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  • 7 settimane fa
PRIMA LA PALMA D'ORO al Festival di Cannes 2025. Poi la decisione, unica, della Francia di candidarlo come suo rappresentante agli Oscar 2026 (categoria: Miglior film internazionale. Vincitore annunciato...). Il 6 novembre esce in Italia, per Lucky Red, Un semplice incidente di Jafar Panahi. Il regista iraniano l'ha presentato alla Festa del Cinema di Roma che gli ha assegnato il Premio alla Carriera 2025. L'autore di Il palloncino bianco, Il cerchio, Gli orsi non esistono, Taxi Teheran ha tenuto una Masterclass aperta al pubblico.
Panahi ha realizzato Un semplice incidente dopo essere uscito dalla prigione di Evin, dove è stato recluso dal luglio 2022 al febbraio 2023. Il film ed è un omaggio ai tanti detenuti vittime della repressione del regime iraniano. La storia è quella di un gruppo di persone che, uscite dal carcere dove hanno subito atroci torture, si imbattono, per caso, nel loro ex aguzzino. Pian piano si capisce che, in qualche modo, tutti quanti sono solo vittime del regime. «Il periodo che ho passato in carcere mi ha influenzato moltissimo, ho conosciuto persone che hanno un dolore in comune e si aiutano a vicenda per far superare quel periodo con minore sofferenza. Io faccio cinema sociale, quindi non divido le persone in buoni e cattivi, come spesso fanno i film politici. Per me qui ci sono esseri umani vittime di una struttura più grande, difettosa e incompetente».
Alla domanda cosa sia cambiato oggi nel suo Paese, dopo gli attacchi di Israele del giugno scorso e l'indebolimento del regime, Panahi ha risposto: «Il movimento Donna, vita e libertà ha sconvolto la storia della Repubblica Islamica, ha creato un prima e un dopo, c'è la consapevolezza di una azione collettiva. Resta il fatto che i regimi totalitari nei momenti di crisi hanno un pretesto per reprimere, per garantirsi la sopravvivenza. La guerra dei 12 giorni ha dato alla Repubblica Islamica questo pretesto: c'era in corso uno sciopero nazionale dei camionisti in quel momento, per esempio, e gli scioperi con la guerra sono stati fermati. E purtroppo la repressione e le condanne a morte sono aumentate con il pretesto della crisi bellica».

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Trascrizione
00:00Sono riuscito a trovare Gambalesta.
00:04Mi dici che sei tu?
00:06Prima avevano arrestato te e poi hanno preso me dopo due settimane.
00:09Per collusione e propaganda contro i regime.
00:12Alla festa del cinema di Roma è il giorno di Jafar Panayi.
00:16Il grande regista iraniano presenta al pubblico il suo nuovo film,
00:19un semplice incidente che ha ottenuto la palma d'oro quest'anno a Cannes
00:23e che dal 6 novembre sarà nei cinema italiani.
00:26La festa quest'anno ha assegnato a Panayi il premio alla carriera
00:30che gli verrà consegnato da Giuseppe Tornatore,
00:32mentre domani l'autore del palloncino bianco, Il cerchio, Gli orsi non esistono e Taxi Teheran
00:38terrà una masterclass.
00:40Panayi ha realizzato un semplice incidente dopo essere uscito dalla prigione di Evin,
00:45dove è stato recluso dal luglio 2022 al febbraio 2023.
00:49Il film è un omaggio ai tanti detenuti vittime della repressione del regime iraniano.
00:53Nella sua storia alcune persone uscite dal carcere dove sono state vittime di atroci torture
00:59si imbattono per caso nel loro ex aguzzino.
01:03Piano piano si capisce che in qualche modo tutti quanti sono solo vittime del regime.
01:11Il periodo che ho passato in carcere mi ha influenzato moltissimo.
01:15Ho conosciuto persone che hanno un dolore in comune
01:17e si aiutano a vicenda per far superare quel periodo con minor sofferenza.
01:21Io faccio cinema sociale però, non divido le persone in buoni e cattivi
01:26come spesso fanno i film politici.
01:28Per me qui ci sono esseri umani vittime di una struttura più grande,
01:32difettosa e incompetente.
01:34Alla domanda su cosa si è cambiato oggi nel suo paese
01:37dopo gli attacchi d'Israele del giugno scorso e l'indebolimento del regime,
01:41Panayi ha risposto.
01:43Il movimento donna, vita e libertà ha sconvolto la storia della Repubblica Islamica,
01:52ha creato un prima e un dopo.
01:54C'è la consapevolezza di un'azione collettiva.
01:57Resta il fatto che i regimi totalitari nei momenti di crisi
02:00hanno un pretesto per reprimere, per garantirsi la sopravvivenza.
02:03La guerra dei 12 giorni ha dato alla Repubblica Islamica questo pretesto.
02:07C'era in corso uno sciopero nazionale dei camionisti in quel momento, per esempio,
02:12e gli scioperi con la guerra sono stati fermati
02:14e purtroppo la repressione e le condanne a morte sono aumentate
02:18con il pretesto della crisi bellica.
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