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  • 1 giorno fa
Passariano di Codroipo (Ud), 14 ott. (askanews) - Ben 130 capolavori di una cinquantina di grandi artisti dell'Ottocento e del Novecento e provenienti da 42 musei europei e americani. Una mostra unica, di respiro internazionale e allestita negli spazi restaurati dell'Esedra di levante del magnifico complesso dogale di Villa Manin a Passariano di Codroipo, in provincia di Udine.È "Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni", l'attesissima esposizione che ha aperto al pubblico l'11 ottobre e resterà aperta fino 12 al aprile 2026: è uno degli eventi di punta di GO! 2025&Friends, il cartellone di appuntamenti che affianca il programma ufficiale di GO! 2025 Nova Gorica - Gorizia Capitale europea della Cultura, offrendo proposte culturali in tutto il territorio regionale.Promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dall'Ente Regionale per il Patrimonio Culturale - ERPAC FVG, la mostra è stata ideata e curata da Marco Goldin, con l'organizzazione dello stesso ERPAC FVG e di Linea d'ombra.In quello che potrebbe essere definito a pieno titolo il "museo ideale" dell'arte internazionale degli ultimi due secoli, i visitatori vengono accompagnati in un emozionante percorso delle meraviglie e poi coinvolti in un piacere visivo che va di pari passo con il coinvolgimento e la riflessione intorno a un tema di eterna attualità, quello dei "confini": fisici, geografici, culturali, i propri intimi confini, il qui e l'altrove, il qui che si fa altrove, confine come limite e come punto di partenza.La mostra prende avvio da una sala introduttiva, che già ne delinea i contenuti: alcuni capolavori, anche di grandi dimensioni, come le opere di Anselm Kiefer e Mark Rothko, dove il confine si fa, seppure in modo diverso tra i due, dilagante, a fissare linee che sono orizzonti. E ancora la famosissima "Onda" di Gustave Courbet, movimento verso l'immenso. Per poi andare a Monet che, con "La chiesa di Varengeville", va a proporre spazi sul mare di cui non si intravede la fine. Infine, un Cezanne provenzale, quella sorta di altrove domestico che ricerca i confini non solo nelle isole tropicali alla maniera di Gauguin.Il primo capitolo della mostra è riservato al confine interiore, allo sguardo dentro sé stessi, all'autoritratto. La sequenza è mozzafiato: Munch, Gauguin, Van Gogh, Hodler, Kirchner Poi la galleria di splendidi ritratti: Courbet, Manet, Degas, Renoir, Modigliani, Bacon, Giacometti, nella ricerca nei volti di un confine quotidiano, anche con tutte le "bruciature" novecentesche. Le successive sale (la seconda, fondamentale area) sono dedicate al rapporto tra l'uomo e la natura, figure e spazio soprattutto nella grande pittura americana tra Ottocento e Novecento. Molte sono le opere che per la prima volta giungono in Italia e in Europa, dai protagonisti della "Hudson River School" per giungere alla figura chiave di Homer a cavallo tra i due secoli, e poi nel Novecento soprattutto Hopper e Diebenkorn, due artisti che hanno reso la pittura americana uno scrigno di meraviglie. Infine, le modulazioni fantastiche di Andrew Wyeth. Per tornare quindi in Europa con l'interpretazione del rapporto figure e natura in grandi maestri come Segantini, B cklin e Matisse."Alla ricerca del Paradiso perduto" potrebbe essere indicato come tema della terza, ampia sezione. Eden esotici o più prossimi, espressi in opere universali, pietre miliari della storia dell'arte, da Gauguin a Monet, da Van Gogh a Cezanne e Bonnard.Quando la ricerca dei confini non porta gli artisti verso la dimensione del lontano, accade che quei confini si spingano a farsi vicinanza, confidenza d'immagini altrimenti distanti. A questo è dedicata la quarta sezione, dove una quarantina di straordinarie xilografie giapponesi, raccolte in due successive sequenze (per non esporre troppo a lungo alla luce quei fogli preziosi), sono presenti. Provengono da un'unica collezione privata, con i maggiori nomi dell'ukiyo-e, da Utamaro a Eisen, da Hokusai a Hiroshige.Monet e Van Gogh possedevano molte centinaia di quelle xilografie. L'arte, e quella francese in primis, ne fu ampiamente toccata. Il confine si tendeva al di là degli oceani e raggiungeva chi aveva lo spirito giusto per accogliere quel mondo incantato.Impossibile sintetizzare ciò che attende i visitatori nella quinta sezione, che occupa l'intero piano terra dell'Esedra, con quasi 60 opere che conducono verso i diversi confini compresi negli elementi naturali: montagne, mari, cieli e infine l'Universo. Insieme ad artisti come Caspar David Friedrich, l'immenso romantico tedesco, anticipatore tra l'altro delle atmosfere della pittura americana dell'Ottocento, di Cole, Bierstadt e Gifford.A irrompere, a questo punto, è la montagna Sacra di Cezanne, la Sainte-Victoire, affiancata alle alpi svizzere di Segantini, a saldare l'immagine di vette con l'eterno della natura. E il mare, confine da percorrere e attraversare: William Turner e Gustave Courbet, poi Monet. E ancora, Bonnard, Nolde, De Stael, qui in una sequenza mo

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00:00La mostra confini da Gauguin a Hopper è un grande progetto espositivo che qui nelle sale appena
00:15restaurate dell'esedra di Levante di Villa Manin in Friuli Venezia Giulia raccoglie 130 dipinti,
00:23tanti capolavori che provengono da 42 musei di tutto il mondo. È l'idea del confine raccontata
00:31attraverso i capolavori della pittura dell'Ottocento e del Novecento in diverse sezioni o ancor meglio
00:39aree tematiche. Da principio è il confine interiore con gli autoritratti Van Gogh, Munch, Gauguin e così
00:48via. E poi un passaggio importantissimo, quello nel Novecento, con i volti bruciati,
00:55carnali di Modigliani prima ma poi soprattutto di Francis Bacon e Alberto Giacometti.
01:01E poi la sezione dedicata all'altrove, il senso dell'esotico, i pittori che sono andati lontani
01:19a cercarsi i propri confini e ovviamente Paul Gauguin per primo. Quindi inseguiamo Paul Gauguin
01:26in questa mostra prima in Martinique, poi in Bretagna e infine ovviamente a Tahiti. E infine
01:33il cielo che tutto sembra raccogliere come una sorta di cosmogonia. Sono tutte le ultime sale di questa
01:40grande mostra e quindi ancora una volta si riparte dai romantici, quindi come Friedrich e poi Constable
01:46e infine le sale conclusive, quelle in cui il cielo si fa anche dato interiore. Le grandi lavagne
01:53colorate di Mark Rothko, il cielo di Normandia che si riflette con una sala monografica dedicata
02:00a Monet, si riflette nello stagno di Giverny, per chiudere con le grandi notte stellate di Munch,
02:07ancora una volta i cieli in America di Edward Hopper.
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