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  • 28/07/2014
È un tango molto pericoloso quello ballato in questi giorni dall’Argentina: il 30 di luglio, data entro la quale dovrà staccare la prossima cedola sui bond ristrutturati, si avvicina.

Diversamente da quello di inizio anni duemila, l’eventuale default tecnico non si concretizzerebbe per insolvenza, bensì a causa del blocco ai pagamenti imposto dal giudice americano che ha condannato Buenos Aires.

Il governo argentino non può pagare chi ha accettato la ristrutturazione del debito prima di aver raggiunto un accordo con i 2 “hedge fund” americani che l’hanno respinta (e che hanno vinto la causa in tribunale).

I negoziati sono ancora in alto mare e il conto alla rovescia è cominciato.

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