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https://www.pupia.tv - Roma - Audizione di Barbara Leda Kenny 
Alle ore 8.45, presso l'Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ha svolto l'audizione, in videoconferenza, di Barbara Leda Kenny, Senior Gender Expert della Fondazione G. Brodolini. (22.10.25)
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Alle ore 8.45, presso l'Aula del IV piano di Palazzo San Macuto, la Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere ha svolto l'audizione, in videoconferenza, di Barbara Leda Kenny, Senior Gender Expert della Fondazione G. Brodolini. (22.10.25)
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NovitàTrascrizione
00:01Buongiorno a tutti e buongiorno a tutte. Averto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web tv della Camera dei Deputati.
00:14Ricordo che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta la partecipazione da remoto dei componenti della Commissione. Ove si ritenesse sia richiesta dell'audita che della Commissione di voler procedere alla seduta segreta faccio presente che poiché tale modalità non è compatibile con la videoconferenza l'audizione dovrà essere necessariamente rinviata ad altra seduta.
00:37L'ordine del giorno reca lo svolgimento dell'audizione in videoconferenza della dottoressa Barbara Leda Kenny, Senior Gender Expert della Fondazione Brodolini, con riferimento al filone di inchiesta sulla violenza di genere online.
00:53A nome di tutte le commissarie e di tutti i commissari do il benvenuto alla dottoressa Barbara Leda Kenny che ringrazio per la disponibilità a contribuire ai lavori della nostra Commissione.
01:05La dottoressa Kenny, laureata in antropologia, si occupa di politiche di genere e i suoi temi di intervento sono il mainstreaming di genere, la violenza contro le donne, le donne nella scienza e la comunicazione di genere.
01:20Ricordo che la dottoressa Kenny è responsabile della comunicazione istituzionale della Fondazione Brodolini, ente istituito al fine di continuare l'opera culturale e sociale di Giacomo Brodolini.
01:34Ministro del Lavoro negli anni 1968 e 1969. L'obiettivo primario della Fondazione è quello di generare impatto sociale e progresso socio-economico sui territori, promuovendo altresì una maggiore uguaglianza di genere.
01:51La Fondazione Brodolini è anche editrice della rivista online in genere, di cui la dottoressa Kenny è caporedattrice.
02:01La rivista si occupa di informazione, approfondimento, dibattito e proposte su questioni economiche e sociali analizzate in una chiave di genere.
02:11La nostra ospite è anche docente nell'ambito del Master Studi e Politiche di Genere presso l'Università di Roma 3.
02:19Do la parola alla dottoressa Kenny. Prego dottoressa, grazie.
02:22Buongiorno a tutte e tutti. Oggi parliamo di violenza contro le donne esercitata anche nello spazio digitale.
02:36Non è un tipo nuovo di violenza, è semplicemente un nuovo campo in cui si manifesta la violenza degli uomini contro le donne,
02:45sfruttando le tecnologie e la nostra quotidianità sempre più connessa.
02:51Comprendere la violenza digitale significa comprendere in che modo agisce e colpisce in modo diverso donne diverse.
02:59Per questo dobbiamo ragionare su quali possono essere le azioni contro la violenza online che riconoscano la pluralità delle esperienze delle donne
03:10e che adatti le politiche di prevenzione e di contrasto a queste differenze.
03:17Della violenza sappiamo sempre più cose, a mano a mano che aumenta la sensibilità sociale,
03:23che abbiamo più studi e ricerche e purtroppo anche a mano a mano che i fatti di cronaca ci mettono di fronte a nuove forme di violenza maschile sulle donne.
03:35Abbiamo sempre più capacità di comprendere il fenomeno e infatti negli anni la definizione di violenza si è fatta più complessa.
03:43Alla violenza fisica, sessuale e psicologica abbiamo aggiunto la definizione di violenza economica
03:49e più recentemente quella di violenza digitale, riconosciuta anche nella direttiva europea 1385 del 2024
03:58sulla lotta alla violenza contro le donne e alla violenza domestica.
04:03Abbiamo quindi una cornice normativa e politica solida, ma ci servono anche strumenti concreti per agire dentro quella cornice.
04:12Non ultimo avremo bisogno di una raccolta di dati e di studi sistematica,
04:17ma questa è una cosa che non ci torneremo, ma che andava accennata.
