un meccanismo che non era quello dell'inizio.
00:43:59Se da un lato è comprensibile la reazione di chi vede nella scelta di Scaldati
00:44:03il tradimento di un'idea di teatro duro e puro,
00:44:06dall'altro è anche vero che questa scelta ha una ragione d'essere
00:44:10alla luce di una situazione che stava cambiando il modo di fare arte ovunque in Italia.
00:44:16Bisogna tenere presente, infatti, che sul finire degli anni 70
00:44:20il ribellismo culturale e ideologico che caratterizzò quel decennio è ormai in declino.
00:44:25E un segno di questo malinconico crepuscolo è la chiusura di decine di teatrini
00:44:30che spariscono a causa delle nuove norme sulla sicurezza varate in quel periodo.
00:44:34Di fronte a uno scenario del genere, quale alternativa poteva avere un autore come Franco Scaldati?
00:44:41Il fenomeno delle televisioni private, nate con la riforma del 1975,
00:45:04cade come una manna dal cielo per i tanti attori che in quegli anni rischiano di finire disoccupati,
00:45:09tanto più che alcuni di loro ben presto diventeranno delle vere star locali,
00:45:15protagonisti di programmi improvvisati, cacciaroni e quasi sempre di agghiacciante volgarità.
00:45:20Ma del resto, è forse un caso se il modello a cui guardano questi pionieri dell'etere selvaggio e brancaleonesco
00:45:39sia un palazzinaro brianzolo che si chiama Silvio Berlusconi?
00:45:52Preso atto dunque che il cabaret televisivo non è roba che fa per lui,
00:45:56la proposta del teatro biondo diventa per Scaldati un'occasione da non perdere,
00:46:01che gli offre la possibilità di conoscere da vicino la complessa macchina del teatro ufficiale e professionale,
00:46:07quello degli attori con la O chiusa che da sempre gli stanno sullo stomaco.
00:46:13Per la verità, Franco proverà sempre nei confronti del teatro biondo sentimenti contrastanti,
00:46:19da un lato gratitudine per le occasioni di lavoro che gli consentono di sostentare la sua famiglia,
00:46:24ma anche amarezza e delusione perché non si sente valorizzato come giustamente crede di meritare.
00:46:30Perché nel momento di bisogno Franco andava a chiedere e veniva accontentato,
00:46:35però veniva accontentato probabilmente a partecipare a delle produzioni teatrali del teatro biondo,
00:46:44mentre invece Franco chiedeva altro, chiedeva che gli venisse prodotto un suo spettacolo
00:46:50e stava sempre in questa attesa, quanti anni sono stato lì,
00:46:54perché l'anno prossimo bionda a fare chissu, bionda a fare chissu,
00:46:57cosa che puntualmente non accadeva mai.
00:47:01Lui era un cane sciolto, Franco Scaldati, era un cane sciolto,
00:47:05e quando io dico che il biondo se l'è comprato,
00:47:09dico semplicemente che a questo cane è stato dato un osso.
00:47:12Quelli che dicono che Scaldati si sia lasciato completamente soggiogare dal biondo
00:47:21non fanno un buon servizio a Scaldati.
00:47:23Voleva uscire dal suo cerchio ed entrare in un mondo che magari sapeva benissimo
00:47:27che gli sarebbe stato stretto, ma è proprio in questa costrizione
00:47:31che lui trovò degli elementi che poi rielaborò per il suo lavoro.
00:47:36Per esempio era molto curioso della pratica artigianale degli altri attori,
00:47:39anche di quelli distanti da lui.
00:47:40è stata per lui un'esperienza che secondo me lui ha fatto volontariamente,
00:47:43non solo per motivi alimentari, io ne sono assolutamente convinto.
00:48:02Il decennio degli anni Ottanta è forse il più tragico che Palermo abbia conosciuto
00:48:07dai tempi dei bombardamenti dell'ultima guerra.
00:48:10Il livello di disoccupazione è altissimo, ma al tempo stesso la città vanta il maggior numero
00:48:16di banche e di automobili Mercedes e BMW rispetto al resto d'Italia.
00:48:21Un record tanto drammatico quanto surreale dovuto a una economia sommersa
00:48:26fondata sull'inestinguibile rapporto tra mafia e politica.
00:48:29Intanto l'omicidio del boss di Villa Grazia, Stefano Bontade, avvenuto il 23 aprile del 1981,
00:48:37mette fine alla Pax mafiosa che durava da più di dieci anni.
00:48:41Stanotta l'una illumina un deserto,
00:48:56assagitano rincia la mia testa, grida e voce, pensieri deformi, parole frantumate,
00:49:08un pallido velo e a luna, l'infinito spettro, è stanotte un fantasma muto,
00:49:16è un viso informe, ho innamorato un mio, è acqua evaporata, fuoco ca' muta in cingere,
00:49:28è vita sospisa e immobile, è morte, pallida e desolata luna,
00:49:35l'acera tormenta e vuci, ho corpo mio,
00:49:38l'abissi, ho tempo, appare un'antico castello,
00:49:44torna origine to' castello antico,
00:49:50era petra un tempo, ora è un ghigno, a sta lunata luna.
00:50:08Nel 1985 Franco Scaldati lascia il biondo,
00:50:18stanco e annoiato dai ritmi che il teatro istituzionale gli impone,
00:50:22ma anche per le tournée che lo portano in giro per l'Italia,
00:50:26spesso come interprete di testi altrui.
00:50:29Adesso vuole ritrovare l'entusiasmo e la libertà dei vecchi tempi,
00:50:32mettendo a punto l'esperienza acquisita lavorando al biondo.
00:50:36E' in questo periodo che Scaldati scrive e porta in scena
00:50:40alcuni testi di notevole felicità creativa,
00:50:43come per esempio Occhi e La Guardiana dell'Acqua,
00:50:46che segnano una nuova svolta nel teatro del Sarto.
