Skip to playerSkip to main content
  • 6 weeks ago
“I tumori delle vie biliari rappresentano oggi una sfida per l'oncologo e l'intera comunità scientifica. Sono neoplasie in aumento nei Paesi occidentali, spesso anche in pazienti molto giovani. Abbiamo mezzi diagnostici che sono in grado di fare delle diagnosi accurate - la Tac e la Risonanza magnetica -  e la possibilità, attraverso la biopsia, di avere informazioni non soltanto istologiche, ma anche dal punto di vista molecolare. Il trattamento dei tumori delle vie biliari per molto tempo è stato basato su combinazioni di chemioterapia che prevedevano due farmaci. Oggi l'avvento dell'immunoterapia ha consentito l'aggiunta di farmaci anti-PD-1 e anti-PD-L1, con l'obiettivo di aumentare il tasso di risposta obiettivo, ma specialmente di migliorare il tempo in cui la malattia è sotto controllo”. Così all’Adnkronos Salute Carlo Garufi, direttore dell’Unità complessa di Oncologia medica presso l’Azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma, in occasione di ‘Ottobre, il mese nazionale di sensibilizzazione sui tumori del fegato’.

Category

🗞
News
Transcript
00:00I tumori delle vie biliari sono dei tumori in aumento oggi nella civiltà occidentale,
00:10nei paesi occidentali e osserviamo diagnosi spesso anche in pazienti molto giovani. Si
00:15distinguono in tumori intraepatici ovvero colangiocarcinoma intraepatici e colangiocarcinoma
00:21extraepatico, cioè a carico delle vie biliari prossimali, della colecisti o delle vie biliari
00:28distali. Abbiamo mezzi diagnostici che sono in grado di fare delle diagnosi accurate ovvero
00:34la TAC e la risonanza magnetica e abbiamo la possibilità attraverso la biopsia di avere
00:39informazioni non soltanto istologiche ma anche dal punto di vista molecolare. Il trattamento
00:46dei tumori delle vie biliari per molto tempo è stato basato su combinazioni di chemioterapia
00:52che prevedevano due farmaci, il cispratino e la gencitabina. Oggi l'avvento dell'immunoterapia
01:00ha consentito l'aggiunta di farmaci anti-PD-1 e anti-PD-L1 in questo scenario con l'obiettivo
01:07di aumentare il tasso di risposta obiettivo ma specialmente di migliorare il tempo in cui
01:13la malattia è sotto controllo o addirittura la sopravvivenza. Abbiamo circa il 20% dei
01:19pazienti che sono sopravviventi a due anni con queste modalità terapeutiche più avanzate.
01:26Inoltre la possibilità di disporre di uno schema attivo consente di utilizzare talvolta
01:32la terapia anche in fasi più precoce della malattia con lo scopo di poter portare ad una
01:39chirurgia radicale o addirittura al trapianto di fegato nell'ambito di protocolli ben definiti
01:45i pazienti giudicati una volta inoperabili. Presso il San Camilo di Roma abbiamo una vasta
01:50esperienza nell'ambito dei tumori delle virbiliari perché siamo in collegamento con un centro
01:55di chirurgia epatica molto all'avanguardia che è anche in grado di fare trapianti di fegato.
02:02Quindi la nostra attività è aumentata notevolmente negli ultimi 3-4 anni e possiamo dire che questa
02:08stretta collaborazione tra competenze mediche e competenze chirurgiche si è tradotta in un
02:15vantaggio per quanto riguarda gli ammalati perché possono disporre di tutte le competenze
02:20e di tutte le competenze necessarie per poter affrontare al meglio la loro malattia.
02:27Noi riteniamo che i tumori delle virbiliari rappresentano oggi una sfida non soltanto per l'oncologo
02:33ma per l'intera comunità scientifica che affronta queste patologie e che sicuramente avere all'interno
02:40della propria struttura tutti i colleghi che si interessano a 360 gradi di questa neoplasia
02:46non può far altro che migliorare le prestazioni, migliorare le performance e alla fine migliorare
02:52della sopravvivenza dei nostri ammalati.
Be the first to comment
Add your comment

Recommended