04:23Come dicevo, la violenza digitale è complessa in continua evoluzione
04:27e a mano a mano anche che evolvono gli strumenti tecnologici che utilizziamo.
04:35Abbiamo un lessico abbastanza complesso per descriverla, abbiamo parole come cyberstalking,
04:39doxxing, sextortion, revenge porn, hate speech e molte altre forme.
04:45Non entrerò nelle definizioni, ma quello che voglio fare è mettere a fuoco tre problemi specifici,
04:53perché la sfida credo che sia proprio quella di costruire politiche differenziate
04:57che sappiano dare risposta a diverse forme di violenza.
05:02La prima riguarda la violenza agita attraverso gli strumenti digitali per controllare, minacciare e molestare le donne.
05:09Parliamo di app di tracciamento, di accesso forzato ai profili, violazione della privacy, monitoraggio delle comunicazioni.
05:17Si tratta di comportamenti che limitano l'autonomia femminile e che molto spesso vengono normalizzati.
05:24Penso a casi di sorveglianza costante o alla richiesta delle password o alla condivisione obbligata della posizione.
05:31Molti di questi comportamenti di controllo passano da un oggetto che abbiamo sempre in tasca, il cellulare.
05:41Secondo una ricerca di Save the Children, per un adolescente su cinque condividere la password del telefono è un segno d'amore.
05:50Il controllo ci viene mascherato da cura e la violenza viene normalizzata nelle relazioni.
05:58In questo scenario, una parte importante dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza riguarda appunto gli strumenti digitali.
06:08Le operatrici dei centri antiviolenza e le forze dell'ordine devono essere formate anche per riconoscere e disinnescare questa dimensione.
06:17Azioni apparentemente semplici come verificare la presenza di un'app di controllo o password possono salvare una vita.
06:25A Milano, Roma e Roma sono già iniziative nate da basso all'interno dei centri antiviolenza che iniziano a ragionare sulle forme di autodifesa digitale
06:36che dovrebbero diventare delle pratiche sistemiche sostenute dalle istituzioni.
06:42Le competenze digitali però non ci servono solo per il contrasto ma anche per la prevenzione.
06:47Gli strumenti tecnologici, se ben utilizzati, possono proteggere, ci permettono di raccogliere prove, certificare dati, facilitare un'interazione sicura con i centri antiviolenza e con le forze dell'ordine.
07:01In moltissime città europee si stanno sperimentando piattaforme e app che rafforzano la sicurezza delle donne e anche in Italia potremmo farne una priorità.
07:10Il secondo affondo che voglio fare con voi riguarda invece le preadolescenti, la fascia 11-14.
07:19È una fascia da attenzionare particolarmente.
07:22Secondo lo studio di C'è in Italia sulla violenza digitale, è questa la fascia di età in cui le ragazze si sentono più esposte alla violenza.
07:33E la Internet Watch Foundation ci dice che le bambine tra gli 11 e i 13 anni sono le più vulnerabili all'abuso sessuale online.
07:43Il dato inquietante è che quasi la metà dei materiali di abuso identificati in rete è stata autoprodotta dalle ragazze stesse, spesso sotto ricatto o minaccia, nell'80% proprio all'interno di questa fascia di età, le giovanissime 11-13.
08:00Le preadolescenti entrano negli spazi digitali senza mediazione, spesso senza sorveglianza e senza strumenti per riconoscere i pericoli.
08:11Vivono in un continuum che è stato definito non-life, passano circa 4 ore al giorno del loro tempo in rete e l'85% di loro possiede uno smartphone entro gli 11 anni.
08:25E mentre a quell'età la socialità reale è mediata dagli adulti, nella vita online non lo è.
08:32Non solo, a complicare questo scenario c'è un dato particolare evidenziato da un centro di ricerca americano molto prestigioso che si chiama Pew Research Center,
08:42che ci racconta di come le preadolescenti e i loro genitori non utilizzino gli stessi strumenti quando si parla di ambienti digitali.
08:53Usano altre chat, usano altre applicazioni, altre piattaforme che i loro genitori non usano, non conoscono e non sanno usare.
09:05Quindi abbiamo una fascia molto esposta alla violenza sessuale digitale che dobbiamo sostenere nella prevenzione e nel contrasto.
