(askanews) - Le Car-T rappresentano una terapia personalizzata che agisce direttamente sul sistema immunitario del paziente per riconoscere e distruggere le cellule malate. Un'innovazione che offre possibilità di cura a pazienti con patologie oncoematologiche come leucemie, linfomi e mielomi che sono andati incontro a ricaduta dopo una o più terapie convenzionali. [idgallery id="1755100" title="Tumori rari del sangue: quali sono e come riconoscere i sintomi"] All'Humanitas Research Hospital di Rozzano la ricerca e la sperimentazione, supportate da importanti dati scientifici, hanno aperto nuove strade cliniche e contestualmente dato maggiori speranze a chi inizia un percorso così complicato. «Si tratta di un'immunoterapia che viene costruita a partire dai linfociti T dei nostri pazienti, quindi è una terapia vivente, che grazie al progresso sull’ingegneria genetica riesce ad armare le cellule contro un bersaglio specifico del linfoma, delle leucemie linfoblastiche acute e di alcune altre malattie oncoematologiche» spiega la dottoressa Stefania Bramanti, Capo Sezione Terapia Cellulare e CAR-T dell’IRCCS Istituto Clinico Humanitas, tra le strutture associate ad Aiop Lombardia, l’associazione che rappresenta 107 strutture della sanità privata accreditata operanti sul territorio, presieduta da Michele Nicchio, e che ha recentemente lanciato una campagna di comunicazione per raccontare le eccellenze della sanità lombarda. [idarticle id="2646999,2123121" title="Humanitas apre le porte alla prevenzione del tumore al seno: eventi gratuiti e come partecipare,Guarire dal Neuroblastoma con le cellule CAR-T: l'intervista a Francesca Del Bufalo, autrice dello studio "] Una nuova strada di cura che significa anche nuove prospettive per i pazienti. «I risultati ottenuti – continua Bramanti – dopo circa quattro anni di esperienza con la terapia Car-T confermano l’efficacia che la letteratura dimostra nei vari campi di applicazione. Nella nostra esperienza oggi è possibile proporre questo trattamento a più pazienti, rispetto all’inizio, con una maggiore tranquillità e familiarità nella gestione della complicanza». Il campo di azione della Car-T si sta allargando. [idgallery id="1685361" title="Tumori del sangue: cosa sono, come diagnosticarli e i rischi nell’era Covid"] «Se ci spostiamo in ambiti diversi, all’interno di protocolli sperimentali, possiamo parlare di Car-T per altre patologie, per esempio per le malattie oncologiche, intese come tumori solidi, come il carcinoma renale o patologie autoimmuni gravi che non rispondono a trattamenti standard». La possibilità di dare una nuova frontiera di cura resta per il medico la soddisfazione maggiore. «È una rivoluzione – conclude Bramanti – perché possiamo offrire una strada di guarigione laddove fino a pochissimi anni fa eravamo costretti a dover dire che non c’era più uno spazio terapeutico».
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