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  • 1 giorno fa
Giovanni Scifoni, con il suo spettacolo «Fra’ – San Francesco, la superstar del medioevo», ha dato il via alla nuova stagione del Teatro Brancaccio. L’attore romano, per tre sere, ultima replica oggi sabato 4 ottobre, che dal prossimo anno per gli ottocento anni dalla morte del Santo di Assisi tornerà giorno di festa nazionale, porta in scena il racconto della vita del Patrono d’Italia, in un monologo ironico e coinvolgente, tra laudi medievali e strumenti antichi. «Francesco sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare – ha raccontato l’attore –. Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me». Con lui sul palco i musicisti, Luciano Di Giandomenico, che ha composto anche le musiche, Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli. La regia è di Francesco Brandi. Un’ora e trenta di spettacolo, bello e divertente, che ha entusiasmato il pubblico della storica sala di via Merulana.

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Trascrizione
00:00E non esisteva questo nome, prima di allora, perché appunto era un soprannome, che voleva dire francese,
00:06perché c'era una mamma francese. Il padre invece era un pauper, cioè un plebeo che si era riscattato
00:13dalla sua condizione di povertà, con il suo lavoro, e non era un ricco mercante di stoffe.
00:19Era uno che si era fatto da solo, no? Un salesman, che c'era la moglie francese perché faceva fico,
00:25un caffone arricchito. Francesco chi era? Il figlio di un caffone arricchito, un figlio d'arte,
00:34un Francesco Facchinetti. E il brutto, bruttino, era molto brutto, era basso, delle enormi oreggia sventola,
00:46io che si vergognava, e c'era il complesso delle orecchie, però simpatico, buon tempone,
00:51è il re delle feste. Andare in vita, era già uno dei domini più famosi del mondo.
01:03Mamma mia, ci avrà avuto qualche problemino di ego.
01:10Tu fai un post, ti mettono 26 like e ti senti sto cazzo. Io esco di qua, quattro di voi
01:16mi fanno fermare il libro e mi sento sto cazzo. Ma quanto si sarà sentito sto cazzo lui?
01:21Quanto si sarebbe sentito sto cazzo lui a sapere che 800 anni dopo la sua morte la sua faccia
01:28ancora stampata sulle tazze in vendita, un altro grigio di rompio a piaccio?
01:33Accanto al topperone? Ma allora noi siamo i minores, dobbiamo essere in ultimi,
01:39i pedi dei dei. E allora il successo serve. Certo. Il successo, perché senza successo non
01:44succede. Cioè, per avere, fai le cose grandi, le cose buone, le cose importanti, serve,
01:48il successo. Se non è successo non succede niente. Però poi il successo dei diossi.
01:53Lui danzava, cantava. Era un performance straordinario. Lui voleva dipingere il conto di Cristo
02:05nei cuori delle persone che venivano ad ascoltare.
02:08E questa cosa, nel botto di Gesù,
02:11sarà proprio come una ricerca ossessiva.
02:15Lui aveva una creatività incredibile.
02:19O, immaginatevi che ha scritto
02:20il primo componimento poetico in lingua volgare italiana.
02:25Cioè, la prima poesia italiana della storia,
02:28il Cantico delle gradure, ha scritto lui!
02:30No, Dante o Pedracca o Fabio Polo.
02:33E noi possiamo immaginarci cosa dovesse essere
02:40assistere alle prediche di Francesco.
02:43Migliaia di persone.
02:45Una volta lui predicò davanti a 5.000 persone.
02:48E non c'erano un microfono, eh.
02:51E che capivano quelli?
02:54Eppure capivano tutti i gesti che faceva.
02:56I gesti che questo piccolo frate
03:00avrei imparato dai giullari e trovatori francesi
03:06e la mamma gli aveva fatto conoscere da piccolo.
03:10Qual è, Otonio?
03:23Lo più astuto fra i tutti?
03:25E che capivano a tutti i stagi
03:38E che capivano che i raggiungiamo
03:40e non c'erano in alternativa come
03:41e non c'erano in alternativa come
03:41e non c'erano in alternativa come
03:45e non c'erano delle grandi cose
03:46Grazie
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