09:18E la risposta quindi deve riuscire a tenere insieme l'educazione digitale con l'educazione sesso-affettiva,
09:24due percorsi che devono diventare inseparabili, per dare ai ragazzi e alle ragazze strumenti per comprendere cosa significa consenso, rispetto e autonomia anche nello spazio digitale.
09:37Questo è un investimento educativo e culturale che deve entrare nei piani scolastici e formativi.
09:44E arrivo al terzo affondo, che mi sta particolarmente a cuore, che è quello che colpisce le donne che prendono parola nello spazio pubblico.
09:54Giornaliste, attiviste, rappresentanti istituzionali subiscono attacchi digitali come forma di intimidazione e delegittimazione.
10:04Secondo l'International Media Support, il 73% delle giornaliste ha subito violenza online durante la carriera
10:11e il 20% ha subito aggressioni anche nel mondo fisico, connesse a episodi digitali.
10:18Una giornalista su tre ha pensato di abbandonare la professione e otto su dieci si autocensurano dopo aver subito attacchi online.
10:27L'UNESCO segnala che il 41% delle giornaliste è stato bersaglio di campagne di disinformazione organizzate,
10:35spesso con il coinvolgimento di leader politici o di figure istituzionali.
10:39Le attiviste non sono meno esposte.
10:42L'osservatorio Vox ci racconta ogni anno come le donne siano il primo bersaglio dell'odio online,
10:48con picchi proprio quando un femminicidio diventa tema di dibattito pubblico.
10:53E in generale l'odio online cresce quando l'oggetto del dibattito sono i diritti delle donne.
11:00Uno dei momenti di rischio più elevato per la presenza delle donne online sono le campagne elettorali,
11:07le probabilità che una candidata subisca violenza digitale due volte superiore rispetto ai colleghi uomini
11:13e cresce ulteriormente se queste donne sono di colore o appartenenti alla comunità LGBTQIA+.
11:20Secondo l'Unione parlamentare, che ha fatto uno studio non recentissimo nel 2018 ma molto significativo,
11:29il 58% delle deputate europee ha subito forme di violenza online,
11:35ricevendo commenti denigratori o a connotazione sessuale.
11:39Il 46% ha ricevuto minacce di morte o stupro, spesso da autori anonimi.
11:45Queste aggressioni mirano a zittire le voci femminili nello spazio democratico.
11:51Per questo è un dato molto interessante, quello per cui la direttiva europea 1385 introduce un punto fondamentale.
12:01La violenza online contro giornalisti, attivisti e rappresentanti istituzionali costituisce un aggravante di reato.
12:07Difendere la parola pubblica delle donne significa difendere la democrazia stessa.
12:14Vi ho raccontato come la violenza viene agita attraverso gli strumenti digitali,
12:22di come esistono forme di violenza sessuale online contro le bambine, le ragazze preadolescenti
12:29e di come la violenza online viene agita contro le donne che prendono parola nel dibattito pubblico.
12:37Sono tre esempi che ci dicono una cosa molto chiara.
12:41La violenza cambia le forme, ma non cambia l'obiettivo.
12:44E quindi abbiamo bisogno di sviluppare strumenti di analisi e di comprensione
12:48di queste nuove forme della violenza maschile,
12:51ma allo stesso tempo nuove competenze e strumenti per prevenirla e contrastarla.
12:56Dobbiamo quindi integrare le politiche antiviolenza tradizionali con quelle digitali,
13:03perché la rete non è un luogo neutro.
13:06Grazie a tutte per l'ascolto.
13:09Io mi fermo qui.
13:12Grazie dottoressa, grazie mille.
13:15Chiedo ai colleghi o alle colleghe se ci sono delle domande,
13:20se no intanto inizio io.
13:23Dottoressa, lei ha una grande esperienza ovviamente anche legata ai suoi lavori nella fondazione
13:34e naturalmente all'esperienza universitaria.
13:37Faccio una domanda difficile, lo faccio spesso durante l'inchiesta sulla violenza online.
13:44Se oggi lei dovesse pensare ad un intervento prioritario da un punto di vista anche tecnico,
13:53quindi non solo legislativo, dove si orienterebbe?
14:02Lei dice da un punto di vista tecnico che riguarda le piattaforme o le azioni che possiamo perseguire?