00:50:52In queste opere la parola si disincarna e diventa puro suono,
00:50:57soffio primigenio,
00:50:58mentre l'azione si riduce ad una essenzialità
00:51:01che per rigore e suggestione poetica,
00:51:04al nostro avviso non ha uguali tra gli autori contemporanei in Italia.
00:51:08Un'era nuvia, scurre in ora, lo scende,
00:51:14e chiove, e scurre in vanti,
00:51:18caso, e l'acqua ne conunce i tavoli,
00:51:22e cuveni, cuveni, o fun, o fun,
00:51:26fino a quando si acqua senza forma,
00:51:30no, no, chi vuole fare?
00:51:32Ma a quattro, ma io mese, sei ora,
00:51:36tu riesci, no,
00:51:39solo mia, eh,
00:51:40e a via di stare, no,
00:51:43moro, e fuori neri,
00:51:45si moro come le foscari, no.
00:51:47Nel 1987 un giovane organizzatore siciliano
00:51:55che si chiama Matteo Bavera
00:51:56propone a Scaldati di rilevare il piccolo teatro
00:51:59fondato da Nino Drago,
00:52:01l'attore e regista con cui il sarto
00:52:03aveva cominciato a recitare tanti anni prima.
00:52:07Comincia così quello che può essere definito,
00:52:09senza dubbio,
00:52:10il periodo d'oro di Scaldati,
00:52:12con la produzione di spettacoli vecchi e nuovi
00:52:15che lo impongono all'attenzione dei critici più autorevoli.
00:52:18Primo fra tutti Franco Quadri,
00:52:21che da questo momento lo sosterrà sempre con entusiasmo,
00:52:24pubblicando anche per la prima volta
00:52:26testi come Il Pozzo dei Pazzi e Occhi.
00:52:30Con il piccolo teatro,
00:52:32Scaldati ha modo di mettere insieme
00:52:33una compagnia di attori
00:52:35che oggi è ricordata come la migliore
00:52:37che egli abbia mai avuto.
00:52:39Tra questi è doveroso ricordare
00:52:41il veterano Fabio Cangelosi
00:52:42e poi i fratelli Paolo e Vannina Labruna,
00:52:46Claudio Russo
00:52:46e la straordinaria Enza Rappa.
00:52:51Con i suoi attori,
00:52:52Franco è possessivo e geloso,
00:52:54pretende una fedeltà assoluta
00:52:56e che quindi non facciano spettacoli
00:52:58con nessun altro all'infuori di lui.
00:53:00Per esempio,
00:53:01una cosa che ricordo e non dimenticherò mai,
00:53:04la paura di stare accanto a lui.
00:53:06Io avevo la sensazione
00:53:08che lì lui perdesse
00:53:11spesso e volte il controllo,
00:53:12non era così ovviamente,
00:53:13ma perdesse davvero il controllo.
00:53:17Si stava in ansia, insomma,
00:53:18quando si stava in scena con Franco.
00:53:20C'erano anche delle volte
00:53:21in cui si arrabbiava,
00:53:23una volta assistito
00:53:24a un suo cellulare
00:53:26che veniva attirato
00:53:27addosso ad un'attrice.
00:53:29In generale,
00:53:31detesta gli attori professionisti,
00:53:32che giudica inadeguati
00:53:34per interpretare il suo teatro,
00:53:36in quanto la tecnica imparata
00:53:38nelle scuole di recitazione
00:53:39impedisce loro di raggiungere
00:53:41la necessaria purezza
00:53:42e il totale coinvolgimento emotivo
00:53:44di cui i suoi testi hanno bisogno.
00:53:47L'attore è il centro del teatro,
00:53:59non esisterebbe teatro
00:54:00senza attore.
00:54:03L'attore è appunto lo sciamano,
00:54:09è quello che si lascia attraversare,
00:54:12è quello che attraversa,
00:54:13è quello che collega
00:54:14gli universi.
00:54:16Sono le persone
00:54:19attraverso i quali
00:54:21si sperimenta
00:54:23l'unicità
00:54:24e quindi la riacquisizione
00:54:29dell'armonia
00:54:30in alcuni attimi.
00:54:34Il resto è conflitto,
00:54:38cioè anche dolore.
00:54:46ma colui che più di ogni altro
00:54:53incarna l'animo del teatro scaldatiano
00:54:55si chiama Gaspare Cucinella,
00:54:57un attore che ha diviso la propria vita
00:54:59tra le tavole del palcoscenico
00:55:01e l'ufficio postale
00:55:02dove ha lavorato per 40 anni.
00:55:05Era più anziano di Franco
00:55:06di quasi 20 anni
00:55:07e nessuno ricorda un solo giorno
00:55:09in cui i due non litigassero.
00:55:11sul palco diventavano
00:55:15angeli
00:55:16diabolici
00:55:18ma erano straordinari.
00:55:20Nacque questo rapporto
00:55:21fatto di insulti,
00:55:22di carezze,
00:55:25di liti,
00:55:26di prevaricazione
00:55:26da parte di Franco
00:55:28su Gaspare
00:55:29che poi
00:55:29invece era al contrario.
00:55:31Quello più violento
00:55:32era Gaspare
00:55:33nel suo essere così attonito.
00:55:38Era uno scontro
00:55:39molto duro
00:55:40tra i due
00:55:40che provocava scaldati
00:55:42che Cucinella
00:55:42non poteva capire.
00:55:44Cucinella non capiva
00:55:45perché
00:55:46non capiva
00:55:47che questo
00:55:47lo aiutava in scena.
00:55:50Lo prendeva
00:55:50semplicemente
00:55:51come un fatto
00:55:52violento.
