Diciannove anni e il mondo sigillato in una sedia a rotelle: questa era la realtà di Emelie dopo l'incidente che le aveva lesionato il midollo spinale. Poi, un giorno, il corpo, che per mesi aveva rifiutato di obbedire, ha risposto. Il video di quel primo passo, goffo ma importantissimo, è diventato virale, trasformando questa ragazza tedesca in un simbolo di forza. La chiave di questa incredibile riconquista si chiama Exopulse Mollii Suit, una tuta neuromuscolare dell’azienda Ottobock. Non è magia, ma un sofisticato dialogo tra 58 elettrodi e i muscoli dormienti, capace di risvegliare il corpo e sfidare i limiti della paralisi.
[idgallery id="1956576" title="Camminare senza dolori a gambe e ginocchia"] La colletta digitale e il sogno di rialzarsi La storia di Emelie (nota sui social come @emelieetr) è quella di una generazione che non aspetta passivamente le soluzioni, ma se le va a cercare. Di fronte a una diagnosi grave e dura da accettare – lesione midollare traumatica e spasticità agli arti inferiori – e a un sistema sanitario che non sempre copre le tecnologie sperimentali, la ragazza si è affidata alla rete.
Attraverso una campagna di crowdfunding supportata dalla sua community, ha raccolto i circa 9.000 euro necessari per acquistare il dispositivo che le ha cambiato la vita. Una cifra importante per una scommessa sulla propria autonomia: l'obiettivo non era correre, ma riconquistare quei piccoli movimenti che fanno la differenza tra la dipendenza totale e la libertà.
[idarticle id="377087,2184793" title="Cicatrici e braccio paralizzato: in bicicletta, sì, io posso. E sogno,Intelligenza artificiale: una donna paralizzata torna a ''parlare'' grazie a un avatar digitale"] Cos’è la neuro-modulazione e come funziona la tuta hi-tech di Emelie Quello che indossa Emelie sembra un normale completo sportivo aderente, ma all'interno del tessuto si nasconde una fitta rete di 58 elettrodi. Il principio scientifico è affascinante nella sua semplicità: si chiama "inibizione reciproca".
Poiché la lesione midollare spesso causa una contrazione perenne e dolorosa dei muscoli (spasticità), la tuta invia impercettibili impulsi elettrici a bassa frequenza per "rilassarli", attivando contemporaneamente quelli che si sono indeboliti o spenti. È come se la tecnologia suggerisse al corpo come muoversi di nuovo, bypassando il "cortocircuito" causato dall'incidente. Le sedute durano circa un'ora, un tempo sufficiente per ridurre la rigidità e permettere movimenti più fluidi.
[idgallery id="1159359" title="25 idee scientifiche per vivere felici"] I passi della speranza Le immagini del suo recupero raccontano più di mille diagnosi. Dopo poche sessioni, Emelie è riuscita ad alzarsi dalla carrozzina e a compiere brevi tragitti in autonomia. «Mi sono alzata e ho camminato per la prima volta dopo l'incidente», ha raccontato, documentando un progresso che per la medicina riabilitativa è un successo enorme. È bene precisarlo: non si tratta di una cura definitiva. La lesione al midollo resta. Tuttavia, il dispositivo le ha permesso di migliorare l'equilibrio, la circolazione e, soprattutto, la qualità della vita quotidiana.
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