14:09Allora intanto con le piattaforme possiamo pensare,
14:17EIG per esempio l'Agenzia Europea per l'Uguaglianza del Genere
14:20ha stilato pochi anni fa un documento che riguarda proprio le politiche e le piattaforme
14:30in cui suggeriva politiche di maggiore trasparenza, facilitazione di segnalazione per i casi di violenza
14:43e quindi abbiamo degli strumenti sviluppati in sede europea a cui rifarci
14:49e quindi non pensare di ricominciare da zero perché una parte di lavoro è già stato fatto.
14:59E poi credo che lavorare su nuove competenze in ambito antiviolenza
15:10sia una delle priorità che abbiamo in questo momento,
15:14nel senso che è un fenomeno in totale contiguità con la violenza della vita, chiamiamola, reale
15:25e gli strumenti che abbiamo ad oggi per contrastarla invece sono molto incipienti
15:32e quindi c'è proprio un vuoto abbastanza grande da colmare.
15:38Grazie professoressa. Uno dei grandi temi che sono emersi nel corso delle inchieste
15:45è sicuramente la responsabilità, la responsabilità ovviamente del sistema, anche delle piattaforme.
15:52Faccio sempre l'esempio che nell'editoria risponde il giornalista
15:59o se non risponde il giornalista risponde l'editore, oggi nel dark web non risponde nessuno.
16:05E poi il grande tema della identità, cioè quella di riuscire a identificare il soggetto
16:14che ha commesso violenza ma anche delle offese perché ovviamente i leoni da tastiera si sentono legittimati.
16:23Ieri abbiamo fatto un'audizione dove delle frasi in realtà che non sono identificabili
16:31come un'offesa esplicita hanno in realtà un controsenso, chiamiamolo così, cioè un altro senso.
16:39Ecco, volevo capire una sua riflessione e poi raccogliamo anche la domanda dell'onorevole Zanella
16:44sul tema della responsabilità e dell'identità.
16:48Io lascerei anche la parola all'onorevole Zanella così raccogliamo anche quella domanda professoressa.
16:53Prego onorevole Zanella.
16:54Prego onorevole Zanella, non la sentiamo.
17:08Provi a vedere se da noi risulta acceso il microfono.
17:11Provi a vedere un attimo.
17:16Non si sente.
17:18Abbiamo problemi tecnici con l'onorevole Zanella?
17:21Noi no.
17:21Intanto raccogliamo allora quella...
17:24Eccola qua.
17:25Vada, prego.
17:26Provi?
17:28Onorevole Zanella, provi?
17:30No, niente.
17:31Proviamo allora a raccogliere intanto la domanda della senatrice Delia
17:35e capiamo se riusciamo a risolvere i problemi tecnici con l'onorevole Zanella che non sono...
17:42Prego, senatrice.
17:44Sì, grazie.
17:45Sì, volevo solo chiedere, oltre a ringraziare la dottoressa Kenny, lei ha fatto riferimento
17:53nella parte in cui parla di necessità di integrare le competenze a due, non so se esperimenti, pratiche
18:07che si stanno facendo, se non sbaglio, a Roma e Milano e volevo capire se sono rispetto
18:12alle forze dell'ordine o sono pratiche dei centri antiviolenza che di specializzazione
18:20sulla capacità di leggere la violenza online e quindi su strumenti per capire questa cosa
18:27che diceva pure, appunto, verificare app di controllo, rifare le passi, queste cose
18:32da qui.
18:32Grazie.
18:35Proviamo con l'onorevole Zanella, vediamo se la sentiamo.
18:40Proviamo, onorevole?
18:42Proviamo.
18:42Vai, ecco, la sentiamo.
18:44Oh, ecco, finalmente.
18:46Non ho fatto niente, si è aggiustato da solo.
18:49Benissimo, semplicemente per ringraziare mi è sembrata molto utile, molto ben argomentata
19:01la presentazione e la relazione e volevo chiedere questo, se non si ritiene che siccome ho subito
19:14anch'io degli attacchi molto pesanti nel corso di dibattiti online, eccetera, no?
19:22E quello che posso dire è che si sta in qualche maniera come affermando, normalizzando un linguaggio
19:33pesante che viene utilizzato non soltanto in termini, diciamo, di violenza diretta,
19:44e in qualche maniera criminale, no?