00:55:53Quello che succedeva
00:56:03in palcoscenico
00:56:04è che
00:56:05secondo me
00:56:05Franco
00:56:06
00:56:07la faceva pagare.
00:56:08Gli schiaffi,
00:56:10i pugni,
00:56:11i calci
00:56:12che lo sta ammazzando.
00:56:13Ma Gasparino
00:56:14si difendeva
00:56:15perché le sputtazzate
00:56:16che si davano
00:56:16fra di loro
00:56:18capisci
00:56:18che noi
00:56:19addirittura
00:56:19ci dovevamo
00:56:20spostare
00:56:20dal dietro
00:56:21le quinte
00:56:22perché
00:56:22si stanno ammazzando.
00:56:52Gasparino è un prodigio
00:56:58dire che è la più grande
00:56:59maschera
00:56:59che questa città
00:57:00ha espresso
00:57:01mi sembra di dire
00:57:02poco.
00:57:04Gasparino è in sé
00:57:05il prodigio
00:57:05del teatro
00:57:06che in viso
00:57:07raccoglie
00:57:08un'infinità
00:57:10incredibile
00:57:10e straordinaria
00:57:11di emozioni
00:57:12continue.
00:57:12Gasparino
00:57:13è Gasparino.
00:57:17Una maschera
00:57:17assolutamente straordinaria
00:57:18mi emoziona
00:57:19pure parlarne.
00:57:37Ciao Franco
00:57:38tanto tempo è passato
00:57:41ti ricordi di me
00:57:43io mi ricordo
00:57:45di te
00:57:46ci volevamo bene
00:57:49mi volevi bene
00:57:50e ti volevo bene
00:57:51mi colpestavi
00:57:54io rimanevo
00:57:55colpestato
00:57:56perché
00:57:57quando sarò
00:58:01in condizione
00:58:02di arrivare
00:58:03da te
00:58:03allora forse
00:58:05possiamo
00:58:06parlare
00:58:07io e te
00:58:08in separata sede
00:58:10in un punto
00:58:11qualsiasi
00:58:12dell'universo.
00:58:14Mi raccomando
00:58:15fai l'esame
00:58:17di coscienza.
00:58:20Non c'è assolutamente
00:58:22speranza
00:58:22per questa città
00:58:23è finito tutto.
00:58:27Perché è finito tutto
00:58:28dottore Caponnetto?
00:58:31Perché è finito tutto?
00:58:35Perché
00:58:35non ne faccio dire altro
00:58:38non ne faccio dire altro
00:58:41io provai il sgomento
00:58:52questo
00:58:52ricordo lo sgomento
00:58:53che provai
00:58:54avvertendo chiaramente
00:58:55qualche cosa
00:58:56che non si avrebbe più
00:58:57potuto riproporre
00:58:58che qualche cosa
00:59:00era cambiato
00:59:01in profondità
00:59:02che qualche cosa
00:59:03di tragico
00:59:04ormai era avvenuto
00:59:06ed era destinato
00:59:08così come è stato
00:59:09a durare
00:59:10per decenni
00:59:12ma ancora
00:59:15io credo
00:59:16che si viva
00:59:16il dopo stragi
00:59:18sono ferite
00:59:20ancora non sanate
00:59:21e che ancora
00:59:22non c'è
00:59:23la catarsia
00:59:24non c'è il dopo
00:59:25le cose
00:59:26si è tentato
00:59:27di rimediarle
00:59:28continuamente
00:59:29mettendole
00:59:29le pezze
00:59:30però
00:59:30dal punto di vista
00:59:30culturale
00:59:32sociale
00:59:35quindi politico
00:59:36non abbiamo
00:59:37superato
00:59:38la fase
00:59:38le stragi
00:59:44del 23 maggio
00:59:45e del 19 luglio
00:59:46segnano una linea
00:59:47di confine
00:59:48tra un prima
00:59:48e un dopo
00:59:491992
00:59:50la morte
00:59:52dei giudici
00:59:53Falcone e Borsellino
00:59:54scuote la coscienza
00:59:55del popolo siciliano
00:59:56come mai era successo
00:59:57in passato
00:59:58perfino
00:59:59quella di chi
01:00:00ha sempre mitizzato
01:00:01una mafia buona
01:00:02contrapposta
01:00:03a una mafia
01:00:03cattiva
01:00:04adesso
01:00:05è il momento
01:00:06delle lacrime
01:00:07del dolore
01:00:08ma anche
01:00:08della rabbia
01:00:09adesso
01:00:10è arrivata
01:00:11l'ora del riscatto
01:00:12e della presa
01:00:12di coscienza
01:00:13di tutti i siciliani
01:00:14che uniti
01:00:15vogliono dire
01:00:16con forza
01:00:17e per sempre
01:00:17no alla mafia
01:00:19e alla sua
01:00:19sanguinaria
01:00:20sete di potere
01:00:21disgraziatamente
01:00:25però
01:00:26si tratterà
01:00:27ancora una volta
01:00:27di una delle tante
01:00:28illusioni
01:00:29che questa terra
01:00:30splendida e maledetta
01:00:31ha conosciuto
01:00:32nella sua storia
01:00:33un miraggio
01:00:35provocato
01:00:36da una bestiale
01:00:36violenza
01:00:37senza precedenti
01:00:38che soltanto
01:00:39per un attimo
01:00:40ha turbato
01:00:41la coscienza
01:00:41di ogni italiano
01:00:42e la dimostrazione
01:00:44di quanto effimera
01:00:45e inutile
01:00:46sia stata
01:00:46la reazione
01:00:47dei siciliani
01:00:48alle stragi
01:00:48del 92
01:00:49e del 93
01:00:50sarà data
01:00:51di lì a poco
01:00:52dalla discesa
01:00:53in campo
01:00:53più tragicomica
01:00:54che l'Italia
01:00:55abbia mai conosciuto
01:00:57tutti i voti
01:00:58che Forza Italia
01:01:02avrà
01:01:02in Sicilia
01:01:04in Calabria
01:01:06in Campania
01:01:07in tutta Italia
01:01:08saranno voti
01:01:10contro la mafia
01:01:12a partire dal 1994
01:01:24la Sicilia
01:01:25diventa
01:01:26la principale
01:01:26roccaforte
01:01:27di Forza Italia
