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  • 1 giorno fa
Lezioni del Corriere - Greco - Il linguaggio ripetitivo in Omero, Lapini

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Trascrizione
00:00Il linguaggio ripetitivo in Omero
00:05Chi si avvicina alla lettura dei poemi omerici rimane colpito dalla grande quantità di ripetizioni.
00:21Ripetizioni a tutti i livelli, a cominciare dagli epiteti.
00:25In Omero non c'è un solo eroe, un solo personaggio, oggetto, animale, elemento del paesaggio
00:35che non abbia un suo epiteto caratteristico
00:39che viene ripetuto tante volte e che per questo viene chiamato formulare.
00:45Oppure un set di epiteti fra i quali il poeta sceglie quello che gli è più comodo metricamente.
00:54Quindi in Omero non c'è Achille e basta, ma c'è il divino Achille oppure il piede veloce Achille.
01:04Non c'è Odisseo ma l'astuto Odisseo.
01:09Non le navi ma le navi veloci o le navi ricurve.
01:13E quello che vale per gli epiteti vale anche per i versi, per i gruppi diversi e per le scene tutte intere
01:22perché anche le scene tutte intere vengono ripetute uguali o simili e si chiamano infatti scene tipiche.
01:32Perché questa ripetitività e questa ricorsività in Omero?
01:37Qual è la causa di questo fenomeno?
01:39La causa è che un tempo, come si sa, i poemi omerici non erano scritti ma erano orali.
01:46Erano performati dagli aedi, cioè dai cantori.
01:51E questi cantori avevano un repertorio imparato a memoria, un repertorio di racconti
01:57su cui improvvisavano un po' come fanno i gezzisti moderni.
02:03Però l'Aedo, il poeta, per improvvisare ha bisogno di materiali pronti, già pronti per l'uso
02:12in modo tale da poter gestire le situazioni ricorrenti, le situazioni banali
02:17con un linguaggio stereotipato e quindi con il minore sforzo possibile
02:23e dedicare le sue energie alle parti nuove e originali del racconto.
02:29Quindi sarebbe sbagliato dire che dove ci sono tante ripetizioni, lì c'è poca originalità.
02:38Cioè questo magari è vero per la poesia in generale, ma non è vero necessariamente per la poesia epica
02:44in cui invece le ripetizioni possono essere il presupposto dell'originalità.
02:50A un certo punto i poemi omerici vengono messi per iscritto.
02:56Fu un processo lungo, sicuramente per secoli oralità e scrittura andarono di pari passo,
03:05però questo travaso ci fu, a un certo punto il travaso ci fu.
03:09Con la conseguenza che queste ripetizioni, queste formule, che nell'oralità hanno una funzione,
03:18nella scrittura perdono questa funzione, quindi diventano dei rami secchi,
03:23diventano dei fossili, delle difficoltà.
03:27E sono effettivamente delle difficoltà perché chi legge per la prima volta Omero
03:32rimane negativamente impressionato da queste ripetizioni,
03:36anche perché noi siamo abituati fin da piccoli a dare una grande importanza alla varietà.
03:42Se uno scrive un testo e ci mette le ripetizioni, il professore segna con la matita blu.
03:50Oltretutto Omero usa questo materiale ripetitivo in maniera rigida spesso,
03:58in maniera inerziale, inappropriata,
04:01per dire che le navi sono sempre veloci anche quando stanno ferme,
04:09la mano è sempre robusta anche quando appartiene a una fanciulla,
04:14gli eroi sono tutti e sempre incensurabili anche quando sono dei furfanti.
04:20E poi ci sono anche dei casi che strappano il sorriso,
04:24per esempio quello del porcaro Eumeo,
04:26Eumeo che nell'Odissea per una dozzina di volte viene chiamato Dio su Forbos,
04:33cioè il divino porcaro, il luminoso porcaro,
04:40con un epiteto che viene riferito sempre ai grandi eroi,
04:43invece viene applicato a questa figura umilissima.
04:47Ora, secondo alcuni in origine queste formule facevano tutt'uno con l'oggetto
04:53a cui si riferivano e quindi dire il pieveloce Achille era come dire Achille
04:58e c'è anche chi ha detto che queste formule noi non dovremmo neanche tradurle
05:04nelle lingue moderne, quindi dove il greco ha il pieveloce Achille
05:10noi dovremmo tradurre semplicemente Achille proprio perché in origine
05:14queste formule servivano alla Edo per riempire gli spazi,
05:18per arrivare in fondo al verso e andare avanti.
05:23Ma anche se in origine la loro funzione fosse stata solo questa,
05:31fatto sta che queste formule poi nella scrittura assumono un diverso peso,
05:38cioè assumono una loro identità, una loro autonomia poetica
05:43e alcune di queste la meritano in pieno perché sono poeticamente belle,
05:51sono affascinanti, pensiamo all'aurora dalle rose e dita,
05:56alla dea Teti dai piedi d'argento, al cielo di bronzo.
06:04Si fa persino fatica a credere che espressioni come queste
06:09siano state inventate e usate 2700 anni fa e più
06:15perché sembrano prese da poeti moderni, da Mallarmé, da Majakowski.
06:24Poi ci sono le formule opache, cioè quelle che non siamo riusciti
06:30ancora a capire fino in fondo e ce ne sono tanti in Omero,
06:34per esempio Omero parla del mare infecondo, e perché infecondo?
06:41Parla del mare color del vino, il mare non ha il colore del vino,
06:47parla del sacro pesce, parla della pietra spudorata,
06:54però anche se noi non capiamo fino in fondo il senso di queste immagini,
07:01resta il fatto che sono poeticamente belle e, come avrebbe detto Leopardi,
07:08l'indecifrato, l'ignoto, il misterioso, sono di per sé già elementi poetici.
07:17Quindi in definitiva le formule perdono una funzione ma ne acquistano un'altra
07:22e se vengono viste storicamente, e in fondo lo scopo di studiare la questione omerica è questo,
07:31non sono più degli ostacoli alla lettura, ma sono anzi degli elementi di grande attrazione,
07:38come deve accadere nella grande poesia in fondo,
07:42perché nella poesia mediocre e dozzinale le difficoltà sono solo difficoltà,
07:49nella grande poesia come quella omerica le difficoltà diventano opportunità delle ricchezze e dei valori aggiunti.
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