19:49Però anche normalizzando in un dibattito aspro che trascende però, diciamo, quello che
19:57è, secondo me, anche accettabile e dal punto di vista, non mi metto neanche dal punto di
20:06vista, non lo metto neanche in conto, dal punto di vista della legalità e della legittimità,
20:12ecco, quindi credo che dobbiamo sorvegliare, non so se è d'accordo, la nostra interlocutrice,
20:21anche perché rischia, soprattutto nelle fasce a cui faceva riferimento, più, diciamo,
20:29permeabili ad affermarsi una modalità di porsi verso l'altro, che scivola molto facilmente,
20:40molto quasi normalmente, anche in forma di violenza. L'abbiamo visto nei casi che sono
20:47successi dove il soggetto di violenza digitale è molto, molto poco consapevole di quello
20:56a cui è andato incontro. Grazie e veramente complimenti.
21:03Sonorevole Zanella, raccogliamo velocemente anche la domanda dell'onorevole Ferrari.
21:08Sì, grazie. Intanto ringrazio per l'esposizione, è stata molto interessante. La domanda è, come
21:18possiamo, dal vostro osservatorio, come può essere possibile aiutare gli adulti ad essere
21:26formati e consapevoli sulla violenza digitale, non tanto e non solo quelli che la agiscono,
21:32ma soprattutto quelle che la subiscono, in tutte le fasce d'età. In realtà noi sappiamo
21:39che c'è una responsabilità, diciamo, della scuola pubblica rispetto ai più giovani.
21:44Mi ha molto colpito il suo ragionamento sulle preadolescenti. Lei ci ha parlato di queste
21:51esperienze nei CAV, molto bene, ma il tema erga omnes, quindi l'ipotesi di poter raggiungere
21:59una platea generalista per offrire delle minime competenze di autodifesa, anche in realtà
22:09di consapevolezza per chi agisce, ma soprattutto mi preoccupa in termini ovviamente di prevenzione
22:15la competenza in autodifesa. Noi adulti, soprattutto noi boomer, ci è stato messo in mano il cellulare,
22:24le nuove tecnologie che usiamo quotidianamente. Però forse c'è mancata una competenza, la formazione
22:33rispetto a questo. Quindi le chiedo, lei come immagina dal suo osservatorio che si possa
22:39produrre questa minima competenza nella cittadinanza. Grazie.
22:47Prego, dottoressa.
22:49Grazie. Sono domande molto ampie. Provo a fare un ragionamento che le tenga insieme tutte,
22:58no? Perché quando parliamo di linguaggio violento, di linguaggio violento agito, inanonimato,
23:10di come lo spazio digitale sia uno spazio in cui siamo esposti e vulnerabili alla violenza,
23:26credo che lì il tema sia un tema di cambiamento culturale e sia un tema di quanto poco codificato
23:44è il modo in cui decidiamo come società di abitare lo spazio pubblico digitale, come se fosse
23:54una dimensione separata, no? Mentre invece, come dicevo prima, è sempre di più una dimensione
24:01compenetrata e arrivo al punto di aiutare gli adulti. Questo è l'anno della cittadinanza
24:11europea o della cittadinanza digitale e credo che portare questo discorso appunto in un ambito
24:19più ampio di educazione alla cittadinanza digitale che ha sia un lato di autodifesa
24:28e quindi di essere consapevoli di che cosa è consentito e di che cosa non dovrebbe essere
24:33consentito nelle interazioni nello spazio digitale, ma anche di accesso a servizi, a diritti attraverso
24:45gli strumenti digitali, no? Perché sono due facce della stessa medaglia che vanno tenute insieme, no?
24:55Quindi in qualche modo dovremmo fare un esercizio collettivo che abbia risorse, programmi e azioni
25:04di educazione alla cittadinanza digitale in cui mettere a tema quali sono le regole della convivenza
25:15anche negli spazi online e quali sono gli strumenti che utilizziamo per tutelare le persone più vulnerabili
25:24e contrastare la violenza contro le donne all'interno di questi spazi, esattamente come proviamo a fare
25:33nella vita reale.
25:36Io ringrazio la dottoressa Kenny, se ritiene dottoressa di voler integrare l'audizione anche
25:47con materiali di indagine che lei ha a disposizione nella sua fondazione ma anche nel suo lavoro
25:54accademico, ovviamente questa commissione rimane a disposizione per l'integrazione.
26:00Grazie dottoressa, dichiaro chiudo l'audizione, grazie mille, buona giornata.
26:05Buongiorno.
26:06Buongiorno.
26:07Buongiorno.
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