01:01:28il nuovo partito
01:01:29fondato da Silvio
01:01:30Berlusconi
01:01:31nel quale torna
01:01:32a rivivere
01:01:33tutto il peggio
01:01:33della prima repubblica
01:01:35ufficialmente
01:01:36defunta
01:01:36due anni prima
01:01:37con lo scandalo
01:01:38di Tangentopoli
01:01:39adesso a Palermo
01:01:45quasi tutti
01:01:45vogliono lasciarsi
01:01:46alle spalle
01:01:47i morti
01:01:47ammazzati
01:01:48dalla mafia
01:01:49e il Cavaliere
01:01:50di Arcore
01:01:50sembra l'uomo giusto
01:01:51per cancellare
01:01:52il passato
01:01:53grazie alle sue
01:01:54televisioni
01:01:55che già da anni
01:01:56rappresentano
01:01:56e diffondono
01:01:57una filosofia di vita
01:01:59basata sul denaro
01:02:00e su un edonismo
01:02:01che non conosce
01:02:02limiti
01:02:03l'errore più grosso
01:02:04che si fa a Palermo
01:02:05è che quando aprono
01:02:06un locale
01:02:06tutti vanno
01:02:09nello stesso locale
01:02:11quest'estate
01:02:12penso
01:02:12andare a Panarea
01:02:13andare in barca a vela
01:02:16una settimana di seguito
01:02:18a fare l'amore
01:02:19di fronte a cotante
01:02:26imbecillità
01:02:26e narcosi morale
01:02:27che contraddistinguono
01:02:29gli anni 90
01:02:29a Palermo
01:02:30alcuni di noi
01:02:31provano ad affiancare
01:02:32Franco Scaldati
01:02:33in un tentativo
01:02:34disperato
01:02:35di resistenza
01:02:36messa in atto
01:02:37con le sole armi
01:02:38di cui disponiamo
01:02:39che sono il cinema
01:02:40e il teatro
01:02:41la battaglia
01:02:43come vedremo
01:02:43sarà persa
01:02:44su tutti i fronti
01:02:45ma servirà
01:02:46a confermare
01:02:47e rafforzare
01:02:48un rapporto
01:02:48di amicizia
01:02:49e affetto
01:02:50che risale
01:02:50agli anni 80
01:02:51quando due giovanotti
01:02:53con qualche idea
01:02:54e nessun soldo
01:02:55in tasca
01:02:55inventano
01:02:56uno strampalato
01:02:57programma televisivo
01:02:58che si chiama
01:02:59Cinico TV
01:03:00e che non poco
01:03:01deve all'opera
01:03:02di Franco Scaldati
01:03:03vado a zonzo
01:03:06dove il cielo
01:03:08è sempre blu
01:03:09lei è?
01:03:10il cielo
01:03:11di uno ossupatore
01:03:12buonasera
01:03:13matelli abate
01:03:14dica
01:03:15certamente
01:03:16il mondo
01:03:18di Scaldati
01:03:19è quasi
01:03:20inscindibile
01:03:20da quello
01:03:21di Cinico TV
01:03:21avendoli poi frequentati
01:03:23spesso insieme
01:03:24per me
01:03:25erano dei testimoni
01:03:26di quella Palermo
01:03:27di quella Palermo
01:03:28
01:03:28si capisce che Franco
01:03:29è stato
01:03:30il maestro
01:03:31dell'altro Franco
01:03:32del Franco Maresco
01:03:34e è stato anche
01:03:35il maestro
01:03:36tramite Maresco
01:03:37una filiazione
01:03:38perché Emma Dante
01:03:39e poi altre cose
01:03:40ancora
01:03:41che hanno dovuto
01:03:42tener conto
01:03:43di Scaldati
01:03:44che hanno dovuto
01:03:45tener conto
01:03:46di quell'immagine
01:03:47di Palermo
01:03:48assolutamente
01:03:49non convenzionale
01:03:50Franco e Daniele
01:03:59raccontavano
01:04:00quello
01:04:01che stava
01:04:02accadendo
01:04:03ma soprattutto
01:04:03quello che sarebbe
01:04:04accaduto
01:04:04dopo
01:04:05il deserto
01:04:07il decadimento
01:04:08la via
01:04:09del non ritorno
01:04:11in qualche modo
01:04:13camminare
01:04:15per Palermo
01:04:16di notte
01:04:17con i due
01:04:17insieme
01:04:18tutti con la barba
01:04:19come se
01:04:20ti si aprissero
01:04:21dei baratri
01:04:22di città sotto
01:04:23come se
01:04:23riemergessero
01:04:24delle memorie
01:04:25come se
01:04:25mi ricordo
01:04:26delle passeggiate
01:04:27notturne
01:04:27in cui
01:04:28questi due
01:04:30che parlavano
01:04:30del passato
01:04:31sempre rigorosamente
01:04:32del passato
01:04:33di una Palermo
01:04:33che non c'era più
01:04:34era come se
01:04:36veramente
01:04:36evocassero
01:04:37dei fantasmi
01:04:39in questa città
01:04:39deserta
01:04:40io con la mia
01:04:52ombra
01:04:53salgo
01:04:54un cielo
01:04:54antico
01:04:56raggio
01:04:58pietoso
01:04:58è
01:04:59il letto
01:05:00disfatto
01:05:01la calce
01:05:02sul muro
01:05:03è cosparsa
01:05:04dorme
01:05:06di sangue
01:05:07sento
01:05:08un lamento
01:05:09preso
01:05:11dal vento
01:05:12si è
01:05:13cosparso
01:05:14il cielo
01:05:15di pietosi
01:05:16raggi
01:05:17e io
01:05:18con la mia
01:05:19ombra antica
01:05:21salgo
01:05:22le scale
01:05:23in ogni
01:05:25piano
01:05:26luccica
01:05:26un'anima
01:05:28in pena
01:05:29ombra
01:05:31in cammino
01:05:32nella sacra
01:05:33catacomba
01:05:35occhi
01:05:36grandi
01:05:37spaventati
01:05:39la carne
01:05:40è ancora
01:05:41viva
01:05:41e cola
01:05:42il sangue
01:05:44scorre
01:05:45e scende
01:05:45nelle grotte
01:05:46scorre
01:05:47e scende
01:05:48nelle caverne
