(askanews) - Alla Festa del Cinema di Roma è il giorno di Jafar Panahi: il grande regista iraniano presenta al pubblico il suo nuovo film, Un semplice incidente, che ha ottenuto la Palma d'oro quest'anno a Cannes e che dal 6 novembre sarà nei cinema italiani. La Festa quest'anno ha assegnato a Panahi il Premio alla Carriera, che gli verrà consegnato da Giusepppe Tornatore mentre domani l'autore de Il palloncino bianco, Il cerchio, Gli orsi non esistono, Taxi Teheran terrà una Masterclass. Il nuovo film di Panahi Un semplice incidente Panahi ha realizzato Un semplice incidente dopo essere uscito dalla prigione di Evin, dove è stato recluso dal luglio 2022 al febbraio 2023. Il film ed è un omaggio ai tanti detenuti vittime della repressione del regime iraniano. Nella sua storia alcune persone uscite dal carcere, dove sono state vittime di atroci torture, si imbattono, per caso, nel loro ex aguzzino. Pian piano si capisce che, in qualche modo, tutti quanti sono solo vittime del regime. «Il periodo che ho passato in carcere mi ha influenzato moltissimo, ho conosciuto persone che hanno un dolore in comune e si aiutano a vicenda per far superare quel periodo con minore sofferenza. - ha spiegato il regista - Io faccio cinema sociale, però, non divido le persone in buoni e cattivi, come spesso fanno i film politici. Per me qui ci sono esseri umani vittime di una struttura più grande, difettosa e incompetente». I cambiamenti in Iran dopo l'indebolimento del regime Alla domanda cosa sia cambiato oggi nel suo Paese, dopo gli attacchi di Israele del giugno scorso e l'indebolimento del regime, Panahi ha risposto: «Il movimento Donna, vita e libertà ha sconvolto la storia della Repubblica Islamica, ha creato un prima e un dopo, c'è la consapevolezza di una azione collettiva. Resta il fatto che i regimi totalitari nei momenti di crisi hanno un pretesto per reprimere, per garantirsi la sopravvivenza. La guerra dei 12 giorni ha dato alla Repubblica Islamica questo pretesto: c'era in corso uno sciopero nazionale dei camionisti in quel momento, per esempio, e gli scioperi con la guerra sono stati fermati. E purtroppo la repressione e le condanne a morte sono aumentate con il pretesto della crisi bellica».
Commenta prima di tutti