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  • 4 mesi fa
Bologna, 31 gen. (askanews) - L'ottava edizione del MAST Photography Grant on Industry and Work della Fondazione MAST di Bologna ha visto la scelta di cinque finalisti che hanno portato negli spazi del museo le loro opere. Urs Stahel ha curato la mostra e ci ha raccontato il senso del concorso.

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"Il premio - ha detto ad askanews - ha chiesto ai giovani fotografi di lavorare sulla produzione, di chiedersi come vengono prodotte le cose che usiamo ogni giorno, su cosa significa un mondo industriale e post-industriale oggi. E questi lavori vanno in profondità, molto più del solito, e ci raccontano di una parte del mondo che non vediamo, perché è nascosta sotto le superfici brillanti. Ma noi abbiamo bisogno di conoscerle queste cose, perché ci aiuteranno a capire il mondo".

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Le fotografie di Sheida Soleimani
Un mondo che è plurale e complesso, sconquassato dalle dinamiche economiche e dalla logica del potere, ma ancora capace di trovare spazi di emozione, come avviene con le fotografie di Sheida Soleimani, americana di origine iraniana che con le sue immagini potenti e insolite ha vinto il concorso. "Sheida - ha aggiunto Stahel - per me è come un piccolo vulcano per come parla, per come pensa e per come produce il suo lavoro. Si impegna per fare apparire semplici le sue immagini, ma ogni lavoro ha sei o sette diversi livelli. Lei è di origine iraniana e la sua famiglia ha dovuto fuggire dal Paese e ora vivono negli Stati Uniti, nel suo lavoro accosta l'avventura di suo padre a quelle degli uccelli migratori".

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Le storie delle donne attiviste in Iran si intrecciano con le vicende dei migratori feriti a causa delle collisioni con gli edifici costruiti dall'uomo in un crescendo di possibilità e racconti che la fotografia riesce a sintetizzare in un'immagine decisiva.

Accanto a Soleimani gli altri finalisti le cui opere sono esposte ora al MAST sono la britannica Felicity Hammond, la congolese Gosette Lubondo, l'italiana Silvia Rosi e l'australiano Kai Wasikowski.

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Trascrizione
00:00Un concorso fotografico dedicato agli under 35 per parlare di industria e lavoro nel nostro presente.
00:06L'ottava edizione del Mast Photography Grant on Industry and Work della Fondazione Mast di Bologna
00:11ha visto la scelta dei cinque finalisti che hanno portato negli spazi del museo le loro opere.
00:16Urs Steyl ha curato la mostra e ci ha raccontato il senso del concorso.
00:20Il premio, ha detto la Scaniaus, ha chiesto ai giovani fotografi di lavorare sulla produzione,
00:31di chiedersi come vengono prodotte le cose che usiamo ogni giorno, su cosa significa un mondo industriale post-industriale oggi.
00:38E questi lavori vanno in profondità molto più del solito e ci raccontano di una parte del mondo che non vediamo
00:44perché è nascosta sotto le superfici brillanti.
00:46Ma noi queste cose abbiamo bisogno di conoscerle perché ci aiuteranno a capire il mondo.
00:50Un mondo che è plurale e complesso, sconquassato dalle dinamiche economiche e dalla logica del potere,
00:58ma ancora capace di trovare spazi di emozione, come avviene con le fotografie di Shada Soleimani,
01:04americana di origine iraniana, che con le sue immagini potenti e insolite ha vinto il concorso.
01:08Shada, ha aggiunto Steyl, per me è un piccolo vulcano per come parla, per come pensa e per come produce il suo lavoro.
01:20Si impegna per far apparire semplici le sue immagini, ma ogni lavoro ha sei o sette diversi livelli.
01:26Lei è di origine iraniana e la sua famiglia ha dovuto fuggire dal paese e ora vivono negli Stati Uniti.
01:32Nel suo lavoro accosta l'avventura di suo padre a quelle degli uccelli migratori.
01:36Le storie delle donne attiviste in Iran si intercciano con le vicende dei migratori feriti
01:40a causa delle collisioni con gli edifici costruiti dall'uomo,
01:43in un crescendo di possibilità e racconti che la fotografia riesce a sintetizzare in un'unica immagine decisiva.
01:50Accanto a Soleimani, gli altri finalisti, le cui opere sono esposte ora al must,
01:54sono la britannica Felicity Hammond, la congolese Gossette Lubondo,
01:58l'italiana Silvia Rosi e l'australiano Kay Wasikowski.
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