01:05:49diventa
01:05:50fuoco
01:05:51erano
01:05:53anime
01:05:54dal cuore
01:05:55amaro
01:05:56corone
01:05:58di luce
01:05:59cercano
01:06:00carne
01:06:01voci
01:06:04dicono
01:06:05cose
01:06:06e sono
01:06:08altre
01:06:09voci
01:06:10tra il 1993
01:06:28e il 1994
01:06:30la cooperativa
01:06:31che gestisce
01:06:32il piccolo teatro
01:06:33di via Calvi
01:06:33fallisce
01:06:34e Franco Scaldati
01:06:36si ritrova improvvisamente
01:06:37in serie
01:06:37difficoltà
01:06:38economiche
01:06:39stanco
01:06:41e preoccupato
01:06:41per il futuro
01:06:42della sua famiglia
01:06:43un giorno
01:06:44dopo uno spettacolo
01:06:45in cui recita
01:06:46con Cucinella
01:06:46incontra
01:06:47Cosimo Scordato
01:06:48un prete
01:06:49che da tempo
01:06:50è impegnato
01:06:51ad aiutare i poveri
01:06:52e i ragazzi
01:06:52dell'albergheria
01:06:53uno dei quartieri
01:06:54più antichi
01:06:55di Palermo
01:06:55in cui lo Stato
01:06:57e le istituzioni
01:06:58locali
01:06:58sono da sempre
01:06:59latitanti
01:07:00in quell'occasione
01:07:02padre Scordato
01:07:03propone a Franco
01:07:04di portare il suo teatro
01:07:05all'albergheria
01:07:07e gli mette a disposizione
01:07:08il centro sociale
01:07:09di San Saverio
01:07:10la chiesa
01:07:11di cui
01:07:12egli è parroco
01:07:13nasce così
01:07:15il teatro
01:07:15dei quartieri
01:07:16Cos'era nella mente
01:07:18di Franco
01:07:19questo teatro
01:07:19dei quartieri?
01:07:21era il tentativo
01:07:23di ripensare
01:07:24la città
01:07:25nella sua profonda
01:07:27identità
01:07:28antropologica
01:07:30interpretata
01:07:32dall'arte teatrale
01:07:34perché la riteneva
01:07:37capace
01:07:37di poter
01:07:38essere messa
01:07:39in scena
01:07:40quasi connaturalmente
01:07:42ma loro
01:07:51secondo me
01:07:52rientrano
01:07:53subito
01:07:54subito
01:07:54un cambio
01:07:55via
01:07:55via
01:07:56Lucia
01:07:56all'albergheria
01:08:01Scaldati
01:08:02tiene una serie
01:08:03di laboratori
01:08:04teatrali
01:08:04che porterà avanti
01:08:05per una quindicina
01:08:06d'anni
01:08:07a cui partecipano
01:08:08soprattutto
01:08:09i ragazzi
01:08:10che Franco
01:08:10e padre
01:08:11Cosimo Scordato
01:08:12sperano
01:08:12con il loro impegno
01:08:13di sottrarre
01:08:14a un destino
01:08:15di droga
01:08:15e rapine
01:08:16una realtà
01:08:17questa
01:08:18che nel quartiere
01:08:18tocca livelli
01:08:19quantitativamente
01:08:21impressionanti
01:08:22si sentivano
01:08:23molto meglio
01:08:23non erano
01:08:24più depressi
01:08:26riuscivano
01:08:27a superare
01:08:29i vari ostacoli
01:08:30i vari problemi
01:08:31giornalieri
01:08:32devo dire
01:08:33che poi
01:08:34partecipavano
01:08:35con grande entusiasmo
01:08:37agli spettacoli
01:08:38di Franco
01:08:38gente
01:08:39che non aveva mai
01:08:41non si sognava
01:08:42minimamente
01:08:43di fare teatro
01:08:44e tutti i papalucic
01:08:45che si mangiano
01:08:46profissi
01:08:46e tutti
01:08:47poi
01:08:47l'ha visto
01:08:48i primi anni
01:08:50del 90
01:08:50non erano
01:08:51degli anni
01:08:51facili
01:08:52per i quartieri
01:08:53a rischio
01:08:54come questo
01:08:56però pian piano
01:08:57tutto ci è stato possibile
01:08:58attraverso
01:08:59non solo
01:08:59la comunicazione
01:09:02tra Franco
01:09:03e queste persone
01:09:04attraverso i suoi testi
01:09:05questo è fondamentale
01:09:06perché la gente
01:09:07non si è riconosciuta
01:09:09in delle persone
01:09:09che arrivavano da fuori
01:09:10e che facevano teatro
01:09:12ma
01:09:13in dei testi
01:09:14che quasi quasi
01:09:15gli appartenevano
01:09:16mi vuoi bene
01:09:18caro
01:09:19quanto
01:09:21sono
01:09:21la mia
01:09:22ora
01:09:22del teatro
01:09:36delle tournee
01:09:37dei finanziamenti
01:09:38e del narcisismo
01:09:39degli attori
01:09:40di professione
01:09:41non gli importa
01:09:41davvero più niente
01:09:42e in fondo
01:09:44non gli importa
01:09:44nemmeno
01:09:45il risultato artistico
01:09:46dei suoi laboratori
01:09:47quello che vuole
01:09:49è prima di tutto
01:09:50condividere
01:09:50il piacere di stare insieme
01:09:52e trasmettere
01:09:53ai suoi ragazzi
01:09:54il valore
01:09:54della solidarietà
01:09:56tra gli uomini
01:09:57San Saverio
01:10:02diventerà col tempo
01:10:03la seconda casa
01:10:04di Franco Scaldati
01:10:05che qui vivrà
01:10:06un'esperienza
01:10:07che lo segnerà
01:10:08profondamente
01:10:09per il resto
01:10:09della sua vita
01:10:10come uomo
01:10:11ancora prima
01:10:12che come artista
01:10:13ma siamo venuti
01:10:14a fare teatro
01:10:15qui
01:10:15all'albergeria
01:10:17uno
01:10:20perché a un certo punto
01:10:22siamo posti
01:10:23il problema
01:10:23che cosa significasse
01:10:24fare teatro
01:10:25a che cosa serviva
01:10:27fare teatro
01:10:27qual era
01:10:28l'interlocutore
01:10:31dare una necessità
01:10:34alle cose che si fanno
01:10:35a un certo punto
01:10:36il rapporto col pubblico
01:10:38il rapporto
01:10:38con la cosa in sé
01:10:40deve avere
01:10:41una funzione
01:10:42un significato
01:10:43noi viviamo
01:10:53la città più profonda
01:10:55e quindi
01:10:55probabilmente
01:10:56la città più emarginata
01:10:57e soprattutto
01:10:59ecco
01:11:00io non voglio essere retorico
01:11:01ma vivere questa poesia
01:11:02e quindi diventa
01:11:03anche un fatto
01:11:04come dire
01:11:04politico
01:11:05la riappropriazione
01:11:07da parte della gente
01:11:08del quartiere
01:11:09della propria cultura
01:11:10e questo
01:11:11determina delle cose
01:11:13sicuramente
01:11:13determina le cose
01:11:14e cosa può determinare
01:11:16io non lo so
01:11:17in ogni caso
01:11:17l'affrancamento
01:11:18da una condizione
01:11:20nella quale
01:11:20si vuole costringere
01:11:21certe realtà
01:11:22è necessario
01:11:26tenere presente
01:11:26che in questo periodo
01:11:28Franco alterna
01:11:29l'attività
01:11:29con i ragazzi
01:11:30dell'albergeria
01:11:31la messa in scena
01:11:32dei suoi spettacoli
01:11:33che ormai
01:11:34sempre più spesso
01:11:35sono letture
01:11:35di suoi testi
01:11:36come per esempio
01:11:37Libro notturno
01:11:39Faccia d'osso
01:11:40o La notte di Agostino
01:11:41e il topo
01:11:42ora il teatro di scaldati
01:11:44è solo parola
01:11:46gesto
01:11:46ritmo musicale
01:11:47tutto il resto
01:11:49non serve più
01:11:50in questi testi
01:11:52viene molto più fuori
01:11:54l'idea del femminile
01:11:56Franco credo
01:11:57che abbia avuto
01:11:58una grande passione
01:12:00per ciò che poteva essere
01:12:01la figura femminile
01:12:02nella vita
01:12:03io questo lo percepivo
01:12:04che aveva
01:12:04un grande rispetto
01:12:06per la donna
01:12:07come procreatrice
01:12:08non basta porta chiusa
01:12:17o tempo attraverso i mura
01:12:20come un fantasma
01:12:22sottile e spietato assassino
01:12:25o tempo
01:12:26ora un bicchiere di vino
01:12:30fragile e inebriante anima
01:12:37grazie dolce
01:12:39liquida e prezza
01:12:41funebrele in suolo d'ombra
01:12:44lacrime avvelenate
01:12:47lussuriose notti
01:12:50e storditi mattini
01:12:52infernale corteo d'ansie
01:12:55e tramonti
01:12:57libero e solitario
01:13:01io vivo a tua salute
01:13:04poi mi vacuico
01:13:06io amo
01:13:09dormire in meaco
01:13:11e precipitare abisso
01:13:13e tua labbra mute
01:13:15e a negare o triste
01:13:17profume t'osso ammuffite
01:13:20o meglio
01:13:24spiegami misteri d'amore
01:13:27spiegami abbruciante passione
01:13:30angosciose gelosie
01:13:33spiegami
01:13:34e o specchio
01:13:36con riflette immagini
01:13:38tu
01:13:40ma ridotto
01:13:41a misero vampiro
01:13:43buonanotte
01:13:45buonanotte
01:13:45buonanotte
01:13:46buonanotte
01:13:49buonanotte
01:13:53vicer
01:13:54tutto
01:13:54come fu che ci messe
01:13:56un sale a mare
01:13:58alle ore
01:14:00vicer
01:14:02totò
01:14:03su un cielo a vento
01:14:05come facevano i bannieri
01:14:07e io che ne saio
01:14:10raccontare la vita
01:14:16e il teatro di scaldati
01:14:18in un solo film
01:14:18è praticamente impossibile
01:14:20sarebbe però
01:14:21una grave omissione
01:14:22non parlare
01:14:23di Totò e Vicè
01:14:24uno dei testi
01:14:25più sublimi
01:14:26di questo grande poeta
01:14:27ancora oggi
01:14:28vergognosamente
01:14:30sconosciuto
01:14:30in Italia
01:14:31Totò e Vicè
01:14:33sono due vagabondi
01:14:34due puri di cuore
01:14:35che attraversando
01:14:36la Palermo
01:14:37del dopoguerra
01:14:38si pongono continuamente
01:14:39reciprocamente
01:14:40una quantità di domande
01:14:42all'apparenza
01:14:43senza alcun senso
01:14:44ma che in realtà
01:14:45contengono
01:14:46una misteriosa saggezza
01:14:48che smaschera
01:14:49le ipocrisie
01:14:50e le certezze fasulle
01:14:51del mondo contemporaneo
01:14:53un paio di anni prima
01:15:01che morisse
01:15:02scaldati
01:15:02autorizzò
01:15:03due attori
01:15:04palermitani
01:15:04di grande talento
01:15:05che si chiamano
01:15:06Enzo Vetrano
01:15:07e Stefano Randisi
01:15:08a portare in scena
01:15:10una loro versione
01:15:11di Totò e Vicè
01:15:12in lingua italiana
01:15:13con lo scopo
01:15:14di consentire
01:15:15una più ampia
01:15:16circuitazione
01:15:17dello spettacolo
01:15:18nei teatri nazionali
01:15:19questo esperimento
01:15:21accolto con entusiasmo
01:15:22da critica e pubblico
01:15:23costituisce oggi
01:15:25un esempio da seguire
01:15:26per chi vuole diffondere
01:15:27il teatro di Franco Scaldati
01:15:29in Italia
01:15:30e altrove
01:15:30Tu dici che sei scimulito tu
01:15:33o che sono scimulito io?
01:15:35Io dico che siamo scimuliti
01:15:36tutte e due
01:15:37Sì però quando siamo scaldati
01:15:39Siamo Totò e Vicè
01:15:41Siamo Totò e Vicè
01:15:43Noi consideriamo Franco
01:15:47come Shakespeare
01:15:48adesso chi lo dice
01:15:49che Shakespeare deve essere fatto
01:15:51solo in rima
01:15:51in inglese
01:15:52non sarebbe mai rappresentato
01:15:54a nessuna parte del mondo
01:15:55Franco merita
01:15:57di essere rappresentato
01:15:59in tutto il mondo
01:16:03proprio anche con
01:16:05essere tradotto pure
01:16:06è la sua
01:16:07è una lingua
01:16:08che ha bisogno
01:16:09di una traduzione
01:16:10Alcune sue recenti
01:16:17dichiarazioni
01:16:18uscite pubbliche
01:16:19hanno o avrebbero dovuto
01:16:20scatenare tempesta
01:16:21all'interno del mondo
01:16:22teatrale palermitano
01:16:24che lei ha attaccato
01:16:25frontalmente
01:16:25perché?
01:16:27Ma anche questo
01:16:28credo che sia
01:16:29un gesto d'amore
01:16:30verso il teatro
01:16:31e verso
01:16:31verso la città
01:16:33e il teatro
01:16:35deve essere capace
01:16:36di aprire ferite
01:16:38di creare conflitti
01:16:40mentre ho l'impressione
01:16:42che questo teatro
01:16:43abbia piuttosto paura
01:16:45del sangue
01:16:46e cerchi
01:16:47e cerchi il
01:16:48solo ed esclusivamente
01:16:50il consenso
01:16:51è una città
01:16:52che dorme
01:16:53è una città
01:16:55che non riesce più
01:16:56a rischiare
01:16:57quindi tutto
01:16:58si è addormentato
01:17:00tutto è stato massacrato
01:17:01tutto è stato ucciso
01:17:02Ormai prossimo ai 60 anni
01:17:09all'inizio del nuovo secolo
01:17:11Scaldati è considerato
01:17:12un maestro
01:17:13da tutti coloro
01:17:14che amano il teatro
01:17:15ma di fatto
01:17:16a Palermo
01:17:17si ritrova a lavorare
01:17:18quasi clandestinamente
01:17:20pressoché ignorato
01:17:21dalle istituzioni locali
01:17:23che dopo 30 anni
01:17:24non gli hanno ancora
01:17:25riconosciuto
01:17:26uno spazio teatrale
01:17:27tutto suo
01:17:28in cui possa sperimentare
01:17:30e portare in scena
01:17:31i suoi spettacoli
01:17:32per campare
01:17:37di tanto in tanto
01:17:38recita per il cinema
01:17:39dove le cose
01:17:40più interessanti
01:17:41in passato
01:17:42le ha fatte
01:17:43con registi
01:17:43come i fratelli Taviani
01:17:45Giuseppe Tornatore
01:17:47e Pasquale Scimeca
01:17:48mentre nel 2003
01:17:50è protagonista
01:17:51insieme a Gigi Burruano
01:17:53di un nostro piccolo film
01:17:55che si intitola
01:17:55Il ritorno di Cagliostro
01:17:57grazie al quale
01:17:58ha la possibilità
01:17:59di mettere in luce
01:18:00le sue
01:18:01non comuni doti
01:18:02di attore comico
01:18:03è però il teatro biondo
01:18:08che gli dà
01:18:08più occasioni di lavoro
01:18:10facendolo recitare
01:18:11in spettacoli
01:18:12di altri autori
01:18:13mentre i suoi
01:18:14vengono quasi sempre
01:18:15relegati al ridotto
01:18:17e finanziati
01:18:18con 4 lire
01:18:19Franco non è mai
01:18:22entrato al biondo
01:18:24dalla porta principale
01:18:25sempre una porta secondaria
01:18:27l'unica volta
01:18:28che forse è entrato
01:18:29dalla porta principale
01:18:30è quando è morto
01:18:31quando hanno messo
01:18:32la bara
01:18:32sul teatro grande
01:18:36teatro che gli hanno negato
01:18:38credo che Franco
01:18:50a poco a poco
01:18:52è rimasto
01:18:53disilluso
01:18:55disilluso
01:18:57perché
01:18:57ha avvertito
01:18:58che mancavano
01:18:59le interlocuzioni
01:19:00con chi dovevamo parlare
01:19:01chi dovevamo chiedere
01:19:02non c'era una
01:19:04una sponda
01:19:06Franco negli ultimi periodi
01:19:09oltre che stanco
01:19:11era anche
01:19:11appesantito
01:19:13demoralizzato
01:19:14ce l'aveva con le istituzioni
01:19:15e con la città
01:19:16che non lo riconosceva
01:19:18meritava tanto
01:19:22cioè
01:19:23noi dovremmo onorare
01:19:25queste persone
01:19:26che tutta la vita
01:19:27hanno dedicato
01:19:28ad un progetto
01:19:30che serviva
01:19:30per
01:19:31per fare crescere
01:19:33per fare riflettere
01:19:34per dare bellezza
01:19:36e questo è triste
01:19:38io non lo sapevo
01:19:39che fosse morto
01:19:40disperato
01:19:41negli ultimi anni
01:19:43era un uomo
01:19:43provato
01:19:44era un uomo
01:19:45anche in qualche modo
01:19:46molto amareggiato
01:19:47più ancora
01:19:48che provato
01:19:49stanco
01:19:50era veramente
01:19:51la stanchezza
01:19:51di una lotta persa
01:19:53della sensazione
01:19:54di avere
01:19:54perso
01:19:55non una battaglia
01:19:57ma una guerra
01:19:58e quindi
01:19:59in qualche modo
01:20:00come un combattente
01:20:01che decide
01:20:02di dire
01:20:03ok va bene
01:20:04la guerra è perduta
01:20:05a questo punto
01:20:07era diciamo
01:20:08diviso
01:20:09tra la rabbia
01:20:10e la rassegnazione
01:20:11ci avevamo provato
01:20:13tante di quelle volte
01:20:14non era mai successo nulla
01:20:16continuavano a dirci
01:20:17gli spazi
01:20:18non ci sono
01:20:19poi vediamo
01:20:21ma non succedeva
01:20:22mai niente
01:20:23Franco è morto
01:20:25senza uno spazio
01:20:26senza un teatro
01:20:27e quasi senza un soldo
01:20:30Franco Scaldati
01:20:41muore il primo giugno
01:20:42del 2013
01:20:43per un tumore
01:20:44al fegato
01:20:44che se l'è portato via
01:20:46in soli due mesi
01:20:47al suo funerale
01:20:49partecipa
01:20:49una folla
01:20:50che le televisioni private
01:20:51e la RAI regionale
01:20:53definiscono
01:20:54commossa
01:20:54e addolorata
01:20:55mentre oltre agli amici
01:20:57e ai compagni di teatro
01:20:59di tutta una vita
01:21:00si riconoscono anche
01:21:01alcuni politici
01:21:02primi fra tutti
01:21:03il sindaco
01:21:04e l'assessore
01:21:05alla cultura
01:21:06i quali
01:21:07prendono solennemente
01:21:08la parola
01:21:09nel nome
01:21:10della città
01:21:10di Palermo
01:21:11era gentile
01:21:13e brusco
01:21:14era dolce
01:21:15e forte
01:21:16era
01:21:17calmo
01:21:19e incazzato
01:21:20era
01:21:22l'anima di Palermo
01:21:24come lo ricordiamo
01:21:25lo ricordiamo
01:21:26con tutto quello
01:21:26che ci ha lasciato
01:21:27con la sensazione
01:21:28di non avere fatto
01:21:29abbastanza
01:21:30per saldare
01:21:31il debito
01:21:32di riconoscenza
01:21:33di questa città
01:21:34con un poeta
01:21:36che ha dato tantissimo
01:21:37altro dobbiamo pensare
01:21:39altro dobbiamo fare
01:21:40perché è giusto
01:21:41che questa città
01:21:42saldi i debiti
01:21:43di riconoscenza
01:21:44che ha con gli artisti
01:21:45importanti
01:21:46che ne hanno segnato
01:21:47la storia
01:21:47e che l'hanno anche cambiata
01:21:49Se le dico
01:22:03Franco Scaldati
01:22:04No, non mi dice niente
01:22:06Se le dico
01:22:06Franco Scaldati
01:22:07Lo saprei
01:22:10Bene
01:22:10Molto bene
01:22:12Non lo conosco molto
01:22:17comunque
01:22:17Non so chi sia
01:22:18Opera dei pupi
01:22:21Non lo conosco
01:22:22Franco Scaldati
01:22:24Regista
01:22:25
01:22:26Indovinato
01:22:27Non lo conosco
01:22:29Non lo conosco
01:22:30Chi era Franco Scaldati?
01:22:32Ha scaldato la folla
01:22:33Franco Scaldati
01:22:35Ha scaldato la folla
01:22:37Non ho idea di chi sia
01:22:39però
01:22:39Ho visto qualcosa
01:22:41ma non mi ricordo
01:22:42esattamente che cosa
01:22:44Ha senso la poesia oggi?
01:22:47No
01:22:48Guarda lavoro qua
01:22:50devo andare a casa
01:22:50non ho tempo
01:22:51grazie
01:22:52Se vi dico
01:22:52Franco Scaldati
01:22:54Stefano Accorsi
01:22:55Grazie a tutti
01:22:57Grazie a tutti
01:22:58Grazie a tutti
01:22:58Grazie a tutti.
01:23:28Grazie a tutti.
01:23:58Grazie a tutti.
01:24:28Grazie a tutti.
01:24:58Grazie a tutti.
01:25:28Grazie a tutti.
01:25:58Grazie a tutti.
01:26:28Grazie a tutti.
01:26:58Grazie a tutti.
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